Adalat crono (Bayer spa)

Compresse rm 14cpr 20mg rm

Principio attivo:Nifedipina
Gruppo terapeutico:Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • cardiopatia ischemica</u
  • angina pectoris
  • angina da sforzo
  • ipertensione arteriosa</u
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    Posologia

    Modo di somministrazione

    Uso orale

    Posologia

    Il trattamento va possibilmente adattato alle necessità individuali in funzione della gravità della malattia e della risposta del paziente. Inoltre, in relazione al quadro clinico, la dose deve essere raggiunta gradualmente.

    Salvo diversa prescrizione medica, per l’adulto valgono le seguenti direttive posologiche:

    1. Cardiopatia ischemica

    – angina pectoris cronica stabile 1 cpr al dì (angina da sforzo)

    La dose può essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino.

    2. Ipertensione arteriosa 1 cpr di Adalat Crono 30 mg al dì

    In alcuni casi può risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino.

    In generale la terapia deve essere iniziata con 30 mg una volta al giorno.

    Una dose iniziale di 20 mg al giorno può essere presa in considerazione quando clinicamente indicato.

    Dosi intermedie es. 40 mg, 50 mg possono essere date da combinazioni, per esempio di compresse da 20+20 mg o 20+30 mg.

    In caso di somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP 3A4, può essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina o addirittura evitarne l’uso (vedere paragrafo 4.5).

    Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico.

    Durata del trattamento

    La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico.

    Modalità d’uso

    La compressa a rilascio modificato deve essere inghiottita intera con un po’ di liquido, indipendentemente dall’orario dei pasti. Evitare il succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5).

    Informazioni supplementari per categorie particolari di pazienti

    Bambini e adolescenti

    La sicurezza ed efficacia di Adalat Crono al di sotto dei 18 anni di età non è stata dimostrata. I dati ad oggi disponibili per l’uso della nifedipina nell’ipertensione sono descritti al paragrafo 5.1.

    Pazienti anziani

    Poiché la farmacocinetica della nifedipina è modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti età più giovani.

    Pazienti con compromissione della funzionalità epatica

    Poichè la nifedipina è quasi completamente metabolizzata nella parete intestinale e nel fegato, nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.

    Pazienti con compromissione della funzionalità renale

    Poichè la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene in piccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non è necessario un adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalità renale.

    Controindicazioni
  • allattamento
  • shock cardiovascolare
  • dopo
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    Interazioni
  • nifedipina
  • dopo
  • rifampicina
  • macrolidi
  • eritromicina
  • nessuno
  • interazione
  • antibiotici
  • noto
  • azitromicina
  • indinavir
  • nelfinavir
  • ritonavir
  • saquinavir
  • antimicotici azolici
  • ketoconazolo
  • itraconazolo
  • fluconazolo
  • fluoxetina
  • nefazodone
  • dalfopristin
  • quinupristin
  • stati condotti degli studi
  • acido valproico
  • calcio
  • cimetidina
  • antiipertensivo
  • cisapride
  • fenitoina
  • carbamazepina
  • fenobarbitale
  • ipotensivo
  • antipertensivi
  • metildopa
  • digossina
  • chinidina
  • segnalati
  • tacrolimus
  • succo di pompelmo
  • acido acetilsalicilico
  • ranitidina
  • triamterene
  • idroclorotiazide
  • omeprazolo
  • debrisochina
  • diuretici
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    Avvertenze

    Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di manifesta insufficienza cardiaca e in quei pazienti con stenosi aortica grave.

    È necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, per la possibilità di un’eccessiva caduta pressoria, che può nuocere sia alla madre che al feto.

    La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. Il trattamento con nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alle terapie standard (vedere paragrafo 4.6). Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilità di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l’impiego in gravidanza dopo la 20asettimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e deve essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci.

    L’uso della nifedipina non è raccomandato durante l’allattamento perché è stato dimostrato che la nifedipina viene escreta nel latte materno e gli effetti dell’assorbimento orale di piccole quantità di nifedipina non sono noti (vedere paragrafo 4.6).

    In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l’eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilità e lo stretto controllo del medico.

    In Adalat Crono il farmaco è contenuto all’interno di un guscio non assorbibile che rilascia lentamente il principio attivo da assorbire. Una volta completato il processo, la compressa vuota viene eliminata e può essere notata nelle feci.

    Come per altri materiali non deformabili (vedere paragrafo 6.6) deve essere usata prudenza qualora si somministri Adalat Crono a pazienti con gravi stenosi del tratto gastrointestinale poiché possono insorgere sintomi ostruttivi. In casi molto rari può verificarsi formazione di bezoari, concrezioni sferiche di materiale estraneo ingerito che si formano nello stomaco e non riescono a transitare attraverso l’intestino, che possono richiedere la terapia chirurgica. In singoli casi sono stati descritti sintomi ostruttivi anche senza riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali. Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario, Adalat Crono può produrre falsi positivi (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi).

    Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche la riduzione del dosaggio (vedere paragrafo 5.2).

    La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscono o inducono questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.5). Farmaci inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio:

    – antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina),

    – inibitori delle proteasi anti–HIV (ad es. ritonavir),

    – antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo),

    – gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina,

    – quinupristin/dalfopristin,

    – acido valproico,

    – cimetidina.

    In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina.

    Le compresse di Adalat Crono contengono sodio. L’assunzione del dosaggio massimo giornaliero di 120 mg comporta un apporto massimo di sodio di 2 mmol/die. È necessario, quindi, tenerne conto nei pazienti che richiedano un apporto di sodio controllato.

    Per l’uso in categorie particolari di pazienti vedere paragrafo 4.2.

    Gravidanza

    Gravidanza

    La nifedipina è controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano un trattamento con nifedipina. Il trattamento con nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alle terapie standard (vedere paragrafo 4.4).

    Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.

    Le informazioni disponibili sono insufficienti per poter escludere effetti avversi a carico del nascituro e del neonato.

    Negli studi sugli animali la nifedipina ha dimostrato di provocare embriotossicità, fetotossicità e teratogenicità (vedere paragrafo 5.3).

    La nifedipina si è dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremità, palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremità sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell’organogenesi. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varietà di effetti tossici a carico dell’embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici o fetotossici erano tossici per l’organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori alla posologia massima indicata per l’impiego umano.

    Dalle evidenze cliniche disponibili non è stato identificato uno specifico rischio prenatale. Sebbene sia stato riportato un aumento di asfissia perinatale, parti cesarei in aggiunta a prematurità e ritardo nella crescita intrauterina. Non è chiaro se questi casi siano dovuti all’ipertensione di fondo, al suo trattamento o ad un effetto specifico del farmaco.

    Allattamento

    La nifedipina è escreta nel latte materno. La concentrazione di nifedipina nel latte è quasi paragonabile alla concentrazione sierica nella madre. Per le formulazioni a rilascio immediato si consiglia di ritardare l’allattamento o il tiraggio del latte di 3 o 4 ore dopo l’assunzione del farmaco in modo da diminuire l’esposizione del lattante alla nifedipina (vedere paragrafo 4.4). Poichè non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l’allattamento deve essere interrotto.

    Fertilità

    In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio–antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma.

    Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio–antagonisti come la nifedipina devono essere considerati come possibile causa.

    Effetti Collaterali

    Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (dati tratti dal data base di studi clinici: nifedipina n = 2.661; placebo n = 1.486; status: 22 febbraio 2006 – e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n = 3.825; placebo n = 3.840)

    Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l’eccezione dell’edema (9,9%) e della cefalea (3,9%).

    Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte nella tabella seguente. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come: comune (≥ 1/100, <1/10); non comune (≥ 1/1.000, <1/100) e raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post–marketing e per le quali non è stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non nota".

    Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) Comune Non comune Raro Non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico       Agranulocitosi, Leucopenia
    Disturbi del sistema immunitario   Reazione allergica Edema allergico/angioedema (incl. edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita) Prurito, Orticaria, Eruzione cutanea Reazione anafilattica/ anafilattoide
    Disturbi psichiatrici   Reazioni ansiose Disturbi del sonno    
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione       Iperglicemia
    Patologie del sistema nervoso Cefalea Vertigine, Emicrania, Capogiro, Tremore Parestesia/Disestesia Ipoestesia, Sonnolenza
    Patologie dell’occhio   Disturbi visivi   Dolore oculare
    Patologie cardiache   Tachicardia, Palpitazioni   Dolore toracico (Angina pectoris)
    Patologie vascolari Edema (incluso edema periferico), Vasodilatazione Ipotensione, Sincope    
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Epistassi, Congestione nasale   Dispnea
    Patologie gastrointestinali Costipazione Dolore gastrointestinale e addominale, Nausea, Dispepsia, Flatulenza, Bocca secca Iperplasia gengivale Bezoari, Disfagia , Ostruzione, intestinale, Ulcera intestinale, Vomito, Insufficienza dello sfintere gastroesofageo
    Patologie epatobiliari   Incremento transitorio degli enzimi epatici   Ittero
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Eritema   Necrolisi epidermica tossica, Reazione fotoallergica, Porpora palpabile
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Crampi muscolari, Gonfiore articolare   Artralgia, Mialgia
    Patologie renali e urinarie   Poliuria, Disuria    
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Disfunzione erettile    
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sensazione di malessere Dolore aspecifico, Brividi    

    Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si può verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Polietilene ossido, ipromellosa, magnesio stearato, sodio cloruro, ferro ossido rosso (E172), cellulosa acetato, macrogoli, idrossipropilcellulosa, titanio diossido, glicole propilenico.

    Conservazione

    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.