Principio attivo:Flecainide acetato
Gruppo terapeutico:Antiaritmici, classe i e iii
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • aritmie
  • flutter atriale
  • tachicardia
  • cardiopatie
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    Posologia

    Posologia

    L’inizio della terapia a base di flecainide acetato e le modifiche della dose devono avvenire sotto superivisione medica e sotto controllo elettrocardiografico e monitoraggio dei livelli plasmatici. Potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero durante tali procedure per determinati pazienti, particolarmente per i pazienti con aritmie ventricolari potenzialmente fatali. Queste decisioni devono essere prese sotto la supervisione di uno specialista. Nei pazienti con una cardiopatia organica sottostante e specialmente in quelli con anamnesi di infarto del miocardio, il trattamento con flecainide deve iniziare solo se altri agenti antiaritmici, diversi da quelli di classe IC (specialmente l’amiodarone), sono inefficaci o non tollerati e se il trattamento non farmacologico (chirugia, ablazione, impianto di defibrillatore) non è indicato. Durante il trattamento è richiesto uno stretto monitoraggio medico dell’ECG e dei livelli plasmatici.

    Adulti e adolescenti (13–17 anni di età)

    Aritmie sopraventricolari : Il dosaggio iniziale raccomandato è di 100 mg al giorno. L’aumento della dose può essere considerato dopo un periodo di 4 a 5 giorni. La dose ottimale è di 200 mg al giorno. Se necessario, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 300 mg/die.

    Aritmie ventricolari : Il dosaggio iniziale raccomandato è di 200 mg al giorno. La dose massima giornaliera è di 400 mg e questa viene solitamente riservata a pazienti di costituzione robusta oppure quando è richiesto un rapido controllo dell’aritmia. Dopo 3–5 giorni si raccomanda di regolare progressivamente la dose al livello minimo che mantenga l’aritmia sotto controllo. Durante trattamenti a lungo termine è possibile ridurre la dose.

    Pazienti anziani:

    Nei pazienti anziani la dose massima giornaliera deve essere di 100 mg poiché negli anziani la velocità di eliminazione della flecainide dal plasma può essere ridotta. Questo deve essere preso in considerazione quando si aggiusta la dose. La dose per i pazienti anziani non deve superare i 300 mg/die.

    Popolazione pediatrica:

    A causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia, l’uso della flecainide acetato non è raccomandato nei bambini con meno di 12 anni d’età.

    Livelli plasmatici :

    Sulla base della soppressione delle CPV, sembra che per ottenere il massimo effetto terapeutico siano necessari livelli plasmatici di 200–1000 ng/ml. Livelli plasmatici superiori a 700–1000 ng/ml sono associati a una maggiore probabilità di eventi avversi.

    Pazienti con funzionalità renale compromessa:

    Nei pazienti con significativa compromissione renale (clearance della creatinina di 35ml/min/1.73m² o inferiore) la dose iniziale massima deve essere di 100 mg/die. Quando usata in questi pazienti, si raccomanda fortemente un frequente monitoraggio del livello plasmatico. A seconda dell’effetto e della tollerabilità, la dose può in seguito essere aumentata con cautela. Dopo 6–7 giorni la dose può essere aggiustata, a seconda dell’effetto e della tollerabilità. Alcuni pazienti con insufficienza renale grave possono avere una clearance della flecainide molto lenta e quindi un’emivita prolungata (60–70 ore).

    Pazienti con funzionalità epatica compromessa:

    I pazienti con insufficienza epatica devono essere strettamente monitorati e la dose non deve superare i 100 mg/die.

    I pazienti con un pacemaker permanente in situ devono essere trattati con cautela e la dose non deve superare i 200 mg al giorno.

    Nei pazienti trattati contemporaneamente con cimetidina o amiodarone è richiesto un attento monitoraggio. In alcuni pazienti può essere necessario ridurre la dose e questa non deve superare i 200 mg al giorno. I pazienti devono essere monitorati durante la terapia iniziale e di mantenimento.

    Durante la terapia si raccomanda di eseguire a intervalli regolari il monitoraggio dei livelli plasmatici e controlli ECG (controlli ECG una volta al mese ed ECG su lungo periodo ogni 3 mesi). All’inizio della terapia e quando la dose viene aumentata, l’ECG deve essere effettuato ogni 2–4 giorni.

    Se la flecainide viene utilizzata in pazienti con restrizioni della dose, è necessario effettuare frequenti controlli elettrocardiografici (oltre al regolare monitoraggio plasmatico della flecainide). Ogni 6–8 giorni deve essere eseguito un aggiustamento della dose. In alcuni pazienti deve essere effettuato un ECG alla seconda e terza settimana per controllare la dose individuale.

    Modo di somministrazione

    Per uso orale. Per evitare che il cibo influisca sull’assorbimento del farmaco, la flecainide deve essere assunta a stomaco vuoto o un’ora prima dell’assunzione di cibo.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al(ai) principio(i) attivo
  • insufficienza cardiaca
  • infarto del miocardio
  • tachicardia
  • fibrillazione
  • shock cardiogeno
  • bradicardia
  • grave ipotensione
  • cardiopatia valvolare
  • disfunzione del nodo
  • blocco di branca
  • aritmie
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    Interazioni
  • antiaritmici
  • chinidina
  • beta–bloccanti
  • amiodarone
  • calcio
  • verapamil
  • vita
  • neurolettici
  • propranololo
  • ritonavir
  • antistaminici
  • fenitoina
  • fenobarbitale
  • carbamazepina
  • diuretici
  • corticosteroidi
  • lassativi
  • astemizolo
  • terfenadina
  • indinavir
  • paroxetina
  • fluoxetina
  • antidepressivi triciclici
  • induttori enzimatici
  • noti
  • cimetidina
  • fumo
  • digossina
  • digitale
  • dopo
  • anticoagulanti orali
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    Avvertenze

    Il trattamento con flecainide per via orale deve avvenire in ospedale o sotto la supervisione di uno specialista per i pazienti con:

    • Tachicardia AV nodale reciprocante; aritmie associate alla sindrome di Wolff–Parkinson–White e nelle condizioni simili con vie di conduzione accessorie.

    • Fibrillazione atriale parossistica nei pazienti con sintomi disabilitanti.

    L’inizio della terapia con la flecainide acetato e le modifiche della dose devono avvenire sotto supervisione medica e sotto controllo elettrocardiografico e monitorando i livelli plasmatici.

    Per alcuni pazienti, durante tali procedure, può essere necessario il ricovero ospedaliero, particolarmente per i pazienti con aritmie ventricolari potenzialmente fatali.

    Flecainide, come altri antiaritmici, può provocare effetti pro–aritmici, cioè può provocare la comparsa di un tipo più grave di aritmia, aumentare la frequenza di una aritmia esistente o la gravità dei sintomi (vedere paragrafo 4.8).

    Flecainide deve essere evitata nei pazienti con malattia cardiaca strutturale o anormale funzione ventricolare sinistra (vedere paragrafo 4.8).

    Disturbi elettrolitici (ad esempio ipo– e iperpotassiemia) devono essere corretti prima di usare la flecainide (vedere paragrafo 4.5 per alcuni farmaci che causano disturbi elettrolitici). L’ipopotassiemia o l’iperpotassiemia possono influire sugli effetti degli agenti antiaritmici di classe 1. I pazienti che utilizzano diuretici, corticosteroidi o lassativi possono presentare ipopotassiemia.

    La grave bradicardia o la marcata ipotensione devono essere corrette prima di usare flecainide.

    Poiche’ l’eliminazione di flecainide dal plasma puo’ essere nettamente piu’ lenta nei pazienti con insufficienza epatica significativa, flecainide non deve essere usata in tali pazienti a meno che i potenziali benefici superino i rischi. E’ raccomandato un monitoraggio dei livelli plasmatici.

    La flecainide deve essere usata con cautela in pazienti con compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina ≤ 35ml/min/1,73m²) e si raccomanda il monitoraggio terapeutico del farmaco.

    Il tasso di eliminazione della flecainide dal plasma può essere ridotto negli anziani. Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si effettua l’aggiustamento della dose.

    Flecainide non è raccomandata nei bambini al di sotto dei 12 anni di età, in quanto vi sono evidenze insufficienti del suo uso in questa fascia di età.

    Flecainide è nota per aumentare le soglie di stimolazione endocardica, cioè per diminuire la sensibilità della stimolazione endocardica. Questo effetto è reversibile ed è più marcato sulla soglia di stimolazione acuta rispetto alla cronica. Flecainide dovrebbe quindi essere usata con cautela in tutti i pazienti con pacemaker permanente o con elettrodi di stimolazione temporanea, e non deve essere somministrata a pazienti con pacemaker a bassa soglia o pacemaker non programmabili, a meno che non si abbia a disposizione uno stimolatore cardiaco per una cardiostimolazione di emergenza.

    In generale, il raddoppiamento dell’ampiezza della pulsazione o del voltaggio è sufficiente per riottenere la cattura, ma può essere difficile arrivare a soglie ventricolari inferiori a 1 Volt al primo impianto in presenza di flecainide.

    Il minore effetto inotropo negativo della flecainide può aumentare d’importanza nei pazienti predisposti a insufficienza cardiaca. Per alcuni pazienti è risultata difficile la defibrillazione. Nella maggior parte dei casi riportati, i pazienti soffrivano di un disturbo cardiaco pre–esistente con un ingrossamento cardiaco, anamnesi di infarto del miocardio, cardiopatia arteriosclerotica e insufficienza cardiaca.

    La flecainide deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con insorgenza acuta di fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca.

    Flecainide ha mostrato di aumentare il rischio di mortalità post–infarto miocardico in pazienti con aritmia ventricolare asintomatica.

    In caso di fallimento della terapia è stata riscontrata un’accelerazione della frequenza ventricolare di fibrillazione atriale.

    Flecainide prolunga l’intervallo QT e allarga il complesso QRS del 12–20%. L’effetto dell’intervallo JT è insignificante.

    Una sindrome di Brugada può essere smascherata grazie alla terapia con flecainide. In caso di sviluppo di alterazioni dell’ECG durante il trattamento con flecainide che possono indicare la sindrome di Brugada, deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.

    I latticini (latte, latte artificiale e probabilmente anche lo yogurt) possono ridurre l’assorbimento di flecainide nei bambini e nei lattanti. La flecainide non è approvata per l’uso nei bambini di età inferiore a 12 anni, comunque è stata riportata tossicità durante il trattamento con flecainide nei bambini che avevano ridotto il loro apporto di latte e nei lattanti che erano passati dal latte artificiale all’alimentazione con destrosio.

    Per ulteriori avvertenze e precauzioni fare riferimento al paragrafo 4.5.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati sulla sicurezza del farmaco in gravidanza. In conigli di razza White New Zealand, alte dosi di flecainide hanno causato alcune anomalie fetali, ma questi effetti non sono stati osservati nei conigli Dutch Belted o nei ratti (vedere paragrafo 5.3). La rilevanza di questi risultati per gli esseri umani non e’ stata stabilita. I dati hanno mostrato che flecainide attraversa la placenta arrivando fino al feto nelle pazienti trattate con la flecainide durante la gravidanza. Flecainide deve essere usata in gravidanza solo se i benefici superano i rischi. Se la flecainide viene usata durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare i livelli plasmatici materni di flecainide durante tutta la gravidanza.

    Allattamento

    Flecainide e’ escreta nel latte materno. Le concentrazioni plasmatiche ottenute in un lattante sono 5–10 volte inferiori alle concentrazioni terapeutiche di farmaco (vedere paragrafo 5.2). Sebbene il rischio di effetti nocivi per il lattante sia ridotto, flecainide deve essere usata durante l’allattamento solo se i benefici superano i rischi.

    Effetti Collaterali

    Come altri antiaritmici, la flecainide può avere l’effetto di indurre aritmia.

    L’aritmia esistente può aggravarsi o può insorgere nuova aritmia. Il rischio di effetti pro–aritmici è più probabile in pazienti con cardiopatia strutturale e/o insufficienza ventricolare sinistra significativa.

    Gli effetti indesiderati cardiovascolari che si manifestano più comunemente sono blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado, bradicardia, insufficienza cardiaca, dolore toracico, infarto miocardico, ipotensione, arresto sinusale, tachicardia (AT e VT) e palpitazioni.

    Gli effetti indesiderati più comuni sono capogiri e disturbi visivi che si verificano in circa il 15% dei pazienti che ricevono il trattamento. Questi effetti avversi sono solitamente transitori e scompaiono con la continuazione o riduzione della dose. Il seguente elenco degli effetti indesiderati si basa sulle esperienze derivanti da studi clinici e sulle segnalazioni dopo la commercializzazione.

    Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito per classe sistemica organica e frequenza. Le frequenze sono definite come:

    Molto comune (≥1/10)

    Comune (≥1/100, <1/10)

    Non comune (≥1/1.000, <1/100)

    Raro (≥1/10.000, <1/1.000)

    Molto raro (<1/10.000)

    Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Non comune: conta eritrocitaria diminuita, conte dei leucociti diminuita e conta piastrinica diminuita

    Disturbi del sistema immunitario

    Molto raro: incremento degli anticorpi antinucleo con o senza infiammazione sistemica

    Disturbi psichiatrici

    Raro: allucinazioni, depressione, stato confusionale, ansia, amnesia, insonnia

    Patologie del sistema nervoso

    Molto comune: capogiri, vertigini e stordimento che sono solitamente transitori

    Raro: paraestesia, atassia, ipoestesia, iperidrosi, sincope, tremore, vampate, sonnolenza, cefalea, neuropatia periferica, convulsioni, discinesia

    Patologie dell’occhio

    Molto comune: alterazioni visive, quali diplopia e visione offuscata

    Molto raro: depositi corneali

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Raro: tinnito, vertigini

    Patologie cardiache

    Comune: proaritmia (più probabile nei pazienti con malattia cardiaca strutturale)

    Non comune: i pazienti con flutter atriale possono sviluppare una conduzione AV 1: 1 con aumento della frequenza cardiaca.

    Non nota: possono verificarsi aumenti di PR e QRS correlati alla dose (vedere paragrafo 4.4). Soglie di stimolazione alterate (vedere paragrafo 4.4). Blocco atrioventricolare di secondo grado e blocco atrioventricolare di terzo grado, arresto cardiaco, bradicardia, insufficienza cardiaca/insufficicenza cardiaca congestizia, dolore toracico, ipotensione, infarto miocardico, palpitazione, arresto sinusale e tachicardia (AT o VT) o fibrillazione ventricolare. Smascheramento di una pre–esistente sindrome di Brugada.

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Comune: dispnea

    Raro: polmonite

    Non nota: fibrosi polmonare, malattia polmonare interstiziale

    Patologie gastrointestinali

    Non comune: nausea, vomito, stipsi, dolore addominale, diminuzione dell’appetito, diarrea, dispepsia, flatulenza

    Patologie epatobiliari

    Raro: aumento degli enzimi epatici con o senza ittero

    Non nota: disfunzione epatica

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Non comune: dermatite allergica, incluso rash, alopecia

    Raro: orticaria grave

    Molto raro: reazioni di fotosensibilità

    Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Comune: astenia, affaticamento, febbre, edema, malessere

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/ rischio del medicinale.Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo "www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili".

    Eccipienti

    Per tutte le capsule:

    povidone (K25),

    cellulosa microcristallina (PH 101),

    crospovidone (Tipo A),

    silice colloidale anidra,

    stearato di magnesio,

    copolimero dell’acido metacrilico e del metil–metacrilato (1: 2),

    macrogol 400

    talco,

    anche:

    Solo per le capsule 50 mg:

    gelatina e

    titanio diossido.

    Solo per le capsule da 100 mg:

    gelatina,

    titanio diossido e

    ferro ossido nero.

    Solo per le capsule da 150 mg:

    gelatina,

    titanio diossido e

    ferro.ossido nero

    Solo per le capsule da 200 mg:

    gelatina,

    titanio diossido,

    ferro ossido nero

    ferro ossido rosso.

    Conservazione

    Conservare a temperature non superiori a 30°C.