Il dosaggio dipende dalla sensibilità dei patogeni (vedere paragrafo 5.1) e dalla gravità della malattia.
Posologia
Adulti pazienti con normale funzionalità renale
Infezioni causate da microorganismi altamente suscettibili
La dose abituale negli adulti è compresa tra 1 g e 2 g pro die da suddividere in due o tre dosi uguali (una dose ogni 8 o 12 ore).
Infezioni causate da microorganismi poco suscettibili
La dose abituale è compresa tra 3 g e 4 g pro die da suddividere in tre o quattro dosi uguali (una dose ogni 6 o 8 ore).
Nelle infezioni gravi, possono essere somministrati dosi fino a 6 g pro die suddivise in tre o quattro dosi uguali (una dose ogni 6 o 8 ore).
Impiego nella profilassi perioperatoria
Per prevenire le infezioni post–chirurgiche in interventi contaminati o potenzialmente contaminati, le dosi raccomandate sono:
a. 1 g – 2g somministrati per via endovenosa da 30 minuti a 1 ora prima dell’intervento.
b. Per gli interventi lunghi, 500 mg – 1 g somministrati per via endovenosa durante l’intervento (da modificare in accordo con la durata dell’operazione).
c. 500 mg – 1 g somministrati per via endovenosa ogni 6–8 ore per 24 ore dopo l’intervento.
E’ importante che (1) la dose pre–chirurgica venga somministrata da 30 minuti ad 1 ora prima dell’inizio dell’intervento per garantire adeguati livelli ematici e tissutali dell’antibiotico al momento dell’incisione e che la (2) cefazolina venga somministrata, se necessario, ad intervalli regolari durante l’intervento, per garantire livelli ematici adeguati dell’antibiotico nei momenti previsti di maggiore esposizione agli organismi infettivi.
L’intervallo raccomandato per la dose successiva è di 4 ore (dall’inizio della dose pre–operatoria). Il trattamento profilattico con cefazolina deve essere interrotto entro le 24 ore dal termine dell’intervento chirurgico.
Negli interventi chirurgici sul cuore la prolifassi con cefazolina può continuare per 48 ore dopo l’intervento, a seconda della situazione clinica.
Pazienti adulti con compromissione renale
Deve essere somministrata la dose iniziale appropriata. Le dosi successive vanno opportunamente ridotte in funzione del grado di compromissione renale, della gravità dell’infezione e della gravità del patogeno.
Terapia di mantenimento della cefazolina nei pazienti con compromissione renale
Clearance della creatinina (ml/min.) | Creatininemia (mg/100 ml) | Dose giornaliera totale | Intervallo di somministrazione della dose da suddividere |
≥ 55 | ≤ 1,5 | Dose abituale* | Non cambia |
35 – 54 | 1,6 – 3,0 | Dose abituale* | Almeno 8 ore |
11 – 34 | 3,1 – 4,5 | Metà della dose abituale | 12 ore |
≤ 10 | ≥ 4,6 | Un quarto della dose abituale | 18–24 ore |
*Dose giornaliera negli adulti con funzionalità renale normale.
Nei pazienti emodializzati, il piano terapeutico dipende dalle condizioni di dialisi.
Vedere anche il paragrafo 4.4.
Popolazione pediatricai:
Infezioni causate da microorganismi altamente suscettibili
Si raccomanda una dose di 25–50 mg/kg peso corporeo, pro die, suddivisa in due – quattro dosi uguali
(una dose ogni 6, 8 o 12 ore).
Infezioni causate da microorganismi meno suscettibili
Si raccomanda una dose fino a 100 mg/kg peso corporeo, pro die, suddivisa in tre o quattro dosi uguali
(una dose ogni 6, o 8 ore).
Neonati pretermine e neonati con meno di 1 mese di età
Non essendo stata studiata la sicurezza d’uso nei neonati prematuri e nei neonati con meno di un mese di età l’uso di cefazolina in questi pazienti non è raccomandato. Vedere paragrafo 4.4.
Linee guida sul dosaggio pediatrico
Peso corporeo | 5 kg | 10 kg | 15 kg | 20 kg | 25 kg |
Dose di 25 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 12 ore | 63 mg | 125 mg | 188 mg | 250 mg | 313 mg |
Dose di 25 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 8 ore | 42 mg | 85 mg | 125 mg | 167 mg | 208 mg |
Dose di 25 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 6 ore | 31 mg | 62 mg | 94 mg | 125 mg | 156 mg |
Dose di 50 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 12 ore | 125 mg | 250 mg | 375 mg | 500 mg | 625 mg |
Dose di 50 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 8 ore | 83 mg | 166 mg | 250 mg | 333 mg | 417 mg |
Dose di 50 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 6 ore | 63 mg | 125 mg | 188 mg | 250 mg | 313 mg |
Dose di 100 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 8 ore | 167 mg | 333 mg | 500 mg | 667 mg | 833 mg |
Dose di 100 mg / kg peso corporeo/die suddivisa per ogni 6 ore | 125 mg | 250 mg | 375 mg | 500 mg | 625 mg |
Pazienti pediatrici con compromissione renale
Deve essere somministrata la dose iniziale appropriata. Le dosi successive vanno opportunamente ridotte in funzione del grado di compromissione renale, della gravità dell’infezione e della gravità del patogeno.
Nei bambini con compromissione renale lieve (clearance della creatinina 70–40 ml/min), è sufficiente il 60% della dose giornaliera normale suddivisa ogni 12 ore.
Nei bambini con compromissione renale moderata (clearance della creatinina 40–20 ml/min), è sufficiente il 25% della dose giornaliera normale suddivisa ogni 12 ore.
Nei bambini con compromissione renale grave (clearance della creatinina 20–5 ml/min), è sufficiente il 10% della dose giornaliera normale suddivisa ogni 24 ore.
Tutte queste linee guida sono valide dopo la prima dose iniziale. Vedere anche il paragrafo 4.4.
Anziani:
Nei pazienti anziani con normale funzione renale non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio.
Durata del trattamento:
Dipende dal corso della malattia.
Modo di somministrazione
Cefazolina Hospira 1 g Polvere per soluzione iniettabile può essere somministrata tramite iniezione intramucolare profonda (i.m.), iniezione endovenosa lenta (e.v.), o tramite infusione endovenosa lenta.
Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, consultare il paragrafo 6.6.
Ipersensibilità
Prima di iniziare la terapia occorre accertare che il paziente non abbia avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità verso cefalosporine, penicilline, o altri farmaci.
Nei pazienti con anamensi positiva per le allergie la cefazolina deve essere somministrata con molta cautela.
È stata documentata l’esistenza di un’allergia crociata tra le cefalosporine e le penicilline.
Come con tutti gli agenti antibatterici beta–lattamici, sono state segnalate reazioni di ipersensibilità gravi e a volte fatali. Se dovessero verificarsi gravi reazioni di ipersensibilità, il trattamento con cefazolina deve essere immediatamente interrotto e devono essere intrapese adeguate misure diemergenza.
Prima di iniziare il trattamento, deve essere accertato se il paziente ha mai sofferto di gravi reazioni di ipersensibilità alla cefazolina o ad altre cefalosporine o agli altri agenti beta–lattamici.
È richiesta molta cautela se la cefazolina viene somministrata a pazienti con anamnesi positiva di ipersensibilità non grave agli altri agenti beta–lattamici.
Colite pseudomembranosa associata agli antibiotici
Nei casi gravi di diarrea bisogna valutare il rischio di colite pseudomembranosa associata agli antibiotici.
Questa patologia mette a rischio la vita, pertanto, il trattamento con cefazolina deve essere immediatamente sospeso e istituito un appropriato trattamento: i medicinali che bloccano la peristalsi sono controindicati. Vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati.
Compromissione renale
Nei pazienti con compromissione renale la dose e/o l’intervallo di dosaggio può essere regolato in funzione della gravità del compromissione renale (vedere paragrafo 4.2). Sebbene la cefazolina solo raramente causi compromissione renale, si raccomanda di controllare la funzionalità renale, in particolare nei pazienti gravemente malati a cui viene somministrata la dose massima e nei pazienti trattati in conomitanza con altri farmaci potenzialmente nefrotossici come gli aminoglicosidi o diuretici potenti (ad es. furosemide).
Somministrazione intratecale
Non per uso intratecale. È stata segnalata una grave intossicazione del sistema nervoso centrale (che comprendeva le convulsioni) dopo somministrazione intratecale di cefazolina.
Resistenza batterica e sovrainfezioni
Il trattamento a lungo termine con cefazolina può causare resistenza batterica alla cefazolina. I pazienti devono essere attentamente monitorati per eventuali sovrainfezioni. Se ciò dovesse manifestarsi devono essere adottate opportune misure.
Disturbi della coagulazione
In rari casi, possono insorgere disturbi emorragici durante il trattamento con cefazolina. I fattori di rischio sarebbero rappresentati da un deficit della vitamina K nei pazienti oppure un effetto sugli altri meccanismi della coagulazione (nutrizione parenterale, alimentazione insufficiente, insufficienza epatica e renale, trombocitopenia). La coagulazione del sangue può anche essere compromessa in caso di patologie concomitanti (ad es. emofilia, ulcera gastrica e duodenale) che possono causare il peggioramento del sanguinamento. Pertanto, nei pazienti con queste patologie deve essere monitorato il tempo di protrombina. Se vi è una riduzione significativa, bisogna somministrare un supplemento di vitamina K (10 mg/settimana).
Popolazione pediatrica
Prematuri e neonatii di età inferiore a un mese
Non essendo disponibili, al momento, dati adeguati sull’uso in questa fascia di età, la cefazolina non deve essere somministrata ai prematuri e ai neonati con meno di un mese di età.
Ogni flaconcino da 1 g contiene 2,2 mmol (50,6 mg) circa di sodio.
Ciò deve essere preso in considerazione nei pazienti sottoposti a una dieta di sodio controllata.
Le soluzioni contenti lidocaina cloridrato 0,5% non devono essere somministrate per via endovenosa.
Fertilità
Gli studi negli animali non hanno evidenziato effetti sulla fertilità.
Gravidanza
Gli studi negli animali non evidenziano effetti deleteri diretti o indiretti sulla tossicità riproduttiva.
Per la mancanza di esperienza in queste situazioni e per il fatto che la cefazolina attraversa la placenta durante la gravidanza, in particolare nel primo trimestre, Cefazolina Hospira deve essere somministrata in gravidanza solo dopo una rigorosa valutazione del rapporto rischio/beneficio.
È preferibile evitare l’uso di cefazolina durante la gravidanza salvo nei casi di effettiva necessità.
Allattamento
Cefazolina passa nel latte materno in concentrazioni molto basse, pertanto alle dosi terapeutiche non è previsto alcun effetto sul neonato. Se si manifesta diarrea o candidosi nel neonato durante l’allattamento, la madre deve interrompere l’allattamento oppure il trattamento con cefazolina.
Gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità entro ciascuna classe di frequenza.
La frequenza degli eventi avversi viene classificata come molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); raro (da ≥1/10.000 a <1/1,000); molto raro (<1/10.000).
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Frequenza | Effetti indesiderati |
Infezioni e infestazioni | Non comune | Candidosi orale |
Raro | Candidosi genitale, vaginite. Come con gli altri antibiotici, l’uso prolungato può causare la crescita eccessiva di microorganismi non suscettibili. Rinite | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Raro | Leucopenia, granulocitopenia, neutropenia, trombocitopenia, leucocitosi, granulocitosi, monocitosi, linfocitopenia, basofilia ed eosinofilia sono stati osservati negli emocromi. Questi effetti sono rari e reversibili. |
Molto raro | Disturbi della coagulazione con conseguente emorragia (vedere paragrafo 4.4). | |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | Piressia |
Molto raro | Shock anafilattico (gonfiore della laringe con restringimento delle vie aeree, aumento della frequenza cardiaca, fiato corto, caduta della pressionearteriosa, lingua gonfia, prurito anale, prurito genitale, edema facciale) | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Raro | Iperglicemia, ipoglicemia |
Patologie del sistema nerovoso | Non comune | Convulsioni (in pazienti con disfunzione renale trattata con dosi inappropriatemente elevate) |
Raro | Capogiri | |
Patologie vascolari | Non comune | Tromboflebite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Raro | Versamento pleurico, dispnea o stress respiratorio, tosse |
Patologie gastrointestinali | Comune | Nausea, vomito, diarrea |
Raro | Anoressia | |
Molto raro | Colite pseudomembranosa (questa complicazione deve essere subito gestita se la diarrea è associata alla terapia antibiotica) | |
Patologie epatobiliari | Raro | Transitorio aumento della aspartato aminotransferasi, alanina aminotransferasi, o alcalina fosfatasi gamma glutamiltransferasi, bilirubina e/o lattato deidrogenasi, epatite transitoria e ittero colestatico transitorio |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Rash |
Non comune | Eritema, eritema multiforme, orticaria, angioedema | |
Raro | Necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens–Johnson | |
Patologie renali e urinarie | Raro | Nefrotossicità, nefrite interstiziale, nefropatia non meglio specificata, proteinuria, transitorio aumento dell’azotemia (BUN) normalmente nei pazienti trattati in concomitanza con medicinali potenzialmente nefrotossici |
Patologie del’apprato riproduttivo e della mammella | Molto raro | Prurito vulvovaginale |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Dolore nel sito di somministrazione intramuscolare a volte con indurimento |
Raro | Malessere, stanchessa, dolore al torace |
In caso di grave e persistente diarrea durante o dopo il trattamento con cefazolina, chiedere consiglio al medico in quanto la diarrea potrebbe essere un segno di una grave patologia (colite pseudomembranosa) che richiede un trattamento immediato. Al paziente deve essere vietata la pratica dell’auto–terapia che potrebbe sopprimere la peristalsi (vedere paragrafo 4.4).
L’uso prolungato di cefalosporine può causare una crescita eccessiva di batteri resistenti alla cefazolina in particolare Enterobacter, Citrobacter, Pseudomonas, Enterococcus, e Candida. Questo può causare sovrainfezioni o potenzialmente la colonizzazione di organismi resistenti o di funghi (vedere paragrafo 4.4).
Studi
Aumenti transitori della SGOT, SGPT, dell’azotemia e della fosfatasi alcalina senza evidenza clinica di danno epatico.
Gli studi sugli animali hanno evidenziato che la cefazolina è potenzialmente nefrotossica. Sebbene non dimostrato nell’uomo, questa possibilità deve essere considerata in particolare nei pazienti trattati con alte dosi somministrate per lunghi periodi. In rari casi sono state segnalate nefrite interstiziale e nefropatie non meglio precisate. I pazienti coinvolti erano gravemente malati e ricevevano diversi trattamenti. Il ruolo della cefazolina nello sviluppo della nefrite interstiziale e delle altre nefropatie non è stato stabilito.
Raramente sono stati segnalati:
Calo dell’emoglobina e/o dell’ematocrito, anemia, agranulocitosi, anemia aplastica, pancitopenia e anemia emolitica.
I seguenti eventi sono stati segnalati nel corso del trattamento con alcune cefalosporine:
incubi notturni, vertigini, iperattività, nervosismo o ansia, insonnia, stato confusionale, debolezza, vampate di calore, disturbi della visione dei colori, confusione e attività epilettogeniche.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Nessuno
Questo medicinale non richiede alcuna speciale temperatura di conservazione.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale dopo ricostituzione consultare il paragrafo 6.3.