Dosaggio e somministrazione
Il carboplatino deve essere usato solo per via endovenosa. La dose raccomandata di carboplatino per pazienti adulti non trattati in precedenza e con funzione renale normale, vale a dire con clearance della creatinina >60 ml/min è pari a 400 mg/m² come dose singola somministrata per infusione endovenosa di breve durata (15-60 minuti).
In alternativa, per determinare la dose può essere utilizzata la formula di Calvert indicata di seguito:
Dose (mg) = AUC target (mg / ml / min) x [GFR ml / min + 25]
Dose (mg) = AUC target (mg/ml x min) x [GFR ml/min + 25] | ||
AUC Target | Chemioterapia programmata | Stato di trattamento del paziente |
5-7 mg/ml.min | Carboplatino come agente singolo | Precedentemente non trattati |
4-6 mg/ml.min | Carboplatino come agente singolo | Precedentemente trattati |
4-6 mg/ml.min | Carboplatino più ciclofosfamide | Precedentemente non trattati |
Nota: con la formula di Calvert, la dose totale di carboplatino è calcolata in mg, non in mg/m².
La formula di Calvert non deve essere usata in pazienti che hanno ricevuto un pretrattamento esteso**.
** I pazienti vengono considerati pesantemente pretrattati se hanno ricevuto i seguenti trattamenti:
• mitomicina C
• nitrosurea
• terapia di associazione con doxorubicina/ ciclofosfamide / cisplatino
• terapia di associazione con 5 o più agenti
• radioterapia ≥ 4500 rad, incentrata su un campo 20x20 cm o su più di un campo di terapia.
In caso di mancata risposta del tumore, malattia progressiva e/o comparsa di effetti collaterali intollerabili la terapia con carboplatino deve essere interrotta.
La somministrazione non deve essere ripetuta fino a quattro settimane dopo la precedente e/o finché la conta dei neutrofili abbia raggiunto valori pari ad almeno 2000 cellule/mm³ e la conta delle piastrine abbia raggiunto valori pari ad almeno 100.000 cellule/mm³.
Si raccomanda una riduzione del 20-25% della dose iniziale nei pazienti con fattori di rischio, ad esempio precedente trattamento mielosoppressivo e bassi livelli di performance status (ECOG-Zubrod 2-4 ovvero Karnofsky inferiore a 80).
Nelle prime fasi del trattamento con carboplatino e in previsione di un futuro aggiustamento della dose si raccomanda di determinare il nadir ematologico mediante conta ematica settimanale.
Compromissione della funzionalità renale
Pazienti con valori di clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono a maggior rischio di sviluppare mielosoppressione.
L’uso ottimale di carboplatino nei pazienti con compromissione della funzionalità renale richiede un adeguato aggiustamento del dosaggio e un monitoraggio frequente sia dei nadir ematologici che della funzionalità renale.
Non somministrare carboplatino in caso di velocità di filtrazione glomerulare ≤ 20 ml / min.
Terapia di combinazione
L’uso ottimale di carboplatino in associazione con altri agenti mielosoppressivi richiede aggiustamenti di dose secondo il dosaggio e lo schema di trattamento da adottare.
Uso nei bambini
L’esperienza con carboplatino nei bambini è insufficiente per formulare specifiche raccomandazioni per il dosaggio.
Anziani
A seconda delle condizioni fisiche dei pazienti possono essere necessari aggiustamenti del dosaggio all’inizio o nel corso del trattamento.
Diluizione e ricostituzione
Il prodotto deve essere diluito prima dell’infusione, vedere paragrafo 6.6.
Avvertenze
Il carboplatino deve essere somministrato da personale qualificato sotto la supervisione di un medico esperto nell’uso di terapia antineoplastica. Devono essere prontamente disponibili impianti diagnostici e di trattamento per la gestione della terapia e di possibili complicanze.
La mielosoppressione da carboplatino è strettamente correlata alla sua clearance renale.
Pazienti con funzionalità renale anormale o sottoposti a terapia concomitante con altri farmaci potenzialmente nefrotossici possono incorrere in mielotossicità più grave e prolungata. I parametri di funzionalità renale devono essere quindi attentamente valutati prima e durante la terapia.
I cicli di infusione di carboplatino, in circostanze normali non devono essere ripetute più frequentemente di una volta al mese. Dopo la somministrazione di carboplatino si verificano trombocitopenia, leucopenia e anemia. Nel corso e dopo terapia con carboplatino si raccomanda un frequente monitoraggio della conta ematica periferica. L’associazione di carboplatino e altri composti mielosoppressivi deve essere programmata molto attentamente per quanto concerne la dose e la durata, al fine di ridurre al minimo gli effetti aggiuntivi. In pazienti con grave mielosoppressione può essere richiesta una terapia trasfusionale di supporto.
Il carboplatino può provocare nausea e vomito. È stata riferita l’utilità di un pretrattamento con antiemetici per ridurre l’incidenza e l’intensità di questi effetti.
Il carboplatino può provocare compromissione della funzionalità renale ed epatica. Dosi molto elevate di carboplatino (≥ 5 volte la dose raccomandata per singolo agente) hanno portato a gravi anomalie nella funzionalità epatica e/o renale. Non è chiaro se un adeguato programma di idratazione riesca a superare gli effetti sulla funzionalità renale. In presenza di grave alterazione dei test di funzionalità renale o epatica di grado da moderato a grave, si rende necessaria una riduzione della dose o l’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.8).
L’incidenza e la severità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti che presentano una ridotta funzionalità renale prima del trattamento con carboplatino. È più probabile compromissione della funzione renale nei pazienti che hanno precedentemente sperimentato nefrotossicità a seguito della terapia con cisplatino. Sebbene non esista evidenza clinica sulla nefrotossicità del composto, si raccomanda di non associare carboplatino con aminoglicosidi o altri composti nefrotossici.
Sono state segnalate infrequenti reazioni allergiche al carboplatino, ad esempio, eruzione eritematosa, febbre senza causa apparente o prurito. Raramente si sono verificati anafilassi, angioedema e reazioni anafilattoidi comprendenti broncospasmo, orticaria e edema facciale. Queste reazioni sono simili a quelli osservati dopo somministrazione di altri composti contenenti platino e si possono verificare entro pochi minuti. L’incidenza di reazioni allergiche può aumentare nel caso di precedente esposizione a terapia con platino; tuttavia, le reazioni allergiche sono state osservate durante l’esposizione iniziale al carboplatino. I pazienti devono essere osservati con attenzione per possibili reazioni allergiche e gestiti con opportuna terapia di supporto, tra cui antiistaminici, adrenalina e/o glucocorticoidi.
Devono essere effettuate su base regolare una valutazione neurologica e una valutazione dell’udito, soprattutto nei pazienti trattati con alte dosi di carboplatino. È più probabile che neurotossicità, come parestesia, diminuzione dei riflessi tendinei profondi, e ototossicità si manifestino in pazienti precedentemente trattati con altri trattamenti al platino e con altri agenti ototossici.
Il potenziale cancerogeno del carboplatino non è stato studiato, ma composti con meccanismi d’azione e mutagenicità simili sono stati indicati come cancerogeni (vedere paragrafo 5.3)
La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di carboplatino nei bambini non è stata dimostrata.
Durante la preparazione e la somministrazione di carboplatino non devono essere utilizzate apparecchiature contenenti alluminio (vedere paragrafo 6.2).
Gravidanza
La sicurezza sull’uso del carboplatino durante la gravidanza non è stata stabilita: Studi condotti su animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3.). Il carboplatino ha dimostrato di essere embriotosico, di essere teratogeno nel ratto e mutageno in vivo ed in vitro. Il carboplatino non deve essere usato durante la gravidanza, se non chiaramente indicato. Se il carboplatino viene usato durante la gravidanza, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto.
Fertilità
Alle donne in età fertile deve essere consigliato di evitare la gravidanza durante il trattamento con carboplatino e di usare efficaci metodi contraccettivi durante la terapia. Alle donne gravide o a quelle che lo diventano nel corso della terapia si deve fornire una consulenza genetica. Il carboplatino è genotossico. Quindi si raccomanda agli uomini sottoposti a trattamento con carboplatino di non procreare nel corso e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di cercare consulenza sulla conservazione dello sperma prima del trattamento a causa della possibilità dell’instaurarsi di una infertilità irreversibile dovuta alla terapia con carboplatino.
Allattamento
Non è chiaro se il carboplatino venga escreto nel latte materno.
A causa del rischio di effetti nocivi sul neonato in allattamento, durante il trattamento con carboplatino si deve interrompere l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3).
L’incidenza degli effetti indesiderati riportati di seguito si basa sui dati ottenuti in un vasto gruppo di pazienti con diverse caratteristiche prognostiche prima del trattamento.
Sono state utilizzate le seguenti classi di frequenza:
- molto comune (≥1/10)
- comune (≥1/100, <1/10)
- non comune (≥1/1000, ≤1/100)
- raro (≥1/10,000 ≤1/1000)
- molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache
Molto raro. eventi cardiovascolari (insufficienza cardiaca, embolia), così come gli eventi cerebrovascolari (colpo apoplettico) sono stati riportati in singoli casi (rapporto di causalità con il carboplatino non stabilito). Sono stati segnalati singoli casi di ipertensione.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune: la mielosoppressione è una tossicità dose-limitante del carboplatino. La mielosoppressione può essere più grave e prolungata nei pazienti con funzionalità renale compromessa, lungo trattamento precedente, scarso performance status ed età superiore ai 65 anni. La mielosoppressione è inoltre peggiorata da una terapia combinata con carboplatino ed altri composti mielosoppressivi. Solitamente la mielosoppressione è reversibile e non cumulativa quando il carboplatino viene usato come agente singolo e somministrato alle dosi e con le frequenze raccomandate.
Alle dosi massime tollerate di carboplatino somministrato come agente singolo, la trombocitopenia con conta minima delle piastrine inferiore a 50 x 109/l, compare in circa un terzo dei pazienti. Il nadir si ha solitamente tra il giorno 14 ed il giorno 21, con una ripresa entro 35 giorni dall’inizio della terapia.
Si è verificata leucopenia in circa il 20 % dei pazienti ma la ripresa dal giorno del nadir (giorno 14-28) può essere più lenta e avviene solitamente entro 42 giorni dall’inizio della terapia. In circa un quinto dei pazienti si verifica neutropenia con conta dei granulociti inferiore a 1 x 109/l. Una riduzione dell’emoglobina al di sotto di 9,5 mg/100 ml è stata osservata nel 48% dei pazienti con valori basali normali. Frequentemente insorge anemia che può essere cumulativa.
Comune: sono state segnalate anche complicanze emorragiche, in genere minori.
Non comune: occasionalmente sono state segnalate complicanze infettive.
Raro: sono stati segnalati casi di neutropenia febbrile. Si sono verificati singoli casi di infezioni fatali ed emorragia.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Molto raro: fibrosi polmonare che si manifesta con senso di costrizione al torace e dispnea. Questo deve essere considerato se è escluso uno stato di ipersensibilità polmonare (vedere Patologie sistemiche qui di seguito).
Patologie del sistema nervoso
Comune: l’incidenza delle neuropatie periferiche dopo trattamento con carboplatino è del 6%. Nella maggior parte dei pazienti la neurotossicità è limitata a parestesie e diminuzione dei riflessi tendinei profondi. La frequenza e l’intensità di questo effetto collaterale aumenta nei pazienti anziani e in quelli precedentemente trattati con cisplatino. Parestesie presenti prima di iniziare la terapia con carboplatino, in particolare se correlate al precedente trattamento con cisplatino, possono persistere o aggravarsi durante il trattamento con carboplatino (vedere Precauzioni).Non comune. Sono stati segnalati sintomi del sistema nervoso centrale, tuttavia, sembrano essere spesso attribuiti alla terapia antiemetica concomitante.
Patologie dell’occhio
Rari: raramente, durante la terapia con il platino sono stati segnalati disturbi transitori della vista e a volte anche perdita transitoria della vista. Questo di solito è associato alla terapia ad alte dosi nei pazienti con compromissione renale. Nell’ambito della sorveglianza post-marketing è stata segnalata neurite ottica.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Molto comuni: nel 15% dei pazienti trattati con carboplatino è stata segnalata una diminuzione subclinica della acuità uditiva, consistente in perdita dell’udito alle alte frequenze (4000-8000 Hz) determinata con audiogramma.
Comune: ototossicità clinica. Solo l’1% dei pazienti presenta sintomi clinici, che si manifestano nella maggior parte dei casi con tinnito.
Nei pazienti precedentemente trattati con cisplatino e che hanno sviluppato perdita dell’udito correlata a tale trattamento, la compromissione dell’udito può persistere o peggiorare. Nei bambini che hanno ricevuto dosi di carboplatino superiori a quelli raccomandati e in associazione con altri farmaci ototossici è stata segnalata perdita dell’udito clinicamente significativa.
Patologie gastrointestinali
Molto comune: nausea senza vomito compare in circa un quarto dei pazienti sottoposti a trattamento con carboplatino; in metà dei pazienti è stato segnalato vomito ed un terzo di questi ha sofferto di grave emesi. Nausea e vomito compaiono generalmente dopo 6 - 12 ore dopo la somministrazione di carboplatino, spariscono entro 24 ore dal trattamento e rispondono di solito a trattamento antiemetico (che può anche prevenirli). Un quarto dei pazienti non ha avuto né nausea né vomito. Vomito non controllabile con i farmaci è stato osservato in solo l’1% dei pazienti. Il vomito sembra essere più frequente nei pazienti sottoposti a precedente trattamento, soprattutto in quelli sottoposti a precedente trattamento con cisplatino. Nel 17% dei pazienti sono comparsi disturbi gastrointestinali associati a dolore.
Comune: diarrea (6%), stipsi (4%), mucosite.
Raro: alterazione del gusto. Sono stati segnalati casi di anoressia.
Patologie renali e urinarie
Molto comune: la tossicità renale non è solitamente dose-limitante nei pazienti che ricevono carboplatino, né richiede misure preventive, quali idratazione con fluidi ad alto volume o diuresi forzata. Tuttavia, aumentati livelli di urea sanguigna e di azoto nell’urea sanguigna o di creatinina nel siero possono verificarsi comunemente.
Comune: è possibile osservare anche compromissione della funzionalità renale, definita come riduzione della clearance della creatinina al disotto di 60 ml/min. L’incidenza e la gravità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti con compromissione della funzionalità renale prima del trattamento con carboplatino. Non è chiaro se un idoneo programma di idratazione potrebbe evitare tale effetto, ma una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia sono richieste in presenza di moderata (clearance della creatinina da 41 a 59 ml/min) o grave alterazione (21 - 40 ml/ min) della funzionalità renale. Il carboplatino è controindicato nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare pari o inferiore a 20 ml/ min.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: alopecia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune: dopo il trattamento con carboplatino sono state segnalate riduzioni di elettroliti sierici (sodio, magnesio, potassio e calcio), ma non sono stati segnalati casi così gravi da provocare la comparsa di segni o sintomi clinici.
Rari: sono stati segnalati casi di iponatriemia.
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)
Non comune: dopo la somministrazione di carboplatino come agente singolo o in terapia di associazione sono stati segnalati tumori secondari maligni (inclusa leucemia promielocitica comparsa 6 anni dopo la monoterapia con carboplatino e prima della radioterapia)(la relazione causale non è stata definita).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: in circa un quarto dei pazienti si osserva iperuricemia. I livelli sierici di acido urico possono essere ridotti con l’allopurinolo. Astenia.
Comune: malessere, orticaria, sindrome simil-influenzale, eruzione eritematosa, prurito.
Non comune: febbre e brividi senza evidenza di infezioni, reazioni al sito di iniezione, quali dolore, eritema, edema, orticaria e necrosi.
Rare: sindrome emolitico-uremica.
Disturbi del sistema immunitario
Comune: in meno del 2% dei pazienti sono state segnalate reazioni allergiche al carboplatino, ad esempio, eruzione cutanea, orticaria, eruzione eritematosa, e febbre senza causa apparente o prurito. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo somministrazione di altri composti contenenti platino e deve essere gestita con opportuna terapia di supporto.
Raro: si sono verificati anafilassi, shock anafilattico, angioedema e reazioni anafilattoidi, incluso broncospasmo, orticaria, edema facciale e rossore al viso, dispnea, ipotensione, capogiri, respiro affannoso e tachicardia (vedere paragrafo 4.4).
Patologie epatobiliari
Molto comune: con il carboplatino, sono state segnalate anomalie dei test di funzionalità epatica (generalmente da lieve a moderata) in circa un terzo dei pazienti con valori basali normali. Il livello di fosfatasi alcalina è aumentato più frequentemente del livello di glutammico-ossalacetica transaminasi sierica (SGOT), glutammico-piruvica transaminasi sierica (SGPT) o la bilirubina totale. La maggior parte di queste alterazioni regrediscono spontaneamente nel corso del trattamento.
Rari: dopo la somministrazione di carboplatino a dosi più alte di quelle raccomandate è stata segnalata grave disfunzione epatica (compresa la necrosi epatica acuta).
Acqua per preparazioni iniettabili.
Non conservare a temperatura superiore a 25 °C. Non refrigerare o congelare.
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.