Femipres plus (Ucb pharma spa)

Compresse rivestite 14cpr 15mg+25mg

da8.84 €
Principio attivo:Moexipril cloridrato/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Ace inibitori, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione essenziale
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    Posologia

    I pazienti la cui pressione arteriosa è stata stabilizzata con la libera associazione costituita da 15 mg di moexipril cloridrato e di 25 mg di HCTZ devono assumere una compressa rivestita con film di Femipres Plus 15 mg/25 mg al giorno, al mattino.

    Le associazioni a dose fissa non sono raccomandate per la terapia iniziale. Di conseguenza, un paziente la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata con moexipril o con HCTZ può essere trattato con l’associazione fissa di moexipril cloridrato e HCTZ, se la sua pressione arteriosa è stata stabilizzata con la libera associazione di questi componenti somministrati nelle stesse proporzioni.

    Pazienti con funzionalità renale compromessa

    Femipres Plus non deve essere somministrato a pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina < 40 ml/min; vedere paragrafo 4.3).

    Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata (clearance della creatinina > 40 ml/min ma < 60 ml/min) questa associazione fissa deve essere somministrata con molta cautela e, se necessario, è richiesta la titolazione della dose dei singoli componenti e deve essere iniziata solamente sotto la stretta supervisione del medico.

    In aggiunta, nei pazienti con funzionalità renale compromessa, è obbligatorio uno stretto monitoraggio della funzionalità renale da parte del medico.

    Uso negli anziani

    Nei pazienti anziani è necessario un aggiustamento della dose.

    Deve essere effettuata la titolazione della dose dei singoli componenti e deve essere iniziata solamente sotto la stretta supervisione del medico.

    Uso nei bambini

    Femipres Plus non deve essere somministrato nei bambini.

    Controindicazioni
  • diabete mellito
  • anuria
  • valvola aortica o mitrale
  • cardiomiopatia ipertrofica</p
  • ipokaliemia
  • iponatriemia
  • ipercalcemia
  • iperuricemia sintomatica
  • gravidanza
  • bambini
  • funzionalità renale gravemente compromessa
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    Interazioni
  • spironolattone
  • amiloride
  • triamterene
  • litio
  • diuretici tiazidici
  • anestetici
  • ipotensivi
  • narcotici
  • anti–ipertensivi
  • ipotensivo
  • betabloccanti
  • agenti
  • citostatici
  • immunosoppressori
  • corticosteroidi
  • procainamide
  • allopurinolo
  • anti–infiammatori non steroidei
  • diuretico
  • antipertensivo
  • simpaticomimetici
  • antipertensivi
  • antidiabetici
  • insulina
  • metformina
  • calcio
  • vitamina
  • salicilati
  • furosemide
  • penicillina
  • lassativi
  • miorilassanti
  • miorilassante
  • tubocurarina
  • tiazidico
  • anticolinergici
  • atropina
  • biperidene
  • adrenalina
  • ciclofosfamide
  • metotressato
  • antiaritmici
  • astemizolo
  • eritromicina
  • terfenadina
  • vincamina
  • glicosidi digitalici
  • magnesio
  • metildopa
  • colestiramina
  • amantadina
  • mezzi di contrasto iodati
  • state segnalate
  • agente
  • alcool
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    Avvertenze

    Moexipril cloridrato/HCTZ deve essere utilizzato solo a condizione che si presti cautela in pazienti con:

    • squilibri elettrolitici clinicamente importanti

    • diminuita risposta immunitaria

    • collagenosi vascolari (es. lupus eritematoso, sclerodermia)

    • concomitante terapia farmacologica immunosoppressiva sistemica (es. corticosteroidi, agenti citostatici, antimetaboliti) e allopurinolo, procainamide o litio.

    La pressione sanguigna e i rispettivi parametri di laboratorio devono essere attentamente monitorati, in particolare all’inizio della terapia con ACE inibitori, in pazienti con:

    • funzionalità renale compromessa (clearance della creatinina 40–60 ml/min)

    • ipertensione di grado severo, ipertensione renale

    • insufficienza cardiaca

    • deplezione di sali e/o fluidi

    • età superiore ai 65 anni

    Ipotensione:

    Moexipril cloridrato/HCTZ può provocare una profonda caduta della pressione arteriosa, in particolare all’inizio della terapia, con sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza e disturbi visivi. Possono verificarsi rari casi di sincope. Nell’8% dei pazienti trattati con un’associazione di moexipril e HCTZ è stata osservata ipotensione sintomatica, che ha indotto la sospensione della terapia in circa l’1% dei pazienti.

    L’ipotensione sintomatica è rara in pazienti con ipertensione non complicata e si può verificare con maggiore probabilità in pazienti con deplezione di sale e/o volume come risultato di una terapia diuretica prolungata, restrizione dell’assunzione di sale con la dieta, dialisi, diarrea o vomito. La deplezione di sale e/o volume deve essere corretta prima di iniziare la terapia con moexipril cloridrato e HCTZ.

    In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, con o senza insufficienza renale concomitante, una eccessiva ipotensione causata dalla terapia con ACE–inibitori può essere associata con oliguria o azotemia e, raramente, con insufficienza renale acuta e morte. Questi pazienti devono essere attentamente seguiti all’inizio della terapia e ogniqualvolta la dose di moexipril cloridrato/HCTZ è aumentata.

    Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essere somministrata una soluzione di sodio cloruro tramite infusione endovenosa. Il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ può solitamente essere continuato in seguito al ripristino di un’adeguata pressione sanguigna e della volemia.

    Per i pazienti che presentano una riduzione eccessiva della pressione arteriosa con moexipril cloridrato/HCTZ, deve essere richiesta la titolazione della dose dei singoli componenti e deve essere iniziata sotto stretto controllo medico.

    Il duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS) con bloccanti del recettore dell’angiotensina, ACE inibitori o aliskiren è associato ad un incremento del rischio di ipotensione rispetto alla monoterapia (vedere il paragrafo "Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)" più sotto e il paragrafo 4.5). La pressione sanguigna, la funzione renale e gli elettroliti devono essere attentamente monitorati nei pazienti che assumono moexipril cloridrato/HCTZ e altri agenti che hanno effetto sul RAAS.

    Ipertensione vascolare renale:

    La funzionalità renale deve essere controllata prima di iniziare una terapia con un ACE–inibitore. Vi è un aumentato rischio di ipotensione grave e insufficienza renale quando pazienti con ipertensione vascolare renale sono trattati con moexipril cloridrato/HCTZ. Si può verificare la perdita della funzionalità renale, con soltanto lievi variazioni della creatinina sierica. In caso di stenosi dell’arteria renale (stenosi bilaterale o stenosi in presenza di un rene solitario anatomico o funzionale) gli ACE inibitori sono controindicati (vedere paragrafo 4.3).

    Funzionalità renale compromessa:

    In soggetti sensibili possono essere previste alterazioni della funzionalità renale a causa dell’inibizione del sistema renina–angiotensina–aldosterone. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone, il trattamento con ACE inibitori, incluso moexipril, può essere associato ad oliguria e/o azotemia progressiva e (raramente) a insufficienza renale acuta e/o decesso.

    Alcuni pazienti ipertesi senza apparente patologia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumento dei livelli plasmatici di azoto ureico e creatinina, generalmente lieve e transitorio, specialmente quando moexipril è stato somministrato insieme ad un diuretico. Questo può verificarsi con maggiore probabilità in pazienti con compromissione renale preesistente. Può essere richiesta la riduzione della posologia di moexipril cloridrato/HCTZ e/o la sospensione del diuretico.

    Dosaggio raccomandato per pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa (clearance della creatinina 40 – 60 ml/min o creatinina sierica > 1,2 mg/dl e < 1,8 mg/dl):

    In pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata, questa associazione fissa deve essere somministrata con molta cautela e, se necessario, deve essere effettuata la titolazione della dose dei singoli componenti che deve essere iniziata solamente sotto la stretta supervisione del medico.

    In pazienti con una compromissione renale più grave, i diuretici dell’ansa sono preferiti rispetto ai tiazidici, e moexipril cloridrato/HCTZ non è raccomandato (vedere paragrafo 4.3).

    In pazienti con funzione renale compromessa, un attento monitoraggio della funzione renale da parte del medico curante è imperativo.

    Malattie epatiche:

    I diuretici tiazidici devono essere utilizzati con cautela in pazienti con funzionalità epatica compromessa o malattia epatica progressiva, in quanto alterazioni anche minori dell’equilibrio idro–elettrolitico possono precipitare il coma epatico. Gli ACE inibitori sono stati raramente associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico o epatite e progredisce fino a necrosi fulminante e (in taluni casi) morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o innalzamenti marcati dei livelli degli enzimi epatici devono sospendere il trattamento con l’ACE inibitore e ricevere un appropriato monitoraggio medico.

    Proteinuria:

    Si può verificare proteinuria clinicamente rilevante (> 0,5 g/die), in particolare in pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale o che assumono dosi relativamente elevate di moexipril cloridrato/HCTZ.

    Edema angioneurotico:

    In pazienti trattati con ACE inibitori è stato segnalato edema angioneurotico del volto, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe e delle estremità, in particolare durante le prime settimane di trattamento. Tuttavia, in casi rari, si può sviluppare edema angioneurotico grave anche dopo un trattamento a lungo termine con un ACE inibitore. Il trattamento deve essere prontamente sospeso e sostituito con un farmaco appartenente ad un’altra classe di medicinali anti ipertensivi. In studi clinici controllati verso placebo, sintomi indicativi di angioedema o edema facciale si sono verificati in meno dello 0,5% dei pazienti trattati con moexipril cloridrato/HCTZ. Nessuno dei casi è stato considerato tale da mettere in pericolo la vita del paziente.

    L’edema angioneurotico a carico della lingua, della glottide o della laringe può essere fatale a causa dell’ostruzione delle vie aeree. La terapia d’emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antistaminici. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente epinefrina per via endovenosa, con monitoraggio dell’ECG.

    In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore.

    Inoltre, deve essere considerata la possibilità di procedere all’intubazione o alla tracheotomia (vedere anche il paragrafo 4.8).

    Edema angioneurotico intestinale:

    In pazienti trattati con ACE inibitori è stato osservato edema angioneurotico intestinale. Questi pazienti hanno accusato dolore addominale (con o senza nausea e vomito). In alcuni casi non vi era alcuna storia precedente di edema angioneurotico del volto ed i livelli di C1 esterasi erano normali. L’edema angioneurotico intestinale è stato diagnosticato con varie procedure tra cui TAC addominale o ecografia, o in sede di intervento chirurgico. I sintomi si sono risolti dopo la sospensione della terapia con ACE inibitori. L’edema angioneurotico intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE inibitori che accusano dolore addominale.

    Gravidanza:

    La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Tosse:

    Durante il trattamento con un ACE inibitore si può manifestare una tosse secca e non produttiva, che scompare dopo la sospensione del trattamento. In studi clinici controllati con un’associazione di moexipril cloridrato e HCTZ la tosse era presente nel 5% dei pazienti trattati con l’associazione e nel 2% dei pazienti trattati con placebo.

    Anziani:

    In soggetti maschi anziani (> 65 anni di età) con funzionalità renale ed epatica clinicamente normali, l’AUC e la Cmax del moexiprilat sono superiori a quelle dei soggetti più giovani. L’individuale ed attenta titolazione della dose dei singoli componenti deve essere richiesta ed iniziata solamente sotto la stretta supervisione del medico.

    Si raccomanda il controllo della funzionalità renale prima dell’inizio e durante il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ.

    Squilibri elettrolitici sierici:

    Moexipril

    In studi clinici con moexipril cloridrato, si è verificata iperkaliemia persistente (potassio sierico > 5,4 mEq/l) in circa il 2,6% dei pazienti ipertesi. Negli studi clinici, lo 0,1% dei pazienti (due pazienti) ha interrotto la terapia a causa dell’elevato potassio sierico. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia con gli ACE inibitori comprendono l’insufficienza renale e/o cardiaca, il diabete mellito e l’utilizzo concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, di integratori di potassio e/o di sostituti salini contenenti potassio, che devono essere usati con cautela o non utilizzati con moexipril cloridrato/HCTZ.

    HCTZ/diuretici tiazidici

    Il trattamento con diuretici tiazidici è stato associato ad ipokaliemia, iponatriemia ed alcalosi ipocloremica. Il rischio di sviluppare ipokaliemia è massimo in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti che hanno una diuresi intensa, in pazienti che assumono insufficienti quantità di elettroliti per via orale e in pazienti sottoposti a terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH.

    In studi clinici con moexipril cloridrato/HCTZ è stato dimostrato che moexipril cloridrato e HCTZ controbilanciano i rispettivi effetti sul potassio sierico, per cui si osserva un piccolo effetto netto sul potassio sierico con questa associazione. Tuttavia, i pazienti devono essere informati di non assumere integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio senza consultare il medico.

    La riduzione dei livelli di cloruri é generalmente di lieve entità e richiede un trattamento specifico solo in circostanze particolari (ad esempio in presenza di malattie epatiche o renali). In pazienti edematosi può verificarsi iponatriemia da diluizione. La terapia appropriata consiste nella restrizione dell’assunzione di acqua anziché nella somministrazione di sale, ad eccezione di casi rari in cui l’iponatriemia può mettere in pericolo la vita del paziente. Nella deplezione salina vera e propria la terapia di elezione consiste in un’appropriata reintegrazione.

    L’escrezione di calcio è ridotta dai tiazidici. In alcuni pazienti trattati a lungo termine con tiazidici sono state osservate alterazioni patologiche a carico delle ghiandole paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia. Non sono state osservate complicanze più serie dell’iperparatiroidismo (litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcera peptica).

    I tiazidici potenziano l’escrezione urinaria di magnesio, da cui può risultare ipomagnesiemia.

    I pazienti ai quali vengono somministrati diuretici tiazidici devono essere tenuti sotto controllo per sintomi clinici di squilibrio idrico o elettrolitico. Segnali di squilibrio idrico o elettrolitico sono: bocca secca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolori muscolari o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito.

    Effetti metabolici ed endocrini:

    La terapia con ACE inibitori e tiazidici in combinazione può aggravare l’intolleranza al glucosio. Potrebbe essere richiesto l’aggiustamento dei dosaggi di farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina. In pazienti diabetici precedentemente trattati con farmaci antidiabetici orali o insulina, i livelli di glucosio nel sangue devono essere strettamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore. Il diabete mellito latente può diventare conclamato durante la terapia con tiazidici.

    Altri disturbi metabolici:

    I diuretici tiazidici possono ridurre la tolleranza al glucosio e possono innalzare i livelli sierici di colesterolo e trigliceridi. Questi effetti sono di solito di minore entità. I diuretici tiazidici sono stati associati allo sviluppo di iperuricemia e/o gotta in alcuni pazienti. Questo effetto è apparentemente dose–dipendente.

    Chirurgia e anestesia:

    In pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con farmaci che provocano ipotensione, moexipril cloridrato e HCTZ bloccano l’effetto del rilascio compensatorio di renina. L’ipotensione che si manifesta come conseguenza di questo meccanismo può essere corretta mediante espansione della volemia (vedere anche il paragrafo 4.8).

    Stenosi aortica/Stenosi mitralica:

    Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro e con stenosi mitralica.

    Neutropenia/Agranulocitosi:

    E’ stato dimostrato che altri ACE inibitori provocano agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti non complicati ma più frequentemente in pazienti con compromissione renale, specialmente se associata ad una collagenosi, come lupus eritematoso sistemico o sclerodermia. I dati disponibili dagli studi clinici con moexipril sono insufficienti per dimostrare che moexipril non provoca agranulocitosi con frequenza simile a quella rilevata con captopril. Sebbene non vi sono stati casi di neutropenia grave (conta assoluta dei neutrofili < 500/mm³) tra i pazienti trattati con moexipril cloridrato, come con altri ACE inibitori, deve essere preso in considerazione il monitoraggio della conta dei globuli bianchi in pazienti affetti da collagenosi, in special modo se la malattia è associata a compromissione della funzionalità renale.

    Aferesi delle LDL/Desensibilizzazione:

    Durante l’aferesi delle LDL (lipoproteine a bassa densità) nel trattamento dell’ipercolesterolemia grave in pazienti in terapia con ACE inibitori, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità che possono mettere in pericolo la vita del paziente.

    Durante la terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti (ad esempio punture di vespe o api) in pazienti in trattamento concomitante con un ACE inibitore possono verificarsi reazioni di ipersensibilità (ad esempio caduta della pressione sanguigna, difficoltà a respirare, vomito, eruzioni cutanee allergiche) che possono mettere in pericolo la vita del paziente.

    In casi in cui sia necessario effettuare l’aferesi delle LDL o una terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti, l’ACE inibitore deve essere temporaneamente sostituito con un altro farmaco antiipertensivo.

    Qualora, nel corso della terapia con moexipril cloridrato e HCTZ, dovessero verificarsi sintomi come febbre, ingrossamento dei linfonodi e/o infiammazione della gola, deve essere consultato il medico curante e deve essere effettuata immediatamente la conta dei globuli bianchi.

    Lupus:

    I diuretici tiazidici possono aggravare o attivare il lupus sistemico eritematoso.

    Litio:

    L’associazione di ACE inibitori e litio è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario:

    HCTZ, una sulfonamide, può causare una reazione idiosincrasica risultante in una miopia acuta transitoria e in un glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi includono l’insorgenza acuta della diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e si verificano tipicamente entro ore o settimane dall’inizio della somministrazione del medicinale. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista. Il trattamento primario consiste nell’interrompere la HCTZ il più rapidamente possibile. Se la pressione intraoculare rimane incontrollata è necessario considerare trattamenti medici o chirurgici immediati. I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso includono una anamnesi di allergia a sulfonamidi o penicillina.

    Etnia:

    I pazienti con il colore della pelle nera hanno un rischio maggiore di malattie cardiovascolari, come l’insufficienza cardiaca. Gli ACE inibitori sono meno efficaci come anti ipertensivi nei pazienti con il colore della pelle nera. Questi pazienti hanno anche un rischio più elevato di angioedema.

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS):

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Test antidoping:

    L’HCTZ contenuta in questo medicinale può determinare positività alle analisi condotte nei test antidoping.

    Informazioni importanti su alcuni eccipienti:

    Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. Pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    ACE inibitori:

    L’uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.

    Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.

    Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

    Gli ACE inibitori attraversano la placenta e possono causare morbidità e mortalità fetale e neonatale quando sono somministrati alle donne durante la gravidanza.

    È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio, morte), parto prematuro e tossicità neonatale (insufficienza renale, anuria, ipotensione, iperkaliemia, pervietà del dotto arterioso) (vedere paragrafo 5.3).

    Contratture degli arti, malformazioni cranio–facciali, malformazioni ossee, sviluppo del polmone ipoplasico, sindrome da distress respiratorio e ritardo della crescita intrauterina sono stati riportati in associazione con oligoidramnios.

    Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    I neonati esposti in utero ad ACE–inibitori devono essere attentamente monitorati per ipotensione, oliguria e iperkaliemia. L’oliguria deve essere trattata con il supporto della pressione arteriosa e della perfusione renale.

    HCTZ:

    C’è un’esperienza limitata con HCTZ durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti. HCTZ attraversa la placenta. In base al suo meccanismo d’azione l’uso di HCTZ durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto–placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia.

    HCTZ non deve essere usata per il trattamento di edema gestazionale, ipertensione gestazionale o pre–eclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia.

    HCTZ non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento potrebbe essere usato.

    Le donne che rimangono incinta durante la terapia con moexipril cloridrato e HCTZ devono essere informate del rischio potenziale per il feto.

    Allattamento:

    ACE inibitori

    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di moexipril cloridrato durante l’allattamento, l’associazione moexipril cloridrato e HCTZ non è raccomandata e sono da preferire trattamenti alternativi con un profilo di sicurezza meglio caratterizzato per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di neonati o prematuri.

    HCTZ:

    HCTZ viene escreta nel latte materno in piccole quantità. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano un’intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L’uso di Femipres Plus durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Se Femipres Plus viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.

    Effetti Collaterali

    Le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come:

    molto comune (≥ 1/10)

    comune (≥ 1/100, < 1/10)

    non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)

    raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000)

    molto raro, inclusi casi isolati (<1/10.000)

    non nota: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili

    a. Gli effetti indesiderati più comunemente riportati, che si considerano possibilmente o probabilmente correlati con moexipril cloridrato/HCTZ, e che si sono verificati in più dell’1% dei pazienti trattati negli studi clinici controllati, sono stati tosse (3%), capogiro (3%), cefalea (2%), affaticamento (2%) e iperuricemia (2%).

    b. In generale, i seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in associazione con moexipril cloridrato/HCTZ, e sono dettagliati nella seguente tabella:

    MedDRA Classificazione per sistemi e organi Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) Molto raro inclusi casi isolati (< 1/10.000)
    Patologie del sistema emolinfopoietico *vedere anche paragrafo d 1)     anemia, neutropenia, eosinofilia, trombocitopenia (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa o con collagenosi, o in pazienti che ricevono terapie concomitanti con allopurinolo, procainamide o farmaci immunosoppressori) emoconcentrazione (causata da HCTZ) pancitopenia, agranulocitosi
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione     perdita dell’appetito, calo ponderale    
    Disturbi psichiatrici       confusione, depressione, ansia, nervosismo  
    Patologie del sistema nervoso   cefalea, capogiro   convulsioni, intorpidimento, parestesia, disturbo dell’equilibrio, sonnolenza, disturbi del sonno, sensazione di formicolio, alterazione o perdita del gusto, paresi (causata dall’ipokaliemia indotta da HCTZ) attacco ischemico transitorio (TIA), ictus ischemico
    Patologie dell’occhio       disturbi della vista (es. visione offuscata), ridotta produzione di liquido lacrimale (causata da HCTZ)  
    Patologie dell’orecchio e del labirinto       tinnito  
    Patologie cardiache *vedere anche paragrafo c 1)         infarto miocardico, angina pectoris, disturbi del ritmo cardiaco, tachicardia, palpitazioni
    Patologie vascolari *vedere anche paragrafi c 2) d 2)   ipotensione sincope embolia (causata da dosi elevate di HCTZ che inducono emoconcentrazione, specialmente in pazienti anziani affetti da insufficienza venosa), trombosi, collasso vascolare.  
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche * vedere anche paragrafi c 3) d 3)   tosse *ostruzione delle vie aeree dovuta ad edema angioneurotico della lingua, della glottide o della laringe che può essere fatale: per il trattamento, vedere anche il paragrafo c 3), bronchite disturbi respiratori quali sinusite, faringite, raffreddore comune (rinite) infiltrati polmonari, asma, broncospasmo, edema polmonare (possibilmente causato da una reazione allergica all’HCTZ)
    Patologie gastrointestinali * vedere anche paragrafo d 4)     disturbi digestivi, fastidio all’addome superiore, dispepsia, diarrea, stipsi, meteorismo, vomito, nausea   pancreatite, ileo, stomatite, glossite, bocca secca
    Patologie epatobiliari * vedere anche paragrafo c 4)       aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica epatite, ittero colestatico, disturbi della funzionalità epatica
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo * vedere anche paragrafi c3)c 5) d 5)     *edema angioneurotico (che coinvolge le labbra, il volto e/o le estremità), orticaria, prurito * vedere anche paragrafo c 3) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: raccomandazioni per il trattamento dell’ostruzione delle vie aeree causata da edema angioneurotico ; reazioni allergiche cutanee es. esantema   sindrome di Stevens–Johnson, dermatite esfoliativa, lupus eritematoso cutaneo (con HCTZ), necrolisi epidermica tossica, pemfigo, eritema multiforme, arrossamento della cute
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo       crampi muscolari(causati dall’ipokaliemia indotta da HCTZ), mialgia  
    Patologie renali ed urinarie     poliuria, oliguria, azotemia insufficienza renale acuta, deterioramento della funzionalità renale, proteinuria Insufficienza renale acuta è stata riportata in pazienti trattati con ACE inibitori incluso moexipril cloridrato (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego) nefrite interstiziale (abatterica)
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella       impotenza  
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione     stanchezza sensazione di debolezza sete
    Esami diagnostici * vedere anche paragrafo c6)     riduzione dell’emoglobina, dell’ematocrito, della conta leucocitaria e piastrinica (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa) aumento dei livelli sierici di urea (azoto ureico nel sangue) e della creatinina sierica, iperkaliemia, iponatriemia (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa), aumento della proteinuria, aumento della bilirubina, aumento degli enzimi epatici  

    c. Questa sezione include informazioni che caratterizzano singole reazioni avverse gravi e/o frequenti, o quelle per cui sono stati riportati casi particolarmente gravi.

    Inoltre, sono di seguito descritte le precauzioni da adottare al fine di evitare specifiche reazioni avverse o le azioni da intraprendere in caso di specifiche reazioni avverse.

    In aggiunta a quanto riportato nella sezione b., si dichiara a quale dei componenti dell’associazione moexipril cloridrato/HCTZ sono di solito attribuibili le specifiche reazioni avverse:

    c1)Patologie cardiache :

    Alterazioni dell’ECG e disturbi del ritmo cardiaco possono essere conseguenti all’ipokaliemia indotta da HCTZ.

    c2)Patologie vascolari :

    L’ipotensione causata da moexipril cloridrato/HCTZ si manifesta particolarmente in alcuni gruppi a rischio (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego). L’ipotensione sintomatica causata da moexipril cloridrato/HCTZ può essere associata a capogiro, sensazione di debolezza, sudorazione, disturbi visivi e, raramente, a perdita di coscienza (sincope).

    Un attento monitoraggio della pressione arteriosa è raccomandato anche in pazienti con ischemia cardiaca, stenosi aortica (vedere anche paragrafo 4.3 Controindicazioni) e patologie cerebrovascolari, in cui un’eccessiva ipotensione può provocare infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare.

    Nel caso si sviluppi eccessiva ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, si devono somministrare fluidi per via endovenosa. Il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ solitamente può essere continuato dopo aver ristabilito i valori normali di pressione arteriosa e volume dei fluidi.

    c3)Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche :

    Edema angioneurotico è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso moexipril cloridrato/HCTZ. Se l’edema angioneurotico coinvolge lingua, glottide o laringe, si può verificare ostruzione delle vie aeree, che può essere fatale. La terapia di emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antistaminici. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente adrenalina per via endovenosa con monitoraggio dell’ECG.

    In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore.

    Inoltre, va considerata la possibilità di procedere all’intubazione o alla tracheotomia.

    (Vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego)

    c4)Patologie epatobiliari :

    In caso di incremento significativo degli enzimi epatici ed in caso di ittero, la terapia con ACE inibitore deve essere interrotta e i pazienti devono essere attentamente monitorati.

    c5)Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo :

    Le alterazioni cutanee causate dagli ACE inibitori possono associarsi a febbre, mialgia, artralgia, vasculite, sierosite ed alterazioni dei parametri di laboratorio (es. eosinofilia, leucocitosi e/o incremento della VES e/o del titolo di Anticorpi Anti Nucleo). In caso di reazioni cutanee di grado severo è necessario consultare un medico e, se necessario, la somministrazione di moexipril cloridrato/HCTZ deve essere sospesa.

    c6)Esami diagnostici :

    In pazienti con diabete mellito conclamato è stato osservato un incremento dei livelli sierici di potassio.

    Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio devono essere somministrati con cautela ai pazienti in terapia con ACE inibitori, e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati frequentemente.

    HCTZ:

    Non comune: ipokaliemia, iponatriemia, ipocloremia, ipercalcemia (ulteriori procedure diagnostiche riguardanti l’iperparatiroidismo vanno prese in considerazione se necessario)

    Raro: iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperuricemia, aumento dei livelli di amilasi, ipomagnesiemia, alcalosi metabolica, ipermagnesiuria, glicosuria.

    Nota importante: i suddetti valori di laboratorio devono essere monitorati prima e, ad intervalli regolari, durante il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ. Il monitoraggio degli elettroliti sierici, della creatinina sierica e dei parametri ematici è indicato per un breve periodo, in particolare all’inizio del trattamento ed in pazienti ad alto rischio (pazienti con funzionalità renale compromessa, con collagenosi o pazienti trattati con allopurinolo, procainamide, glicosidi digitalici, corticosteroidi, lassativi o con medicinali immunosoppressori).

    d . In questa sezione sono riportate le reazioni avverse di classe degli ACE inibitori, che non sono state ancora osservate in relazione a moexipril cloridrato/HCTZ:

    d¹) Patologie del sistema emolinfopoietico

    Durante il trattamento con ACE inibitori, non è stata stabilita alcuna relazione causale tra emolisi/anemia emolitica e terapia con ACE inibitori, raramente associata a carenza di G–6–PDH,

    d2)Patologie vascolari

    Un aumento del vasospasmo nella sindrome di Raynaud è stato osservato molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.

    d³) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Casi molto rari di polmonite eosinofila sono stati riportati con l’uso di altri ACE inibitori

    d4)Patologie gastrointestinali

    Angioedema intestinale è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori. Non sono stati ancora riportati casi di angioedema intestinale con moexipril cloridrato (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

    d5)Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Alterazioni cutanee psoriasiformi, fotosensibilità, alopecia ed onicolisi sono state riportate molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Il nucleo della compressa contiene: lattosio rnonoidrato, crospovidone, magnesio ossido, gelatina, magnesio stearato.

    Il film di rivestimento contiene: ipromellosa, idrossipropilcellulosa, macrogol 6000, magnesio stearato, titanio diossido (E171), ossido di ferro giallo (E172).

    Conservazione

    Conservare a temperatura non superiore ai 25° C.

    Conservare nella confezione originale.