Il cloramfenicolo Fisiopharma deve essere somministrato per via endovenosa.
I dosaggi consigliati sono:
Adulti e adolescenti
La dose raccomandata per il trattamento della maggior parte delle infezioni è di 50-100 mg/kg/die divisa in 4 somministrazioni giornaliere (1 somministrazione ogni 6 ore)
Neonati fino a 2 settimane
La dose raccomandata per il trattamento della maggior parte delle infezioni è di 25 mg/kg/die divisa in 4 somministrazioni giornaliere (1 somministrazione ogni 6 ore).
Per i neonati sotto 1 settimana o con un peso inferiore a 2 kg la dose raccomandata è di 25 mg/kg/die ogni 24 ore (1 somministrazione giornaliera).
Per i neonati sopra 1 settimana e con un peso superiore a 2 kg la dose raccomandata è di 25 mg/kg/die divise in 2 somministrazioni giornaliere (1 somministrazione ogni 12 ore).
Neonati sopra le 2 settimane e bambini (fino a 12 anni)
La dose raccomandata per il trattamento della maggior parte delle infezioni è di 50 mg/kg/die divisa in 4 somministrazioni giornaliere (1 somministrazione ogni 6 ore).
Ridotta funzionalità renale
Sebbene il cloramfenicolo non si accumuli in maniera significativa anche in presenza di ridotta funzionalità renale, i pazienti con tale condizione possono eliminare più difficilmente il farmaco e possono necessitare di un aggiustamento del dosaggio. Per stabilire se è necessario un aggiustamento del dosaggio occorre monitorare frequentemente i livelli ematici del farmaco.
Ridotta funzionalità epatica
I pazienti con ridotta funzionalità epatica possono avere una ridotta capacità di eliminare il farmaco e, pertanto, può essere necessario un aggiustamento del dosaggio. Per stabilire se è necessario un aggiustamento del dosaggio occorre effettuare un monitoraggio dei livelli ematici del farmaco.
Per i pazienti con insufficienza epatica si raccomanda di utilizzare una dose di carico di 1 g seguita da 500 mg ogni 6 ore.
Per i pazienti affetti da cirrosi epatica la dose raccomandata è di 500 mg ogni 6 ore.
Per i pazienti affetti da ittero non bisogna superare la dose di 25 mg/kg/die.
Pazienti in dialisi
La quota di farmaco rimossa dall’emodialisi non è tale da giustificare in tutti i casi un aggiustamento del dosaggio.
Non occorre modificare il dosaggio nei pazienti sottoposti a dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD) o a emofiltrazione artero-venosa continua (CAVH).
La soluzione iniettabile deve essere preparata estemporaneamente sciogliendo la polvere in acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica o soluzione glucosata al 5%, alle concentrazioni desiderate.
Limitare la somministrazione dell’antibiotico strettamente al periodo indicato dalle raccomandazioni specifiche per ogni infezione, possibilmente non oltre 2 settimane.
Nel corso del trattamento con cloramfenicolo è necessario monitorare attentamente i parametri ematologici.
Infatti, la somministrazione di cloramfenicolo, a dosi elevate e per terapie prolungate e ripetute, può indurre l’insorgenza di anemia aplastica, rilevabile anche dopo settimane o mesi dalla sospensione del trattamento.
Nel pazienti con compromissione della crasi ematica, il cloramfenicolo deve essere usato con molta cautela. Nelle terapie prolungate o ripetute, è necessario monitorare frequentemente la crisi ematica, interrompendo immediatamente il trattamento se i leucociti diminuiscono al di sotto di 4000 per mm³e i granulociti del 40% (a meno che non si tratti di infezioni di per sé leucopenizzanti come la febbre tifoide); è possibile la comparsa di complicanze tardive.
L’uso di cloramfenicolo può determinare anche una diminuzione del tempo di protrombina per inibizione della flora batterica intestinale produttrice di vitamina K.
Nei pazienti con insufficienza epatica o renale, può essere necessario l’aggiustamento della dose (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Il trattamento con cloramfenicolo, come con altri antibiotici, può dare luogo a superinfezioni da agenti batterici insensibili o da miceti.
Gravidanza
I dati su un numero elevato di gravidanze esposte non indicano particolari effetti indesiderati del cloramfenicolo sulla gravidanza e sulla salute del feto/neonato, ad eccezione delle fasi finali della gravidanza, durante le quali si può verificare la "sindrome del bambino grigio", a volte anche letale (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, il cloramfenicolo non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Allattamento
Il cloramfenicolo è escreto nel latte materno. Sebbene le concentrazioni di cloramfenicolo sono probabilmente troppo basse per indurre la "sindrome del bambino grigio"(vedere paragrafo 4.8), tale rischio non può essere completamente escluso. Inoltre, può verificarsi depressione del midollo osseo o altri effetti avversi gravi per il lattante. Pertanto, il cloramfenicolo non deve essere somministrato durante l’allattamento.
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati del cloramfenicolo organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singoli effetti elencati.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Depressione del midollo osseo: può presentarsi in due forme diverse: la prima, dose-dipendente caratterizzata da agranulocitosi, anemia, leucopenia, trombocitopenia e reticolocitopenia; la seconda, non dose-correlata, è una forma molto grave di anemia aplastica che si sviluppa dopo un periodo di latenza di settimane o anche di mesi.
La depressione dell’eritropoiesi è più frequente in pazienti con insufficienza epatica o renale.
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
"Sindrome del bambino grigio": tale manifestazione tossica è stata osservata in neonati cui sono state somministrate dosi elevate di cloramfenicolo. Essa è caratterizzata da distensione addominale, vomito, colorito cinereo, ipotermia, cianosi progressiva, collasso circolatorio e morte nel giro di poche ore o giorni. Sembra che la causa possa essere la mancata glucuronoconiugazione del cloramfenicolo, a causa dell’inadeguata attività della glucuroniltransferasi epatica durante le prime settimane di vita neonatale, e l’inadeguata escrezione renale del farmaco non coniugato.
Patologie gastrointestinali
Nausea, vomito, sensazione di sapore sgradevole (disgeusia), diarrea, stomatite, glossite, enterocolite, irritazione perineale.
Disturbi del sistema immunitario
Reazioni di ipersensibilità con l’insorgenza di febbre, eruzioni cutanee, anafilassi.
Patologie del sistema nervoso
Neurite ottica o periferica, ototossicità, mal di testa, confusione mentale.
Infezioni ed infestazioni
Reazione di Jarisch-Herxheimer, caratterizzata da brividi, cefalea, febbre e lesioni mucocutanee.
Disturbi psichiatrici
Depressione lieve e delirio.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Broncospasmo.
Patologie epatobiliari
Epatotossicità.
Fiala solvente: acqua per preparazioni iniettabili q.b. a 10 ml.
Conservare nella confezione originale a temperatura ambiente.