Posologia
Adulti: una compressa di Brivirac una volta al giorno per sette giorni.
Il trattamento deve iniziare prima possibile, preferibilmente entro 72 ore dalla comparsa delle prime manifestazioni cutanee (generalmente un’eruzione cutanea d’esordio) o 48 ore dalla comparsa della prima vescicola. Le compresse devono essere assunte ogni giorno approssimativamente alla stessa ora. Se i sintomi persistono o peggiorano durante i 7 giorni di trattamento, il paziente deve essere informato di rivolgersi al medico. Il prodotto è indicato per l’uso a breve termine.
Questo trattamento inoltre riduce il rischio di sviluppare nevralgia posterpetica in pazienti di età superiore ai 50 anni al normale dosaggio sopra indicato (1 compressa di Brivirac una volta al giorno per 7 giorni).
Dopo un primo ciclo di terapia (7 giorni) non deve essere effettuato un secondo ciclo.
Popolazioni speciali
Pazienti anziani
Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti di età superiore ai 65 anni.
Pazienti con compromissione renale o epatica
Come conseguenza di compromissione renale o epatica, non si osservano significative variazioni nell’esposizione sistemica a brivudina; pertanto non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale da moderata a grave e nei pazienti con compromissione epatica da moderata a grave (vedere anche il paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica
Brivirac è controindicato nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni, in quanto la sicurezza e l’efficacia in questa fascia di età non sono state stabilite (vedere paragrafo 4.3).
Modo di somministrazione
Uso orale.
L’assunzione di cibo non influenza in modo significativo l’assorbimento della brivudina (vedere paragrafo 5.2).
Brivirac e 5–fluorouracile, comprese anche le sue preparazioni per uso topico o i suoi pro–farmaci (per es. capecitabina, floxuridina, tegafur) o le associazioni che contengono questi principi attivi, ed altre 5–fluoropirimidine (per es. flucitosina) non devono essere somministrati contemporaneamente e si deve osservare un intervallo minimo di 4 settimane prima di iniziare il trattamento con farmaci a base di 5–fluoropirimidina. Come ulteriore precauzione, l’attività dell’enzima DPD deve essere monitorata prima di iniziare qualsiasi trattamento con farmaci a base di 5–fluoropirimidina nei pazienti ai quali è stato recentemente somministrato Brivirac (vedere anche sezioni 4.5 e 4.8).
Brivirac non deve essere usato se le manifestazioni cutanee si sono già completamente sviluppate.
Brivirac deve essere usato con cautela in pazienti con malattie epatiche croniche come epatiti. I dati post–marketing indicano che il prolungamento del trattamento oltre la durata consigliata di 7 giorni aumenta il rischio di sviluppare epatite (vedere anche sezione 4.8)
Dato che il lattosio è presente tra gli eccipienti, i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o di malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere il farmaco.
Brivirac è controindicato durante la gravidanza o nelle donne che allattano.
Studi condotti su animali non hanno mostrato effetti embriotossici o teratogeni. Effetti tossici sul feto sono stati osservati soltanto ad alte dosi. Tuttavia, la sicurezza di Brivirac nella donna in gravidanza non è stata stabilita.
Studi condotti su animali hanno mostrato che la brivudina ed il suo principale metabolita bromoviniluracile (BVU) vengono escreti nel latte.
Riassunto del profilo di sicurezza
La brivudina è stata somministrata a più di 3900 pazienti nel corso di studi clinici. La reazione più grave, ma rara, è stata l’epatite. Questa reazione è stata osservata anche durante la sorveglianza post–marketing.
L’unica reazione avversa comune è stata la nausea (2,1%). Le altre reazioni avverse più frequenti (non comuni e rare) sono state quelle relative al sistema nervoso e ai disturbi psichiatrici SOC. Un effetto della brivudina sul SNC è stato evidenziato anche dai dati di sorveglianza post–marketing.
Durante l’uso clinico del prodotto sono stati osservati disturbi del tessuto cutaneo e sottocutaneo, evidenziati anche dai dati di sorveglianza post marketing.
L’incidenza e il tipo di reazioni indesiderate sono stati assimilabili a quelli che notoriamente si verificano con altri agenti antivirali nucleosidici appartenenti alla stessa classe.
Tabella riepilogativa delle reazioni avverse
La tabella, qui di seguito riportata, elenca le reazioni avverse alla brivudina raggruppate per apparato in ordine decrescente di gravità
Classificazione per sistemi/organi | Comune (≥1/100, < 1/10) | Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) | Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) | Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Patologie del sistema emolinfopoietico | granulocitopenia, eosinofilia, anemia, linfocitosi, monocitosi | trombocitopenia | ||
Disturbi del sistema immunitario | reazioni allergiche/di ipersensibilità (edema periferico e edema della lingua, delle labbra, delle palpebre, della laringe e del viso, prurito, eruzione cutanea, aumento della sudorazione, tosse, dispnea, broncocostrizione) | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | anoressia | |||
Disturbi psichiatrici | insonnia, ansia | allucinazioni, stato confusionale | ||
Patologie del sistema nervoso | cefalea, capogiro, vertigini, sonnolenza,parestesia | disgeusia, tremore | disturbi dell’equilibrio | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | dolore all’orecchio | |||
Patologie vascolari | ipertensione | ipotensione | vasculite | |
Patologie gastrointestinali | nausea | vomito, diarrea, dispepsia, dolori addominali, stipsi, flatulenza | ||
Patologie epato–biliari | fegato grasso, aumento degli enzimi epatici | epatite, aumento della bilirubina nel sangue | insufficienza epatica acuta | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | eruzione fissa, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson | |||
Patologie del sistema muscolo–scheletrico | dolore osseo | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | astenia, fatica, malattia simil–influenzale (malessere febbre, dolori, brividi) |
Descrizione di reazioni avverse selezionate
La brivudina può interagire con agenti chemioterapici della classe delle 5–fluoropirimidine. Questa interazione, che induce un aumento della tossicità delle fluoropirimidine, è potenzialmente fatale (vedere anche 4.4 e 4.5).
Segni di tossicità del 5–FU includono nausea, vomito, diarrea e, nei casi gravi, stomatiti, mucositi, necrolisi epidermica tossica, neutropenia e depressione midollare (vedere anche sezione 4.5).
Gli effetti epatotossici si sono verificati sia durante gli studi clinici sia durante l’esperienza post–marketing. Questi effetti consistono in epatite colestatica o citolitica, ittero colestatico o aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi di epatite ha avuto inizio dai 3 ai 28 giorni dopo il termine del trattamento di 7 giorni. I dati post–marketing indicano che il prolungamento del trattamento oltre il periodo consigliato di 7 giorni aumenta il rischio di epatite.
Popolazione pediatrica
La brivudina non è stata studiata nella popolazione pediatrica e il suo impiego nei bambini non è indicato. Pertanto il profilo di sicurezza nella popolazione pediatrica non è noto.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, povidone K 24–27, magnesio stearato.
Tenere il blister nell’imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce.