Il dosaggio giornaliero iniziale nell’adulto può variare da 6 a 90 mg in considerazione della gravità e della evoluzione della malattia specifica da trattare.
Il dosaggio iniziale dovrà essere mantenuto o modificato fino ad ottenere una soddisfacente risposta clinica. È importante sottolineare che il fabbisogno corticosteroideo e’ variabile e quindi la posologia deve essere individualizzata tenendo conto della malattia e della risposta terapeutica del paziente.
La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia, minimizzando il rischio di effetti secondari: la riduzione della posologia va attuata sempre gradualmente.
Relativamente alla presentazione in gocce si segnala che il contagocce della sospensione eroga in media 1 mg di deflazacort per goccia.
Si suggerisce di agitare il flacone prima dell’uso e diluire la sospensione, immediatamente prima della somministrazione, in acqua zuccherata o in bevande non addizionate di anidride carbonica.
È consigliabile assumere la dose giornaliera di Deflan in una singola somministrazione, al mattino, insieme a piccole quantità di cibo.
Nei pazienti in terapia corticosteroidea, sottoposti a particolari stress, è indispensabile un adattamento della dose del glucocorticoide in rapporto all’entità della condizione stressante.
I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti (opportunità di istituire adeguata terapia antibiotica).
Uno stato di insufficienza surrenalica secondaria, indotta da cortisonico, può essere contenuto con una riduzione graduale delle dosi. Questo tipo di insufficienza relativa può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi in qualsiasi situazione di stress, che si manifestasse in questo periodo, dovrebbe essere istituita una adeguata terapia ormonale sostitutiva. In tale situazione la secrezione mineralcorticoide può essere compromessa e quindi sarebbe opportuno somministrare, in concomitanza, sale e/o mineralcorticoidi.
Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può essere aumentata.
Durante la corticoterapia possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.
I pazienti in trattamento con deflazacort che non abbiano già contratto la varicella se entrano in contatto con persone affette da varicella o herpes zoster devono consultare immediatamente il medico. Se il paziente è un bambino, i genitori devono essere avvertiti di questa precauzione.
I pazienti devono essere avvisati di prestare particolare attenzione per evitare l’esposizione al morbillo e di consultare immediatamente un medico se ciò si dovesse verificare.
I pazienti sotto terapia corticosteroidea non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono corticosteroidi specialmente ad alte dosi, a causa di aumento del rischio di complicazioni neurologiche e di diminuita risposta anticorpale.
L’uso di Deflan nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il corticosteroide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare un’attivazione della malattia. Nella corticoterapia prolungata questi pazienti devono ricevere una chemioprofilassi.
I corticosteroidi devono essere somministrati con cautela nei seguenti casi: colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogene in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, insufficienza renale, ipertensione, diabete, osteoporosi, miastenia grave.
I bambini sottoposti a prolungata corticoterapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.
In caso di trattamento concomitante con diuretici (tiazidici, furosemide, etc.) e beta2 agonisti (reproterolo, etc.) che inducono perdita di potassio, controllare la potassiemia ed il pH ematico.
Le compresse contengono Lattosio quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Le gocce orali, sospensione, contengono sorbitolo quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, non devono assumere questo medicinale.
Nelle donne in stato di gravidanza, in allattamento e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.
Gravidanza
La capacità dei corticosteroidi di attraversare la placenta varia tra i diversi farmaci. Deflazacort attraversa la placenta. La somministrazione di corticosteroidi negli animali gravidi può causare anomalie dello sviluppo fetale quali la palatoschisi, ritardo di crescita intrauterino ed effetti sulla crescita e sullo sviluppo cerebrale.
Non ci sono prove che l’uso di corticosteroidi si traduca in un aumento dell’incidenza di anomalie congenite, come la labio/palatoschisi nell’uomo.
Tuttavia, quando somministrato per periodi prolungati o ripetutamente durante la gravidanza, i corticosteroidi possono aumentare il rischio di ritardo di crescita intrauterino.
Iposurrenalismo può, in teoria, verificarsi nel neonato dopo esposizione prenatale ai corticosteroidi, ma di solito si risolve spontaneamente dopo la nascita e raramente è clinicamente importante.
Allattamento
I corticosteroidi sono escreti nel latte materno, anche se per deflazacort non ci sono dati a disposizione. Dosi fino a 50 mg al giorno di deflazacort non provocano effetti sistemici nel neonato. Nei neonati di madri trattate con dosi superiori al dosaggio indicato si potrebbe verificare soppressione surrenalica, ma i benefici dell’allattamento al seno possono superare qualsiasi rischio teorico.
Va tenuto presente che in corso di terapia corticosteroidea, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti:
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
aumento di peso; aumento dell’appetito; diminuita tolleranza ai glucidi con possibile manifestarsi di diabete mellito latente nonché di aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici; da stabilire a giudizio del medico; alterazioni del bilancio elettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono portare all’ipertensione e alla insufficienza cardiaca congestizia.
Infezioni e infestazioni:
aumento della suscettibilità alle infezioni e della gravità con soppressione dei sintomi e segni clinici, ricorrenza di tubercolosi latente, candidiasi.
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del sistema connettivo:
osteoporosi, fragilità ossea, miopatie, fratture vertebrali e delle ossa lunghe; necrosi avascolare, tendinite, rottura del tendine in caso di somministrazione concomitante con chinoloni.
Patologie del sistema nervoso:
vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica; aggravamento dell’epilessia; disturbi psichiatrici di vario genere: irritabilità, ansia, pensieri suicidari, mania, delusione, allucinazioni, aggravamento della schizofrenia, euforia, insonnia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave, disturbi cognitivi inclusa confusione e amnesia.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilità della cute; irsutismo, acne, strie, ecchimosi, telangectasia; edema.
Patologie dell’occhio:
cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare, corioretinopatia; assottigliamento corneale o della sclera, esacerbazione di malattie virali o micotiche oftalmiche.
Patologie gastrointestinali:
ulcera peptica; dispepsia, emorragia, nausea.
Patologie dell’apparato riproduttivo:
irregolarità mestruali.
Patologie cardiache:
insufficienza cardiaca.
Esami diagnostici:
negativizzazione del blancio dell’azoto; alterazioni del bilancio elettrolitico tra cui ipopotassiemia e ipersodiemia.
Patologie endocrine:
interferenza con la funzionalità dell’asse ipofisi–surrene particolarmente in momenti di stress; alterazione della funzionalità endocrina, modificazioni della fisionomia ("faccia di luna"), disturbi della crescita nei bambini e adolescenti.
Patologie del sistema emolinfopoietico:
leucocitosi.
Disturbi del sistema immunitario:
ipersensibilità.
Patologie vascolari:
tromboembolismo in particolare in pazienti con patologie di base associate ad un aumento della tendenza alla trombosi; rara incidenza di ipertensione endocranica benigna; ipertensione nei soggetti predisposti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Deflan 6 mg compresse
Lattosio; magnesio stearato; amido di mais; cellulosa microcristallina.
Deflan 30 mg compresse
Lattosio; magnesio stearato; amido di mais; cellulosa microcristallina.
Deflan 22,75 mg/ml gocce orali, sospensione
Silicato di alluminio e magnesio; carmellosa sodica; alcool benzilico; sorbitolo 70% soluzione; polisorbato 80; acido acetico; acqua depurata.
Questo medicinale non richiede alcuna particolare precauzione per la conservazione.