CARDIOSTENOL è controindicato in età pediatrica.
La posologia deve essere stabilita dal medico e può variare da 1 a 3 fiale al giorno, secondo necessità.
Il prodotto può essere usato anche per clisma, diluendo il contenuto di 1 o 2 fiale in circa 250 ml di acqua tiepida.
Avvertenze speciali
Trattandosi di prodotto contenente un analgesico narcotico, il suo uso, specie se prolungato, dà origine ad assuefazione e dipendenza psico-fisica. In casi del genere la brusca sospensione del trattamento è normalmente seguita dalla comparsa di una sindrome di astinenza. Per questi motivi il prodotto non deve essere utilizzato negli stati dolorosi sensibili ad analgesici meno potenti o nei pazienti che non siano sotto stretta sorveglianza medica.
Dopo assunzione del prodotto è consigliabile, specie all'inizio della terapia, mantenere la posizione sdraiata per circa 30 minuti, onde evitare la comparsa di ipotensione ortostatica.
Speciali precauzioni d’impiego
Cardiostenol deve essere somministrato con cautela nei soggetti anziani o debilitati ed in pazienti affetti da:
- ipotiroidismo
- insufficienza renale
- epatopatie croniche
- artimie cardiache
- malattie stenosanti dell’apparato gastrointestinale e genito-urinario
- nel morbo di Addison
- in caso di gravi stati ipotensivi
- insufficienza respiratoria
- affezioni polmonari croniche e in caso di ridotta riserva ventilatoria
E' controindicato l'uso del prodotto in gravidanza, nell'analgesia ostetrica e nell'allattamento.
La presenza della morfina può indurre i seguenti effetti collaterali:
- A carico del sistema nervoso centrale: anche a dosi terapeutiche, il prodotto determina depressione respiratoria ed, in minor misura, depressione circolatoria. La depressione respiratoria è, in genere, di grado lieve o moderato e senza conseguenze di rilievo nei soggetti con integrità della funzione respiratoria; essa tuttavia può indurre gravi conseguenze nei pazienti con affezioni bronco-polmonari come la formazione di aree di atelectasia. Comunque, a seguito di somministrazione orale o parenterale di analgesici narcotici, è stata segnalata la comparsa di grave depressione respiratoria e circolatoria fino al collasso e all'arresto respiratorio.
Altri effetti neurologici segnalati sono: miosi, turbe della visione, cefalea, vertigini, aumento della pressione endocranica.
Sono inoltre possibili modificazioni psicologiche come eccitazione, insonnia, irritabilità, agitazione, euforia e disforia, oppure sedazione ed astenia, depressione del tono dell'umore, ottundimento mentale e stati di indifferenza.
- A carico dell'apparato cardiovascolare: bradicardia da stimolazione del vago, ipotensione, lipotimie e sincope. Gli effetti ipotensivi sono più marcati nei soggetti con ridotto volume plasmatico.
- A carico dell'apparato gastro-intestinale: frequenti sono nausea, vomito, stipsi e spasmi della muscolatura liscia delle vie biliari con transitori aumenti delle concentrazioni delle amilasi e delle lipasi plasmatiche.
- A carico dell'apparato endocrino: aumento della increzione della vasopressina e riduzione di quella dell'ormone adrenocorticotropo, dell'ormone tireotropo e dei 17-idrossi- e 17-cheto-corticosteroidi.
- A carico dell'apparato uro-genitale: oliguria e ritenzione di urina, che può essere aggravata da una concomitante patologia stenosante uretro-prostatica.
- A carico della cute: arrossamento del volto, del collo e delle regioni superiori del torace, sudorazione, prurito, orticaria e altre eruzioni cutanee. Dolore nel punto di iniezione.
La presenza dell'atropina può indurre i seguenti effetti collaterali: secchezza delle fauci, riduzione della sudorazione, midriasi, turbe dell'accomodazione, aumento del tono oculare, tachicardia, stipsi, difficoltà alla minzione e ritenzione urinaria.
Dosi elevate di atropina possono determinare agitazione, tremori, aritmie cardiache.
Sodio metabisolfito
Acqua per preparazioni iniettabili
Tenere il medicinale nella confezione originale al riparo del calore.