Una compressa al giorno.
La maggior parte dei pazienti risponde adeguatamente alla somministrazione di una compressa al giorno; nei casi di mancata o scarsa risposta è consigliabile associare un altro antiipertensivo, quale un vasodilatatore. I pazienti in terapia con altri antiipertensivi possono essere trasferiti direttamente ad Atenololo + clortalidone Aurobindo fatta eccezione per quelli in trattamento con clonidina, la cui somministrazione dovrà essere ridotta gradualmente, per evitare il rialzo pressorio, dovuto alla brusca sospensione.
L’interruzione della terapia con beta-bloccante deve essere graduale.
A livello cardiaco
- Insufficienza cardiaca: Atenololo + clortalidone Aurobindo non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza cardiaca, non perfettamente controllata da farmaci specifici.
- Frequenza cardiaca: la riduzione della frequenza cardiaca è una delle azioni farmacologiche indotte da Atenololo + clortalidone Aurobindo. Una riduzione del dosaggio dovrà essere considerata nei casi in cui compaiano sintomi attribuibili all’eccessiva riduzione della frequenza cardiaca.
Affezioni respiratorie di tipo ostruttivo
Nonostante l’atenololo agisca di preferenza sui recettori beta-adrenergici cardiaci, Atenololo + clortalidone Aurobindo non è consigliato nei pazienti con asma bronchiale e con affezioni respiratorie di tipo ostruttivo perché può provocare in questi pazienti asmatici un aumento delle resistenze respiratorie.
A differenza di farmaci contenenti beta-bloccanti non selettivi, il broncospasmo però può generalmente essere risolto con l’impiego di broncodilatatori.
Effetti metabolici
Gli effetti metabolici del clortalidone sono dose-dipendenti: il basso dosaggio presente in Atenololo + clortalidone Aurobindo, ne rende quindi improbabile la comparsa.
- Potassio: con la somministrazione di Atenololo + clortalidone Aurobindo raramente si osservano significative modificazioni a carico del potassio. Le riduzioni della potassiemia sono di scarsa entità e non rivestono un’importanza clinica significativa. Pertanto, in genere non sono necessarie dosi supplementari di potassio. Solo nel caso in cui venga somministrato un preparato digitalico e nei soggetti che seguono una dieta a basso contenuto di potassio o che presentano gravi disturbi gastrointestinali è necessaria una particolare attenzione.
- Uricemia: nei trattamenti protratti il clortalidone può provocare un aumento dell’uricemia. Nei casi di un aumento eccessivo può essere associata una terapia specifica con farmaci uricosurici o con allopurinolo.
- Diabete: il clortalidone contenuto in Atenololo + clortalidone Aurobindo può ridurre la tollerabilità al glucosio e quindi rendere manifesta una malattia diabetica latente o aggravata se già conclamata. Pertanto è necessario, nei casi di terapia a lungo termine, controllare periodicamente la glicemia.
Insufficienza renale
Nei pazienti con insufficienza renale è necessario modificare lo schema posologico, riducendo o la dose giornaliera o la frequenza delle somministrazioni.
Anestesia
Come con altri farmaci beta-bloccanti può essere opportuno sospendere la somministrazione del farmaco 48 ore prima dell’intervento chirurgico.
Se durante l’anestesia si evidenzia un eventuale predominio vagale, questo potrà essere corretto con la somministrazione di atropina solfato (0,5-1 mg per via endovenosa, eventualmente ripetuta).
Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test antidoping.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Atenololo + clortalidone Aurobindo non deve essere somministrato in gravidanza, a meno che il suo impiego non venga ritenuto indispensabile.
Atenololo + clortalidone Aurobindo è ben tollerato; gli effetti collaterali sono rari e di lieve entità.
Occasionalmente può comparire senso di freddo alle estremità, affaticamento muscolare transitorio, disturbi del sonno e, a causa della componente diuretica, nausea, vertigini e, in rari casi, reazioni di tipo idiosincrasico quali trombocitopenia e leucopenia. Con l’impiego dei beta-bloccanti sono stati riportati casi di rash cutanei e/o secchezza agli occhi, la cui incidenza è peraltro modesta e transitoria. Qualora una reazione di tale tipo non trovi una precisa spiegazione deve essere considerata la sospensione del trattamento.
Il beta-blocco può aggravare disturbi vascolari periferici preesistenti.
Una compressa contiene: lattosio, amido di mais, cellulosa, talco.
Nessuna.