Lisinopril id alt (Laboratori alter srl)

Compresse 14cpr20+12,5

da2.80 €
Principio attivo:Lisinopril diidrato/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Ace inibitori, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione essenziale
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    Posologia

    Uso Orale.

    Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantità di liquido (ad es. un bicchiere d’acqua)

    L’associazione a dose fissa non è adatta all’inizio della terapia.

    E’ raccomandata una titolazione individuale della dose dei componenti. Quando clinicamente appropriato, può essere considerato un passaggio diretto dalla monoterapia alla associazione fissa.

    Adulti:

    La dose abituale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER 20 mg + 12,5 mg compresse è di 1 compressa una volta al giorno.

    Come per tutti gli altri medicinali assunti una volta al giorno, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER deve essere assunto approssimativamente alla stessa ora ogni giorno.

    Dose nella compromissione renale

    L’ associazione di lisinopril/idroclorotiazide è controindicata nei pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min).

    Nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 80 ml/min LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER può essere usato solo dopo titolazione dei singoli componenti.

    La dose iniziale di lisinopril raccomandata in monoterapia è 5-10 mg.

    Terapia diuretica precedente:

    Dopo la dose iniziale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER può verificarsi ipotensione sinomatica; ciò è più probabile che accada nei pazienti che hanno subito una perdita di volume e/o sale- in conseguenza di una precedente terapia diuretica. La terapia diuretica deve essere interrotta 2 o 3 giorni prima dell’inizio della terapia con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER. Se ciò non fosse possibile, il trattamento deve essere iniziato con una dose di 5 mg di lisinopril da solo.

    Uso in bambini e adolescenti:

    L’uso di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER non è raccomandato nei bambini o adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.

    Uso negli anziani:

    Negli studi clinici l’efficacia e la tollerabilità di lisinopril e idroclorotiazide (somministrati in concomitanza) sono identiche nei pazienti ipertesi anziani e nei più giovani.

    Controindicazioni
  • idroclorotiazide
  • altre
  • gravidanza
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    Interazioni
  • diuretico
  • antiipertensivo
  • diuretica
  • spironolattone
  • triamterene
  • amiloride
  • agenti
  • antiipertensivi
  • ipotensivi
  • nitrati
  • vasodilatatori
  • anestetici
  • antidepressivi triciclici
  • antipsicotici
  • simpaticomimetici
  • antidiabetici
  • insuline
  • allopurinolo
  • ciclosporina
  • lovastatina
  • immunosoppressori
  • corticosteroidi
  • corticotropina
  • lassativi
  • idroclorotiazide
  • calcio
  • diuretici tiazidici
  • digitalici
  • dopo
  • tubocurarina
  • antiaritmici
  • altri medicinali
  • noti
  • sotalolo
  • litio
  • antinfiammatori
  • stato descritto
  • trimetoprim
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    Avvertenze

    Lisinopril

    Ipotensione sintomatica

    Nei pazienti con ipertensione non complicata si osserva raramente ipotensione sintomatica. Nei pazienti ipertesi che ricevono LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER, è più probabile che si verifichi ipotensione in pazienti che hanno subito una perdita di volume per es. attraverso una terapia diuretica, per restrizione di sali nella dieta, per dialisi, per diarrea o vomito, o con una grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8). Nei pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata, è stata osservata ipotensione sintomatica. Ciò è più probabile che si verifichi in quei pazienti con insufficienza cardiaca di grado più grave, come mostrato dall’uso di alte dosi di diuretici dell’ansa, iponatriemia o compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica, devono essere strettamente monitorati l’inizio della terapia e l’aggiustamento della dose. Si applicano considerazioni simili a pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare nei quali una eccessiva caduta della pressione sanguigna può causare un infarto del miocardio o in un accidente cerebrovascolare.

    Se si verifica ipotensione il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve ricevere un infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a dosi ulteriori, che possono essere somministrate solitamente senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna è aumentata dopo l’espansione del volume ematico.

    Stenosi della valvola aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica

    LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER deve essere somministrato con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del flusso in uscita dal ventricolo sinistro come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.

    Compromissione della funzionalità renale

    Nei casi di compromissione renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), la dose iniziale di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER deve essere aggiustata in accordo con la clearance della creatinina del paziente e in seguito in funzione della risposta del paziente al trattamento.

    Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina è parte di una normale pratica medica per questi pazienti.

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca, l’ipotensione che segue l’inizio della terapia con ACE inibitori può una compromissione aggiuntiva della funzionalità renale. In questa situazione è stata segnalata insufficienza renale acuta, di solito reversibile.

    In alcuni pazienti con stenosi dell’arteria renale bilaterale o con stenosi dell’arteria renale di un rene solitario, che sono stati trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, sono stati osservati incrementi dell’azotemia e della creatinina sierica di solito reversibili dopo la sospensione della terapia. Ciò è particolarmente probabile nei pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione renovascolare si ha un aumentato rischio di ipotensione grave e insufficienza renale. In questi pazienti, il trattamento deve essere iniziato sotto stretta supervisione medica con basse dosi e un’attenta titolazione della dose. Siccome il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce agli effetti sopraindicati, essi devono sospenderlo e la funzionalità renale deve essere monitorata durante la prima settimana della terapia con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER.

    Alcuni pazienti ipertesi senza un’apparente patologia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumenti dell’azotemia e della creatinina sierica, di solito modesti e transitori, specialmente quando LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER è stato somministrato in associazione con un diuretico. Ciò è più probabile che si verifichi in pazienti con compromissione renale preesistente. Può essere richiesta una riduzione della dose e/o sospensione del diuretico e/o di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER.

    Ipersensibilità/Angioedema

    Raramente nei pazienti trattati con gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER sono stati segnalati angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Ciò può verificarsi in qualsiasi momento nel corso della terapia. In tali casi, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER deve essere interrotto prontamente e devono essere istituiti un trattamento e un monitoraggio appropriati per assicurare una completa remissione dei sintomi prima della dimissione dei pazienti. Anche nei casi in cui è coinvolto il gonfiore della sola lingua, senza disturbi respiratori, i pazienti possono richiedere un’osservazione prolungata perché il trattamento con antiistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.

    Molto raramente, sono stati riportati casi fatali a causa di angioedema associato a edema laringeo o edema della lingua. I pazienti con coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, possono avere esperienza di ostruzione alle vie aeree, specialmente in quelli con un’anamnesi di operazioni chirurgiche alle vie aeree.

    In questi casi deve essere subito somministrata una terapia d’emergenza. Ciò può includere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree.

      Il paziente deve essere tenuto sotto stretta supervisione medica fino a che si sia verificata la completa e prolungata guarigione dai sintomi.

    Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano una frequenza più alta di angioedema nei pazienti neri rispetto ai pazienti di altre razze.

    Pazienti con un’anamnesi di angioedema non correlata alla terapia con un ACE inibitore possono essere ad aumentato rischio di angioedema per tutto il tempo che ricevono un ACE inibitore. (vedere paragrafo 4.3).

    Reazioni anafilattoidi nei pazienti in emodialisi.

    Sono state riportate reazioni anafilattoidi nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso (ad es. AN69) e trattati contemporaneamente con un ACE inibitore. In questi pazienti deve essere preso in considerazione l’uso di un diverso tipo di membrane da dialisi o di una classe differente di agenti antiipertensivi.

    Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)

    Raramente, i pazienti che assumono gli ACE inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno avuto reazioni anafilattoidi a rischio per la vita. Queste reazioni sono state evitate attraverso la sospensione temporanea della terapia con ACE inibitori prima di ogni aferesi.

    I pazienti che assumono gli ACE inibitori durante il trattamento di desensibilizzazione (ad es. veleno degli imenotteri) hanno presentato reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti, tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente gli ACE inibitori ma sono ricomparse dopo aver usato involontariamente l’ACE-inibitore.

    Insufficienza epatica

    Molto raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. I pazienti in trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER che sviluppano ittero o marcati incrementi degli enzimi epatici devono interrompere LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER e ricevere una appropriato controllo medico.

    Neutropenia/Agranulocitosi

    In pazienti trattati con ACE inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con normale funzionalità renale e senza altri fattori complicanti, raramente si verifica neutropenia. Neutropenia e agranulocitosi sono reversibili dopo interruzione degli ACE inibitori. LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con malattia vascolare del collagene, terapia immunosoppressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide, o una combinazione di questi fattori di complicazione, in particolar modo se c’è una preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti sviluppano gravi infezioni, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER è usato in questi pazienti, è raccomandato un monitoraggio periodico della conta dei globuli bianchi e i pazienti devono essere avvertiti di segnalare qualsiasi indicazione di infezione.

    Razza

    Gli inibitori degli enzimi di conversione dell’angiotensina causano una frequenza più elevata di angioedema in pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze.

    Come con altri ACE inibitori, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER può essere meno efficace nel diminuire la pressione sanguigna nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di stati con ridotti livelli di renina nella popolazione nera ipertesa.

    Tosse

    Con l’uso di ACE inibitori è stata segnalata tosse. Tipicamente la tosse è non produttiva, persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE inibitori deve essere considerata come parte della diagnosi differenziale di tosse.

    Chirurgia/Anestesia

    In pazienti sottoposti a chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti che causano ipotensione, LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER può bloccare la formazione dell’angiotensina II secondaria alla secrezione compensatoria di renina. Se si verifica ipotensione ed è attribuibile a questo meccanismo, può essere corretta mediante espansione della volemia.

    Iperkaliemia

    In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER sono stati osservati aumenti del potassio sierico. Tra i pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia ci sono quelli con insufficienza renale, diabete mellito o quelli che usano contemporaneamente diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio o quei pazienti che assumono altri farmaci associati ad aumenti del potassio sierico (es. eparina). Se l’uso concomitante dei summenzionati agenti è considerato appropriato, si raccomanda un regolare monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).

    Pazienti diabetici

    Nei pazienti diabetici trattati con agenti orali antidiabetici o con insulina, i livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5 interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

    Litio

    Generalmente non è raccomandata l’associazione del litio con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER (vedere paragrafo 4.5)

    Idroclorotiazide

    Insufficienza renale

    Nei pazienti con patologia renale, le tiazidi possono precipitare l’azotemia. Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale possono svilupparsi effetti cumulativi del principio attivo. Qualora si evidenzi una progressiva compromissione renale, come indicato dall’innalzamento dell’azoto non proteico, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, tenendo in considerazione l’interruzione della terapia diuretica (vedere paragrafo 4.3)

    Compromissione epatica

    Le tiazidi devono essere utilizzate con cautela nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o malattia epatica progressiva, poiché modeste alterazioni dell’equilibrio idrico e dell’equilibrio elettrolitico possono degenerare in coma epatico (vedere paragrafo 4.3).

    Effetti metabolici ed endocrini

    La terapia con tiazidi può compromettere la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici può essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o di agenti ipoglicemici orali. Il diabete mellito latente può diventare evidente durante la terapia con tiazidi.

    Aumenti dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati ad una terapia diuretica con tiazidica. In alcuni pazienti in trattamento con tiazidi Può verificarsi iperuricemia o può scatenarsi la gotta.

    Effetti sull’equilibrio elettrolitico

    In merito a ogni paziente che riceve una terapia diuretica, deve essere eseguito un controllo periodico degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

    Le tiazidi, inclusa l’idroclorotiazide, possono causare uno squilibrio idrico o elettrolitico (ipokaliemia, iponatriemia, alcalosi ipocloremica). Segni di avvertimento dello squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito.

    Sebbene con l'utilizzo di diuretici tiazidici si possa sviluppare ipokaliemia, la terapia concomitante con lisinopril può ridurre l'ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia è maggiore nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti con diuresi rapida, in coloro che stanno assumendo una quantità inadeguata di elettroliti per via orale e nei pazienti che stanno assumendo una terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5).

    Con climi caldi, i pazienti edematosi possono sviluppare iponatriemia da diluizione. Il deficit di cloruro è generalmente lieve e solitamente non necessita di terapia.

    Le tiazidi possono diminuire l'escrezione urinaria di calcio e possono causare un innalzamento intermittente e lieve dei livelli sierici di calcio in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio. Un'ipercalcemia marcata può essere una prova di un iperparatiroidismo nascosto. Le tiazidi devono essere sospese prima di effettuare gli esami di funzionalità paratiroidea.

    È stato dimostrato che le tiazidi causano un innalzamento dell'escrezione urinaria di magnesio, che potrebbe causare ipomagnesiemia.

    Test antidoping

    L'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può causare un risultato positivo alle analisi dei test antidoping.

    Altro

    Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità nei pazienti con o senza un’anamnesi di allergia o asma bronchiale.

    È stata segnalata la possibilità di esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.

    Associazione lisinopril/idroclorotiazide

    Rischio di ipokaliemia

    L'associazione di un ACE inibitore e di un diuretico tiazidico non esclude che si possa verificare ipokaliemia. È necessario effettuare un controllo regolare dei livelli di potassio sierico.

    Litio

    LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER non è raccomandato in associazione con litio a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5).

    Gravidanza

    Gravidanza

    LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

    L’uso di LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER non è raccomandato nel primo trimestre di gravidanza.

    Il trattamento con ACE inibitori non deve essere iniziato durante la gravidanza. A meno che non sia considerata essenziale una terapia continuativa con gli ACE inibitori, quando le pazienti pianificano una gravidanza deve essere usato un trattamento antiipertensivo alternativo che abbia un profilo di sicurezza affermato per l’uso in gravidanza. Quando è diagnosticata una gravidanza, il trattamento con gli ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se appropriata, deve essere iniziata una terapia alternativa. (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Non sono stati eseguiti studi controllati con ACE inibitori nella specie umana, ma l’esposizione di un numero limitato di casi al primo trimestre di gravidanza, non ha mostrato malformazioni come la fetotossicità come descritto sotto.

    Se vengono somministrati a donne durante il secondo o terzo trimestre, gli ACE inibitori possono causare morbilità e mortalità fetale e neonatale. L’uso degli ACE inibitori durante questo periodo è stato associato a danni fetali e neonatali, incluse ipotensione, insufficienza renale, iperkaliemia e/o ipoplasia del cranio del neonato. È stato osservato oligoidramnios materno, presumibilmente a causa della diminuita funzionalità renale fetale, e può risultare nell’accorciamento degli arti, deformazioni del cranio e sviluppo di polmoni ipoplastici. Questi effetti indesiderati sugli embrioni e sui feti sembrano non risultare dall’esposizione intrauterina agli ACE inibitori limitata al primo trimestre.

    L’uso abituale di diuretici nelle donne in gravidanza per il resto sane non è raccomandato, poiché la madre e il feto sarebbero inutilmente esposte ai pericoli che includono ittero fetale neonatale, trombocitopenia e probabilmente altri effetti indesiderati visti negli adulti.

    Se il lisinopril è usato durante il primo trimestre di gravidanza, la paziente deve essere informata sul potenziale rischio di danni al feto. Quando usato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza, deve essere eseguita ripetutamente una ecografia per valutare le condizioni del liquido amniotico. Se si osserva oligoidramnios, la terapia con lisinopril deve essere interrotta a meno che essa non sia di vitale importanza per la madre. Il paziente e il medico devono comunque tener presente che l’oligoidrammios può verificarsi dopo che il feto è stato irreversibilmente danneggiato. I neonati la cui madre ha assunto lisinopril devono essere strettamente monitorati per l’ipotensione, oliguria e iperkaliemia. Il lisinopril che attraversa la placenta, è stato rimosso dalla circolazione del neonato mediante dialisi peritoneale con qualche beneficio clinico, ma può teoricamente essere rimosso da trasfusione. Non c’è esperienza sulla eliminazione dell’idroclorotiazide, che passa anch’essa attraverso la placenta,  dalla circolazione del neonato.

    Allattamento

    Non è noto se il lisinopril sia escreto nel latte materno; tuttavia, le tiazidi sono escrete nel latte materno. Il lisinopril è escreto nel latte materno dei ratti che allattano. L’assunzione del lisinopril non è raccomandata nelle donne che stanno allattando.

    L’idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in quantità tali che si suppone possano riguardare i bambini, anche con dosi terapeutiche. A causa della possibilità di reazioni gravi da idroclorotiazide nei bambini allattati al seno, deve essere presa una decisione se interrompere l’allattamento al seno o interrompere il trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER, tenendo conto dell’importanza del medicinale per la madre.

    Effetti Collaterali

    I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e segnalati durante il trattamento con LISINOPRIL e IDROCLOROTIAZIDE ALTER e altri ACE inibitori con le seguenti frequenze: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1000 e < 1/100), raro (≥ 1/10.000 e < 1/1000), molto raro (< 10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Lisinopril

    Esami diagnostici

    Non comune: aumento dell’azotemia, aumento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperkaliemia.

    Raro: aumento della bilirubina sierica, iponatriemia.

    Patologie cardiache e vascolari

    Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione)

    Non comune: infarto del miocardio o ictus, probabilmente secondari ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4), palpitazioni, tachicardia, fenomeno di Reynaud.

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Raro: diminuzione dell’emoglobina e diminuzione dell’ematocrito.

    Molto raro: depressione midollare, anemia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica, linfoadenopatia, malattie autoimmuni.

    Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici

    Comune: capogiri, cefalea

    Non comune: alterazioni dell’umore, parestesia, vertigini, alterazione del gusto, disturbi del sonno.

    Raro: confusione mentale

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Comune: tosse

    Non comune: rinite

    Molto raro: broncospasmo, sinusite, polmonite alveolite allergica/eosinofila

    Patologie gastrointestinali

    Comune: diarrea, vomito

    Non comune: nausea, dolore addominale e indigestione

    Raro: secchezza delle fauci

    Molto raro: pancreatite, angioedema intestinale, epatite sia epatocellulare che colestatica, ittero e insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).

    Patologie renali e urinarie

    Comune: disfunzione renale

    Raro: uremia, insufficienza renale acuta

    Molto raro: oliguria/anuria

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Non comune: eruzione cutanea, prurito

    Raro: ipersensibilità/angioedema:angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide, e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4), orticaria, alopecia, psoriasi.

    Molto raro: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme.

    È stato segnalato un complesso di sintomi che possono includere uno o più dei seguenti: febbre, vasculite, mialgia, artalgia/artrite, anticorpi anti-nucleo positivi (ANA), innalzamento dei livelli di eritrosedimentazione VES, eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Molto raro: ipoglicemia

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Non comune: affaticamento, astenia

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Non comune: impotenza

    Raro: ginecomastia

    Idroclorotiazide

    Patologie cardiache

    Non comune: ipotensione posturale, aritmia cardiaca

    Patologia del sistema emolinfopoietico

    Non comune: trombocitopenia

    Raro: leucopenia, depressione del midollo osseo

    Molto raro: neutropenia/agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica.

    Patologia del sistema nervoso

    Non comune: parestesia, perdita di appetito

    Raro: stordimento

    Patologie dell’occhio

    Raro: xantopsia, offuscamento transitorio della vista

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Non comune: vertigini

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Non comune: sofferenza respiratoria (comprese polmonite ed edema polmonare)

    Patologie gastrointestinali

    Non comune: irritazione gastrica, diarrea, stipsi.

    Raro: pancreatite

    Patologie renali ed urinarie

    Raro: nefrite interstiziale, disfunzioni renali

    Patologia della cute e del tessuto sottocutaneo

    Raro: reazioni di fotosensibilità, rash, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica

    Molto raro: reazioni simili a lupus eritematoso cutaneo, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo.

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Non comune: spasmi muscolari

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Comune: squilibrio elettrolitico (comprese iponatriemia e ipokaliemia), iperuricemia, iperglicemia, glicosuria, innalzamento dei livelli di colesterolo e trigliceridi.

    Non comune: anoressia.

    Infezioni e infestazioni

    Non comune: sialadenite

    Patologie vascolari

    Raro: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea)

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Non comune: debolezza

    Raro: febbre

    Patologie epatobiliari

    Raro: ittero (ittero colestatico intraepatico)

    Disturbi psichiatrici

    Non comune: disturbi del sonno, depressione

    Raro: irrequietezza

    Eccipienti

    Mannitolo

    Calcio idrogeno fosfato diidrato

    Amido di mais pregelatinizzato

    Croscarmellosa sodica

    Magnesio stearato

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore a 30 °C