Equasym consiste di un componente a rilascio immediato (30% della dose) e di un componente a rilascio modificato (70% della dose). Pertanto, Equasym 10 mg fornisce una dose a rilascio immediato di 3 mg e una dose a rilascio prolungato di 7 mg di metilfenidato cloridrato. La parte a rilascio prolungato di ciascuna dose è concepita per mantenere una risposta al trattamento per tutto il pomeriggio, senza la necessità di una dose di mezzogiorno. È concepita per fornire livelli plasmatici terapeutici per un periodo di circa 8 ore, compatibile con la giornata scolastica anziché con l’intera giornata (vedere paragrafo 5.2 "Proprietà farmacocinetiche"). Ad esempio, 20 mg di Equasym sono destinati a sostituire 10 mg a colazione e 10 mg a pranzo di metilfenidato cloridrato a rilascio immediato.
Bambini (dai 6 anni di età) e adolescenti:
La terapia deve essere iniziata sotto il controllo di uno specialista in disturbi comportamentali in età infantile e/o adolescenziale.
Screening pre-trattamento
Prima della prescrizione, è necessario eseguire una valutazione iniziale dello status cardiovascolare del paziente, che include la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Un’anamnesi completa deve indicare i medicinali assunti in concomitanza, nonché la comorbidità di disturbi o sintomi medici e psichiatrici, sia pregressi che in atto, la storia familiare di morte cardiaca improvvisa/inspiegata ed un’accurata registrazione, su un grafico della crescita, della statura e del peso del paziente prima del trattamento (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Controllo continuo
Devono essere controllati continuamente la crescita e lo status psichiatrico e cardiovascolare del paziente (vedere anche paragrafo 4.4).
• È necessario registrare la pressione del sangue e la frequenza cardiaca su un grafico centile in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno una volta ogni sei mesi.
• È necessario controllare la statura, il peso e l’appetito almeno ogni sei mesi e tenere un grafico della crescita;
• Deve essere controllata l’insorgenza ex novo o il peggioramento di disturbi psichiatrici preesistenti in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno una volta ogni sei mesi e ad ogni visita.
È necessario controllare i pazienti per il rischio di diversione, uso inappropriato ed abuso del metilfenidato.
Titolazione della dose:
All’inizio del trattamento con metilfenidato è necessario eseguire un’attenta titolazione della dose. La titolazione della dose deve essere iniziata con la più bassa dose possibile. Ciò si ottiene di norma utilizzando una formulazione a rilascio immediato, assunta in dosi divise. La dose giornaliera iniziale raccomandata è 5 mg una o due volte al giorno (ad es. a colazione e pranzo), procedendo a un aumento, se necessario, con incrementi settimanali di 5-10 mg della dose giornaliera, secondo la tollerabilità e il grado di efficacia osservati. Equasym 10 mg in monosomministrazione giornaliera può essere usato al posto di metilfenidato cloridrato a rilascio immediato 5 mg due volte al giorno dall’inizio del trattamento, ove il medico curante ritenga che la bisomministrazione giornaliera sia opportuna dall’inizio e la somministrazione del trattamento due volte al giorno sia inattuabile.
La massima dose giornaliera di metilfenidato cloridrato è pari a 60 mg.
Per posologie non realizzabili/attuabili con questo dosaggio, sono disponibili altri dosaggi di questo medicinale e altri medicinali contenenti metilfenidato.
Pazienti attualmente in trattamento con metilfenidato: i pazienti stabilizzati con una formulazione di metilfenidato cloridrato a rilascio immediato possono passare alla dose giornaliera di Equasym equivalente in milligrammi.
Equasym non deve essere assunto troppo tardi al mattino, perché può causare disturbi del sonno. Se l’effetto del medicinale si esaurisce precocemente nel tardo pomeriggio o alla sera, possono ripresentarsi disturbi del comportamento e/o incapacità di addormentarsi. Una piccola dose di una compressa di metilfenidato cloridrato a rilascio immediato nella tarda giornata può aiutare a risolvere questo problema. In tale caso, si potrebbe considerare la possibilità di ottenere un adeguato controllo dei sintomi con un regime di metilfenidato a rilascio immediato in bisomministrazione giornaliera. Devono essere valutati i pro e i contro di una piccola dose serale di metilfenidato a rilascio immediato, rispetto ai disturbi nell’addormentamento.
Il trattamento con Equasym non deve essere continuato se è necessaria una tarda dose supplementare di metilfenidato a rilascio immediato, a meno che la stessa dose supplementare non fosse necessaria anche per un regime a rilascio immediato tradizionale alla dose di colazione/pranzo equivalente. Deve essere impiegato il regime che consente di ottenere il controllo soddisfacente dei sintomi con la dose giornaliera totale minima.
Equasym deve essere somministrato la mattina prima di colazione.
Le capsule possono essere ingerite intere con l’aiuto di liquidi o, in alternativa, la capsula può essere aperta e il contenuto sparso su una piccola quantità (cucchiaio) di composta di mele e somministrato immediatamente, senza conservarlo per l’utilizzo futuro. Dopo la somministrazione del medicinale sparso sulla composta di mele si raccomanda l’assunzione di liquidi, ad es. acqua. Le capsule e il relativo contenuto non devono essere frantumati o masticati.
Uso prolungato (oltre 12 mesi) nei bambini e negli adolescenti:
La sicurezza e l’efficacia dell’uso a lungo termine del metilfenidato non sono state valutate sistematicamente attraverso studi controllati. Il trattamento con metilfenidato non deve e non necessita di essere protratto a tempo indeterminato. Solitamente, il trattamento con metilfenidato viene interrotto durante o dopo la pubertà. Il medico che decide di usare il metilfenidato per un periodo prolungato (oltre 12 mesi) in bambini ed adolescenti con ADHD deve rivalutare periodicamente l’utilità dell’uso prolungato del farmaco per il singolo paziente, con dei periodi di sospensione temporanea del prodotto per valutare il comportamento del paziente in assenza di terapia farmacologica. Si raccomanda la sospensione della somministrazione del metilfenidato almeno una volta l’anno per valutare le condizioni del bambino (preferibilmente durante le vacanze scolastiche). Il miglioramento può proseguire anche quando la somministrazione del farmaco è temporaneamente sospesa o definitivamente interrotta.
Riduzione della dose e interruzione del trattamento
Se, dopo la titolazione della dose, nell’arco di un mese i sintomi non migliorano, il trattamento deve essere interrotto. Se paradossalmente i sintomi peggiorano o se subentrano altri eventi avversi seri, il dosaggio deve essere ridotto o interrotto.
Adulti
Il metilfenidato non è autorizzato per l’uso in adulti con ADHD. La sicurezza e l’efficacia del prodotto non sono state stabilite per i pazienti di questa fascia di età.
Anziani
Il metilfenidato non deve essere usato negli anziani. La sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite per i pazienti di questa fascia di età.
Bambini di età inferiore a 6 anni
Il metilfenidato non deve essere usato nei bambini al di sotto dei 6 anni. La sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite in questa fascia d’età.
Il trattamento con metilfenidato non è indicato in tutti i bambini con ADHD e la decisione di prescrivere il medicinale si deve basare su una valutazione molto approfondita della gravità e della cronicità dei sintomi in relazione all’età del bambino.
Uso prolungato (oltre 12 mesi) nei bambini e negli adolescenti
La sicurezza e l’efficacia dell’uso a lungo termine del metilfenidato non sono state valutate sistematicamente attraverso studi controllati. Il trattamento con metilfenidato non deve e non necessita di essere protratto a tempo indeterminato. Solitamente, il trattamento con metilfenidato viene interrotto durante o dopo la pubertà. I pazienti che richiedono una terapia a lungo termine, vale a dire per più di 12 mesi, devono essere attentamente e continuamente controllati secondo le indicazioni dei paragrafi 4.2 e 4.4 per lo status cardiovascolare, la crescita, l’appetito, l’insorgenza ex novo o il peggioramento di disturbi psichiatrici preesistenti. I disturbi psichiatrici da controllare sono riportati di seguito ed includono (ma non sono limitati a) tic motori o verbali, comportamento aggressivo o ostile, agitazione, ansia, depressione, psicosi, mania, deliri, irritabilità, mancanza di spontaneità, ritiro e ostinazione eccessiva.
Il medico che decide di usare il metilfenidato per un periodo prolungato (oltre 12 mesi) in bambini ed adolescenti con ADHD deve rivalutare periodicamente l’utilità dell’uso prolungato del farmaco per il singolo paziente con dei periodi di sospensione temporanea del prodotto, per valutare il comportamento del paziente in assenza di terapia farmacologica. Si raccomanda la sospensione della somministrazione del metilfenidato almeno una volta l’anno per valutare le condizioni del bambino (preferibilmente durante le vacanze da scuola). Il miglioramento può proseguire anche quando la somministrazione del farmaco è temporaneamente sospesa o definitivamente interrotta.
Uso negli adulti
Il metilfenidato non è autorizzato per l’uso in adulti con ADHD. La sicurezza e l’efficacia del prodotto non sono state stabilite per i pazienti di questa fascia di età.
Uso negli anziani
Il metilfenidato non deve essere usato negli anziani. La sicurezza e l’efficacia del prodotto non sono state stabilite per i pazienti di questa fascia di età.
Uso nei bambini di età inferiore a 6 anni
Il metilfenidato non deve essere usato nei bambini al di sotto dei 6 anni. La sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite in questa fascia d’età.
Status cardiovascolare
I pazienti per i quali si sta considerando una terapia a base di stimolanti del sistema nervoso centrale devono essere sottoposti ad un’attenta anamnesi (inclusa la storia familiare relativa a casi di morte cardiaca improvvisa o di morte inspiegata o di aritmia maligna), nonché ad un esame medico obiettivo per la presenza di una malattia cardiaca e, in caso di indizi di tale anamnesi o malattia, essi devono essere sottoposti ad ulteriori esami cardiologici. I pazienti che durante il trattamento con metilfenidato sviluppano sintomi quali palpitazioni, dolore toracico dopo sforzo, sincope inspiegata, dispnea o altri sintomi tali da suggerire una malattia cardiaca devono essere sottoposti ad un’immediata valutazione specialistica cardiologica.
L’analisi dei dati ricavati dagli studi clinici su bambini ed adolescenti affetti da ADHD e trattati con metilfenidato ha dimostrato che, rispetto ai controlli, i pazienti trattati con metilfenidato possono comunemente presentare variazioni della pressione sanguigna sistolica e diastolica di oltre 10 mmHg. Le conseguenze cliniche a breve ed a lungo termine di questi effetti sul sistema cardiovascolare nei bambini e negli adolescenti sono sconosciute, ma non si può del tutto escludere la possibilità di complicazioni cliniche in conseguenza degli effetti emersi dai dati relativi agli studi clinici. Pertanto, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con condizioni cliniche tali da poter essere compromesse da un aumento della pressione sanguigna o della frequenza cardiaca. Per le condizioni nelle quali il trattamento con metilfenidato è controindicato, vedere paragrafo 4.3.
Lo status cardiovascolare deve essere controllato attentamente. Si devono registrare su un grafico centile la pressione del sangue e la frequenza cardiaca ad ogni aggiustamento della dose, ed in seguito almeno ogni 6 mesi.
L’uso del metilfenidato è controindicato in presenza di alcuni disturbi cardiovascolari preesistenti, se non dietro consenso di uno specialista in cardiologia pediatrica (vedere paragrafo 4.3 "Controindicazioni").
Morte improvvisa e anomalie cardiache strutturali preesistenti o altre patologie cardiache gravi
In bambini, alcuni dei quali con anomalie cardiache strutturali o con altri problemi cardiaci gravi, è stata riportata morte improvvisa in associazione all’uso di stimolanti del sistema nervoso centrale alle dosi normali utilizzate nei bambini. Sebbene alcuni problemi cardiaci gravi possano da soli portare ad un incremento del rischio di morte improvvisa, i prodotti stimolanti non sono raccomandati in bambini o adolescenti con note anomalie cardiache strutturali, cardiomiopatia, gravi anomalie del ritmo cardiaco o altri problemi cardiaci gravi che possano esporli ad un’aumentata vulnerabilità verso gli effetti simpaticomimetici provocati da un farmaco stimolante del sistema nervoso centrale.
Uso inappropriato ed eventi cardiovascolari
L’uso inappropriato di stimolanti del sistema nervoso centrale può essere associato a morte improvvisa e ad altri eventi avversi cardiovascolari gravi.
Condizioni cerebrovascolari
Vedere paragrafo 4.3 per le condizioni cerebrovascolari per le quali il trattamento con metilfenidato è controindicato. I pazienti con fattori di rischio aggiuntivi (storia di malattia cardiovascolare, assunzione concomitante di medicinali che provocano un aumento della pressione sanguigna) devono essere controllati regolarmente ad ogni visita dopo aver iniziato il trattamento con metilfenidato per verificare l’insorgenza di segni e sintomi neurologici.
La vasculite cerebrale rappresenta una reazione idiosincratica molto rara verso l’esposizione al metilfenidato. Esiste una lieve evidenza che sia possibile identificare i pazienti a maggior rischio e che l’esordio iniziale dei sintomi possa rappresentare la prima indicazione di un problema clinico di base. Una diagnosi precoce, basata su un elevato indice di sospetto, può consentire una pronta sospensione del metilfenidato ed un trattamento tempestivo. Pertanto, si deve prendere in considerazione tale diagnosi per qualsiasi paziente che, durante una terapia a base di metilfenidato, sviluppi nuovi sintomi neurologici compatibili con una diagnosi di ischemia cerebrale. Questi sintomi possono includere cefalea intensa, intorpidimento, debolezza, paralisi e alterazione di coordinazione, vista, parola o memoria.
Il trattamento con metilfenidato non è controindicato nei pazienti con paralisi cerebrale emiplegica.
Disturbi psichiatrici
La co-morbidità di disturbi psichiatrici nell’ADHD è comune e deve essere tenuta in considerazione quando vengono prescritti prodotti stimolanti. In caso di insorgenza di sintomi psichiatrici o di peggioramento di disturbi psichiatrici preesistenti, il metilfenidato non deve essere somministrato a meno che i benefici del trattamento siano maggiori dei rischi per il paziente.
L’insorgenza o il peggioramento di disturbi psichiatrici deve essere controllato ad ogni variazione della dose, e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita; può essere opportuno interrompere il trattamento.
Peggioramento di sintomi psicotici o maniacali preesistenti
La somministrazione del metilfenidato a pazienti con psicosi può peggiorare i sintomi dei disturbi di comportamento e del pensiero.
Insorgenza di nuovi sintomi psicotici o maniacali
L’insorgenza, durante il trattamento, di sintomi psicotici (allucinazioni visive, tattili e uditive e deliri) o manie in bambini ed adolescenti in assenza di un’anamnesi di psicosi o manie può essere provocata dal metilfenidato alle dosi abituali. In caso di insorgenza di sintomi maniacali o psicotici, si deve considerare la possibilità di un ruolo causale del metilfenidato, e può essere appropriato interrompere la terapia.
Comportamento aggressivo o ostile
L’insorgenza o il peggioramento di un comportamento aggressivo o ostile può essere determinato da un trattamento con stimolanti. I pazienti trattati con metilfenidato devono essere controllati attentamente per l’insorgenza o il peggioramento di un comportamento aggressivo o di un atteggiamento ostile all’inizio del trattamento, in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita. I medici devono valutare la necessità di effettuare un aggiustamento del regime posologico nei pazienti che manifestano alterazioni nel comportamento, tenendo presente che potrebbe essere opportuno un aumento o una riduzione della dose. Può essere considerata l’interruzione del trattamento.
Tendenza suicida
I pazienti che durante il trattamento per ADHD manifestano tendenza o comportamento suicida devono essere immediatamente valutati dal loro medico. Devono essere presi in considerazione sia il peggioramento di un disturbo psichiatrico preesistente, sia un possibile ruolo causale del trattamento con metilfenidato. Può essere necessario iniziare un adeguato trattamento della condizione psichiatrica esistente e prendere in considerazione una possibile interruzione del trattamento con metilfenidato.
Tic
Il metilfenidato è associato all’insorgenza o al peggioramento di tic motori e verbali. È stato anche segnalato un peggioramento della sindrome di Tourette. Si deve esaminare la storia familiare ed effettuare una valutazione clinica dei tic o della sindrome di Tourette nei bambini prima dell’uso del metilfenidato. I pazienti devono essere controllati regolarmente per l’insorgenza o il peggioramento di tic durante la terapia con metilfenidato. Il controllo deve essere eseguito in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno ogni 6 mesi o ad ogni visita.
Ansia, agitazione o tensione
Il metilfenidato è associato al peggioramento di ansia, agitazione o tensione preesistenti. Si deve effettuare una valutazione clinica dell’ansia, dell’agitazione o della tensione prima dell’uso del metilfenidato ed i pazienti devono essere controllati regolarmente per l’insorgenza o il peggioramento di tali sintomi durante il trattamento, in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno ogni 6 mesi o ad ogni visita.
Forme di disturbo bipolare
Si deve prestare particolare cautela nell’uso del metilfenidato per il trattamento dell’ADHD in pazienti con disturbo bipolare concomitante (incluso il disturbo bipolare tipo I non trattato o altre forme di disturbo bipolare) per il timore di una possibile precipitazione di un episodio maniacale/misto in questi pazienti. Prima di iniziare una terapia con metilfenidato, i pazienti con sintomi depressivi concomitanti devono essere attentamente controllati per determinare se essi siano a rischio di disturbo bipolare; tale screening deve includere una dettagliata anamnesi psichiatrica, comprensiva della storia familiare relativa a casi di suicidio, disturbo bipolare e depressione. In questi pazienti è essenziale un controllo attento e continuo (vedere sopra "Disturbi psichiatrici" e paragrafo 4.2). I pazienti devono essere controllati per i sintomi in occasione di ogni variazione della dose e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita.
Crescita
In caso di uso prolungato del metilfenidato nei bambini, sono stati segnalati una moderata riduzione dell’aumento ponderale e un ritardo della crescita.
Ad oggi gli effetti del metilfenidato sulla statura e sul peso finale non sono noti e sono oggetto di studi in corso.
Durante il trattamento con metilfenidato si deve controllare la crescita: almeno ogni 6 mesi devono essere registrati statura, peso corporeo ed appetito del bambino e deve essere tenuto un grafico della crescita. Può essere necessario interrompere il trattamento nei pazienti che non crescono o non aumentano di statura e di peso secondo le normali attese.
Convulsioni
Il metilfenidato deve essere usato con cautela nei pazienti epilettici. Il metilfenidato può abbassare la soglia degli attacchi nei pazienti con una storia di attacchi epilettici, in pazienti con anomalie elettroencefalografiche in assenza di attacchi e raramente nei pazienti che non hanno né una storia di convulsioni, né anomalie elettroencefalografiche. In caso di aumentata frequenza degli attacchi o di nuova insorgenza di attacchi, la somministrazione del metilfenidato deve essere interrotta.
Abuso, uso inappropriato e diversione
I pazienti devono essere controllati attentamente per il rischio di diversione, uso inappropriato ed abuso del metilfenidato.
Il metilfenidato deve essere usato con cautela nei pazienti di cui sia nota la dipendenza da sostanze o da alcol a causa di un possibile rischio di abuso, uso inappropriato o diversione della sostanza.
L’abuso cronico del metilfenidato può portare a una marcata tolleranza e alla dipendenza psicologica con comportamenti anomali di diversa gravità. Possono verificarsi evidenti episodi psicotici, particolarmente in caso di abuso per via parenterale.
Al momento di decidere sulla terapia da scegliere per l’ADHD si deve tenere conto dell’età del paziente, della presenza di fattori di rischio per disturbi legati all’uso di sostanze (quali disturbo concomitante oppositivo provocatorio o di condotta e disturbo bipolare) e l’abuso di sostanze pregresso o in atto. Si raccomanda cautela per i pazienti emotivamente instabili, quali quelli con una storia di dipendenza da droghe o da alcol, poiché è possibile che tali pazienti aumentino il dosaggio del medicinale di propria iniziativa.
Per alcuni pazienti ad alto rischio di abuso di sostanze, il metilfenidato o altri stimolanti potrebbero non essere idonei e si deve prendere in considerazione una terapia a base di farmaci non-stimolanti.
Interruzione del farmaco
È necessario un attento controllo quando il trattamento viene interrotto, poiché si possono smascherare stati di depressione e di iperattività cronica. Alcuni pazienti possono richiedere un follow-up prolungato.
È necessario un attento controllo quando il trattamento viene interrotto dopo un abuso del medicinale, poiché si può verificare una grave depressione.
Affaticamento
Il metilfenidato non deve essere utilizzato per la prevenzione o il trattamento dei normali stati di affaticamento.
Eccipienti: intolleranza al saccarosio
Questo medicinale contiene saccarosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio/galattosio o deficit di sucrasi-isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.
Scelta della formulazione del metilfenidato
La scelta della formulazione del medicinale a base di metilfenidato dovrà essere fatta dallo specialista in base al singolo paziente e dipende dalla durata d’effetto voluta.
Ricerca di sostanze
Questo medicinale contiene metilfenidato, che può indurre falsi positivi nei test di laboratorio per le amfetamine, in particolare con l’immunoassay screen test.
Insufficienza renale o epatica
Non vi è esperienza sull’uso del metilfenidato in pazienti con insufficienza renale o epatica.
Effetti ematologici
La sicurezza a lungo termine del trattamento con metilfenidato non è completamente nota. In caso di leucopenia, trombocitopenia, anemia o altre alterazioni del sangue, incluse quelle indicative di gravi disturbi renali o epatici, si deve considerare l’interruzione del trattamento.
Gravidanza
I dati relativi all’uso di metilfenidato in donne in stato di gravidanza sono in numero limitato.
Vi sono stati casi di segnalazioni spontanee di tossicità per l’apparato cardiorespiratorio nei neonati, e specificamente tachicardia e sofferenza respiratoria nel feto.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva solamente con dosi tossiche per la madre (vedere paragrafo 5.3).
Il metilfenidato non è raccomandato per l’uso durante la gravidanza a meno che non sia stato stabilito clinicamente che la posticipazione del trattamento costituisce un rischio maggiore per la gravidanza stessa.
Allattamento
Metilfenidato è stato ritrovato nel latte di una donna trattata con metilfenidato.
È stato segnalato il caso di un neonato che ha presentato una diminuzione non specificata del peso corporeo durante il trattamento della madre, ma ha recuperato e ripreso ad aumentare di peso dopo l’interruzione del trattamento con metilfenidato da parte della madre. Non si può escludere un rischio per il neonato allattato al seno.
Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con metilfenidato, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
La tabella seguente riporta tutte le reazioni avverse al farmaco (ADR - Adverse Drug Reactions) osservate durante gli studi clinici e quelle riferite da segnalazioni spontanee dopo l’immissione in commercio di Equasym nonché le reazioni avverse osservate con altre formulazioni a base di metilfenidato cloridrato. Nei casi in cui le frequenze delle reazioni avverse osservate con Equasym e con l’altra formulazione a base di metilfenidato risultavano differenti, è stata utilizzata la frequenza maggiore dei due database.
Classificazione della frequenza: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi | Reazione avversa da farmaco |
Infezioni ed infestazioni | |
Comune: | nasofaringite |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
Molto raro: | anemia, leucopenia, trombocitopenia, porpora trombocitopenica |
Non nota: | pancitopenia |
Disturbi del sistema immunitario | |
Non comune: | reazioni di ipersensibilità quali edema angioneurotico, reazioni anafilattiche, tumefazione auricolare, malattie bollose, malattie esfoliative, orticaria, prurito, eritema ed eruzioni cutanee |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione* | |
Comune: | anoressia, diminuzione dell’appetito, moderato ritardo della crescita ponderale e della statura in caso di uso prolungato nei bambini* |
Disturbi psichiatrici * | |
Molto comune: | insonnia, nervosismo |
Comune: | anoressia, labilità emotiva, aggressività*, agitazione*, ansia*, depressione*, irritabilità, comportamento anomalo, bruxismo |
Non comune: | disturbi psicotici*, allucinazioni uditive, visive e tattili*, rabbia, ideazione suicidaria*, alterazioni dell’umore, sbalzi d’umore, irrequietezza, tendenza a piangere, tic*, aggravamento di tic preesistenti o della sindrome di Tourette*, ipervigilanza, disturbi del sonno |
Raro: | mania*, disorientamento, alterazioni della libido |
Molto raro: | tentativi di suicidio (incluso suicidio portato a termine)*, depressione dell’umore transitoria*, anomalie del pensiero, apatia, comportamenti ripetitivi, overfocusing |
Non nota: | deliri*, disturbi del pensiero*, stato confusionale, dipendenza |
Sono stati descritti casi di abuso e dipendenza più frequentemente con le formulazioni a rilascio immediato (frequenza non nota) | |
Patologie del sistema nervoso | |
Molto comune: | cefalea |
Comune: | capogiri, discinesia, iperattività psicomotoria, sonnolenza |
Non comune: | sedazione, tremori |
Molto raro: | convulsioni, movimenti coreo-atetoidi, deficit neurologico ischemico reversibile, Sindrome Neurolettica Maligna (NMS; le segnalazioni erano scarsamente documentate e nella maggior parte dei casi i pazienti stavano già assumendo altri farmaci. Non è certo quale ruolo abbia avuto il metilfenidato in questi casi) |
Non nota: | disturbi cerebrovascolari* (inclusa vasculite, emorragie cerebrali, accidenti cerebrovascolari, arterite cerebrale, occlusione cerebrale), convulsioni da grande male*, emicrania |
Patologie dell’occhio | |
Non comune: | diplopia, visione offuscata |
Raro: | difficoltà nella messa a fuoco, midriasi, disturbi della vista |
Patologie cardiache | |
Comune: | aritmia, tachicardia, palpitazioni |
Non comune: | dolore toracico |
Raro: | angina pectoris |
Molto raro: | arresto cardiaco, infarto miocardico |
Non nota: | tachicardia sopraventricolare, bradicardia, extrasistoli ventricolari, extrasistoli |
Patologie vascolari* | |
Comune: | ipertensione |
Molto raro: | arterite e/o occlusione cerebrale, freddo periferico, fenomeno di Raynaud |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Comune: | tosse, dolore faringolaringeale |
Non comune: | dispnea |
Patologie gastrointestinali | |
Comune: | dolore addominale, diarrea, nausea, mal di stomaco e vomito, secchezza della bocca |
Non comune: | costipazione |
Patologie epatobiliari | |
Non comune: | aumento degli enzimi epatici |
Molto raro: | anomalie della funzione epatica, incluso coma epatico |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Comune: | alopecia, prurito, rash, orticaria |
Non comune: | edema angioneurotico, malattie bollose, malattie esfoliative |
Raro: | iperidrosi, rash maculare, eritema |
Molto raro: | eritema multiforme, dermatite esfoliativa, eritema fisso da farmaci |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Comune: | artralgia |
Non comune: | mialgia, tic muscolari |
Molto raro: | crampi muscolari |
Patologie renali e urinarie | |
Non comune: | ematuria |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |
Raro: | ginecomastia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Comune: | piressia, ritardo nello sviluppo in caso di uso prolungato nei bambini* |
Non comune: | dolore toracico, affaticamento |
Molto raro: | morte cardiaca improvvisa* |
Non nota: | oppressione toracica, iperpiressia |
Esami diagnostici | |
Comune: | alterazioni nei valori della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca (solitamente aumento)*, diminuzione del peso |
Non comune: | soffio cardiaco*, aumentati valori degli enzimi epatici |
Molto raro: | aumento della fosfatasi alcalina, aumento della bilirubina, ridotta conta piastrinica, alterazioni della formula leucocitaria |
*Vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni di impiego"
Contenuto della capsula
Sfere di zucchero:
Saccarosio
Amido di mais
Povidone da K29 a K32
Opadry Clear YS-1-7006 (ipromellosa, macrogol 400 e macrogol 8000)
Dispersione acquosa di etilcellulosa
Dibutile sebacato
Involucro della capsula
Gelatina
Titanio biossido (E171)
Carminio d’indaco sale di alluminio (E132)
10 mg: ossido di ferro giallo (E172)
30 mg: ossido di ferro rosso (E172)
Inchiostro da stampa bianco:
Gomma lacca
Propilenglicole
Sodio idrossido
Povidone K16
Titanio biossido (E171)
Inchiostro da stampa nero:
Gomma lacca lucidante 45% (20% esterificata) in etanolo
Propilenglicole
Ammonio idrossido 28%
Ossido di ferro nero
Conservare a temperatura inferiore a 25°C.