La dose usuale è pari a un ovulo due volte al dì per via vaginale, per 7-14 giorni anche se nei casi più resistenti potranno rendersi necessari trattamenti più prolungati.
Di solito non sono necessarie modifiche di dosaggio nei pazienti con disfunzioni renali. Comunque, poiché il tinidazolo viene eliminato facilmente mediante emodialisi, tali pazienti possono necessitare di dosi ulteriori del farmaco.
Per quanto riguarda sintomi associati a disturbi neurologici vedere paragrafo 4.8.
Se si manifestano segni neurologici anormali durante la terapia con tinidazolo, il medicinale deve essere prontamente sospeso.
FASIGIN-N (tinidazolo + nistatina) attraversa la barriera placentare ed è presente nel latte quando viene somministrato durante l’allattamento, fino a 72 ore dopo l’interruzione della terapia. Si devono quindi lasciar passare almeno tre giorni dal termine del trattamento con tinidazolo prima di riprendere l’allattamento. Gli effetti di questa classe di composti sullo sviluppo fetale e sul neonato non sono ben noti, pertanto FASIGIN-N (tinidazolo + nistatina) è controindicato durante il primo trimestre di gravidanza e durante l’allattamento. Anche se non vi è evidenza di rischi con il trattamento con FASIGIN-N (tinidazolo + nistatina) durante gli ultimi due trimestri tuttavia per il suo uso in questo periodo va valutato il rapporto rischio/beneficio per la madre e per il feto.
Nell’esperienza post-marketing con il tinidazolo per via orale, sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati: essi sono stati generalmente non frequenti, di lieve entità e autolimitanti.
Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito per sistemi/organi e per frequenza MedDRA. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 a < 1/10); non comune (≥1/1.000 a < 1/100); raro (≥1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Frequenza | Effetti indesiderati |
Patologie vascolari | Non nota | Tromboflebite (occasionalmente osservata nel sito di infusione con la formulazione endovenosa), rossore |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Astenia |
Non nota | Febbre | |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Cefalea, capogiri, disgeusia |
Non nota | Atassia, convulsioni, ipoestesia, parestesia, neuropatie periferiche, disturbi sensoriali | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Comune | Vertigini |
Patologie gastrointestinali | Comune | Dolori addominali, diarrea, nausea, vomito |
Non nota | Scolorimento della lingua, glossite, stomatite | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Comune | Riduzione dell’appetito |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Non nota | Leucopenia |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Dermatite allergica, prurito |
Non nota | Angioedema, orticaria | |
Disturbi del sistema immunitario | Non nota | Ipersensibilità a farmaci |
Patologie renali e urinarie | Non nota | Alterazioni del colore delle urine |
Suppocire A.M.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.