Neulasta (Amgen srl)

Soluzione iniettabile 6mg 1sir 0,6ml sc c/p

da1489.50 €
Principio attivo:Pegfilgrastim
Gruppo terapeutico:Immunostimolanti
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rrl - limitativa ripetibile
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • neoplasie
  • leucemia
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    Posologia

    La terapia con Neulasta deve essere iniziata e seguita da medici con esperienza in oncologia e/o ematologia.

    Posologia

    Si raccomanda una dose di 6 mg (una singola siringa preriempita) di Neulasta per ciascun ciclo di chemioterapia, somministrata almeno 24 ore dopo la chemioterapia citotossica.

    Modo di somministrazione

    Neulasta è iniettato per via sottocutanea. L’iniezione deve essere effettuata nella coscia, nell’addome o nella parte superiore del braccio. Per le istruzioni sulla manipolazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza e l’efficacia di Neulasta nei bambini non è stata ancora stabilita. I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

    Pazienti con compromissione renale

    Non sono raccomandate variazioni di dose in pazienti con compromissione renale, inclusi quelli con malattia renale in stadio terminale.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
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    Interazioni
  • chemioterapia
  • dopo
  • interazione
  • litio
  • stati effettuati studi specifici sulle interazioni
  • evidenziato
  • altri medicinali
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    Avvertenze

    Dati clinici limitati suggeriscono un effetto paragonabile di pegfilgrastim rispetto a filgrastim sul tempo di remissione da neutropenia severa in pazienti con leucemia mieloide acuta de novo (vedere paragrafo 5.1). Tuttavia, gli effetti a lungo termine di Neulasta nella leucemia mieloide acuta non sono stati stabiliti; quindi il prodotto deve essere utilizzato con cautela in tale popolazione di pazienti.

    Il fattore di stimolazione delle colonie granulocitarie può promuovere la crescita di cellule mieloidi in vitro e simili effetti possono essere osservati in vitro in alcune cellule non mieloidi.

    La sicurezza e l’efficacia di Neulasta non sono state studiate nei pazienti con sindrome mielodisplastica, leucemia mieloide cronica e nei pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) secondaria; di conseguenza, non deve essere usato in tali pazienti. Si dovrà porre particolare attenzione per distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di leucemia mieloide acuta.

    L’efficacia e la sicurezza della somministrazione di Neulasta in pazienti con LMA de novo di età < 55 anni con alterazione citogenetica t(15;17) non sono state studiate.

    La sicurezza e l’efficacia di Neulasta in pazienti che ricevono chemioterapia ad alte dosi non sono state studiate. Questo medicinale non deve essere usato per aumentare le dosi della chemioterapia citotossica oltre quanto previsto dagli schemi posologici standard.

    Eventi avversi polmonari

    Sono state riportate reazioni avverse polmonari non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100), in particolare polmonite interstiziale, in seguito alla somministrazione di G–CSF. I pazienti con una storia recente di infiltrati polmonari o polmonite potrebbero essere a più alto rischio (vedere paragrafo 4.8).

    L’insorgenza di sintomi polmonari come tosse, febbre e dispnea contemporaneamente a un quadro radiologico di infiltrati polmonari e un deterioramento della funzionalità polmonare, associato a una conta elevata dei globuli bianchi, possono costituire i segni iniziali della sindrome da distress respiratorio acuto (Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS). In tali circostanze, a discrezione del medico, la terapia con Neulasta deve essere interrotta e istituito l’idoneo trattamento (vedere paragrafo 4.8).

    Glomerulonefrite

    La glomerulonefrite è stata riportata in pazienti che ricevono filgrastim e pegfilgrastim. Generalmente, gli eventi di glomerolunefrite si sono risolti dopo riduzione della dose o sospensione di filgrastim e pegfilgrastim. Si raccomanda il monitoraggio dell’analisi delle urine.

    Sindrome da perdita capillare

    La sindrome da perdita capillare è stata riportata dopo somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie, ed è caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano sintomi della sindrome da perdita capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che può comprendere la necessità di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8).

    Splenomegalia e rottura splenica

    Sono stati segnalati casi non comuni, ma generalmente asintomatici, di splenomegalia e casi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, in seguito alla somministrazione di pegfilgrastim (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, il volume della milza deve essere attentamente monitorato (ad es. mediante esame clinico, ecografia). Una diagnosi di rottura splenica deve essere presa in considerazione nei pazienti che presentano dolore al quadrante superiore sinistro dell’addome o alla spalla.

    Trombocitopenia e anemia

    Il trattamento con il solo Neulasta non preclude la trombocitopenia e l’anemia causate dal mantenimento di dosi piene di chemioterapia mielosoppressiva secondo lo schema previsto. Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell’ematocrito. Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, singoli o in combinazione, che causano trombocitopenia grave.

    Anemia falciforme

    Crisi falcemiche sono state associate all’uso di pegfilgrastim in pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, il medico dovrà usare cautela nel prescrivere Neulasta a pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme, dovrà mantenere controllati gli opportuni parametri clinici e di laboratorio e dovrà prestare attenzione alla possibile associazione tra questo medicinale e un ingrossamento della milza e una crisi vaso–occlusiva.

    Leucocitosi

    Valori di globuli bianchi (White Blood Cell,WBC) pari o superiori a 100 x 109/l sono stati osservati in meno dell’1% dei pazienti trattati con Neulasta. Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi. Tale incremento nella conta dei globuli bianchi é transitorio, viene tipicamente osservato dopo 24 – 48 ore dalla somministrazione ed é coerente con gli effetti farmacodinamici di questo medicinale. Coerentemente con gli effetti clinici e la possibilità di leucocitosi, deve essere effettuata una conta dei globuli bianchi (WBC) ad intervalli regolari durante la terapia. Se la conta dei leucociti supera il valore di 50 x 109/l dopo il previsto nadir, la somministrazione di questo medicinale deve essere interrotta immediatamente.

    Ipersensibilità

    In pazienti trattati con Neulasta sono state riportate reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche, che si verificano all’inizio o successivamente al trattamento. Sospendere definitivamente il trattamento con Neulasta in pazienti con ipersensibilità clinicamente significativa. Non somministrare Neulasta a pazienti con una storia di ipersensibilità a pegfilgrastim o a filgrastim. Se si verifica una reazione allergica grave, deve essere somministrata un’appropriata terapia, seguita da un attento follow–up del paziente per diversi giorni.

    Immunogenicità

    Come per tutte le proteine terapeutiche, c’è un rischio potenziale di immunogenicità. La probabilità di generare anticorpi contro pegfilgrastim è generalmente bassa. Con tutti i biologici è atteso lo sviluppo di anticorpi leganti; tuttavia, ad oggi essi non sono stati associati ad attività neutralizzante.

    La sicurezza e l’efficacia di Neulasta nella mobilizzazione delle cellule progenitrici ematopoietiche nei pazienti o in donatori sani non sono state adeguatamente valutate.

    Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice) che potrebbe causare reazioni allergiche.

    L’aumentata attività ematopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita è stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi. Questo aspetto deve essere considerato nell’interpretazione dei dati radiologici.

    Neulasta contiene sorbitolo. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.

    Neulasta contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio in 6 mg di dose, cioè è essenzialmente "privo di sodio".

    Al fine di migliorare la tracciabilità dei fattori stimolanti le colonie granulocitarie (G–CSF), il nome commerciale del prodotto somministrato deve essere chiaramente registrato nella cartella del paziente.

    Gravidanza

    Gravidanza

    I dati relativi all’uso di pegfilgrastim in donne in gravidanza non ci sono o sono in numero limitato. Gli studi effettuati su animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Neulasta non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.

    Le donne che risultano essere in stato di gravidanza durante il trattamento con Neulasta sono incoraggiate ad arruolarsi nel programma di Sorveglianza della Gravidanza di Amgen. I dettagli dei contatti sono riportati nel paragrafo 6 del Foglio illustrativo.

    Allattamento

    Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di Neulasta/metaboliti nel latte materno. Il rischio per neonati/lattanti non può essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con Neulasta tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.

    Le donne che allattano con latte materno durante il trattamento con Neulasta sono incoraggiate ad arruolarsi nel programma di Sorveglianza dell’Allattamento di Amgen. I dettagli dei contatti sono riportati nel paragrafo 6 del Foglio illustrativo.

    Fertilità

    Pegfilgrastim non ha avuto effetti sulla performance riproduttiva o sulla fertilità in ratti maschi o femmine alla dose cumulativa settimanale di circa da 6 a 9 volte la dose più alta raccomandata nell’uomo (calcolata in base alla superficie corporea) (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    Le reazioni avverse riportate più di frequente sono state il dolore osseo (molto comune [≥ 1/10]) e il dolore muscoloscheletrico (comune). Il dolore osseo era generalmente di entità lieve o moderata, transitorio e nella maggior parte dei pazienti era controllabile con i comuni analgesici.

    Sono stati riportati casi di reazioni di ipersensibilità, inclusi rash cutaneo, orticaria, angioedema, dispnea, eritema, vampate di calore e ipotensione, con la prima somministrazione o con somministrazioni successive di Neulasta (non comuni [≥ 1/1.000, < 1/100]). Reazioni allergiche gravi, inclusa l’anafilassi, possono manifestarsi in pazienti che ricevono Neulasta (non comuni) (vedere paragrafo 4.4).

    La sindrome da perdita capillare, che può essere pericolosa per la vita, se il trattamento viene ritardato, è stata riportata come non comune (1/1.000 a < 1/100) nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia in seguito alla somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie; vedere paragrafo 4.4 e paragrafo "Descrizione delle reazioni avverse selezionate" sotto riportato.

    La splenomegalia, generalmente asintomatica, è non comune.

    Sono stati riportati casi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, in seguito alla somministrazione di pegfilgrastim (vedere paragrafo 4.4).

    Sono state riportate non comuni reazioni avverse polmonari comprendenti polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare. Casi non comuni, hanno avuto come conseguenza insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS) che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).

    In pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme sono stati riportati casi isolati di crisi falcemiche (non comuni in tali pazienti) (vedere paragrafo 4.4).

    Tabella delle reazioni avverse

    I dati nella tabella sottostante descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e nelle segnalazioni spontanee. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazioni avverse
    Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) Molto raro (< 1/10.000)
    Patologie del sistema emolinfopoietico   Trombocitopenia¹, leucocitosi¹ Crisi falcemiche², splenomegalia², rottura splenica²    
    Disturbi del sistema immunitario     Reazioni di ipersensibilità; anafilassi    
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Aumento dell’acido urico    
    Patologie del sistema nervoso Cefalea¹        
    Patologie vascolari     Sindrome da perdita capillare¹    
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche     Sindrome da distress respiratorio acuto²; reazioni avverse polmonari (polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare)    
    Patologie gastrointestinali Nausea¹        
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta)1,2; vasculite cutanea1, 2    
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore osseo Dolore muscoloscheletrico (mialgia, artralgia, dolore alle estremità, mal di schiena, dolore muscoloscheletrico, dolore al collo)      
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Dolore al sito d’iniezione¹ dolore toracico non di origine cardiaca Reazioni al sito d’iniezione²    
    Esami diagnostici     Aumento della lattato deidrogenasi e della fosfatasi alcalina¹; aumento transitorio dei test di funzionalità epatica ALT o AST¹    
    Patologie renali e urinarie     Glomerulonefrite²    

    ¹ Vedere paragrafo "Descrizione delle reazioni avverse selezionate" sotto riportato.

    ² Questa reazione avversa è stata identificata attraverso la sorveglianza post–marketing, ma non è stata osservata negli studi clinici randomizzati e controllati negli adulti. La classe di frequenza è stata determinata con un calcolo statistico basato su1.576 pazienti trattati con Neulasta in nove studi clinici randomizzati.

    Descrizione di reazioni avverse selezionate

    Sono stati riportati dei casi non comuni di Sindrome di Sweet, sebbene in alcuni casi possa avere contribuito la sottostante presenza di neoplasie ematologiche.

    Sono stati riportati eventi non comuni di vasculite cutanea in pazienti trattati con Neulasta. Il meccanismo che causa la vasculite nei pazienti trattati con Neulasta è sconosciuto.

    Reazioni al sito di iniezione, comprendenti eritema al sito di iniezione (non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)) così come il dolore al sito di iniezione (eventi comuni ≥ 1/100, < 1/10) si sono verificate al momento del trattamento iniziale o dei successivi trattamenti con Neulasta.

    Sono stati riportati casi comuni (≥ 1/100, < 1/10) di leucocitosi (conta dei globuli bianchi [WBC] > 100 x 109/l) (vedere paragrafo 4.4).

    Nei pazienti trattati con Neulasta dopo chemioterapia citotossica, aumenti reversibili, di grado lieve o moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di acido urico e fosfatasi alcalina, sono non comuni; aumenti reversibili, di grado lieve o moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di lattato deidrogenasi sono non comuni.

    Nausea e cefalea sono stati osservati molto comunemente nei pazienti che ricevevano chemioterapia.

    Casi non comuni, di aumento dei test di funzionalità epatica (LFT) per ALT (alanina aminotransferasi) o AST (aspartato aminotransferasi), sono stati osservati in pazienti che hanno ricevuto pegfilgrastim dopo la chemioterapia citotossica. Questi aumenti sono transitori e reversibili.

    Sono stati riportati casi comuni di trombocitopenia.

    Casi di sindrome da perdita capillare sono stati segnalati in fase post–marketing, con l’utilizzo di fattori stimolanti le colonie granulocitarie.Questi sono generalmente accaduti in pazienti con malattie maligne avanzate, sepsi, che stanno assumendo più farmaci chemioterapici o sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4).

    Popolazione pediatrica

    L’esperienza nei bambini è limitata. È stata osservata una frequenza più alta di reazioni avverse gravi nei bambini di età 0–5 anni (92%) rispetto a bambini di età superiore tra 6–11 anni e 12–21 anni rispettivamente (80% e 67%) e agli adulti. L’evento avverso più comune riportato é stato il dolore osseo (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione (Agenzia Italiana del Farmaco – Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili).

    Eccipienti

    Sodio acetato*

    Sorbitolo (E420)

    Polisorbato 20

    Acqua per preparazioni iniettabili

    * Il sodio acetato è ottenuto per titolazione di acido acetico glaciale con sodio idrossido.

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (2° C – 8° C).

    Neulasta può essere conservato a temperatura ambiente (non oltre 30° C) una sola volta e per un periodo massimo di 72 ore. Neulasta lasciato a temperatura ambiente per più di 72 ore deve essere gettato.

    Non congelare. L’esposizione accidentale a temperature di congelamento, una sola volta per meno di 24 ore, non pregiudica la stabilità di Neulasta.

    Tenere il contenitore nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.