Posologia
La dose di immunoglobulina anti–D deve essere stabilita in base al livello di esposizione agli eritrociti Rh(D) positivi e al fatto che 0,5 ml di concentrati eritrocitari Rh(D) positivi o 1 ml di sangue Rh(D) positivo vengono neutralizzati da circa 10 mcg (50 UI) di immunoglobulina anti–D.
Il dosaggio e lo schema posologico per le immunoglobuline umane anti–D per uso intramuscolare devono anche tenere conto delle raccomandazioni presenti nelle linee guida ufficiali.
Si raccomanda di seguire lo schema posologico che segue.
Prevenzione della immunizzazione Rh(D) in donne Rh(D)–negative:
• Profilassi pre–parto. Secondo le raccomandazioni generali, le dosi attualmente somministrate vanno da 50 a 330 mcg o da 250 a 1650 UI
• Profilassi pre–parto programmata:
Una singola dose tra la 28° e la 30° settimana di gravidanza o due dosi nelle settimane 28 e 34.
• Profilassi pre–parto conseguente a complicanze in gravidanza:
Una singola dose deve essere somministrata nel più breve tempo possibile e comunque entro 72 ore e, se necessario, deve essere ripetuta ad intervalli di 6–12 settimane per l’intera durata della gravidanza.
• Profilassi post–parto. Secondo le raccomandazioni generali, le dosi attualmente somministrate vanno da 100 a 300 mcg o da 500 a 1500 UI. Se viene somministrata la dose più bassa (100 mcg o 500 UI), deve essere eseguito un test per stabilire l’entità dell’emorragia feto–materna.
Nell’utilizzo post–parto, il prodotto deve essere somministrato alla madre prima possibile, entro 72 ore dal parto di un neonato Rh positivo (D, Ddebole, Dparziale). Se sono trascorse più di 72 ore dal parto, il prodotto deve essere comunque somministrato appena possibile.
La dose post–parto deve essere comunque somministrata anche quando è stata effettuata la profilassi pre–parto, anche se è ancora presente nel siero materno un’attività residua della profilassi pre–parto.
Se si sospetta un’emorragia materno–fetale massiva [> 4 ml (0,7–0,8% delle donne)], ad esempio in caso di anemia fetale/neonatale o di morte fetale intrauterina, deve essere determinata la sua entità con il metodo appropriato, ad esempio il test di eluizione acida di Kleihauer–Betke per la determinazione del livello di HbF fetale (emoglobina fetale) o la citometria a flusso che identifica selettivamente le cellule Rh(D) positive. Ulteriori dosi di immunoglobulina anti–D devono essere somministrate di conseguenza (10 mcg o 50 UI ogni 0,5 ml di eritrociti fetali).
Trasfusioni incompatibili di globuli rossi.
La dose raccomandata è di 20 mcg (100 UI) di immunoglobulina anti–D ogni 2 ml di sangue Rh(D)–positivo trasfuso oppure ogni 1 ml di concentrato eritrocitario. La dose appropriata deve essere calcolata con la consulenza di uno specialista in materia di trasfusione di sangue. I test di follow–up per i globuli rossi Rh(D)–positivi devono essere fatti ogni 48 ore e deve essere somministrata ulteriore immunoglobulina anti–D fino alla totale scomparsa dei globuli rossi Rh(D) positivi dal circolo sanguigno. In caso di trasfusioni incompatibili più ampie, è sufficiente una dose massima di 3000 mcg (15000 UI), indipendentemente dal fatto che il volume di trasfusione sia maggiore di 300 ml di eritrociti Rh(D)–positivi. In questi casi il contenuto di sodio del medicinale deve essere tenuto in considerazione per i pazienti con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta iposodica.
È consigliato l’uso di un prodotto endovenoso alternativo, in quanto consente di raggiungere immediatamente livelli plasmatici adeguati. In assenza di un prodotto per uso endovenoso, la dose elevata deve essere somministrata per via intramuscolare nell’arco di un periodo di diversi giorni.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di IMMUNORHO nei bambini non sono state ancora stabilite. Il dosaggio appropriato deve essere calcolato con la consulenza di uno specialista in medicina trasfusionale.
Modo di somministrazione
Per uso intramuscolare
Se è necessario un volume elevato (> 2 ml per i bambini o > 5 ml per gli adulti), si raccomanda di suddividerlo in più dosi da iniettare in siti differenti.
Per le istruzione sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione vedere paragrafo 6.6.
Accertarsi che IMMUNORHO non sia somministrato in un vaso sanguigno, a causa del rischio di shock.
Nel caso di impiego post–parto, il prodotto deve essere somministrato alla madre. Non deve essere somministrato al neonato.
Il prodotto non è indicato per donne Rh(D) positive e per donne già immunizzate nei confronti dell’antigene Rh(D).
Vere reazioni da ipersensibilità sono rare, ma potrebbero verificarsi risposte di tipo allergico all’immunoglobulina umana anti–D.
IMMUNORHO contiene piccole quantità di IgA. Sebbene l’immunoglobulina anti–D sia stata impiegata con successo nel trattamento di soggetti selezionati con deficit di IgA, gli individui con deficit di IgA possono sviluppare anticorpi anti–IgA e andare incontro a reazioni anafilattiche dopo la somministrazione di plasmaderivati che contengono le IgA. Il medico deve quindi valutare il beneficio del trattamento con IMMUNORHO contro il rischio potenziale di reazioni di ipersensibilità.
Raramente, le immunoglobuline umane anti–D possono indurre una riduzione della pressione arteriosa con reazione anafilattica, anche nei pazienti che hanno tollerato precedenti trattamenti con le immunoglobuline umane.
Il sospetto di reazioni di tipo allergico o anafilattico impone l’immediata interruzione dell’iniezione. In caso di shock, deve essere attuato il trattamento medico standard per lo shock.
Pazienti che ricevono dosi molto elevate di immunoglobulina anti–D a causa di trasfusioni incompatibili, devono essere monitorati clinicamente e attraverso parametri biologici per il rischio di una reazione emolitica.
Informazioni sulla sicurezza relativamente ad agenti trasmissibili
Misure standard per prevenire le infezioni conseguenti all’uso di prodotti medicinali preparati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, lo screening delle donazioni individuali e dei pool plasmatici per specifici marcatori di infezione e l’inclusione di step di produzione efficaci per l’inattivazione/rimozione dei virus.
Ciò nonostante, quando si somministrano specialità medicinali preparate da sangue o plasma umano non può essere totalmente esclusa la possibilità di trasmissione di agenti infettivi. Ciò si applica anche a virus e altri patogeni emergenti o sconosciuti.
Le misure adottate sono considerate efficaci per i virus con involucro lipidico come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV) e per il virus dell’epatite A (HAV) senza involucro lipidico.
Le misure adottate hanno un valore limitato contro i virus senza involucro lipidico come il parvovirus B19. C’è una esperienza clinica rassicurante in merito all’assenza di trasmissione dell’epatite A e del parvovirus B19 con le immunoglobuline e si può presumere che il contenuto di anticorpi apporti un importante contributo alla sicurezza virale.
E’ fortemente consigliato che ogni volta che si somministra IMMUNORHO ad un paziente, siano registrati il nome ed il numero di lotto, in modo tale da mantenere un collegamento tra il paziente ed il lotto del prodotto.
Interferenze con i test sierologici
Dopo l’iniezione di immunoglobuline, l’aumento transitorio degli anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può determinare risultati falsamente positivi nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi contro gli antigeni eritrocitari, es. A, B o D, può interferire con alcune analisi sierologiche per gli anticorpi dei globuli rossi, per esempio il test dell’antiglobulina (test di Coombs), in particolare in neonati Rh(D) positivi le cui madri abbiano ricevuto la profilassi pre–parto.
Avvertenze relative agli eccipienti
Il prodotto contiene 3,9 mg di sodio per ml, cioè è praticamente ’senza sodio’. In caso di trasfusioni incompatibili di sangue Rh(D) positivo o di altri prodotti contenenti globuli rossi, il contenuto di sodio deve essere tenuto in considerazione per i pazienti con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a regime sodico controllato, in base al volume trasfuso (vedere paragrafo 4.2 "Posologia e modo di somministrazione").
Popolazione pediatrica
Non sono richieste misure o monitoraggi specifici per la popolazione pediatrica.
Gravidanza
Questo medicinale è destinato all’uso in gravidanza.
Allattamento
Questo medicinale può essere usato durante l’allattamento. Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno.
Fertilità
Non sono stati condotti studi sulla fertilità con IMMUNORHO.
Riassunto del profilo di sicurezza
Con prodotti a base di immunoglobulina umana anti–D per uso intramuscolare si possono osservare effetti indesiderati clinicamente rilevanti, quali ipersensibilità e shock anafilattico.
Altri effetti indesiderati che si possono manifestare includono tachicardia, ipotensione, cefalea, nausea, vomito, reazione della cute, eritema, prurito, artralgia, piressia, brividi e malessere.
In corrispondenza del sito di iniezione si possono manifestare tumefazione, dolore, eritema, indurimento, calore, prurito ed eruzione cutanea.
Per la sicurezza nei confronti di agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.
Elenco delle reazioni avverse
La tabella seguente è stata stilata in base alla classificazione per sistemi e organi (SOC) e ai termini preferiti (PT) del dizionario MedDRA e riporta gli effetti indesiderati correlati all’uso del principio attivo immunoglobulina umana anti–D, per uso intramuscolare.
Non ci sono dati robusti, derivati da studi clinici, sulla frequenza di reazioni avverse.
Le frequenze sono state valutate sulla base delle seguenti convenzioni: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1,000, <1/100); raro (≥1/10,000, <1/1,000); molto raro (<1/10,000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi ed organi (SOC) secondo MedDRA | Effetti indesiderati (termini MedDRA PT) | Frequenza |
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità, shock anafilattico | Non nota |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Non nota |
Patologie cardiache | Tachicardia | Non nota |
Patologie vascolari | Ipotensione | Non nota |
Patologie gastrointestinali | Nausea, vomito | Non nota |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Reazione della cute, eritema, prurito | Non nota |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Artralgia | Non nota |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Piressia, malessere, brividi Nella sede di iniezione: tumefazione, dolore, eritema, indurimento, sentire caldo, prurito, eruzione cutanea. | Non nota |
Popolazione pediatrica
Non sono disponibili dati specifici per la popolazione pediatrica.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco
Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili
Polvere e solvente per soluzione iniettabile
Flaconcino polvere :
Glicina
Sodio cloruro
Fiala solvente :
Acqua per preparazioni iniettabili
Soluzione iniettabile in Siringa pre–riempita
Glicina
Sodio cloruro
Acqua per preparazioni iniettabili
Polvere e solvente per soluzione iniettabile
Conservare a temperatura inferiore ai 25°C.
Non congelare.
Conservare nel contenitore originale e nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Soluzione iniettabile:
Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).Non congelare.
Conservare nel contenitore originale e nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.