Dose iniziale e di mantenimento per gli adulti
Asma lieve o moderata: da 100 a 400 mcg al giorno, suddivisi in due somministrazioni.
Casi più gravi: fino a 800 mcg al giorno, suddivisi in due somministrazioni.
La massima dose giornaliera raccomandata è di 800 mcg.
I pazienti devono essere trasferiti da BDP-CFC alla dose di CLENILEXX secondo quanto riportato nella tabella che segue.
Quando il dosaggio di BDP-CFC già utilizzato supera i 1600-2000 mcg, la dose di CLENILEXX può essere determinata per estensione della tabella.
CLENILEXX va impiegato regolarmente, perché eserciti il suo effetto terapeutico.
Quando nel paziente i sintomi risultano stabilmente sotto controllo, la dose può essere ridotta gradualmente fino alla minima dose efficace nel mantenere il controllo dei sintomi stessi.
È necessario insegnare ai pazienti ad utilizzare correttamente l’inalatore e a sciacquare la bocca dopo l’uso ed avvertirli che CLENILEXX può avere un odore ed un sapore diversi da quelli degli aerosol a base di CFC.
Trasferimento dei pazienti da un inalatore contenente CFC a CLENILEXX
NOTA: la dose giornaliera totale raccomandata di CLENILEXX (beclometasone dipropionato in aerosol extrafine) è inferiore a quella dei consueti prodotti a base di beclometasone dipropionato formulato in CFC e deve essere definita individualmente per ogni paziente.
L’approccio generale per trasferire i pazienti a CLENILEXX prevede 2 fasi, come sotto dettagliato.
Fase 1: valutare la dose di beclometasone dipropionato (BDP) formulato con CFC (BDP-CFC) più appropriata per le condizioni attuali del paziente.
Fase 2: convertire la dose di BDP-CFC alla dose di CLENILEXX secondo la tabella seguente:
Dose totale giornaliera (mcg)
BDP-CFC | 200-250 | 300 | 400-500 | 600-750 | 800-1000 | 1100 | 1200-1500 | 1600-2000 |
CLENILEXX | 100 | 150 | 200 | 300 | 400 | 500 | 600 | 800 |
Bambini
Non sono disponibili dati sull’impiego di CLENILEXX nei bambini, quindi non è possibile suggerire un dosaggio preciso (vedere sez. 4.3).
Speciali gruppi di pazienti
Non vi sono particolari raccomandazioni sul dosaggio per pazienti anziani o con insufficienza renale o epatica.
CLENILEXX va impiegato solo per via inalatoria (vedere sez. 6.6).
L’erogatore Autohaler è un inalatore azionato dall’atto inspiratorio che libera automaticamente una quantità dosata di farmaco attraverso il boccaglio durante l’inalazione e non richiede una coordinazione manuale da parte del paziente (vedere sez. 6.6).
CLENILEXX contiene un nuovo propellente e non contiene clorofluorocarburi (CFC).
CLENILEXX non è indicato per la immediata remissione degli attacchi asmatici o dello stato di male asmatico.
La suscettibilità agli effetti sistemici degli steroidi assunti per via inalatoria, può variare da paziente a paziente.
Il beclometasone, così come altri steroidi somministrati per via inalatoria, entra nella circolazione sistemica attraverso i polmoni. Il beclometasone e i suoi metaboliti possono determinare soppressione della funzione surrenale. Tuttavia studi clinici con CLENILEXX hanno dimostrato che, con dosi comprese tra 100 e 800 mcg al giorno, la funzionalità surrenale si mantiene a valori medi e la risposta si mantiene all’interno dei valori normali.
Se la dose prescritta di CLENILEXX non è più efficace o se i sintomi peggiorano, il paziente deve rivolgersi al medico per rivedere la terapia di mantenimento.
Analogamente ad altri corticosteroidi, è necessaria cautela nei pazienti con tubercolosi polmonare attiva o latente.
In pazienti che sono passati dal trattamento con steroidi orali alla terapia inalatoria, può rendersi necessario riprendere la terapia sistemica nei periodi di stress oppure se l’ostruzione delle vie aeree o la presenza di muco impediscono l’assorbimento in seguito ad inalazione. Lo stesso dicasi quando la terapia inalatoria risulti di scarsa efficacia.
I pazienti che hanno ricevuto steroidi per via sistemica per lunghi periodi e/o a dosi elevate necessitano di particolare attenzione e controllo del trattamento quando passano alla terapia inalatoria. Il ripristino della normale funzione surrenale, compromessa dal prolungato trattamento con steroidi sistemici, è lento. Lo stato asmatico del paziente deve essere stabile prima che si possano somministrare steroidi per inalazione in aggiunta alla consueta terapia di mantenimento con steroidi sistemici.
Dopo circa una settimana di terapia combinata (sistemica ed inalatoria) si può iniziare una graduale riduzione del dosaggio dei corticosteroidi sistemici ad intervalli non inferiori ad una settimana.
La maggior parte dei pazienti può passare con successo agli steroidi per via inalatoria, mantenendo una soddisfacente funzione respiratoria; tuttavia, durante i primi mesi dopo la modifica della terapia, è necessaria una particolare attenzione, finché il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene (IIS) sia stato sufficientemente ripristinato da consentire al paziente di reagire a eventi quali traumi, interventi chirurgici o gravi infezioni.
Può essere consigliabile fornire ai pazienti steroidi orali da impiegare in caso di emergenza. La dose di steroidi per via inalatoria in questi casi deve essere aumentata, e poi gradualmente riportata ai livelli di mantenimento dopo che gli steroidi sistemici sono stati sospesi.
La sospensione degli steroidi sistemici può comportare l’esacerbazione di malattie allergiche come eczema atopico e rinite, i cui sintomi vanno trattati con antiistaminici e farmaci per uso topico.
Si possono presentare effetti sistemici con i corticosteroidi inalatori, in particolare quando prescritti ad alte dosi per periodi prolungati. Tali effetti si verificano con meno probabilità rispetto al trattamento con i corticosteroidi orali. I possibili effetti sistemici includono la sindrome di Cushing, aspetto Cushingoide, soppressione surrenalica, ritardo della crescita in bambini e adolescenti, riduzione della densità minerale ossea, cataratta, glaucoma e, più raramente una serie di effetti psicologici o comportamentali che includono iperattività psicomotoria, disturbi del sonno, ansietà, depressione o aggressività (particolarmente nei bambini). È importante, quindi che la dose dei corticosteroidi per inalazione sia la più bassa dose possibile con cui viene mantenuto il controllo effettivo dell’asma. Si sono verificati casi molto rari di crisi surrenaliche acute in ragazzi esposti a dosi più alte di quelle raccomandate (circa 1000 mcg/die) per periodi prolungati (diversi mesi o anni). I sintomi di insufficienza surrenalica inizialmente sono aspecifici ed includono anoressia, dolore addominale, perdita di peso, stanchezza, mal di testa, nausea, vomito; sintomi specifici in caso di trattamento con corticosteroidi inalatori comprendono ipoglicemia con riduzione dello stato di coscienza e/o convulsioni. Situazioni che potrebbero potenzialmente determinare una crisi surrenalica sono: traumi, interventi chirurgici, infezioni e rapida riduzione del dosaggio. I pazienti che ricevono dosi elevate devono essere strettamente valutati e la dose gradualmente ridotta. Il monitoraggio della riserva surrenalica può anche essere necessario.
Per chi svolge attività sportiva: l’uso di medicinali contenenti alcol etilico può determinare positività ai test anti-doping in rapporto ai limiti di concentrazione alcolemica indicati da alcune federazioni sportive.
Clenilexx
Non vi è esperienza con questo prodotto durante la gravidanza e l’allattamento, pertanto il farmaco può essere impiegato soltanto se i benefici per la paziente sono superiori ai potenziali rischi.
Uno studio di tossicità riproduttiva nei ratti in cui il farmaco è stato somministrato per via inalatoria non ha evidenziato alcun effetto teratogeno.
Propellente 134a (norflurano)
Studi con HFA-134a nella ratta e nella coniglia gravida o durante l’allattamento non hanno evidenziato alcun particolare rischio.
Beclometasone dipropionato
La sicurezza nella donna durante la gravidanza non è sufficientemente dimostrata. Negli animali, la somministrazione sistemica di dosi relativamente elevate può causare anormalità nello sviluppo fetale, compreso un rallentamento della crescita e la mancata saldatura del palato. Vi può quindi essere un lieve rischio che tali effetti si verifichino nel feto umano. Tuttavia, l’assunzione di beclometasone dipropionato per via inalatoria evita una esposizione a livelli elevati, come capita in seguito alla somministrazione per via sistemica.
L’impiego di beclometasone dipropionato durante la gravidanza richiede la valutazione dei possibili benefici per la paziente rispetto ai potenziali rischi.
Il farmaco è stato diffusamente impiegato per molti anni senza evidenza di conseguenze dannose.
È ragionevole ritenere che il beclometasone venga escreto nel latte, tuttavia, considerate le dosi relativamente basse impiegate per via inalatoria, è improbabile la presenza di livelli significativi nel latte materno. Nelle madri che allattano, il farmaco può essere impiegato soltanto se i benefici terapeutici per la paziente sono superiori ai potenziali rischi per la madre e per il bambino.
Durante la terapia con farmaci per uso inalatorio contenenti beclometasone dipropionato, si possono verificare occasionalmente raucedine o, raramente, broncospasmo dopo l’inalazione o candidosi del cavo orale. Per ridurre il rischio di candidosi e raucedine può essere utile che i pazienti risciacquino la bocca dopo l’inalazione. Con CLENILEXX sono stati riportati rari casi di nausea.
A dosi elevate utilizzate per lunghi periodi possono insorgere soppressione surrenalica, ritardo della crescita in bambini ed adolescenti, riduzione della densità minerale ossea, cataratta e glaucoma.
Come per altri prodotti a base di beclometasone dipropionato, si deve tenere conto del potenziale rischio di comparsa di reazioni di ipersensibilità inclusi rash, orticaria, prurito ed eritema, edema perioculare, edema al viso, alle labbra ed alla gola (angioedema).
Disturbi psichiatrici che possono insorgere con frequenza sconosciuta sono iperattività psicomotoria, disturbi del sonno, ansietà, depressione, aggressività, disturbi di comportamento (prevalentemente nei bambini).
Norflurano (propellente 134a), etanolo.
CLENILEXX va conservato a temperatura non superiore ai 30° C, lontano dalla luce e da fonti di calore. Proteggere dal gelo. Poiché la bomboletta è pressurizzata, non deve essere forata o avvicinata a fonti di calore, anche se vuota. Non disperdere nell’ambiente dopo l’uso.