Pariet (Janssen cilag spa)

Compresse gastroresistenti 14cpr gastr 10mg

Principio attivo:Rabeprazolo sodico
Gruppo terapeutico:Antiulcera peptica e malattia da reflusso gastroesof. (gord)
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ulcera duodenale attiva
  • ulcera gastrica benigna
  • infezione
  • ulcera peptica
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    Posologia

    Adulti/anziani

    Ulcera duodenale attiva ed ulcera gastrica benigna attiva: la dose orale raccomandata sia nell’ulcera duodenale attiva che nell’ulcera gastrica benigna attiva è di 20 mg una volta al giorno da assumere al mattino.

    Nella maggior parte dei pazienti con ulcera duodenale attiva la cicatrizzazione avviene entro 4 settimane. Tuttavia alcuni pazienti possono richiedere, per raggiungere la cicatrizzazione, altre 4 settimane di terapia.

    La maggior parte di pazienti con ulcera gastrica benigna attiva guariscono entro 6 settimane. Anche in questo caso, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere necessarie per la guarigione altre 6 settimane di terapia.

    Malattia da reflusso gastro–esofageo (MRGE) erosiva o ulcerativa: la dose orale raccomandata in questa patologia è di 20 mg una volta al giorno per 4 –8 settimane.

    Terapia a lungo termine della malattia da reflusso gastroesofageo (terapia di mantenimento della MRGE): per la terapia a lungo termine, si consiglia una compressa da 10 mg o 20 mg, una volta al giorno, a seconda della risposta del paziente.

    Trattamento dei sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo da moderata a molto grave (MRGE sintomatica): 10 mg una volta al giorno in pazienti senza esofagite. Se non si ottiene il controllo dei sintomi entro 4 settimane, il paziente deve essere sottoposto ad ulteriori accertamenti. Una volta risolta la sintomatologia, il successivo controllo dei sintomi può essere ottenuto adottando un regime di assunzione di 10 mg una volta al giorno al bisogno, quando necessario.

    Sindrome di Zollinger–Ellison

    Negli adulti, la dose orale iniziale raccomandata è di 60 mg una volta al giorno. La posologia può essere aumentata fino a raggiungere la dose di 120 mg/die, in base alle necessità del singolo paziente. Possono essere somministrate dosi singole giornaliere fino a 100mg/die. La dose da 120 mg può essere frazionata in 60 mg due volte al giorno. Il trattamento deve proseguire sino a quando clinicamente indicato.

    Eradicazione dell’infezione da H. pylori: i pazienti con infezione da H. pylori devono essere trattati con terapia eradicante. Si raccomanda la seguente combinazione per una durata di 7 giorni:

    Pariet 20 mg 2 volte al giorno + claritromicina 500 mg 2 volte al giorno + amoxicillina 1 g 2 volte al giorno.

    Per le indicazioni che richiedono il trattamento una volta al giorno, le compresse di PARIET devono essere ingerite al mattino, prima di mangiare; sebbene infatti non siano state evidenziate interferenze sull’attività del rabeprazolo sodico da parte del cibo o del momento della giornata in cui viene assunto il farmaco, questo schema di trattamento facilita la compliance del paziente.

    I pazienti devono essere avvisati di non masticare o frantumare le compresse ma di inghiottirle intere.

    Pazienti con disfunzioni epatiche o renali

    Non sono necessari adeguamenti posologici nei pazienti con funzionalità epatica o renale alterata.

    Per l’uso di PARIET in pazienti con gravi disfunzioni epatiche vedere il paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego.

    Bambini

    L’uso di PARIET nei bambini non è raccomandato poichè manca esperienza sull’uso del prodotto in questo gruppo di pazienti.

    Controindicazioni
  • donne
  • gravidanza
  • allattamento
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    Interazioni
  • ketoconazolo
  • itraconazolo
  • antiacidi
  • stata osservata alcuna interazione
  • ritonavir
  • omeprazolo
  • metotrexato
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    Avvertenze

    La risposta sintomatica alla terapia con rabeprazolo sodico non esclude la presenza di patologie maligne a livello gastrico o esofageo; tale possibilità deve, quindi, essere esclusa prima di iniziare il trattamento con PARIET.

    I pazienti in terapia a lungo termine (in particolare quelli trattati per più di un anno) devono essere tenuti sotto regolare osservazione.

    Il rischio di ipersensibilità crociata con altri inibitori della pompa protonica non può essere escluso.

    I pazienti devono essere avvertiti di non masticare o sbriciolare le compresse, ma di inghiottirle intere.

    L’uso di PARIET nei bambini non è raccomandato poiché manca esperienza sull’uso del prodotto in questo gruppo di pazienti.

    Sono state riportate segnalazioni post–marketing di discrasia ematica (trombocitopenia e neutropenia). Nella maggior parte dei casi in cui non si è potuta identificare un’eziologia alternativa, la gravità degli eventi è diminuita o essi si sono risolti con la sospensione del rabeprazolo.

    Alterazioni degli enzimi epatici sono state osservate durante gli studi clinici e sono state riportate anche dopo l’inizio della commercializzazione. Nella maggior parte dei casi in cui non si è potuta identificare un’eziologia alternativa, gli eventi non erano complicati e si sono risolti con la sospensione del rabeprazolo.

    Uno studio in pazienti con alterazioni epatiche da lievi a moderate non ha evidenziato significativi problemi di sicurezza correlabili all’uso del farmaco differenti da quelli osservati nei pazienti del gruppo di controllo, analogo per distribuzione di età e sesso. Comunque, dal momento che non vi sono dati clinici sull’uso di PARIET nel trattamento di pazienti con gravi disfunzioni epatiche, il medico è invitato a prestare particolare attenzione nel somministrare PARIET per la prima volta a tali pazienti.

    La co–somministrazione di atazanavir con PARIET non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Il trattamento con inibitori della pompa protonica, incluso PARIET, potrebbe aumentare il rischio di infezioni gastrointestinali come ad esempio infezioni da Salmonella, Campylobacter e Clostridium difficile (vedere paragrafo 5.1).

    Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.

    È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come PARIET, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica.

    Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato e in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).

    Uso concomitante di rabeprazolo con metotrexato

    La letteratura suggerisce che l’uso concomitante di PPI con metotrexato (soprattutto ad alte dosi; vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di metotrexato) può aumentare e prolungare i livelli sierici di metotrexato e/o del suo metabolita, il che può portare a tossicità da metotrexato. In caso di somministrazione di alte dosi di metotrexato, in alcuni pazienti, può essere presa in considerazione una sospensione temporanea dei PPI.

    Influenza sull’assorbimento della vitamina B12

    Il rabeprazolo sodico, come tutti i farmaci acido–bloccanti, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo– o a–cloridria. Ciò deve essere preso in considerazione nei pazienti in terapia a lungo termine con ridotte riserve corporee o fattori di rischio che riducano l’assorbimento della vitamina B12 o se vengono osservati i rispettivi sintomi clinici.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati sulla sicurezza del rabeprazolo nella donna in gravidanza.

    Studi sulla riproduzione condotti su ratti e conigli non hanno evidenziato effetti negativi sulla fertilità o sul feto dovuti alla somministrazione di rabeprazolo sodico, anche se nel ratto si riscontra un modesto passaggio feto–placentare di farmaco.

    PARIET è controindicato in gravidanza.

    Allattamento

    Non è noto se il rabeprazolo sodico venga escreto nel latte materno umano. Non sono stati condotti studi nelle donne in allattamento.

    Il rabeprazolo sodico viene comunque escreto nelle secrezioni mammarie di ratto.

    PARIET non deve quindi essere usato nelle donne in allattamento.

    Effetti Collaterali

    Gli eventi avversi più comunemente riportati con rabeprazolo durante gli studi clinici controllati sono stati mal di testa, diarrea, dolore addominale, astenia, flatulenza, rash e secchezza delle fauci.

    La maggior parte degli eventi avversi riscontrati durante gli studi clinici sono stati di intensità lieve o moderata e transitori.

    I seguenti eventi avversi sono stati riferiti in seguito a studi clinici o all’esperienza post–marketing. La frequenza è definita come:

    comune (≥1/100; <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000) e molto raro (<1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Classificazione per sistemi e organi Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
    Infezioni ed infestazioni Infezioni        
    Patologie del sistema emolinfopoietico     Neutropenia Leucopenia Trombocitopenia Leucocitosi    
    Disturbi del sistema immunitario     Ipersensibilità1,2    
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Anoressia   Iponatremia Ipomagnesiemia4
    Disturbi psichiatrici Insonnia Nervosismo Depressione   Confusione
    Patologie del sistema nervoso Mal di testa Capogiri Sonnolenza      
    Patologie dell’occhio     Disturbi visivi    
    Patologie vascolari         Edema periferico
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Faringite Rinite Bronchite Sinusite      
    Patologie gastro–intestinali Diarrea Vomito Nausea Dolore addominale Stipsi Flatulenza Dispepsia Secchezza della bocca Eruttazioni Gastrite Stomatite Disturbi del gusto    
    Patologie epato–biliari     Epatite Ittero Encefalopatia epatica³    
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Rash Eritema² Prurito Sudorazione Reazioni bollose² Eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica (TEN), sindrome di Stevens–Johnson (SJS)  
    Patologie del sistema muscolo–scheletrico, e del tessuto connettivo Dolore non specifico Mal di schiena Mialgia Crampi alle gambe Artralgia Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale4      
    Patologie renali ed urinarie   Infezioni del tratto urinario Nefrite interstiziale    
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella         Ginecomastia
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Malattia simil–influenzale Dolore al torace Brividi Piressia      
    Esami diagnostici   Aumento degli enzimi epatici³ Aumento di peso    

    1 Include edema del volto, ipotensione e dispnea.

    2 Eritema, reazioni bollose e reazioni allergiche si sono generalmente risolte dopo l’interruzione del trattamento.

    3 Sono stati riferiti rari casi di encefalopatia epatica in pazienti con pre–esistente cirrosi. Nel trattamento di pazienti con disfunzioni epatiche gravi, il medico deve prestare cautela quando il trattamento con PARIET è somministrato per la prima volta in questo tipo di pazienti (vedere paragrafo 4.4)

    4Vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    PARIET 10 mg

    Nucleo della compressa: mannitolo, magnesio ossido, iprolosa a basso grado di sostituzione, iprolosa, magnesio stearato;

    Rivestimento: etilcellulosa, magnesio ossido;

    Rivestimento gastroenterico: ipromellosa ftalato, monogliceridi diacetilati, talco, titanio diossido (E171), ferro ossido rosso (E172), cera carnauba;

    Inchiostro: gomma lacca bianca, ferro ossido nero (E172), alcol etilico disidratato, 1–butanolo.

    PARIET 20 mg

    Nucleo della compressa: mannitolo, magnesio ossido, iprolosa a basso grado di sostituzione, iprolosa, magnesio stearato;

    Rivestimento: etilcellulosa, magnesio ossido;

    Rivestimento gastroenterico: ipromellosa ftalato, monogliceridi diacetilati, talco, titanio diossido (E171), ferro ossido giallo (E 172), cera carnauba;

    Inchiostro: gomma lacca bianca, ferro ossido rosso (E 172), cera carnauba, glicerina esterificata con acidi grassi, alcol etilico disidratato, 1–butanolo.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Non refrigerare.