Naltrexone acc (Accord healthcare italia srl)

Compresse rivestite divisibili 14cpr riv 50mg

da25.34 €
Principio attivo:Naltrexone cloridrato
Gruppo terapeutico:Farmaci utilizzati nei disturbi da dipendenza
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • astinenza
  • dipendenza da oppiacei
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    Posologia

    Uso negli adulti

    Il trattamento con naltrexone deve essere iniziato e controllato da un medico qualificato.

    La dose iniziale di naltrexone cloridrato da somministrare al paziente dipendente da oppiacei è di 25 mg (mezza compressa), seguita dalla consueta dose di una compressa al giorno (50 mg di naltrexone cloridrato).

    Se si salta una dose, assumere una compressa al giorno ogni giorno fino alla somministrazione della successiva dose regolare.

    Il naltrexone somministrato a soggetti dipendenti da oppiacei può causare sintomi di astinenza potenzialmente letali. I pazienti in cui si sospetti l’uso di oppiacei o la dipendenza da oppiacei devono sottoporsi al test di provocazione con naloxone (vedere Paragrafo 4.4), salvo che sia possibile verificare che il paziente non assume oppiacei da 7-10 giorni (esame delle urine) prima dell’inizio del trattamento con naltrexone.

    Poiché la terapia con naltrexone è una terapia di supporto e la completa remissione dalla dipendenza da oppiacei varia individualmente da paziente a paziente, non può essere indicata alcuna durata standard del trattamento. Deve essere considerato un periodo iniziale di terapia di tre mesi. Tuttavia, si può rendere necessaria una somministrazione prolungata.

    La dose consigliata per favorire il mantenimento dell’astinenza in soggetti dipendenti da alcool è di 50 mg al giorno (1 compressa).

    Poiché la terapia con naltrexone cloridrato è una terapia di supporto e la completa remissione dalla dipendenza da alcool varia individualmente da paziente a paziente, non può essere indicata alcuna durata standard del trattamento. Deve essere considerato un periodo iniziale di terapia di tre mesi. Tuttavia, si può rendere necessaria una somministrazione prolungata.

    Per migliorare l’aderenza del paziente al regime terapeutico, il dosaggio può essere modificato adottando il seguente schema di somministrazione di tre volte la settimana: somministrazione di 2 compresse (100 mg di naltrexone cloridrato) il lunedì ed il mercoledì e di 3 compresse (150 mg di naltrexone cloridrato) il venerdì.

    Uso nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni)

    Il naltrexone non deve essere utilizzato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni a causa della mancanza di dati clinici relativi a questo gruppo di età. Non è stato stabilito un impiego sicuro nei bambini.

    Uso negli anziani

    Non vi sono dati sufficienti sulla sicurezza ed efficacia del naltrexone per questa indicazione nei pazienti anziani.

    Controindicazioni
  • naltrexone
  • oppiacei
  • dopo
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    Interazioni
  • naltrexone
  • altri medicinali
  • stati effettuati studi di interazione
  • dopo
  • alcool
  • disulfiram
  • amitriptilina
  • litio
  • benzodiazepine
  • state descritte interazioni
  • note interazioni
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    Avvertenze

    Conformemente alle linee guida nazionali, la terapia deve essere iniziata e controllata da un medico esperto nel trattamento di pazienti dipendenti da oppiacei e pazienti dipendenti da alcool.

    L’assunzione di oppiacei ad alto dosaggio, in concomitanza con il trattamento con naltrexone, può causare un’intossicazione da oppiacei potenzialmente letale con insufficienza respiratoria e circolatoria.

    Se il naltrexone è somministrato a pazienti dipendenti da oppiacei, può insorgere rapidamente una sindrome da astinenza. I primi sintomi possono insorgere entro 5 minuti e durare fino a 48 ore. Il trattamento dei sintomi di astinenza è sintomatico.

    Non è raro che i soggetti che abusano di alcool presentano segni di alterata funzionalità epatica. Alterazioni dei test di funzionalità epatica sono stati riferiti in pazienti obesi ed anziani che assumevano naltrexone a dosi più elevate di quelle consigliate (fino a 300 mg/die). La funzionalità epatica deve essere controllata sia prima che durante il trattamento. Particolare attenzione si impone nei pazienti con livelli sierici degli enzimi epatici che superano tre volte il valore normale e nei pazienti con insufficienza renale.

    I pazienti devono essere avvertiti sull’uso concomitante di oppiacei (ad es., oppiacei nei preparati contro la tosse, oppiacei nei preparati per il trattamento sintomatico del raffreddore od oppiacei contenuti negli antidiarroici, ecc.) durante il trattamento con naltrexone (vedere Paragrafo 4.3).

    Se il paziente necessita di un trattamento con oppiacei, ad es. analgesia o anestesia con oppiacei in situazioni di emergenza, la dose necessaria può essere superiore al normale. In questi casi, la depressione respiratoria e gli effetti circolatori saranno più profondi e prolungati. Inoltre, i sintomi connessi con il rilascio di istamina (eccessiva sudorazione, prurito ed altre manifestazioni a carico della cute e delle membrane mucose) possono manifestarsi con maggiore facilità. In tali situazioni, il paziente richiede attenzione e cure specifiche.

    Durante il trattamento con naltrexone, le condizioni dolorose devono essere trattate unicamente con analgesici non oppiacei.

    I pazienti devono essere avvertiti del fatto che dosi superiori di oppiacei per contrastare il blocco indotto dal farmaco possono provocare, dopo la sospensione del naltrexone, un sovradosaggio acuto da oppiacei, con possibile esito fatale.

    Dopo il trattamento con naltrexone, i pazienti potrebbero essere più sensibili ai medicinali contenenti oppiacei.

    I pazienti in cui si sospetti l’uso di oppiacei o la dipendenza da oppiacei devono sottoporsi al test di provocazione con naloxone, salvo che sia possibile verificare che il paziente non assume oppiacei da 7-10 giorni (esame delle urine) prima dell’inizio del trattamento con naltrexone.

    Una sindrome di astinenza precipitata dal naloxone sarà di durata minore rispetto a quella precipitata dal naltrexone.

    Si consiglia la procedura seguente:

    Provocazione per via endovenosa

    • iniezione endovenosa di 0,2 mg di naloxone;

    • se, dopo 30 secondi, non insorgono reazioni avverse, può essere somministrata un’ulteriore iniezione endovenosa di 0,6 mg di naloxone;

    • il paziente deve essere tenuto sotto osservazione continua per 30 minuti al fine di rilevare eventuali segni di sindrome da astinenza.

    In caso di insorgenza di sintomi di astinenza, la terapia con naltrexone non deve essere intrapresa. Se il risultato del test è negativo, il trattamento può essere iniziato. In caso di dubbio circa l’assunzione di oppiacei da parte del paziente, il test di provocazione può essere ripetuto con la dose di 1,6 mg. Se, successivamente, non insorgono reazioni, è possibile somministrare al paziente 25 mg di naltrexone cloridrato.

    Un test di provocazione con naloxone cloridrato non deve essere eseguito nei pazienti con sintomi di astinenza clinicamente evidenti o, in ogni caso, in presenza di un esame delle urine positivo per gli oppiacei.

    Il naltrexone è estesamente metabolizzato a livello epatico ed escreto in prevalenza con le urine. Pertanto, occorre cautela nella somministrazione del medicinale a pazienti con alterazioni della funzionalità epatica o renale. I test di funzionalità epatica dovrebbero essere eseguiti sia prima che durante il trattamento.

    Lattosio

    I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non sono disponibili dati clinici sull’uso di naltrexone cloridrato in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere Paragrafo 5.3). Tuttavia i dati di questi studi non sono sufficienti per stabilire una rilevanza clinica. Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. Il naltrexone deve essere somministrato in gravidanza soltanto quando, a giudizio del medico curante, i potenziali benefici superano il possibile rischio.

    Allattamento

    Non vi sono dati clinici sull’uso di naltrexone HCl durante l’allattamento. Non è noto se il naltrexone o il 6-beta-naltrexolo viene escreto nel latte materno. Si sconsiglia l’allattamento al seno durante il trattamento.

    Effetti Collaterali

    I seguenti effetti indesiderati sono classificati per sistemi ed organi ed in base alla loro frequenza:

    Molto comune (≥ 1/10)

    Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10)

    Non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100)

    Raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000)

    Molto raro (< 1/10.000)

    Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

    Molto comune (≥ 1/10):

    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Sintomo
    Patologie del sistema nervoso Cefalea
    Disturbi del sonno
    Irrequietezza
    Nervosismo
    Patologie gastrointestinali Dolore addominale
    Crampi addominali
    Nausea
    Tendenza al vomito
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore articolare e muscolare
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Debolezza

    Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10):

    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Sintomo
    Patologie del sistema nervoso Sete
    Capogiri
    Brividi
    Aumento della sudorazione
    Vertigini
    Patologie dell’occhio Aumento della lacrimazione
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dolore toracico
    Patologie gastrointestinali Diarrea
    Stipsi
    Patologie renali ed urinarie Ritenzione urinaria
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Inappetenza
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Eiaculazione ritardata
    Diminuzione della potenza sessuale
    Disturbi psichiatrici Ansia
    Aumento dell’energia
    Senso di abbattimento
    Irritabilità
    Variabilità del tono dell’umore

    Non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100):

    Nessun effetto indesiderato rientra in questa categoria.

    Raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000):

    Classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA Sintomo
    Patologie del sistema nervoso Disturbi del linguaggio
    Patologie gastrointestinali Disturbi epatici
    Disturbi psichiatrici Depressione
    Idee suicide
    Tentato suicidio

    Molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili):

    Classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA Sintomo
    Patologie del sistema emolinfopoietico Porpora trombocitopenica idiopatica
    Patologie del sistema nervoso Tremore
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Esantema
    Disturbi psichiatrici Agitazione
    Euforia
    Allucinazione

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Lattosio monoidrato

    Cellulosa microcristallina

    Crospovidone

    Silice colloidale anidra

    Magnesio stearato

    Film di rivestimento

    Ipromellosa (E464)

    Macrogol 400

    Polisorbato 80 (E433)

    Ossido di ferro giallo (E172)

    Ossido di ferro rosso (E172)

    Titanio diossido (E171)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.