Le dosi di isoniazide variano a seconda che si adotti lo schema terapeutico quotidiano o intermittente.
Adulti
• Trattamento quotidiano
5–10 mg/Kg/die per via orale, per via i.m. e per via e.v. in 1–2 somministrazioni nel periodo iniziale di trattamento
• Trattamento intermittente
Circa 10 mg/Kg, dose che viene modificata a seconda dell’intervallo tra le somministrazioni e del numero di farmaci associati.
• Per via intratecale: 25–50 mg/die
• Per instillazioni nel cavo pleurico: 50–250 mg/die
Bambini
6–10–20 mg/Kg/die, fino ad un massimo di 500 mg/die (nel bambino più grandicello).
• Per via intratecale: 10–20 mg/die
Aggiustamento della posologia
Non sembra necessario ridurre la posologia del farmaco in caso di insufficienza renale. Nel caso in cui la filtrazione glomerulare fosse inferiore a 10 ml/min somministrare il 66–75% di una dose normale.
Nel caso invece di insufficienza epatica è spesso opportuno ridurre la dose dell’isoniazide per evitare fenomeni tossici.
Dopo emodialisi o dialisi peritoneale somministrare una dose supplementare del farmaco.
Le neuriti periferiche che potrebbero sopravvenire in corso di terapia isoniazidica devono essere trattate con Vit. B6 (piridossina); normalmente per la profilassi vengono impiegate dosi da 50 a 100 mg di piridossina al giorno; ovviamente dosi maggiori sono necessarie qualora la neurite sia già in atto.
Sebbene sia possibile con l’uso di isoniazide un lieve e transitorio aumento delle transaminasi epatiche in un certo numero di pazienti trattati (10–20%), sono stati descritti casi di epatite grave e nausea, vomito, anoressia e malessere. In questi casi il trattamento deve essere immediatamente sospeso.
Il rischio di epatite è correlato con l’età e aumenta nei soggetti che assumono quotidianamente alcool. Pertanto durante la terapia è necessario, specie in soggetti oltre i 35 anni, eseguire regolari controlli della funzionalità epatica avvertendo inoltre i pazienti circa i segni prodromici di epatite affinché siano riferiti tempestivamente al medico.
L’epatotossicità dell’’isoniazide può essere accresciuta dalla rifampicina o da altre sostanze che determinano induzione enzimatica.
Anche la frequenza e la gravità delle reazioni secondarie di tipo ematologico possono essere aumentate dall’uso contemporaneo di rifampicina.
La sospensione della terapia è necessaria quando si manifestano reazioni d’ipersensibilità; l’eventuale ripresa del farmaco deve avvenire, se indispensabile, con l’impiego di dosi inizialmente ridotte e progressivamente crescenti.
L’isoniazide inibsce il metabolismo epatico della fenilidantoina; l’innalzamento dei livelli ematici di quest’ultima può condurre ad uno stato tossico con nistagmo, atassia e letargia.
L’associazione dei due farmaci deve essere pertanto fatta solo se necessaria e riducendo opportunamente il dosaggio della fenilidantoina.
Tenuto conto delle caratteristiche farmacologiche di isoniazide, il suo impiego deve essere effettuato con la dovuta attenzione in soggetti con malattie, in convalescenti o con affezioni epatiche e renali.
Poichè sono possibili alterazioni della vista sono necessari controlli oftamologici prima e durante la terapia con isoniazide.
Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato solo in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico.
Neuropsichici: neuropatie periferiche precedute da turbe parestesiche delle estremità, specie nei soggetti malnutriti o predisposti (alcolisti, diabetici, ecc.); neurite ed atrofia ottica; convulsioni, iperattività, euforia, insonnia, psicosi tossiche con accessi maniacali e deliri.
Epatici: nausea, vomito, aumento delle transaminasi, iperbilirubinemia, bilirubinuria.
Ematologici: anemia emolitica, eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica.
Metabolici: sintomi da carenza di vit. B6 e PP; iperglicemia, acidosi.
Reazioni d’ipersensibilità: febbre, eruzioni cutanee (morbilliformi, maculo–papulose, esfoliative), linfoadeniti, vasculiti.
Altre reazioni: sindrome reumatoide e sindrome lupus eritematoso–simile.
Effetti locali: l’iniezione i.m. può essere seguita da irritazione nel punto di inoculazione.
Compresse: amido, talco, carbossimetilcellulosa sodica, magnesio stearato.
Fiale: acqua per preparazioni iniettabili.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.