Dralenos (I.b.n. savio srl)

Compresse 12cpr 70mg

da36.00 €
Principio attivo:Acido alendronico sale sodico triidrato
Gruppo terapeutico:Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoporosi
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    Posologia

    Posologia

    La dose raccomandata è una compressa da 70 mg una volta a settimana.

    Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi. La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.

    Per un assorbimento ottimale dell’alendronato:

    Dralenos 70 mg deve essere assunto almeno 30 minuti prima di fare colazione, bere o assumere farmaci. Deve essere assunto solo con acqua naturale. Altre bevande (inclusa l’acqua minerale), i cibi e alcuni medicinali è probabile che riducano l’assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5).

    Per far sì che il farmaco arrivi allo stomaco e, conseguentemente, per ridurre il rischio di irritazione locale e dell’esofago/eventi avversi (vedere paragrafo 4.4):

    – Dralenos deve essere solo deglutito la mattina, appena alzati con un abbondante bicchiere d’acqua (almeno 200 ml)

    – I pazienti devono deglutire la compressa di Dralenos solo intera. I pazienti non devono frantumare o masticare la compressa né lasciarla sciogliere in bocca, per evitare il rischio di ulcera orofaringea

    – I pazienti non si devono sdraiare fino a dopo l’assunzione del primo cibo della giornata, che deve essere almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa

    – I pazienti non si devono sdraiare per almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa

    Dralenos non deve essere assunto al momento di andare a dormire o prima di alzarsi la mattina

    I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina D, ove l’apporto alimentare di tali sostanze sia insufficiente (vedere paragrafo 4.4).

    Anziani: Negli studi clinici non è stata riscontrata alcuna differenza correlata all’età per quanto riguarda i profili di efficacia o sicurezza dell’alendronato. Dunque non è necessario aggiustare la dose nei pazienti anziani.

    Pazienti con compromissione renale: nei pazienti con GFR maggiore di 35 ml/min non è necessario aggiustare la dose. L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con compromissione renale in cui il GFR sia inferiore a 35 ml/min, poiché non vi è sufficiente esperienza.

    Popolazione pediatrica: l’utilizzo dell’alendronato sodico non è raccomandato nei pazienti di età inferiore a 18 anni per via dei dati insufficienti su sicurezza ed efficacia nelle condizioni associate ad osteoporosi pediatrica (vedere anche paragrafo 5.1).

    L’alendronato non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta da glicocorticoidi.

    Modo di somministrazione

    Per uso orale.

    Controindicazioni
  • acalasia
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    Interazioni
  • calcio
  • antiacidi
  • altri medicinali orali
  • estrogeni
  • state riscontrate interazioni
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    Avvertenze

    L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. Considerando la possibilità di peggioramento della malattia di base, l’alendronato va somministrato con cautela nei pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore, come disfagia, malattia esofagea, gastrite, duodenite, ulcere o con recenti episodi (entro l’anno precedente) di malattia gastrointestinale importante come ulcera peptica o emorragia gastrointestinale attiva o intervento chirurgico della parte superiore del tratto gastro–intestinale, piloroplastica esclusa (vedere paragrafo 4.3).

    Nei pazienti con accertato esofago di Barrett, il medico prescrittore deve valutare i benefici e i potenziali rischi della terapia con Alendronato su base individuale.

    Nei pazienti che assumono alendronato sono state riportate reazioni esofagee (talvolta gravi e che hanno richiesto l’ospedalizzazione) come esofagite, ulcere ed erosioni esofagee, in rari casi seguite da stenosi esofagea.

    Pertanto i medici devono osservare i pazienti per individuare qualsiasi sintomo o segno che potrebbe indicare una possibile reazione esofagea e devono spiegare ai pazienti che, ove dovessero sviluppare sintomi di irritazione esofagea come disfagia, dolore alla deglutizione, o dolore retrosternale, pirosi nuova/peggiorata, è necessario interrompere la terapia con alendronato e rivolgersi ad un medico.

    Il rischio di eventi avversi esofagei gravi sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato correttamente e/o che continuano ad assumerlo dopo aver sviluppato sintomi indicativi di irritazione esofagea. È molto importante fornire ai pazienti istruzioni chiare e complete sul dosaggio ed accertarsi che comprendano tali istruzioni (vedere paragrafo 4.2). I pazienti devono sapere che, se non si attengono alle istruzioni, i rischi di problemi esofagei possono aumentare.

    Mentre non è stato osservato alcun aumento del rischio nei trial clinici estesi, esistono alcune rare segnalazioni (successive alla commercializzazione) di ulcere gastriche e duodenali, alcune gravi e con complicazioni.

    L’osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bisofosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola/ mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.

    I seguenti fattori di rischio devono essere tenuti in considerazione nella valutazione del rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola/mascella:

    – potenza del bifosfonato (massima per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa

    – cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, fumo

    – una storia di malattie dentali, scarsa igiene orale, patologia periodontale, procedimenti dentali invasivi e dentiere non perfettamente calzanti.

    Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati orali in pazienti con condizioni dentali compromesse deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.

    Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella.

    Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.

    Durante il trattamento con bifosfonati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a periodiche visite di controllo dentistiche e a riferire ogni sintomo riguardante il cavo orale come mobilità dentale, dolore o gonfiore.

    Nei pazienti che assumono bifosfonati è stato riportato dolore alle ossa, alle articolazioni e ai muscoli. Nell’esperienza dopo la commercializzazione del farmaco, questi sintomi sono stati raramente gravi e/o disabilitanti (vedere paragrafo 4.8).

    Il tempo di insorgenza dei sintomi variava da un giorno a molti mesi dall’inizio della terapia. Nella maggior parte dei pazienti i sintomi si sono attenuati con l’interruzione della terapia. Un sottogruppo di pazienti ha riportato una recidiva dei sintomi quando ha ripreso lo stesso farmaco o un altro bifosfonato.

    Fratture atipiche del femore

    Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano dopo un trauma minimo o in assenza di trauma e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.

    Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.

    Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.

    Nell’esperienza post–commercializzazione sono stati segnalati rari casi di gravi reazioni avverse cutanee comprese Sindrome di Steven–Johnson e necrolisi epidermica tossica.

    I pazienti devono essere istruiti che nel caso in cui si dimenticassero di assumere una dose di Dralenos, essi devono assumere una compressa il mattino successivo non appena se ne ricordano. Non devono prendere due compresse lo stesso giorno, ma continuare con una compressa al giorno da assumere come programmato inizialmente.

    Pazienti con compromissione renale

    L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con compromissione renale la cui GFR è inferiore a 35 ml/min, (vedere paragrafo 4.2).

    Vanno prese in considerazione le cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’invecchiamento.

    Disturbi del metabolismo minerale e del calcio

    L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia a base di alendronato (vedere paragrafo 4.3).

    Eventuali altri disturbi che incidono sul metabolismo dei minerali (coma la carenza di vitamina D e l’ipoparatiroidismo) devono essere trattati efficacemente. Nei pazienti con queste condizioni, durante la terapia con Dralenos i livelli sierici di calcio, come anche i sintomi di ipocalcemia devono essere tenuti sotto controllo.

    Gli effetti positivi dell’alendronato in termini di aumento del minerale osseo, possono comportare cali dei livelli sierici di calcio e fosfato, soprattutto nei pazienti che assumono glucocorticoidi nei quali l’assorbimento di calcio può risultare diminuito. Questi cali sono di solito di lieve entità ed asintomatici. Tuttavia, sono stati riportati rari casi di ipocalcemia sintomatica occasionalmente gravi e spesso in pazienti con condizioni predisponenti (per es. ipoparatiroidismo, carenza di vitamina D e malassorbimento del calcio).

    È particolarmente importante assicurarsi che i pazienti in terapia di glucocorticoidi ricevano un apporto sufficiente di calcio e vitamina D.

    Eccipienti

    Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento del glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Uso durante la gravidanza

    L’alendronato non deve essere assunto in gravidanza. Non vi sono dati adeguati sull’utilizzo dell’alendronato nelle donne incinte. Gli studi sugli animali non indicano effetti nocivi diretti sulla gravidanza, lo sviluppo embrionale/fetale o postnatale. L’alendronato somministrato a ratti durante la gravidanza ha causato distocia associata a ipocalcemia (vedere paragrafo 5.3).

    Assunzione durante l’allattamento

    Non è noto se l’alendronato è escreto nel latte umano. L’alendronato non deve essere assunto dalle donne che allattano al seno.

    Effetti Collaterali

    Nell’ambito di uno studio della durata di un anno a cui hanno preso parte donne postmenopausali affette da osteoporosi, il profilo di sicurezza generale dell’alendronato sodico 70 mg/una volta a settimana (n=519) è stato simile a quello dell’alendronato 10 mg/giorno (n=370).

    Nell’ambito di due studi della durata di tre anni, di struttura quasi identica, a cui hanno preso parte donne postmenopausali (alendronato 10 mg: n = 196, placebo: n = 397), il profilo di sicurezza dell’alendronato 10 mg/giorno è simile a quello riscontrato nel gruppo placebo.

    Gli eventi avversi, definiti dai ricercatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente associati al farmaco, sono riportati nella seguente tabella, se si sono manifestati in percentuale 1% in uno dei gruppi terapeutici nello studio di un anno, o in percentuale ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/giorno e con un’incidenza più elevata rispetto a quella riscontrata nel gruppo placebo negli studi di tre anni.

      Studio ad un anno Studi a tre anni
      Alendronato sodico una volta a settimana 70 mg (n = 519) % Alendronato 10 mg/die (n = 370) % Alendronato 10 mg/die (n = 196) % Placebo (n = 397) %
             
    Gastro–intestinali        
    Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
    Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
    Rigurgito acido 1,9 2,4 2,0 4,3
    Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
    Distensione addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
    Stipsi 0,8 1,6 3,1 1,8
    Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
    Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
    Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
    Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
    Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
    Ulcera esofagea 0,0 0,0 1,5 0,0
    Muscoloscheletrici        
    Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) 2,9 3,2 4,1 2,5
    Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
    Neurologici        
    Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5

    Nel corso degli studi clinici e/o sulla base dell’esperienza post–commercializzazione sono stati riportati i seguenti aventi avversi: [molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100 e < 1/10), non comuni (≥1/1000 e < 1/100), rari (≥1/10000 e < 1/1000), molto rari (<1/10000)]

    Disturbi del sistema immunitario : Raro: reazioni di ipersensibilità incluse orticaria e angioedema
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione : Raro: ipocalcemia sintomatica, spesso in associazione con condizioni predisponenti§
    Patologie del sistema nervoso : Comune: cefalea, capogiro
    Non comune: disgeusia
    Patologie dell’occhio : Non comune: infiammazione dell’occhio (uveite, sclerite, o episclerite)
    Patologie dell’orecchio e del labirinto : Comune: vertigine
    Patologie gastrointestinali : Comune: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido
    Non comune: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena
    Raro: stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, perforazione, ulcere, sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore§
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo : Comune: alopecia, prurito
    Non comune: rush cutaneo, eritema
    Raro: rush cutaneo con fotosensibilità, reazioni cutanee gravi inclusa la sindrome di Stevens–Johnson e la necrolisi tossica epidermica
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo : Molto comune: dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) a volte severo†§
    Comune: gonfiore articoalre
    Raro: osteonecrosi della mandibola §; fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati)^
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione : Comune: astenia, edema periferico
    Non comune: sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e raramente febbre), tipicamente associati all’inizio del trattamento
    §Vedere paragrafo 4.4
    La frequenza negli studi clinici è stata simile sia nel gruppo trattato con medicinale che in quello trattato con placebo.
    *Vedere paragrafi 4.2 e 4.4
    Questa reazione avversa è stata identificata tramite il monitoraggio post–marketing. La frequenza "raro"  è stata stimata in base a studi clinici rilevanti.
    ^Riportate durante l’esperienza post–marketing.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Lattosio monoidrato

    Cellulosa microcristallina (E460)

    Povidone (E1201)

    Croscarmellosa sodica (E468)

    Magnesio stearato (E470b)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.