La posologia va adattata al singolo paziente sulla base dei controlli periodici della glicosuria e della glicemia. In genere il compenso glicemico si ottiene con dosi giornaliere comprese tra 2,5 e 20 mg di Minidiab (½–4 compresse) frazionate in 2 o più somministrazioni immediatamente prima dei pasti principali.
Pazienti trattati per la prima volta: iniziare con ½–1 compressa al dì, eventualmente aumentare la dose fino a compenso raggiunto.
Pazienti già trattati con ipoglicemizzati orali: il dosaggio dipende dallo stato clinico–metabolico del paziente e dal trattamento precedente; anche in questo caso è consigliabile iniziare con bassi dosaggi aumentandoli gradatamente fino a compenso raggiunto. Procedere con cautela ed eventualmente lasciare trascorrere un opportuno periodo di tempo tra il termine del trattamento precedente e l’inizio del trattamento con Minidiab.
Pazienti in trattamento insulinico: in alcuni casi Minidiab permette di ridurre il fabbisogno giornaliero di insulina, durante il primo periodo di trattamento è tuttavia necessario un frequente controllo dello stato glicemico del paziente.
L’uso delle sulfaniluree deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in età adulta, non chetogenico, non controllabile con la sola dieta e non suscettibile di trattamento insulinico.
Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD può portare ad anemia emolitica.
La glipizide deve essere pertanto utilizzata con cautela in tali pazienti e deve essere considerata un’alternativa terapeutica.
Ipoglicemia: tutte le sulfaniluree, inclusa la glipizide, possono causare una grave ipoglicemia che può evolvere in coma e può richiedere il ricovero in ospedale. I pazienti che sono in una situazione di grave ipoglicemia devono essere trattati con opportuna terapia a base di glucosio e vanno monitorati da un minimo di 24 ore ad un massimo di 48 ore.
L’insufficienza renale o epatica può influenzare la disponibilità della glipizide e può inoltre diminuire la capacità glucogenica; entrambi gli eventi aumentano il rischio di serie reazioni ipoglicemiche (vedere paragrafi 4.3 – Controindicazioni e 5.2 – Proprietà farmacocinetiche).
Gli anziani, i soggetti debilitati o malnutriti ed i pazienti con insufficienza ipofisaria, sono particolarmente suscettibili all’azione ipoglicemica dei farmaci che abbassano il glucosio nel sangue.
Può essere difficile riconoscere l’ipoglicemia negli anziani e nelle persone che assumono farmaci beta bloccanti. È più comune che l’ipoglicemia si presenti quando c’è un’insufficiente apporto calorico, dopo un importante e prolungato esercizio fisico, quando viene ingerito alcool o quando si assume più di un farmaco ipoglicemizzante.
L’efficacia di qualsiasi farmaco ipoglicemizzante orale, inclusa la glipizide, nell’abbassare il glucosio nel sangue fino al livello desiderato, diminuisce in molti pazienti dopo un periodo di tempo. Ciò può essere dovuto alla progressione del diabete o ad una minore risposta al farmaco. Questo fenomeno è conosciuto come fallimento secondario, per distinguerlo dal fallimento primario in cui il farmaco è inefficace in un certo paziente quando somministrato per la prima volta.
Test di laboratorio: il glucosio nel sangue deve essere periodicamente controllato. Dovrebbe essere effettuata la misurazione dell’emoglobina glicosilata e valutati gli obiettivi sulla base degli standard di cura correnti.
Disturbi Renali ed Epatici: la farmacocinetica e/o la farmacodinamica della glipizide possono essere modificate nei pazienti con compromessa funzione renale o epatica. Se in questi pazienti si dovesse presentare ipoglicemia, questa potrebbe essere prolungata e dovrebbe essere iniziato un trattamento opportuno (vedere paragrafi 4.3 – Controindicazioni e 5.2 – Proprietà farmacocinetiche).
Perdita di Controllo del Glucosio nel Sangue: in concomitanza di traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e stati febbrili, può rendersi necessario instaurare temporaneamente una terapia insulinica.
Informazioni per i Pazienti: il rischio di ipoglicemia, i suoi sintomi (cefalea, irritabilità, disturbi del sonno, tremore, forte sudorazione) ed il trattamento, e le condizioni che predispongono al suo sviluppo devono essere spiegati al paziente ed ai familiari. Deve inoltre essere spiegato il fallimento primario e secondario.
Il medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
Negli studi sui ratti, la glipizide è risultata essere leggermente fetotossica. Nessun effetto teratogenico è stato rilevato negli studi sui topi e sui conigli.
Si sconsiglia la somministrazione della glipizide durante la gravidanza.
Allattamento
Nell’allattamento il farmaco deve essere prescritto solo in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico. Sebbene non sia noto se la glipizide venga escreta nel latte materno, alcune sulfaniluree sono note per essere escrete nel latte materno. Poiché l’ipoglicemia può potenzialmente verificarsi nei neonati, è necessario decidere se smettere di allattare o sospendere il farmaco, tenendo presente l’importanza del farmaco per la madre.
Se il farmaco viene sospeso e la sola dieta non è sufficiente a controllare il glucosio nel sangue, deve essere presa in considerazione una terapia a base di insulina.
La maggioranza degli effetti indesiderati è correlata al dosaggio, è transitoria e risponde alla riduzione del dosaggio o alla sospensione della cura. Comunque, l’esperienza clinica fin qui ha dimostrato che, come con altre sulfaniluree, possono presentarsi alcuni effetti collaterali gravi associati ad ipersensibilità e sono stati riportati alcuni casi di morte.
Le reazioni avverse riportate, che potrebbero essere associate a glipizide, sono indicate nella seguente tabella secondo la classificazione per sistemi e organi e la categoria di frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non nota: agranulocitosi, leucopenia, trombocitopenia, anemia emolitica e pancitopenia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Comune: ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.9).
Non nota: è stata riportata iponatremia.
Disturbi Psichiatrici:
Non nota: confusione*.
Patologie del sistema nervoso:
Non comune: vertigini*, sonnolenza* e tremore*
Non nota: cefalea*.
Patologie dell’occhio:
Non comune: disturbi visivi, quali vista offuscata*,
Non nota: in pazienti trattati con glipizide sono stati riportati diplopia* e anomalie della vista* inclusa compromissione* e acuità visiva ridotta.
Patologie gastrointestinali:
Comune: nausea§, diarrea§, dolore addominale superiore§, dolore addominale
Non comune: vomito
Non nota: costipazione§.
§ Questi effetti sembrano essere correlati al dosaggio e generalmente scompaiono quando il dosaggio viene suddiviso o ridotto.
Patologie epatobiliari:
Non comune: ittero colestatico†
Non nota: compromissione della funzionalità epatica ed epatite.
† Sospendere il trattamento se si presenta ittero colestatico.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comune: eczema‡
Non nota: dermatite allergica‡, eritema‡, reazioni morbilliformi‡ o maculopapulari‡, orticaria‡, prurito‡, reazioni di fotosensibilità.
‡ Questi effetti regrediscono spesso con il proseguimento della terapia. Comunque, se dovessero persistere, il farmaco deve essere sospeso.
Patologie congenite, familiari e genetiche:
Non nota: porfiria non acuta
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede somministrazione:
Non nota: malessere generale*.
Esami diagnostici:
Non nota: aspartato amminotrasferasi aumentata||, latticodeidrogenasi ematica aumentata||, fosfatasi alcalina ematica aumentata||, urea ematica aumentata||, creatinina ematica aumentata||
|| La correlazione di queste alterazioni con la glipizide Non è certa, queste raramente sono state associate a sintomi clinici.
*Questi effetti sono generalmente transitori e non richiedono interruzione della terapia; inoltre possono essere sintomi di ipoglicemia.
Con altre sulfaniluree sono state riportate anemia aplastica e reazioni simili al disulfiram.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Cellulosa microcristallina; amido; acido stearico; lattosio.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.