Medrol (Pfizer italia srl)

Compresse 20cpr 16mg

da6.20 €
Principio attivo:Metilprednisolone
Gruppo terapeutico:Corticosteroidi sistemici, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • disturbi endocrini</u
  • neoplasie
  • p
  • artrite psoriasica
  • artrite reumatoide
  • tenosinovite acuta aspecifica
  • borsite acuta e subacuta
  • artrite gottosa acuta
  • eritema multiforme grave
  • sindrome di stevens–johnson
  • stati allergici
  • rinite allergica stagionale o perenne
  • dermatite da contatto
  • dermatite atopica
  • asma bronchiale
  • orticaria
  • allergici cronici ed acuti, gravi, che coinvolgono l’occhio ed i suoi annessi
  • ulcere marginali corneali allergiche
  • congiuntivite allergica
  • herpes zoster oftalmico
  • p> • cheratite
  • infiammazione
  • uveite posteriore diffusa
  • coroidite;</p
  • iridociclite
  • antitubercolare
  • leucemie e linfomi negli adulti
  • leucemia acuta
  • stati edematosi</u
  • sindrome nefrosica
  • lupus eritematosus.</p
  • polimiosite
  • casi
  • edema bronchiale
  • broncospasmo abbiano un ruolo significativo
  • stati edematosi :</p
  • cirrosi epatica
  • insufficienza cardiaca congestizia
  • colite ulcerosa
  • sprue intrattabile
  • enterite regionale
  • insufficienza corticosurrenale primaria o secondaria
  • collagenopatie
  • pemfigo
  • dermatite esfoliativa
  • dermatite erpetiforme
  • micosi fungoide
  • psoriasi grave
  • malattia da siero
  • neurite ottica
  • irite
  • oftalmia simpatica
  • sarcoidosi
  • sindrome di loeffler
  • berilliosi
  • tubercolosi polmonare diffusa
  • meningite tubercolare
  • dermatomiosite sistemica
  • malattie respiratorie
  • enfisema polmonare
  • fibrosi polmonare interstiziale diffusa
  • sindrome di hamman–rich
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    Posologia

    Posologia

    Il dosaggio iniziale di MEDROL (Metilprednisolone) può variare da 4 a 48 mg al giorno a seconda della gravità della malattia. Il dosaggio iniziale deve essere mantenuto o regolato sino a che non si nota una risposta soddisfacente.

    Se dopo un periodo di tempo ragionevole la risposta clinica non è soddisfacente, il MEDROL deve essere interrotto e il paziente sottoposto ad altra terapia.

    Si deve sottolineare che le necessità di dosaggio sono variabili e devono essere individualizzate sulla base della malattia che viene curata e sulla base della risposta del paziente.

    A seguito di risposta favorevole, è necessario determinare un dosaggio di mantenimento opportuno diminuendo il dosaggio iniziale del farmaco con piccole diminuzioni ad intervalli di tempo appropriati sino al raggiungimento del dosaggio minimo efficace per mantenere un’adeguata risposta clinica. Si deve ricordare che è necessario un controllo e un adattamento costante del dosaggio di farmaco.

    Situazioni che possono rendere necessarie regolazioni di dosaggio, includono cambiamenti nello stato clinico secondario alla remissione o aggravamenti del processo della malattia, risposta individuale al farmaco, effetto dell’esposizione del paziente a situazioni di stress non direttamente correlate all’entità della malattia in corso di trattamento; in questa ultima situazione può essere necessario aumentare il dosaggio di MEDROL per un periodo di tempo conforme alla condizione del paziente. Se dopo una terapia a lungo termine si deve interrompere la somministrazione del farmaco, se ne consiglia la diminuzione graduale piuttosto che brusca.

      Dose di attacco Dose di mantenimento
    Malattie reumatiche
    – Artrite reumatoide    
    grave 12–16 mg 6–12 mg
    moderatamente grave 8–10 mg 4–8 mg
    lieve 6–8 mg 2–6 mg
    ragazzi 6–10 mg 2–8 mg
    –Lupus eritematosus disseminato 20–40 mg 8–20 mg
    – Febbre reumatica acuta 0,5 mg ogni 450 g di peso corporeo, fino a che le mucoproteine sieriche ammontino a 6 mg % e la velocità di sedimentazione resti normale per una settimana
    Malattie allergiche
    – Asma stagionale grave 16–40 mg  
    – Febbre da fieno grave "  
    – Dermatite esfoliativa "  
    – Dermatite da contatto "  
    – Asma congenita 12–40 mg 4–16 mg
    – Rinite allergica intrattabile " "
    –Dermatite atopica generalizzata " "
    – Eczema infantile generalizzato 8–12 mg  
    Malattie oftalmiche infiammatorie (interessanti il segmento posteriore)
    – Acute 12–40 mg  
    – Croniche 12–40 mg 2–12 mg
    Malattie varie  
    – Sindrome surrenogenitale   4–12 mg
    – Colite ulcerosa 16–60 mg  
    – Leucemia 12–16 mg  
    – Nefrosi 20–60 mg (10–14 gg o finché non appare diuresi) 12–40 mg (3 gg di seguito alla settimana per 6–12 mesi)

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • corticosteroidi
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    Interazioni
  • metilprednisolone
  • corticosteroidi
  • altri medicinali
  • glucocorticoidi
  • steroidi
  • interazione
  • isoniazide
  • anticoagulanti orali
  • anticoagulante
  • fenobarbital
  • anticolinergici
  • pancuronio
  • anticolinesterasici
  • antidiabetici
  • indinavir
  • ritonavir
  • calcio
  • diltiazem
  • ciclosporina
  • stati segnalati
  • tacrolimus
  • macrolidi
  • antinfiammatori
  • acido acetilsalicilico
  • aspirina
  • salicilato
  • agenti
  • diuretici
  • descritti
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    Avvertenze

    Effetti immunosoppressivi/Aumentata suscettibilità alle infezioni

    I corticosteroidi possono aumentare la suscettibilità alle infezioni, mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi nuove infezioni: valutare l’opportunità di instaurare un’adeguata terapia antibiotica.

    Durante l’impiego di corticosteroidi si può verificare una diminuzione della resistenza e incapacità di localizzare l’infezione durante il trattamento con corticosteroidi. Infezioni causate da qualsiasi agente patogeno, comprese le infezioni virali, batteriche, fungine o causate da protozoi o elminti, localizzate in ogni parte del corpo possono essere associate all’uso dei corticosteroidi da soli o in associazione con altri agenti immunosoppressori che hanno effetto sull’immunità cellulare, umorale e sulla funzione neutrofila. Queste infezioni possono essere lievi, ma anche gravi ed in alcuni casi fatali. All’aumentare delle dosi di corticosteroidi aumenta il tasso di incidenza delle infezioni.

    Persone trattate con farmaci immunosoppressori sono più suscettibili alle infezioni rispetto ad individui sani. Varicella e morbillo, ad esempio, possono avere un decorso più serio o anche fatale in bambini non immuni o in adulti sottoposti a terapia con corticosteroidi.

    Durante il trattamento con corticosteroidi i pazienti non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Non effettuare altri procedimenti di immunizzazione in pazienti in terapia corticoste– roidea, specialmente a dosi elevate, a causa dei possibili rischi di complicazioni neurologiche e di una diminuita risposta anticorpale.

    La somministrazione di vaccini vivi o attenuati è controindicata in pazienti che ricevono dosi immunosoppressive di corticosteroidi. Vaccini morti o inattivi possono essere somministrati a pazienti che ricevono dosi immunosoppressive di corticosteroidi, sebbene la risposta a questi vaccini può essere diminuita. In pazienti che ricevono dosi non–immunosoppressive di corticosteroidi possono essere intraprese particolari procedure di immunizzazione.

    L’impiego di corticosteroidi nella tubercolosi attiva deve essere limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata in cui il corticosteroide è usato per il trattamento dell’affezione sotto un appropriato regime antitubercolare.

    Se i corticosteroidi sono somministrati in pazienti con tubercolosi latente o risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta osservazione in quanto si può verificare una riattivazione della malattia. Durante una terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti devono essere sottoposti a chemioprofilassi.

    Si sono verificati casi di sarcoma di Kaposi in pazienti trattati con corticosteroidi. L’interruzione del trattamento potrebbe portare a regressione della malattia.

    Sistema immunitario

    Possono verificarsi reazioni allergiche, es. angioedema.

    Poiché nei pazienti in trattamento con corticosteroidi si sono verificati rari casi di reazioni cutanee e reazioni anafilattiche/anafilattoidi, prima della somministrazione si devono osservare adeguate misure precauzionali, soprattutto nel caso di pazienti con anamnesi positiva per allergia a qualsiasi farmaco.

    Sistema endocrino

    Nei pazienti in terapia corticosteroidea soggetti a particolari stress, è indicato un dosaggio più elevato di corticosteroidi ad azione rapida, prima, durante e dopo l’evento stressante.

    Dosi farmacologiche di corticosteroidi somministrati per periodi prolungati possono condurre a soppressione del sistema ipotalamo–pituitario–surrenalico (HPA) (insufficienza corticosurrenale secondaria). Il grado e la durata dell’insufficienza corticosurrenale secondaria è variabile nei pazienti e dipende da dose, frequenza, tempo di somministrazione e durata della terapia con glucocorticoidi.

    Inoltre, l’interruzione brusca del trattamento con glucocorticoidi può portare ad insufficienza corticosurrenale acuta con un esito fatale.

    L’insufficienza corticosurrenale indotta dal medicinale può essere minimizzata mediante una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di insufficienza relativa può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia; pertanto in qualsiasi situazione di stress che si presenti durante questo periodo, si deve adottare un’idonea terapia ormonale.

    In seguito a una brusca interruzione dei glucocorticoidi può manifestarsi anche una "sindrome da sospensione" da steroidi, apparentemente non correlata a insufficienza surrenalica. Questa sindrome si manifesta con sintomi quali: anoressia, nausea, vomito, letargia, cefalea, febbre, dolori articolari, desquamazione, mialgia, calo ponderale e/o ipotensione. Si ritiene che questi effetti siano dovuti all’improvvisa modificazione della concentrazione dei glucocorticoidi, piuttosto che a bassi livelli degli stessi.

    Dato che i glucocorticoidi possono causare o aggravare la sindrome di Cushing, la loro somministrazione deve essere evitata nei pazienti con la malattia di Cushing.

    Nei pazienti ipotiroidei vi è un potenziamento degli effetti dei corticosteroidi.

    In corso di terapia si suggerisce di ridurre gradualmente la posologia allo scopo di trovare la più bassa dose di mantenimento.

    Metabolismo e nutrizione

    I corticosteroidi, incluso il metilprednisolone possono aumentare i livelli di glucosio nel sangue, peggiorare il diabete preesistente e predisporre al diabete mellito i pazienti sottoposti a terapia prolungata con corticosteroidi.

    Disturbi psichiatrici

    I corticosteroidi possono provocare disturbi psichiatrici quali: euforia, insonnia, sbalzi d’umore, cambiamenti di personalità, depressione grave fino a evidenti manifestazioni psicotiche. Inoltre, una instabilità emotiva preesistente o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.

    Steroidi per uso sistemico possono causare reazioni avverse di tipo psichiatrico potenzialmente severe (vedere paragrafo 4.8). I sintomi si manifestano tipicamente dopo pochi giorni o settimane dall’inizio del trattamento. La maggior parte delle reazioni regredisce con la diminuzione della dose o con l’interruzione del trattamento, sebbene possano essere necessari trattamenti specifici.

    Si sono manifestati effetti psicologici a seguito dell’interruzione della terapia con corticosteroidi, ma la frequenza di questi effetti non è nota.

    Pazienti e familiari devono chiedere consiglio al medico se il paziente manifesta sintomi psicologici specialmente se si sospetta depressione e idee suicide.

    Pazienti e familiari devono essere informati dei possibili disturbi psichiatrici che possono manifestarsi durante o immediatamente dopo la riduzione graduale della dose o dopo l’interruzione degli steroidi.

    Sistema nervoso

    I corticosteroidi devono essere usati con cautela in pazienti con miastenia grave (vedere anche il paragrafo Effetti muscoloscheletrici) e in pazienti con attacchi epilettici.

    Studi clinici controllati hanno dimostrato l’efficacia dei corticosteroidi nell’accelerare la risoluzione delle riacutizzazioni della sclerosi multipla, ma non evidenziano alcun effetto sull’esito finale o sulla storia naturale della malattia. In base agli studi, per dimostrare un effetto significativo sono necessarie dosi di corticosteroidi relativamente elevate (vedere paragrafo 4.2).

    Sono stati segnalati casi di lipomatosi epidurale in pazienti che assumevano corticosteroidi, di solito in seguito a un uso prolungato a dosi elevate.

    Effetti oculari

    L’uso prolungato dei corticosteroidi può produrre cataratta subcapsulare posteriore e cataratta nucleare (in particolar modo nei bambini), esoftalmo, o aumento della pressione intraoculare, che può generare glaucoma con possibile danno al nervo ottico.

    Nei pazienti trattati con glucocorticoidi possono stabilizzarsi infezioni fungine o virali secondarie dell’occhio.

    I corticosteroidi sistemici devono essere usati con cautela, nei pazienti affetti da herpes simplex oculare per il rischio di perforazione della cornea.

    La terapia con corticosteroidi è stata associata alla corioretinopatia sierosa centrale, che può portare al distacco di retina.

    Effetti sul sistema cardiovascolare

    Qualora si utilizzino dosi elevate per lunghi periodi, in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare, gli eventi avversi dei glucocorticoidi sul sistema cardiovascolare, come la dislipidemia e l’ipertensione, possono predisporre a ulteriori effetti cardiovascolari. Di conseguenza, i corticosteroidi devono essere usati con cautela in tali pazienti, facendo attenzione alla modificazione del rischio e incrementando, se necessario, il monitoraggio cardiaco. L’uso di basse dosi e la somministrazione a giorni alterni possono ridurre l’incidenza delle complicanze della terapia corticosteroidea.

    I corticosteroidi per uso sistemico devono essere usati con cautela, e solo se strettamente necessario, nei casi di insufficienza cardiaca congestizia.

    Con l’utilizzo di corticosteroidi sono stati segnalati casi di trombosi incluso tromboembolismo venoso. Di conseguenza, i corticosteroidi devono essere usati con cautela nei pazienti che soffrono di o possono essere predisposti a disturbi tromboembolici.

    Gli steroidi devono essere utilizzati con cautela nell’ipertensione.

    Apparato gastrointestinale ed epatobiliare

    Non c’è accordo universale sulla questione se i corticosteroidi sono direttamente responsabili delle ulcere peptiche manifestatesi durante la terapia; tuttavia la terapia con glucocorticoidi può mascherare i sintomi dell’ulcera peptica così che si possono verificare emorragie e perforazioni senza dolore significativo. Il rischio di sviluppare ulcere gastrointestinali aumenta con l’uso concomitante dei FANS.

    Gli steroidi devono essere usati con cautela nelle seguenti condizioni: coliti ulcerose aspecifiche, se vi è pericolo di perforazione, di ascessi o di altra infezione piogena; diverticoliti; anastomosi intestinali recenti; ulcera peptica attiva o latente.

    Nei pazienti con cirrosi epatica l’effetto dei corticosteroidi è aumentato. Dosi elevate di corticosteroidi possono indurre pancreatite acuta.

    Apparato muscoloscheletrico

    E’ stata osservata miopatia acuta con l’uso di alte dosi di corticosteroidi, specialmente in pazienti con disturbi della trasmissione neuromuscolare (miastenia grave), o in pazienti che ricevono terapia concomitante con farmaci anticolinergici, quali bloccanti neuromuscolari (ad es. pancuronio) (vedere Effetti sul sistema nervoso). Questa miopatia è generalizzata e può coinvolgere muscoli dell’occhio e dell’apparato respiratorio causando tetraparesi. Può verificarsi aumento della creatin kinasi. Il miglioramento clinico o la guarigione, a seguito dell’interruzione dei corticosteroidi, può richiedere settimane o anni.

    L’osteoporosi è un effetto indesiderato comune, ma non sempre riconosciuto, associato ad un uso prolungato di glucocorticoidi ad alte dosi.

    Sistema renale ed urinario

    I corticosteroidi devono essere usati con cautela in pazienti con insufficienza renale.

    Esami diagnostici

    Dosi medie o alte di idrocortisone e cortisone possono causare aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrico–elettrolitica, e aumentata escrezione di potassio. Tali effetti sono meno probabili con l’uso dei derivati sintetici eccetto quando usati ad alte dosi. Possono rendersi necessarie restrizioni dietetiche di sale e una integrazione di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l’escrezione di calcio.

    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura

    I corticosteroidi sistemici non devono essere usati per il trattamento di lesioni cerebrali traumatiche. Uno studio multicentrico ha rivelato un aumento della mortalità a 2 settimane e a 6 mesi dopo la lesione nei pazienti trattati con metilprednisolone sodio succinato rispetto al placebo. Non è stata stabilita una relazione causale con il trattamento con metilprednisolone sodio succinato.

    Altro

    Poiché le complicanze dovute al trattamento con glucocorticoidi sono correlate alla dose e alla durata della terapia, per ogni singolo paziente deve essere valutato il rapporto rischio/beneficio in relazione al dosaggio, alla durata della terapia e allo schema posologico (terapia giornaliera o terapia a giorni alterni) che dovrà essere utilizzato.

    Durante il trattamento con corticosteroidi deve essere sempre usata la dose minima efficace per tenere sotto controllo la patologia in trattamento, e ove sia possibile ridurre il dosaggio lo si deve fare gradualmente.

    L’aspirina e gli agenti antinfiammatori non steroidei devono essere usati con cautela in associazione con i corticosteroidi.

    La somministrazione di corticosteroidi può ridurre o abolire la risposta ai test cutanei.

    Una crisi da feocromocitoma, che può essere fatale, è stata riportata dopo somministrazione di corticosteroidi sistemici. In pazienti con feocromocitoma sospetto o identificato, i corticosteroidi devono essere somministrati solo dopo un’appropriata valutazione del rapporto rischio /beneficio.

    Popolazione pediatrica

    Particolare attenzione deve essere riservata alla crescita e allo sviluppo di neonati e bambini sottoposti a prolungata terapia corticosteroidea.

    Si può avere ritardo nella crescita nei bambini sottoposti a terapia giornaliera prolungata o terapia a dosi suddivise con glucocorticoidi, e l’uso di un tale regime deve essere ristretto alle indicazioni più urgenti.

    Neonati e bambini in terapia con corticosteroidi a lungo termine sono particolarmente a rischio di aumento della pressione endocranica.

    Dosi elevate di corticosteroidi possono indurre pancreatite nei bambini.

    Uso negli anziani

    Si raccomanda cautela con trattamenti prolungati con corticosteroidi negli anziani a causa di un potenziale aumento del rischio di osteoporosi, così come di un aumento del rischio di ritenzione idrica, con possibile conseguente ipertensione.

    Informazioni importanti su alcuni eccipienti

    Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Questo medicinale contiene saccarosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio–galattosio e da insufficienza di sucrasi isomaltasi non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Fertilità

    Negli studi sugli animali i corticosteroidi hanno dimostrato di ridurre la fertilità (vedere paragrafo 5.3).

    Gravidanza

    Alcuni studi condotti nell’animale da laboratorio hanno mostrato che i corticosteroidi, somministrati alle madri ad alte dosi, possono indurre malformazioni fetali (vedere paragrafo 5.3)..

    Nell’uomo non sono stati condotti adeguati studi sulla riproduzione con l’uso di corticosteroidi.

    Non essendoci evidenza sulla sicurezza dell’uso in gravidanza questo farmaco deve essere usato solo se strettamente necessario. Alcuni corticosteroidi attraversano la placenta. Uno studio retrospettivo ha mostrato l’aumento di incidenza di basso peso alla nascita nei bambini nati da madri sottoposte a terapia con corticosteroidi. Sebbene l’insufficienza surrenalica sembra essere rara nei neonati esposti ai corticosteroidi durante la gravidanza, i neonati di madri trattate con dosi particolarmente elevate di corticosteroidi in gravidanza devono essere strettamente monitorati valutando eventuali segni di insufficienza surrenalica.

    Nei neonati di madri sottoposte a trattamenti con corticosteroidi a lungo termine durante la gravidanza sono stati osservati casi di cataratta.

    Gli effetti dei corticosteroidi durante il travaglio o il parto non sono noti.

    Allattamento

    I corticosteroidi sono escreti nel latte materno. I corticosteroidi presenti nel latte materno possono ritardare la crescita e interferire con la produzione dei glucocorticoidi endogeni nei lattanti.

    Poichè non sono disponibili studi adeguati sulla riproduttività nell’uomo per l’uso di glucocorticoidi, questo farmaco deve essere somministrato alle madri che allattano solo se il beneficio della terapia supera il potenziale rischio per il neonato.

    Nelle donne in stato di gravidanza e nelle donne che allattano al seno il medicinale deve essere somministrato nei casi di effettiva necessità sotto il diretto controllo del medico.

    Effetti Collaterali

    In corso di terapia con metilprednisolone, specialmente se intensa e prolungata, sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati con le seguenti frequenze: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1000, <1/100); raro (≥1/10000, <1/1000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

    Infezioni ed infestazioni:

    comune: infezioni

    non nota: infezioni opportunistiche.

    Disturbi del sistema immunitario:

    non nota: ipersensibilità al farmaco (compresa reazione anafilattica e anafilattoide), soppressione delle reazioni ai test cutanei.

    Patologie del sistema emolinfopoietico:

    non nota: leucocitosi.

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

    comune: ritenzione di sodio, ritenzione di fluidi

    non nota: alcalosi ipokalemica, acidosi metabolica, alterata tolleranza al glucosio, aumento dell’appetito (che può risultare in un aumento di peso), aumento del fabbisogno di insulina o degli agenti ipoglicemizzanti nei diabetici.

    Diminuita tollerabilità ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente nonché aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici.

    Patologie cardiache:

    non nota: alterazioni del bilancio idroelettrolitico che in rari casi ed in pazienti predisposti possono arrivare all’ipertensione ed alla insufficienza cardiaca congestizia.

    Patologie vascolari:

    comune: ipertensione

    non nota: ipotensione, trombosi

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

    non nota: singhiozzo, embolia polmonare

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

    comune: debolezza muscolare, ritardo nella crescita,

    non nota: artralgia, atrofia muscolare, mialgia, osteoporosi, artropatia neuropatica, osteonecrosi, miopatia, fratture patologiche.

    Patologie gastrointestinali:

    comune. complicazioni a carico dell’apparato gastrointestinale che possono arrivare fino alla comparsa o alla attivazione di un’ulcera peptica (con possibile ulcera peptica con perforazione e ulcera peptica emorragica)

    non nota: distensione addominale, dolore addominale, diarrea, dispepsia, emorragia gastrica e perforazione intestinale, nausea, esofagite, esofagite ulcerativa, pancreatite.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

    comune:acne, atrofia della pelle

    non nota: angioedema, ecchimosi, eritema, irsutismo, iperidrosi, petecchie, prurito, rash, e strie cutanee, orticaria..

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:

    non nota: irregolarità mestruale.

    Patologie del sistema nervoso:

    non nota: amnesia, disordini cognitivi, convulsioni, capogiri, cefalea ed aumento della pressione intracranica (con papilledema ipertensione intracranica benigna), lipomatosi epidurale.

    Disturbi psichiatrici:

    comune: disordini della sfera affettiva (inclusi umore depresso, euforia)

    non nota: disturbi psicotici (compresi mania, delirio, allucinazione e aggravamento della schizofrenia), comportamento psicotico, disordini affettivi (compresi labilità affettiva, dipendenza psicologica, idee suicide), disordine mentale, cambi della personalità, sbalzi d’umore, stato confusionale, ansia, comportamento anomalo, insonnia, irritabilità.

    Patologie endocrine:

    comune: aspetto simil cushingoide.

    Non nota: ipopituitarismo, sindrome da sospensione di steroidi.

    Interferenza con la funzionalità dell’asse ipofisi–surrene, particolarmente in momenti di stress. Alterazioni della crescita nei bambini.

    Patologie dell’occhio:

    comune:cataratta subcapsulare

    non nota: esoftalmo, glaucoma, corioretinopatia sierosa centrale

    Patologie dell’orecchio e del labirinto:

    non nota: vertigini

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:

    comune: ritardi nei processi di cicatrizzazione

    non nota: stanchezza, malessere.

    Esami diagnostici:

    comune: diminuzione dei livelli di potassio nel sangue

    non nota: aumento dell’alanina aminotrasferasi, aumento dell’aspartato aminotrasferasi, aumento della fosfatasi alcalina del sangue, diminuzione della tolleranza ai carboidrati, aumento della pressione endooculare, aumento dei livelli di calcio nelle urine.

    Negativizzazione del bilancio dell’azoto.

    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura:

    non nota: fratture spinali da compressione, rottura dei tendini (in particolare del tendine di Achille).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

    Eccipienti

    Compresse 4 mg: lattosio monoidrato, amido di mais, amido di mais essiccato, saccarosio, calcio stearato.

    Compresse 16 mg: lattosio monoidrato, saccarosio, olio di vaselina, calcio stearato, amido di mais.

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.