Principio attivo:Idromorfone cloridrato
Gruppo terapeutico:Oppioidi
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnr - non ripetibile (ex s/f)
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • dolore intenso
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Posologia

    Posologia

    Analogamente agli altri analgesici oppiacei, una somministrazione sicura ed efficace di JURNISTA ai pazienti che lamentano dolore dipende dalla valutazione complessiva del paziente. La natura del dolore, nonché la condizione clinica concomitante del paziente incideranno sulla scelta della dose. A causa delle differenti risposte agli oppiacei osservate fra i diversi individui, si raccomanda che a tutti i pazienti venga somministrata una dose conservativa della terapia con oppiacei, successivamente incrementata fino al raggiungimento di un adeguato livello di analgesia, bilanciato da un grado accettabile di reazioni avverse.

    Come con qualsiasi altro oppiaceo forte, deve essere considerata un’appropriata profilassi per le reazioni avverse note (ad esempio la stipsi).

    JURNISTA non deve essere assunto più di una volta ogni 24 ore.

    Pazienti attualmente in terapia non sistematica con oppiacei

    Inizio della terapia – Nella maggior parte dei pazienti la dose iniziale di JURNISTA deve essere 8 mg assunti 1 volta ogni 24 ore e non deve eccedere gli 8 mg. Alcuni pazienti possono beneficiare di una dose iniziale di 4 mg assunti 1 volta ogni 24 ore per aumentarne la tollerabilità.

    Titolazione e mantenimento – Dopo l’inizio della terapia, possono essere necessari aggiustamenti della dose per ottenere il miglior equilibrio per il paziente tra sollievo dal dolore ed effetti indesiderati. Se richiesto, la dose deve essere aggiustata in aumento con variazioni di 4 o 8 mg a seconda della risposta e della richiesta di analgesici supplementari. Nota: il dosaggio non deve essere titolato più frequentemente di una volta ogni quattro dosi (per esempio, se la prima dose viene data il lunedì, il dosaggio può essere aumentato non prima della quarta dose, ovvero il giovedì) (per ulteriori informazioni vedi il paragrafo Personalizzazione della dose e mantenimento della terapia).

    Poiché è possibile che con una preparazione a rilascio controllato di oppiacei occorra far passare più tempo prima di individuare per un paziente la dose che consente di ottenere un’adeguata analgesia, è consigliabile iniziare il trattamento con preparazioni convenzionali a rilascio immediato (ad esempio, idromorfone a rilascio immediato, o morfina a rilascio immediato), per poi passare ad una appropriata dose giornaliera totale di JURNISTA. Per la conversione delle dosi, utilizzare la relativa tabella di conversione.

    Pazienti che ricevono già oppiacei regolarmente

    Nei pazienti attualmente in terapia con analgesici oppiacei, la dose iniziale di JURNISTA deve basarsi sulla dose giornaliera di oppiacei, adottando dosi equianalgesiche standard. Per quanto concerne gli oppiacei diversi dalla morfina, deve essere valutata in primo luogo la dose totale giornaliera equivalente di morfina, quindi deve essere usata la tabella di seguito riportata per determinare la dose totale giornaliera di JURNISTA.

    Tabella di conversione: fattori di moltiplicazione per la conversione della dose giornaliera di oppiacei somministrati in precedenza, nella dose giornaliera di JURNISTA (mg/die di oppiacei precedenti x fattore = mg/die di JURNISTA)
    Oppiacei precedenti Oppiacei precedenti per via orale (fattore) Oppiacei precedenti per via parenterale (fattore)
    Morfina 0,2 0,6
    Idromorfone 1 4

    Non vi sono fattori di conversione fissi che possano essere soddisfacenti in tutti i pazienti, a causa delle caratteristiche individuali dei pazienti e delle differenze nelle formulazioni. Quindi, è consigliata la conversione alle dosi iniziali raccomandate di JURNISTA, seguita da un attento monitoraggio del paziente e dalla titolazione.

    Le dosi devono essere arrotondate per difetto alla dose più vicina di JURNISTA, disponibile a incrementi di 4 mg (compresse da 4, 8, 16, 32, 64 mg), come indicato dal punto di vista clinico.

    Quando si inizia la terapia con JURNISTA, devono essere sospesi tutti gli altri farmaci analgesici oppiacei assunti durante il giorno.

    JURNISTA può inoltre essere impiegato in modo sicuro con le dosi convenzionali di analgesici non oppiacei e di adiuvanti analgesici.

    Analgesia supplementare

    Oltre alla somministrazione giornaliera di un’unica dose di JURNISTA, è possibile mettere a disposizione di tutti i pazienti affetti da dolore cronico, un farmaco antidolorifico supplementare per il dolore episodico, sotto forma di preparazione a rilascio immediato (ad esempio, idromorfone a rilascio immediato o morfina a rilascio immediato). Per la fase di conversione, deve essere utilizzata la tabella di conversione. Le dosi supplementari individuali di idromorfone a rilascio immediato o della morfina a rilascio immediato non devono superare, in linea di massima, il 10% – 25% della dose di JURNISTA somministrata nelle 24 ore (vedi la tabella di seguito riportata).

    Dose iniziale raccomandata per terapia analgesica supplementare  
    Dose giornaliera di JURNISTA (mg) Idromorfone a rilascio immediato Dosaggio della compressa (mg) per dose Morfina a rilascio immediato (mg)
    4 – – 5
    8 2 10
    16 2 10–15
    32 4 20–30
    64 8 40–60

    Personalizzazione della dose e mantenimento della terapia

    Dopo l’inizio della terapia con JURNISTA, è possibile che occorra aggiustare la dose per ottenere il migliore equilibrio per il paziente, fra attenuazione del dolore ed effetti indesiderati associati all’assunzione degli oppiacei.

    Se il dolore aumenta di intensità o l’analgesia risulta inadeguata, è possibile che occorra aumentare gradualmente la dose. Per consentire la stabilizzazione degli effetti relativi alla modifica della dose, occorre aumentare la dose con una frequenza che non sia inferiore a una volta ogni quattro dosi (per esempio, se la prima dose viene data il lunedì, il dosaggio può essere aumentato non prima della quarta dose, ovvero il giovedì). Di norma, per ogni fase di aggiustamento della dose devono essere presi in considerazione aumenti compresi fra il 25% e il 100% dell’attuale dose giornaliera di JURNISTA.

    Una volta che il paziente si è stabilizzato con una terapia giornaliera di JURNISTA assunto in un’unica somministrazione, è possibile continuare con quella dose fino a che non si renda necessaria un’ulteriore attenuazione del dolore. La necessità di una terapia continuativa a base di oppiacei per tutto il giorno e gli aggiustamenti della dose, devono essere rivalutati periodicamente, secondo le necessità.

    Dose dimenticata

    Se il paziente non ha preso la dose regolarmente programmata di JURNISTA, deve essere informato di assumere immediatamente la dose successiva ed iniziare un nuovo schema terapeutico di 24 ore.

    Interruzione della terapia

    Nei pazienti fisicamente dipendenti dagli oppiacei e in terapia con una somministrazione giornaliera di idromorfone, l’interruzione improvvisa del trattamento con JURNISTA provoca la sindrome da astinenza. Nel caso in cui sia indicata l’interruzione della terapia con JURNISTA, è necessario somministrare ai pazienti una dose di JURNISTA ridotta del 50% ogni 2 giorni, fino a raggiungere la dose più bassa possibile a cui la terapia può essere sospesa in modo sicuro. In caso d’insorgenza dei sintomi da astinenza, è necessario interrompere la riduzione graduale della dose. La dose deve essere aumentata leggermente fino alla scomparsa dei sintomi dell’astinenza da oppiacei. Successivamente, occorre iniziare di nuovo a ridurre gradualmente la dose, ma con intervalli più lunghi fra una diminuzione della dose di idromorfone e quella successiva, oppure convertendolo in una dose equianalgesica di un altro oppiaceo, per poi proseguire con la riduzione graduale.

    Impiego nei pazienti anziani

    Il quadro clinico del paziente anziano è spesso complesso. Il trattamento con idromorfone deve essere quindi iniziato con cautela e la dose iniziale deve essere ridotta (vedere paragrafo 5.2).

    Compromissione renale

    Negli studi clinici, dopo la somministrazione di una singola dose di idromorfone compresse a rilascio immediato, sono stati osservati i seguenti risultati:

    • nei pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 40–60 ml/min), la concentrazione media (AUC plasmatica) dell’idromorfone è stata approssimativamente 2 volte più elevata rispetto a quella dei soggetti con funzionalità renale nella norma, mentre l’emivita di eliminazione è rimasta invariata.

    • nei pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min), la concentrazione media (AUC plasmatica) dell’idromorfone è stata approssimativamente 4 volte più elevata di quella registrata nei soggetti con funzionalità renale nella norma, mentre l’emivita di eliminazione è stata 3 volte più lunga.

    Quindi, i pazienti affetti da insufficienza renale di grado moderato devono iniziare ad assumere una dose ridotta ed essere attentamente monitorati durante la fase di aggiustamento della dose. Per quanto riguarda i pazienti con grave insufficienza renale, è necessario prendere in considerazione un maggiore intervallo tra le dosi, oltre a un monitoraggio attento durante la terapia di mantenimento.

    Compromissione epatica

    Negli studi clinici, dopo la somministrazione di una singola dose di idromorfone compresse a rilascio immediato, sono stati osservati i seguenti risultati:

    • nei pazienti con insufficienza epatica moderata (punteggio 7–9 nella scala Child–Pugh), sia la biodisponibilità (AUC plasmatica) che le concentrazioni plasmatiche massime dell’idromorfone erano approssimativamente 4 volte più elevate rispetto a quelle dei controlli sani, mentre l’emivita di eliminazione era invariata.

    Quindi, i pazienti con insufficienza epatica di grado moderato devono iniziare ad assumere una dose ridotta ed essere attentamente monitorati durante la fase di titolazione.

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza e l’efficacia di JURNISTA nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. JURNISTA non è raccomandato per l’uso in questa popolazione.

    Modo di somministrazione

    I pazienti devono essere istruiti ad inghiottire la compressa di JURNISTA intera, accompagnata da un bicchiere d’acqua, ogni giorno all’incirca alla stessa ora senza mai masticarla, dividerla o frantumarla. JURNISTA può essere preso con o senza cibo (vedere paragrafo 5.2).

    Controindicazioni
  • insufficienza respiratoria
  • dolore addominale acuto di origine sconosciuta
  • asmatico
  • inibitori della monoaminossidasi
  • stato di coma
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Interazioni
  • morfina
  • nalbufina
  • pentazocina
  • analgesico
  • ipnotici
  • sedativi
  • anestetici
  • antipsicotici
  • alcool
  • agenti
  • miorilassanti
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Avvertenze

    Ipotensione

    Gli analgesici oppiacei, compreso l’idromorfone, possono causare una grave ipotensione nei pazienti la cui capacità di mantenimento della pressione sanguigna sia compromessa a causa della deplezione del volume ematico o della concomitante somministrazione di farmaci come le fenotiazine o gli anestetici generali.

    Ileo paralitico

    JURNISTA non deve essere somministrato nei casi in cui sussista il rischio di ileo paralitico. Se, durante il trattamento, si sospetta un ileo paralitico, è necessario interrompere la terapia.

    Impiego prima di interventi chirurgici

    Nel caso in cui siano programmati una cordotomia o altri interventi di attenuazione del dolore, i pazienti non devono essere trattati con JURNISTA nelle 24 ore successive a tali operazioni. Quindi, deve essere somministrata una nuova dose, in base alla variazione delle necessità di attenuazione del dolore, se esistente.

    Compromissione della respirazione

    La depressione respiratoria è il rischio più importante delle preparazioni a base di oppiacei, anche se è più frequente nei casi di sovradosaggio, nei pazienti anziani, nei pazienti debilitati e in quelli affetti da condizioni cliniche accompagnate da ipossia o ipercapnia, quando dosi anche moderate possono ridurre pericolosamente la respirazione. JURNISTA, analogamente agli altri oppiacei, deve essere impiegato con estrema cautela nei pazienti con una riserva respiratoria considerevolmente ridotta o una depressione respiratoria preesistente, nonché in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il dolore severo antagonizza gli effetti depressivi degli oppiacei a carico della respirazione. Tuttavia, se il dolore dovesse improvvisamente attenuarsi, tali effetti potrebbero manifestarsi rapidamente. I pazienti per i quali sono state programmate procedure di anestesia locale o un altro genere di interruzione delle vie di trasmissione del dolore, non devono essere trattati con JURNISTA dalle 24 ore precedenti la procedura. La somministrazione concomitante di idromorfone con altri analgesici oppiacei è associata a un incremento del rischio di insufficienza respiratoria. È quindi importante ridurre la dose di idromorfone, in caso di co–somministrazione con altri analgesici.

    Trauma cranico e aumento della pressione intracranica

    Gli effetti depressivi degli oppiacei a carico della respirazione, con ritenzione di anidride carbonica e aumento secondario della pressione del liquido cerebrospinale, possono essere marcatamente esacerbati in presenza di trauma cranico o di aumento della pressione intracranica. Gli oppiacei producono effetti che possono nascondere i segni neurologici di ulteriori aumenti di pressione intracranica in pazienti con trauma cranico. JURNISTA deve essere somministrato solo in circostanze in cui è ritenuto essenziale, ma sempre con estrema cautela.

    Tratto gastrointestinale e muscolatura liscia

    Analogamente agli altri oppiacei, l’idromorfone provoca una riduzione della motilità gastrointestinale associata a un aumento del tono della muscolatura liscia. La stipsi è un effetto indesiderato frequentemente segnalato in presenza di trattamento con gli oppiacei. È necessario raccomandare ai pazienti le misure da adottare per impedire la stipsi, oltre a considerare l’impiego di lassativi a scopo profilattico. Occorre porre estrema cautela nei pazienti con stipsi cronica.

    Condizioni cliniche o medicinali che causano un’improvvisa e apprezzabile diminuzione del tempo di transito gastrointestinale, possono causare una diminuzione dell’assorbimento dell’idromorfone contenuto in JURNISTA e possono potenzialmente condurre a sintomi di astinenza in pazienti con dipendenza fisica dagli oppioidi.

    La somministrazione di oppiacei può oscurare la diagnosi o il decorso clinico di condizioni acute addominali. Perciò è importante assicurarsi che il paziente non sia affetto da occlusione intestinale, in particolare da ileo, prima di iniziare il trattamento. L’idromorfone può inoltre provocare un aumento della pressione nelle vie biliari, a seguito dello spasmo dello sfintere di Oddi. Prestare quindi attenzione durante la somministrazione di JURNISTA a pazienti affetti da disturbi infiammatori od ostruttivi dell’intestino, da pancreatite acuta secondaria a patologia delle vie biliari e nei pazienti che si apprestano ad affrontare un intervento di chirurgia biliare.

    La compressa di JURNISTA è indeformabile e la sua forma non cambia in modo apprezzabile nel tratto gastrointestinale. Si sono verificati rari casi di sintomi ostruttivi in pazienti con stenosi note, in seguito all’ingestione di farmaci in formulazioni a rilascio controllato indeformabili (vedere paragrafo 4.3).

    È necessario avvisare i pazienti di non allarmarsi nel caso in cui dovessero notare nelle feci la compressa di JURNISTA, poiché si tratta solo dell’involucro indissolubile.

    Pazienti con rischi particolari

    JURNISTA, analogamente agli altri analgesici oppiacei, deve essere somministrato con cautela e a dosaggi ridotti nei pazienti affetti da insufficienza renale o insufficienza epatica da lieve a moderata, insufficienza corticosurrenale, mixedema, ipotiroidismo, ipertrofia prostatica o stenosi uretrale. Deve essere inoltre prestata molta attenzione nella somministrazione di JURNISTA nei pazienti affetti da depressione del sistema nervoso centrale (SNC), cifoscoliosi, psicosi tossica, alcolismo acuto, delirium tremens o disturbi convulsivi.

    Impiego nei pazienti anziani

    I pazienti anziani sono maggiormente predisposti a manifestare reazioni avverse a carico del SNC (confusione) e disturbi gastrointestinali, nonché riduzione fisiologica della funzionalità renale. Occorre quindi prestare molta attenzione, oltre a somministrare una dose iniziale ridotta. L’uso concomitante di altri farmaci, in particolare di antidepressivi triciclici, aumenta il rischio di confusione e stipsi. Nei pazienti anziani sono spesso presenti patologie a carico della ghiandola prostatica e delle vie urinarie, il che contribuisce ad aumentare il rischio di ritenzione urinaria. Le considerazioni sopra citate servono a sottolineare l’importanza di usare cautela nell’uso, piuttosto che implicare una limitazione d’uso degli oppiacei nei pazienti anziani.

    Dipendenza farmacologica, abuso e utilizzo con alcool

    La dipendenza fisica è uno stato di adattamento che si manifesta con una sindrome da astinenza specifica da oppiacei, che può essere causata da una brusca interruzione, una rapida riduzione della dose, una diminuzione dei livelli ematici del farmaco e/o la somministrazione di un antagonista.

    In generale, gli oppiacei non devono essere interrotti bruscamente (vedere paragrafo 4.2).

    JURNISTA deve essere somministrato con cautela nei pazienti alcolizzati o con dipendenza farmacologica di altro genere, a causa dell’aumento della frequenza a sviluppare tolleranza agli oppiacei e dipendenza psicologica riscontrata in questa popolazione di pazienti. Con l’abuso per via parenterale, gli eccipienti della compressa possono causare complicazioni letali.

    L’uso continuato di oppiacei, JURNISTA compreso, può generare lo sviluppo di tolleranza e di dipendenza fisica.

    È possibile che si verifichi un abuso volontario di JURNISTA, come accade con gli altri oppiacei, caratterizzato da modifiche comportamentali, non riscontrate nei pazienti il cui dolore viene opportunamente trattato con JURNISTA. Si ritiene che solo nei pazienti in un certo qual modo predisposti possa svilupparsi una dipendenza psicologica o un effetto che determina assuefazione, pur non essendo una risposta normale o prevista durante l’uso appropriato degli oppiacei per il trattamento del dolore. Tuttavia, anche se un paziente ha abusato di oppiacei in passato, l’idromorfone o gli altri oppiacei possono essere ancora indicati nel trattamento del dolore severo del paziente. La necessità di aumentare la dose può essere dovuta a una patologia sottostante e deve quindi essere rivalutata. Nella maggior parte dei casi, la richiesta riflette l’esigenza reale di attenuazione del dolore e non deve essere confusa con un uso inappropriato del farmaco.

    Anche se la dose è elevata, un aumento della dose non corrisponde a uno sviluppo di tolleranza.

    L’impiego di idromorfone da parte di chi svolge attività sportiva a livello agonistico comporta la squalifica. Idromorfone può determinare positività ai test antidoping.

    L’uso concomitante di alcool e di JURNISTA potrebbe aumentare gli effetti indesiderati di JURNISTA; l’uso concomitante deve essere evitato.

    Eccipiente di JURNISTA compresse a rilascio prolungato

    Contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp–lattasi o sindrome da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso dell’idromorfone in donne in gravidanza. Mentre gli studi nell’animale (vedere paragrafo 5.3) non hanno rivelato effetti teratogeni, è stata osservata tossicità riproduttiva. Nelle sperimentazioni condotte sull’animale, l’idromorfone ha dimostrato di attraversare la barriera placentare. Non è noto il rischio potenziale per l’uomo derivante dall’uso di oppiacei durante la gravidanza.

    JURNISTA non deve essere somministrato in gravidanza e durante il travaglio a causa di un indebolimento della contrattilità uterina e del rischio di depressione respiratoria nel neonato. Sintomi da astinenza possono essere osservati nei neonati di madri sottoposte a trattamento cronico.

    Allattamento

    Negli studi clinici, basse concentrazioni di idromorfone e altri oppiacei sono state riscontrate nel latte materno. Studi preclinici hanno dimostrato che l’idromorfone può essere trovato nel latte dei ratti che allattano. JURNISTA non deve essere usato durante l’allattamento.

    Fertilità

    Non è stato valutato l’effetto di idromorfone sulla fertilità umana.

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    Negli studi clinici con JURNISTA (n=2.340), le reazioni avverse più frequentemente riportate erano stipsi (32%), nausea (29%) e vomito (14%). Di solito possono essere gestite con riduzione della dose, lassativi (vedere paragrafi 4.2 e 4.4) o antiemetici, come più appropriato.

    Sonnolenza, capogiri, mal di testa e astenia erano stati riportati tra l’11% e il 16% dei pazienti.

    La depressione respiratoria era stata riportata all’incirca nello 0,1% dei pazienti.

    Lista delle reazioni avverse in formato tabulare

    La tabella riportata di seguito mostra le reazioni avverse osservate durante gli studi clinici e l’esperienza post–marketing con JURNISTA.

    Classificazione per sistemi e organi Reazioni avverse
      Frequenza
      Molto Comune (≥1/10) Comune (≥1/100; <1/10) Non comune (≥1/1000; <1/100) Raro (≥1/10.000; <1/1000) Molto raro (<1/10.000)
    Infezioni ed infestazioni   Gastroenterite Diverticolite    
    Disturbi del sistema immunitario     Ipersensibilità    
    Patologie endocrine       Ipogonadismo  
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Disidratazione, diminuzione dell’appetito Ritenzione di liquidi, aumento dell’appetito Iperuricemia  
    Disturbi psichiatrici   Allucinazioni, stato confusionale, depressione, ansia, alterazioni, dell’umore nervosismo, irrequietezza, insonnia, sogni anomali Attacco di panico, paranoia, apatia, disforia, euforia, diminuzione della libido, disturbi del sonno Aggressività  
    Patologie del sistema nervoso Sonnolenza, capogiri, mal di testa Sedazione, problemi della memoria, tremore, parestesia, ipoestesia Encefalopatia, diminuzione del livello di coscienza, sincope, disturbi dell’equilibrio, disturbi dell’attenzione, discinesia, disartria, iperestesia, coordinazione anomala, mioclono, crisi di pianto, disgeusia Convulsioni, iperattività piscomotoria, disturbi cognitivi, iperreflessia  
    Patologie dell’occhio   Offuscamento della visione Diplopia, secchezza dell’occhio Miosi  
    Patologie dell’orecchio e del labirinto   Vertigini Tinnito    
    Patologie cardiache     Tachicardia, extrasistoli, palpitazioni Bradicardia  
    Patologie vascolari   Ipertensione, rossore Ipotensione    
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dispnea Depressione respiratoria, sofferenza respiratoria, broncospasmo, ipossia, rinorrea Iperventilazione, starnuti  
    Patologie gastrointestinali Stipsi, nausea, vomito Diarrea, dolore addominale, dispepsia, peggioramento del reflusso esofageo, bocca secca Diverticoli, ostruzione intestinale, disturbi della motilità gastrointestinale, distensione addominale, disfagia, emorroidi, ematochezia, feci anormali, flatulenza, eruttazione, Perforazione dell’intestino crasso, ileo, ragadi anali, alterazioni dello svuotamento gastrico, duodenite, defecazione dolorosa, bezoario  
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Iperidrosi, prurito, eruzione cutanea Angioedema, orticaria, eritema Sensazione di bruciore della pelle  
    Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo   Artralgia, mialgia, dolore alla schiena, dolore alle estremità, spasmi muscolari      
    Patologie renali e urinarie   Disuria Ritenzione urinaria, esitazione nell’urinare, pollachiuria, disturbi della minzione    
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Disfunzione erettile, disfunzioni sessuali    
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Sindrome da astinenza dal farmaco, edema, piressia, brividi, oppressione toracica, dolore Sindrome simil–influenzale, difficoltà a camminare, sensazione di nervosismo, sensazione di anormalità, malessere, sensazione di cambiamento della temperatura corporea Sensazione di ubriachezza, stato di confusione come dopo una sbornia  
    Esami diagnostici   Calo ponderale Diminuzione potassio plasmatico, aumento enzimi epatici Aumento amilasi plasmatica, diminuzione temperatura corporea, diminuzione testosterone plasmatico  
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura   Cadute, contusioni Sovradosaggio    

    Le seguenti reazioni avverse aggiuntive sono state riportate con altre formulazioni a base di idromorfone cloridrato: dipendenza, tolleranza al farmaco e coliche biliari.

    In letteratura sono stati segnalati i seguenti eventi di cui non si conosce la frequenza: insufficienza respiratoria, delirio e amenorrea.

    Depressione respiratoria

    La depressione respiratoria può essere più probabile in alcuni sottogruppi di pazienti (vedere paragrafo 4.4).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa rivestita

    Polietilene ossido 200K

    Povidone K29–32

    Magnesio stearato

    Ferro ossido giallo E172 (solo per le compresse da 4 e 32 mg)

    Butilidrossitoluene E321

    Polietilene ossido 2000K

    Sodio cloruro

    Ipromellosa

    Ferro ossido nero E172

    Lattosio anidro

    Cellulosa acetato

    Macrogol 3350

    Rivestimento colorato

    8 mg, 16 mg, 32 mg e 64 mg: Lattosio monoidrato, ipromellosa, titanio diossido E171, glicerolo triacetato, ferro ossido rosso E172 (8 mg) / ferro ossido giallo E172 (16 mg)/indigotina E132 (64 mg).

    4 mg: ipromellosa, titanio diossido E171, macrogol 400, ferro ossido giallo E172, ferro ossido rosso E172 e ferro ossido nero E172.

    Rivestimento trasparente

    Ipromellosa

    Macrogol 400

    Inchiostro di stampa

    Ferro ossido nero E172

    Glicole propilenico

    Ipromellosa

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore a 25°C.