Kafenac (Almirall spa)

Sospensione orale polvere os polv 30bust 100mg

Principio attivo:Aceclofenac
Gruppo terapeutico:Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoartrosi
  • artrite reumatoide
  • spondilite anchilosante
  • tendiniti
  • borsiti
  • sciatalgie
  • lombalgie
  • mialgie
  • dismenorrea
  • traumi
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    Posologia

    KAFENAC 100 mg compresse rivestite

    Adulti

    La dose giornaliera raccomandata è di 2 compresse rivestite al giorno (200 mg/die), una compressa rivestita ogni 12 ore.

    Le compresse rivestite vanno ingerite con un sufficiente quantitativo di acqua.

    KAFENAC 100 mg polvere per sospensione orale

    La dose giornaliera è di 2 bustine al giorno (200 mg/die) 1 bustina ogni 12 ore. Le bustine devono essere sciolte in 40–60 ml di acqua ed ingerite immediatamente.

    Sia le compresse rivestite che le bustine vanno assunte preferibilmente durante i pasti.

    Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati somministrando la minima dose efficace per la minima durata necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

    Bambini

    Attualmente non sono disponibili dati clinici sull’uso del farmaco in pediatria, pertanto se ne sconsiglia la somministrazione.

    Anziani

    Nei pazienti anziani il profilo farmacocinetico di aceclofenac non risulta modificato, quindi non si ritiene necessario modificare la posologia. Tuttavia, come per altri FANS, si dovrebbe prestare attenzione al trattamento di pazienti anziani con compromessa funzionalità renale, epatica, con alterazioni cardiovascolari o sottoposti contemporaneamente ad altri trattamenti farmacologici.

    Pazienti con lieve insufficienza renale

    Come per altri FANS, il farmaco deve essere somministrato con cautela anche se non sono emerse evidenze cliniche tali da indurre una riduzione della dose.

    Pazienti affetti da insufficienza epatica

    In pazienti con insufficienza epatica è consigliabile ridurre la dose iniziale a 100 mg/die.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • farmaci antinfiammatori non steroidei
  • acido acetilsalicilico
  • dopo
  • asmatici
  • altre
  • orticaria
  • rinite
  • broncospasmo
  • ulcera gastro–duodenale
  • emorragie
  • emorragia gastrointestinale
  • perforazione
  • emorragia/ulcera peptica ricorrente
  • insufficienza cardiaca congestizia
  • cardiopatia ischemica
  • vasculopatia cerebrale
  • gravidanza
  • allattamento
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    Interazioni
  • diuretici
  • antiipertensivi
  • antagonista dell’angiotensina
  • antagonisti dell’angiotensina
  • dopo
  • anticoagulanti
  • warfarin
  • inibitori selettivi del reuptake della serotonina
  • antidiabetici
  • stati segnalati
  • ipoglicemizzanti
  • interazione
  • metotrexato
  • agente
  • digossina
  • litio
  • acido acetilsalicilico
  • tacrolimus
  • ciclosporina
  • zidovudina
  • ibuprofene
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    Avvertenze

    Avvertenze

    L’uso di KAFENAC deve essere evitato in concomitanza di FANS inibitori selettivi della COX–2.

    Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile che occorre per controllare i sintomi(vedere paragrafo 4.2 e i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari).

    Anziani. I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.2).

    Apparato gastro–intestinale. Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali.

    Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3), il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che richiedono una bassa dose concomitante di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedere sotto e paragrafo 4.5).

    Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.

    Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi sistemici, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’aspirina (vedere paragrafo 4.5).

    Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono KAFENAC il trattamento deve essere sospeso.

    I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con sintomi indicativi di una di malattia gastrointestinale relativa al tratto intestinale superiore o inferiore, storia di ulcera gastrointestinale, sanguinamento o perforazione, colite ulcerosa, morbo di Crohn e anomalie ematologiche poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedere sezione 4.8).

    Sistema cardiovascolare e cerebrovascolare. Un adeguato monitoraggio e opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con anamnesi di ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata poiché, in associazione al trattamento con i FANS, sono stati segnalati ritenzione di liquidi ed edema.

    I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia (classe I dell’NYHA) e pazienti che presentano significativi fattori di rischio di eventi cardiovascolari (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo) devono essere trattati con aceclofenac solo dopo attenta considerazione. Dato che i rischi cardiovascolari di aceclofenac possono aumentare con la dose e la durata dell’esposizione, si devono usare la minima durata possibile e la minima dose giornaliera efficace. La risposta alla terapia e la necessità del miglioramento dei sintomi del paziente devono essere rivalutate periodicamente.

    Aceclofenac deve essere somministrato con cautela e sotto stretto controllo medico nei pazienti con storia di sanguinamento cerebrovascolare.

    Funzionalità epatica. Uno stretto controllo medico è richiesto per i pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica. Aceclofenac deve essere sospeso nel caso del perdurare di anomalie o peggioramento dei test di funzionalità epatica o qualora si presentino segni o sintomi tipici di malattia epatica o in presenza di altre manifestazioni (eosinofilia, rash). L’epatite può manifestarsi senza segni prodromici. L’uso di aceclofenac nei soggetti con porfiria epatica può determinare un attacco.

    Reazioni di ipersensibilità e reazioni cutanee. Come con altri FANS, sono possibili reazioni allergiche, incluse reazioni anafilattiche e anafilattoidi, anche in assenza di una precedente esposizione al medicinale.

    Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state segnalate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. KAFENAC deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

    Eccezionalmente, la varicella può provocare gravi complicanze infettive cutanee e dei tessuti molli. A oggi, non è possibile escludere il ruolo dei FANS nell’aggravamento di queste infezioni. È quindi consigliabile evitare l’uso di aceclofenac in caso di varicella.

    Precauzioni :

    Funzionalità renale. Soggetti con compromissione renale da lieve a moderata devono essere tenuti sotto controllo poiché l’uso dei FANS può determinare un deterioramento della funzione renale. In tali soggetti deve essere usata la minima dose efficace e la funzionalità renale deve essere regolarmente controllata.

    La somministrazione di un FANS può causare una riduzione dose dipendente della formazione della prostaglandina e aggravare l’insufficienza renale. L’importanza delle prostaglandine nella regolazione del flusso ematico renale deve essere sempre tenuta in considerazione nei soggetti con funzione cardiaca o renale compromessa, disfunzione epatica, in quelli trattati con diuretici e in coloro che hanno subito un’operazione chirurgica importante e negli anziani. Gli effetti sulla funzionalità renale sono generalmente reversibili con la sospensione di aceclofenac.

    Ematologiche. Aceclofenac può inibire in maniera reversibile l’aggregazione piastrinica (vedere la voce anticoagulanti alla sezione 4.5).

    Patologie respiratorie. è richiesta cautela nella somministrazione a pazienti affetti o che hanno sofferto di asma bronchiale poiché i FANS possono aggravare il broncospasmo.

    Trattamenti a lungo termine. Come misura preventiva, i soggetti sottoposti a trattamento a lungo termine con FANS devono essere controllati per quanto riguarda il conteggio delle cellule ematiche e i parametri di funzionalità renale ed epatica.

    Informazioni importanti su alcuni eccipienti

    Le bustine contengono Sorbitolo (E420), pertanto i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, non devono assumere questo medicinale.

    Le bustine contengono aspartame (E951) quale fonte di fenilalanina, possono quindi essere pericolose per i pazienti con fenilchetonuria.

    Gravidanza

    GRAVIDANZA

    Non ci sono informazioni sull’uso di aceclofenac in gravidanza. L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

    Dati da studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5 %. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrione–fetale.

    Inoltre, l’aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato segnalato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

    Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, aceclofenac non deve essere somministrato se non assolutamente necessario. Se aceclofenac viene somministrato a donne che stanno cercando di concepire o che sono nel primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere la più bassa possibile e la durata del trattamento la più breve possibile.

    Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

    • tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso nell’utero e ipertensione polmonare);

    • disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo–idroamnios;

    la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

    • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;

    • inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardato o prolungato travaglio

    Conseguentemente, aceclofenac è controindicato nel terzo trimestre della gravidanza (vedere paragrafo 4.3).

    ALLATTAMENTO

    Non è noto se aceclofenac venga escreto nel latte materno e non è stato rilevato passaggio di aceclofenac marcato (14C) nel latte dei ratti in allattamento. L’uso di aceclofenac deve tuttavia essere evitato in gravidanza e durante l’allattamento a meno che il potenziale beneficio per la madre superi il possibile rischio per il feto.

    FERTILITà

    I FANS possono compromettere la fertilità e l’uso è sconsigliato nelle donne che intendono iniziare una gravidanza. Deve essere presa in considerazione la sospensione della somministrazione di aceclofenac nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.

    Effetti Collaterali

    Gli effetti collaterali più comunemente segnalati sono i disturbi gastrointestinali.

    Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

    Dopo somministrazione di aceclofenac sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4).

    Meno frequentemente sono state osservate gastriti.

    Sono stati segnalati disturbi dermatologici, reazioni bollose includenti Sindrome di Stevens – Johnson e necrolisi tossica epidermica (molto raramente).

    Eccezionalmente, durante la varicella sono state segnalate gravi complicanze infettive cutanee e dei tessuti molli in concomitanza con il trattamento con FANS. A oggi, non è possibile escludere il ruolo dei FANS nell’aggravamento di queste infezioni

    Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono state riportate in associazione al trattamento con FANS.

    Aceclofenac è strutturalmente correlato e ha un metabolismo simile a diclofenac per il quale sono disponibili più dati clinici ed epidemiologici che mostrano un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi generali (infarto del miocardio o ictus, particolarmente a dosi elevate e in trattamento a lungo termine). Dati epidemiologici hanno anche evidenziato un aumento del rischio di sindrome coronarica acuta e di infarto del miocardio in seguito all’uso di aceclofenac (vedere paragrafi 4.3 e 4.4 Controindicazioni e Avvertenze Speciali e Precauzioni d’Impiego).

    Nella seguente tabella le reazioni avverse segnalate durante gli studi clinici e nell’esperienza post–registrativa con KAFENAC sono riportate e raggruppate secondo la classificazione sistemica e d’organo (SOC) e per frequenza. Molto comuni (≥1/10); comuni (≥1/100, <1/10); non comuni (≥1/1.000, <1/100); rare (≥1/10.000, <1/1.000); molto rare (< 1/10.000)

    MedDRa SOC Comuni (≥1/100, <1/10) Non comuni (≥ 1/1.000, <1/100) Rare (≥1/10.000, <1/1.000) Molto rare (<1/10.000)
    Patologie del sistema emolinfopoietico     Anemia Depressione del midollo osseo Granulocitopenia Trombocitopenia Anemia emolitica
    Disturbi del sistema immunitario     Reazione anafilattica (incluso shock) Ipersensibilità  
    Disturbi psichiatrici       Depressione Sogni anomali Insonnia
    Patologie del sistema nervoso Capogiri     Parestesia Sonnolenza Mal di testa Disgeusia (alterazioni del gusto)
    Patologie dell’occhio     Disturbi visivi  
    Patologie dell’orecchio e del labirinto       Vertigini Tinnito
    Patologie cardiache     Insufficienza cardiaca Palpitazioni
    Patologie vascolari     Ipertensione Rossore Vampate Vasculite
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche     Dispnea Broncospasmo
    Patologie gastrointestinali Dispepsia Dolore addominale Nausea Diarrea Flatulenza Gastrite Costipazione Vomito Ulcere boccali Melena Emorragia gastrointestinale Ulcera gastrointestinale Stomatite Perforazione intestinale Aggravamento della malattia di Crohn e della Colite ulcerosa Pancreatite Ematemesi
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Prurito Rash Dermatite Orticaria Angioedema Porpora Esantema Gravi reazioni mucocutanee (incluse Sindrome di Stevens–Johnson e Necrolisi tossica epidermica
    Patologie renali e urinarie   Urea ematica aumentata Creatinina sierica aumentata   Sindrome nefrosica Insufficienza renale
    Patologie epatobiliari Incremento enzimi epatici     Lesioni epatiche (inclusa epatite) Fosfatasi alcalina ematica aumentata
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione       Edema Affaticamento
    Esami diagnostici       Aumento di peso

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Compresse rivestite:

    Cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, gliceril palmitostearato, povidone, ipromellosa, poliossietilene (40) stearato, titanio diossido.

    Polvere per sospensione orale:

    sorbitolo (E420), saccarina sodica, aroma caramello, aroma panna, aroma latte, silice colloidale anidra, aspartame (E951), ipromellosa, titanio diossido (E171).

    Conservazione

    Compresse rivestite

    Conservare a temperatura non superiore ai 30 °C.

    Polvere per sospensione orale

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.