La preparazione di una soluzione iniettabile di un agente citotossico deve essere eseguita da personale specialistico preparato, con conoscenza del medicinale utilizzato, in modo da garantire l’integrità del medicinale, la protezione dell’ambiente e in particolare la protezione del personale che maneggia il medicinale, in accordo con la politica dell’ospedale. Ciò richiede un’area di preparazione riservata a questo.è proibito fumare, mangiare o bere in questa area.
Posologia
Riservato agli adulti.
La dose di oxaliplatino raccomandata per l’adiuvante è 85 mg/m², per infusione endovenosa ripetuta ogni 2 settimane per 12 cicli (6 mesi).
La dose di oxaliplatino raccomandata nel trattamento del tumore colonrettale metastatico è 85 mg/m² per infusione endovenosa ripetuta ogni due settimane.
La dose deve essere aggiustata in funzione della tollerabilità (vedere paragrafo 4.4)
L’Oxaliplatino deve sempre essere somministrato prima delle fluoropirimidine – ad esempio 5 fluorouracile (5-FU)
L’oxaliplatino viene somministrato in infusione endovenosa della durata di 2-6 ore, in 250-500 ml di una soluzione di glucosio al 5% (50 mg/ml) per ottenere una concentrazione tra 0,2 mg/ml e 0,70 mg/ml; 0,70 mg/ml è la concentrazione più alta nella pratica clinica per una dose di oxaliplatino di 85 mg/m².
L’oxaliplatino è stato utilizzato in prevalenza in associazione con un’infusione continua di 5-fluorouracile. Per il trattamento ogni due settimane, sono stati usati schemi di trattamento di 5-fluorouracile che hanno associato bolo e infusione continua.
Popolazioni particolari
Funzionalità renale compromessa:
L’oxaliplatino non è stato studiato in pazienti con compromissione renale grave (vedere paragrafo 4.3).
Nei pazienti con compromissione renale moderata, si deve iniziare il trattamento con la dose normalmente raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
Non è necessario aggiustare la dose nei pazienti con disfunzione renale lieve.
Compromissione epatica:
In uno studio di fase I che includeva pazienti con diversi livelli di compromissione epatica, la frequenza e la gravità dei disturbi epatobiliari sembravano correlati a una malattia progressiva e alla funzionalità renale compromessa, controllata in condizioni basali. Durante lo sviluppo clinico, non è stato fatto nessun aggiustamento specifico della dose per i pazienti con test della funzionalità epatica anormale.
Pazienti anziani:
Non si è osservato nessun aumento nella tossicità grave quando l’oxaliplatino è stato usato nei pazienti con più di 65 anni come agente singolo o in associazione con 5-fluorouracile. Di conseguenza non è richiesto nessun adattamento specifico della dose per i pazienti anziani.
Modo di somministrazione
L’oxaliplatino viene somministrato per infusione endovenosa.
La somministrazione di oxaliplatino non richiede iperidratazione.
L’oxaliplatino, diluito in 250-500 ml di soluzione glucosata al 5% (50 mg/ml) in modo da ottenere una concentrazione non inferiore a 0,2 mg/ml, deve essere infuso tramite una vena periferica o una cannula venosa centrale per una durata di 2-6 ore. L’infusione di oxaliplatino deve sempre precedere quella di 5-fluorouracile.
In caso di stravaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente.
Istruzioni per l’uso
L’oxaliplatino deve essere ricostituito e ulteriormente diluito dopo l’uso. Per ricostituire e poi diluire il prodotto liofilizzato devono essere utilizzati solo i diluenti consigliati (vedere paragrafo 6.6 ).
L’oxaliplatino deve essere utilizzato solo nei reparti specializzati di oncologia e deve essere somministrato sotto la supervisione di un oncologo esperto.
A causa delle limitate informazioni sulla sicurezza nei pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa, la sua somministrazione deve essere considerata solo dopo una adeguata valutazione del rapporto rischio/beneficio per il paziente.
In questa situazione deve essere attentamente monitorata la funzionalità renale e la dose deve essere aggiustata in base alla tossicità.
I pazienti con anamnesi di reazioni allergiche a composti del platino devono essere monitorati per i sintomi allergici. In caso di reazioni simil-anafilattiche all’oxaliplatino, l’infusione deve essere immediatamente interrotta e si deve iniziare un trattamento sintomatico appropriato. Una nuova somministrazione di oxaliplatino è controindicata.
In caso di stravaso di oxaliplatino, l’infusione deve essere interrotta immediatamente e si deve iniziare un trattamento sintomatico locale.
La tossicità neurologica dell’oxaliplatino deve essere monitorata attentamente, in particolare se co-somministrato con altri medicinali con una tossicità neurologica specifica. Deve essere effettuato un esame neurologico prima di ogni somministrazione e periodicamente in seguito.
Nei pazienti che sviluppano disestesia laringofaringea acuta (vedere paragrafo 4.8), durante o nelle ore che seguono l’infusione di due ore, la successiva infusione di oxaliplatino deve essere effettuata dopo 6 ore.
Se compaiono sintomi neurologici (parestesia, disestesia), si raccomanda di aggiustare la dose di oxaliplatino sulla base della durata e della gravità di questi sintomi:
- se i sintomi durano più di 7 giorni e sono dolorosi, la dose di oxaliplatino successiva deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m²(nel metastatico) o 75 mg/m² (nell’adiuvante).
- se le parestesie, senza compromissione della funzionalità, persistono fino al ciclo seguente, la dose di oxaliplatino successiva deve essere ridotta da 85 a 65 mg/m²(nel metastatico) o 75 mg/m² (nell’adiuvante).
- se la parestesia con compromissione della funzionalità persiste fino al ciclo successivo, l’oxaliplatino deve essere interrotto.
- se questi sintomi migliorano dopo l’interruzione del trattamento, si deve considerare la ripresa della terapia.
I pazienti devono essere informati della possibilità di sintomi persistenti di neuropatia sensoriale periferica dopo la fine del trattamento. Parestesie moderate localizzate o parestesie che possono interferire con le attività funzionali possono persistere fino a 3 anni dopo la fine del trattamento adiuvante.
La tossicità gastrointestinale, che si manifesta come nausea e vomito, giustifica una terapia antiemetica profilattica e/o curativa (vedere paragrafo 4.8).
Disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e compromissione renale possono essere causate da diarrea/vomito grave in particolare quando si associa l’oxaliplatino con il 5-fluorouracile.
Se si verifica tossicità ematologica (neutrofili < 1,5x109/l o piastrine < 50x109/l), deve essere ritardato il ciclo seguente di terapia fino a che i valori ematologici ritornano a livelli accettabili. Prima di iniziare la terapia con oxaliplatino e prima di ogni nuovo ciclo, deve essere effettuata una completa conta del sangue con formula leucocitaria.
I pazienti devono essere informati in modo adeguato riguardo il rischio di diarrea/vomito, mucosite/stomatite e neutropenia dopo somministrazione di oxaliplatino e 5-fluorouracile in modo da poter contattare con urgenza il medico che li ha in cura, per un adeguato trattamento. Se si presenta mucosite/stomatite con o senza neutropenia, il trattamento successivo deve essere rimandato fino a che il recupero dalla mucosite/stomatite sia di grado 1 o inferiore e/o fino a che la conta dei neutrofili sia ≥1,5x109/l.
Per l’oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile (con o senza acido folinico), bisogna comunque effettuare gli usuali aggiustamenti di dose per le tossicità associate del 5-fluorouracile.
Se si verifica diarrea di grado 4, neutropenia di grado 3 o 4 (neutrofili <1,0x109/l) o di trombocitopenia di grado 3 o 4 (piastrine <50x109/l), bisogna ridurre da 85 a 65 mg/m² (nel metastatico) o 75 mg/m² (nell’adiuvante) la dose di oxaliplatino e in aggiunta adattare quella di 5-fluorouracile.
In caso di sintomi respiratori inspiegabili quali tosse non produttiva, dispnea, crepitii o infiltrati polmonari radiologici, si deve interrompere il trattamento con oxaliplatino fino a quando ulteriori esami polmonari escludano una malattia polmonare interstiziale o la fibrosi polmonare (vedere paragrafo 4.8).
Nei casi di risultati anomali dei test di funzionalità epatica o di ipertensione portale, che non deriva necessariamente da metastasi epatiche, devono essere presi in considerazione casi molto rari di disturbi vascolari epatici indotti dal farmaco.
Per l’uso nelle donne in gravidanza vedere paragrafo 4.6.
Negli studi preclinici con oxaliplatino sono stati osservati effetti genotossici. Quindi, ai pazienti maschi trattati con oxaliplatino si raccomanda di non concepire un figlio fino a 6 mesi dopo il trattamento e di chiedere un parere sulla conservazione dello sperma prima del trattamento, poiché l’oxaliplatino può avere un effetto antifertilità che può essere irreversibile.
Le donne non devono programmare una gravidanza durante il trattamento con oxaliplatino e devono utilizzare un metodo di contraccezione efficace (vedere paragrafo 4.6).
Non sono finora disponibili informazioni sulla sicurezza di impiego dell’oxaliplatino in gravidanza.
In studi su animali, si è osservata tossicità riproduttiva. Di conseguenza l’oxaliplatino è sconsigliato durante la gravidanza e in donne che possono potenzialmente essere in gravidanza che non utilizzano un metodo di contraccezione adeguato.
L’uso di oxaliplatino deve essere preso in considerazione solo dopo che il paziente abbia valutato adeguatamente il rischio per il feto e con il consenso del paziente.
Devono essere adottati metodi contraccettivi adeguati durante e dopo la fine della terapia, per un periodo di 4 mesi per le donne e per 6 mesi per gli uomini.
Non è stata studiata l’escrezione nel latte materno. L’allattamento è controindicato durante la terapia con oxaliplatino.
L’oxaliplatino può avere effetti antifecondativi (vedere paragrafo 4.4).
Gli eventi avversi più frequenti dell’oxaliplatino in associazione con 5-fluorouracile/acido folinico (5-FU/AF) sono stati di tipo gastrointestinale (diarrea, nausea, vomito e mucositi), ematologico (neutropenia, trombocitopenia) e neurologico (neuropatia sensoriale periferica in seguito a dose singola o dosi ripetute). In generale questi eventi avversi sono stati più frequenti e gravi con l’oxaliplatino in associazione con 5-FU/AF che con i soli 5-FU/AF.
Le frequenze segnalate nella tabella sottostante derivano da studi clinici effettuati nel metastatico e nell’adiuvante (che comprendevano rispettivamente 416 e 1108 pazienti nel gruppo di trattamento oxaliplatino più 5-FU/AF) e dall’esperienza post-marketing.
In questa tabella le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, ≤1/100), raro (≥1/10,000, ≤1/1000), molto raro (<1/10,000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Ulteriori dettagli sono forniti dopo la tabella.
Eventi avversi per classe sistemico organica | Molto comune | Comune | Non comune | Raro |
Infezioni e infestazioni* | Infezione | Rinite; infezione del tratto respiratorio superiore; sepsi neutropenica | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico* | Anemia; neutropenia; trombocitopenia; leucopenia; linfopenia | Neutropenia febbrile | Trombocitopenia autoimmune; anemia emolitica | |
Disturbi del sistema immunitario* | Allergia/reazioni allergiche+ | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia; iperglicemia; ipokaliemia; iponatriemia | Disidratazione | Acidosi metabolica | |
Disturbi psichiatrici | Depressione; insonnia | Nervosismo | ||
Patologie del sistema nervoso* | Neuropatia sensoriale periferica; disturbi sensori; disgeusia; cefalea | Vertigini; nevrite motoria; meningismo | Disartria | |
Patologie dell’occhio | Congiuntivite; disturbi della vista | Transitoria diminuzione dell’acuità visiva; difetti al campo visivo; nevrite ottica | ||
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Ototossicità | Sordità | ||
Patologie vascolari | Emorragia; vampate; trombosi venosa profonda | |||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Dispnea; tosse; epistassi | Singhiozzo; embolia polmonare | Patologia polmonare interstiziale; fibrosi polmonare | |
Patologie gastrointestinali* | Nausea; diarrea; vomito; stomatite/mucosità; dolore addominale; costipazione | Dispepsia; reflusso gastroesofageo; emorragia rettale | Ileo; ostruzione intestinale | Colite, compresa diarrea da Clostridium difficile |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Patologie della pelle; alopecia | Esfoliazione della cute (es. sindrome mano piede); eruzione eritematosa; eruzione cutanea; aumento della sudorazione; alterazioni delle unghie | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Dolore alla schiena | Artralgia; dolore alle ossa | ||
Patologie renali e urinarie | Ematuria; disuria; anormale frequenza di minzione | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Fatica; febbre ++; astenia; dolore; reazioni nella sede di iniezione+++ | Dolore al petto | ||
Esami dignostici | Aumento degli enzimi epatici; aumento della fosfatasi alcalina ematica; aumento della bilirubina ematica; aumento della lattico deidrogenasi; aumento di peso (nell’adiuvante) | Aumento della creatinina; diminuzione di peso (nel metastatico); aumento di peso (nell’adiuvante) |
* Vedere il paragrafo dettagliato sottostante
** Vedere paragrafo 4.4
+ Reazioni allergiche comuni come eruzione cutanea (in particolare orticaria), congiuntivite, rinite. Reazioni anafilattiche comuni, incluso broncospasmo, sensazione di dolore al petto, angioedema, ipotensione e shock anafilattico
++ Molto comune febbre, rigor (tremori), o causati da infezioni (con o senza neutropenia febbrile) o febbre isolata forse causata da un meccanismo immunologico
+++ Sono state segnalate reazioni nella sede di iniezione incluso dolore addominale, rossore, gonfiore e trombosi. Lo stravaso può anche portare a dolore locale e infiammazioni, che possono essere gravi e portare a complicazioni inclusa necrosi, in particolar modo quando l’oxaliplatino viene infuso attraverso una vena periferica (vedere 4.4).
Patologie epato-biliari
Molto rari (≤ 1/10.000):
Sindrome da ostruzione sinusoidale, anche nota come patologia veno-occlusiva del fegato, o manifestazioni patologiche correlate a tali patologie del fegato, inclusa porpora epatica, iperplasia nodulare rigenerativa, fibrosi perisinusoidale. Manifestazioni cliniche possono essere ipertensione portale e/o transaminasi aumentate.
Patologie renali e urinarie
Molto rari (≤ 1/10.000):
Nefropatia tubulo-interstiziale acuta che causa insufficienza renale acuta.
Tossicità ematologica :
Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² | Metastatico | Adiuvante | ||||
Ogni 2 settimane | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Anemia | 82,2 | 3 | <1 | 75,6 | 0,7 | 0,1 |
Neutropenia | 71,4 | 28 | 14 | 78,9 | 28,8 | 12,3 |
Trombocitopenia | 71,6 | 4 | <1 | 77,4 | 1,5 | 0,2 |
Neutropenia febbrile | 5,0 | 3,6 | 1,4 | 0,7 | 0,7 | 0,0 |
Sepsi neutropenica | 1,1 | 0,7 | 0,4 | 1,1 | 0,6 | 0,4 |
TOSSICITà DIGESTIVA
Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² | Metastatico | Adiuvante | ||||
Ogni due settimane | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Nausea | 69,9 | 8 | <1 | 73,7 | 4,8 | 0,3 |
Diarrea | 60,8 | 9 | 2 | 56,3 | 8,3 | 2,5 |
Vomito | 49,0 | 6 | 1 | 47,2 | 5,3 | 0,5 |
Mucosite/Stomatite | 39,9 | 4 | <1 | 42,1 | 2,8 | 0,1 |
Sono indicati la profilassi e/o il trattamento con potenti agenti antiemetici.
Disidratazione, ileo paralitico, ostruzione intestinale, ipokaliemia, acidosi metabolica e compromissione renale possono essere causate da diarrea/emesi grave, in particoalre quando si associa oxaliplatino con 5-fluorouracile (vedere apragrafo 4.4).
Sistema nervoso
La tossicità che limita la dose di oxaliplatino è neurologica. Essa è rappresentata da una neuropatia sensitiva periferica caratterizzata da disestesia e/o parestesia delle estremità con o senza crampi, spesso provocati dal freddo. Questi sintomi si verificano in più del 95% dei pazienti trattati. La durata di questi sintomi, che di solito regrediscono nel corso del trattamento, aumenta con il numero dei cicli di trattamento.
L’inizio del dolore e/o di un disturbo funzionale sono indicazioni, in modo dipendente dalla durata dei sintomi, per un aggiustamento della dose o per un interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Questo disordine funzionale include difficoltà nell’eseguire movimenti delicati ed è una possibile conseguenza della compromissione sensoriale. Il rischio di comparsa di sintomi persistenti per una dose complessiva di 850 mg/m² (10 cicli) è circa 10% e 20% per una dose complessiva di 1020 mg/m²(12 cicli).
Nella maggioranza dei casi, i segni e i sintomi neurologici migliorano o scompaiono completamente con l’interruzione del trattamento. Nel trattamento adiuvante del tumore del colon, 6 mesi dopo la fine del trattamento l’87% dei pazienti non aveva nessun sintomo o aveva sintomi lievi. Nel follow up fino a 3 anni dopo, circa il 3% dei pazienti presentava parestesie localizzate persistenti di intensità moderata (2,3%) o parestesie che possono interferire con le attività funzionali (0,5%).
Sono state segnalate reazioni neurosensoriali acute (vedere paragrafo 5.3). Queste iniziano entro ore dalla somministrazione e spesso si verificano con l’esposizione al freddo. Si possono manifestare come parestesia transitoria, disestesia e ipoestesia o come sindrome acuta di disestesia faringolaringea. Questa sindrome acuta di disestesia faringolaringea, con una incidenza stimata tra 1% e 2%, è caratterizzata da sensazioni soggettive di disfagia o dispnea/sensazione di soffocamento, senza evidenze oggettive di turbe respiratorie (nessuna cianosi o ipossia) o di laringospasmo o broncospasmo (nessuno stridore o sibilo).
Sebbene in questi casi siano stati somministrati antistaminici e broncodilatatori, i sintomi sono rapidamente reversibili anche senza trattamento. Il prolungamento dell’infusione aiuta a ridurre l’incidenza di queste sindromi (vedere paragrafo 4.4).
Occasionalmente altri sintomi osservati includono spasmo della mandibola/spasmo muscolare/contrazioni muscolari involontarie/contratture muscolari/mioclono, coordinazione anormale /andamento anormale/atassia/disturbi dell’equilibrio, tensione/disagio/fastidio/dolore della gola o del torace. In aggiunta, possono essere associate disfunzioni dei nervi cranici, o si possono verificare eventi isolati come ptosi, diplopia, afonia/disfonia/raucedine, alcune volte descritta come paralisi delle corde vocali, sensazione anormale nella lingua o disartria, alcune volte descritta come afasia, nevralgia del trigemino/ dolore facciale/dolore agli occhi, diminuzione dell’acutezza visiva, disturbi del campo visivo.
Durante la terapia con oxaliplatino sono stati segnalati altri sintomi neurologici come disartria, perdita del riflesso tendineo profondo e segno di Lhermittes. Sono stati segnalati casi isolati di nevrite ottica.
Reazioni allergiche:
Incidenza per paziente (%), per grado
Oxaliplatino e 5-FU/AF 85mg/m² | Metastatico | Adiuvante | ||||
Ogni due settimane | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 | Tutti i gradi | Grado 3 | Grado 4 |
Reazioni allergiche/Allergia | 9,1 | 1 | <1 | 10,3 | 2,3 | 0,6 |
Lattosio monoidrato
Prodotto medicinale confezionato per la vendita:
Questo medicinale non richiede nessuna precauzione particolare per la conservazione.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito e diluito, vedere paragrafo 6.3.