Deltacortenesol (Bruno farmaceutici spa)

Soluzione iniett polv solv 3f 10mg+3f 1ml

Principio attivo:Prednisolone emisuccinato sodico
Gruppo terapeutico:Corticosteroidi sistemici, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:C
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • disturbi endocrini
  • allergiche
  • stato asmatico
  • shock grave
  • affezioni di interesse reumatologico
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    Posologia

    Il preparato va somministrato sotto il diretto controllo del medico. La frequenza delle somministrazioni e la dose pro die sono in rapporto alla gravità del quadro generale e alla forma morbosa. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente. Nelle forme lievi, in genere, si somministrano 25-50 mg al giorno. Per il trattamento degli stati di shock, collasso, gravi affezioni allergiche, coma epatico, si possono raggiungere posologie relativamente elevate (100-250 mg ed oltre). Per l’impiego in pediatria sono indicate le fiale da 10 mg.

    Nei pazienti affetti da epatopatie, la somministrazione endovena profilattica di 1 fiala di 25 mg di DELTACORTENESOL evita la comparsa di reazione trasfusionale. La somministrazione per via venosa è consigliabile venga effettuata lentamente. DELTACORTENESOL può venire iniettato anche per via intramuscolare, intraarticolare ed intratecale: anche per queste vie di somministrazione il preparato è ben tollerato. Somministrando il farmaco per via intraarticolare occorre tuttavia fare attenzione alle controindicazioni ed avvertenze, dato l’assorbimento più rapido rispetto alle sospensioni cristalline.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti
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    Interazioni
  • acido acetilsalicilico
  • corticosteroidi
  • vaiolo
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    Avvertenze

    Nei pazienti in terapia corticosteroidea, sottoposti a particolari “stress”, è indispensabile un adattamento della dose in rapporto all’entità della condizione stressante. I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezioni e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti. In questi casi va sempre valutata l’opportunità di istituire una adeguata terapia antibiotica. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, è opportuno adeguare l’apporto di sodio e di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l’escrezione di calcio. I dati emersi da uno studio clinico, effettuato negli USA, condotto per valutare l’efficacia del metilprednisolone sodio succinato nello shock settico, hanno messo in evidenza una maggiore incidenza di mortalità nei pazienti con elevati valori di creatinina sierica all’inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondaria dopo l’inizio del trattamento. L’uso di DELTACORTENESOL nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il corticosteroide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare una riattivazione della malattia. Nella corticoterapia prolungata questi soggetti devono essere sottoposti ad una chemioprofilassi. Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato in casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico. Poiché si sono avuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, devono essere prese le opportune precauzioni prima della somministrazione, particolarmente quando il paziente risulti all’anamnesi allergico ai medicamenti. Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotto dal cortisonico, può essere attenuato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale dovrebbe essere ripresa. Poiché la secrezione mineralcorticoide può essere compromessa, bisognerebbe somministrare, in concomitanza, cloruro sodico e/o mineralcorticoide. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può essere aumentata. Si consiglia cautela nei pazienti con herpes simplex oculare, perché è possibile una perforazione corneale. Durante la corticoterapia  possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave e sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. I corticosteroidi devono essere somministrati con cautela nei seguenti casi: colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, ulcera peptica attiva o latente, insufficienza renale, ipertensione, osteoporosi, miastenia grave. I bambini sottoposti a prolungata corticoterapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo. L’iniezione  intraarticolare di un corticosteroide può produrre sia effetti sistemici che locali. È necessario esaminare attentamente le articolazioni onde escludere un processo settico. Un marcato aumento del dolore accompagnato da rigonfiamento locale, da un’ulteriore limitazione del movimento, a febbre e malessere sono indicativi di un’artrite settica: in questo caso istituire un’opportuna terapia antibiotica. Evitare l’iniezione locale di uno steroide in una articolazione precedentemente colpita da processo settico.

    Durante il trattamento corticosteroideo i pazienti non devono essere vaccinati contro il vaiolo.

    Non effettuare altri procedimenti di immunizzazione in pazienti sotto terapia corticosteroidea, particolarmente a dosi elevate, a causa dei rischi possibili di complicazioni neurologiche e di una diminuita risposta anticorpale. 

    Poiché si sono avuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, devono essere prese le opportune precauzioni prima della somministrazione, particolarmente quando il paziente risulti alla anamnesi allergico ai medicamenti.

    Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test anti-doping.

    Gravidanza

    Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va somministrato in casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

    Effetti Collaterali

    In corso di terapia cortisonica, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idro-elettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono arrivare all’ipertensione ed all’insufficienza cardiaca congestizia.

    Alterazioni muscolo-scheletriche, quali miopatie, osteoporosi, fragilità ossea.

    Complicazioni a carico dell’apparato gastro-intestinale che possono arrivare fino alla comparsa o all’attivazione di ulcera peptica.

    Alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilità della cute.

    Alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica. Disendocrinie quali irregolarità mestruali, aspetto similcushingoide, disturbi della crescita nei bambini, interferenza con la funzionalità dell’asse ipofisi-surrene, particolarmente in momenti di stress, diminuita tollerabilità ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente, nonché aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici. Complicazioni oftalmiche quali cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare. Negativizzazione del bilancio dell’azoto. Sensazione di calore a seguito di uso intraarticolare, artropatia tipo Charcot, manifestazioni atrofiche a livello cuaneo e sottocutaneo, iper o ipopigmentazione, ascessi sterili. Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazione rapida di dosi elevate per via endovenosa.

    Eccipienti

    Una fiala polvere contiene:

    •  sodio fosfato bibasico (E339)

    Una fiala solvente contiene:

    •  acqua per preparazioni iniettabili

    Conservazione

    Conservare DELTACORTENESOL a temperatura non superiore a 25°C, al riparo della luce e da fonti di calore.

    La data di scadenza indicata si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.