Acido ibandr zent (Zentiva italia srl)

Compresse rivestite 1cpr 150mg

da13.00 €
Principio attivo:Sodio ibandronato monoidrato
Gruppo terapeutico:Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoporosi
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    Posologia

    Posologia

    La dose raccomandata è una compressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese. È preferibile assumere la compressa nello stesso giorno di ogni mese.

    L’acido ibandronico deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e 1 ora prima dell’assunzione di cibi o bevande (a parte l’acqua) al mattino (vedere paragrafo 4.5) o di qualsiasi altro farmaco per uso orale o integratore (compreso il calcio).

    In caso di dimenticanza di una somministrazione, alle pazienti va indicato di prendere una compressa di Acido Ibandronico Zentiva 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si sono ricordate, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata. In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la compressa una volta al mese alla scadenza programmata inizialmente.

    Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino al giorno della successiva assunzione e quindi continuare ad assumere una compressa una volta al mese come programmato inizialmente.

    Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana.

    Le pazienti devono ricevere un’integrazione di calcio e/o vitamina D se l’assunzione mediante l’alimentazione è inadeguata (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

    Popolazioni speciali

    Pazienti con compromissione renale

    Nelle pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata, con clearance della creatinina pari o superiore a 30 ml/min, non è necessario alcun aggiustamento della dose.

    In conseguenza della limitata esperienza clinica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) il trattamento con acido ibandronico non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min.

    Pazienti con compromissione epatica

    Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).

    Popolazione anziana

    Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).

    Popolazione pediatrica

    Non vi è un uso indicato nei bambini e l’acido ibandronico non è stato studiato nella popolazione pediatrica.

    Modalità di somministrazione

    Uso orale.

    Le compresse devono essere deglutite intere con un bicchiere di acqua naturale (da 180 a 240 ml) mentre la paziente è in posizione seduta o in piedi. Le pazienti non devono sdraiarsi per 1 ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico Zentiva.

    L’acqua naturale è l’unica bevanda che può essere assunta con Acido Ibandronico Zentiva. È da notare che alcune acque minerali possono presentare una concentrazione elevata di calcio e perciò non devono essere utilizzate.

    Le pazienti non devono né masticare né succhiare le compresse per il rischio di ulcerazioni orofaringee.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità all’acido ibandronico
  • acalasia
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    Interazioni
  • calcio
  • alluminio
  • magnesio
  • ferro
  • latte
  • dopo
  • antiacidi
  • altri farmaci per via orale
  • aspirina
  • ranitidina
  • interazione
  • tamoxifene
  • estrogeni
  • state osservate interazioni
  • nessuno
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    Avvertenze

    Ipocalcemia

    L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con acido ibandronico. Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. Un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D è importante in tutte le pazienti.

    Patologie gastrointestinali

    I bisfosfonati somministrati per via orale possono causare irritazione locale del tratto superiore della mucosa gastrointestinale. A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve fare attenzione quando l’acido ibandronico viene somministrato in pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere).

    Eventi avversi quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi gravi e che richiedono l’ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagee o perforazione, sono stati riportati in pazienti in trattamento con bisfosfonati orali. Il rischio di eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nelle pazienti che non si sono attenute alle istruzioni per il dosaggio e/o che continuano ad assumere bisfosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. Le pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni per il dosaggio (vedere paragrafo 4.2). I medici devono prestare attenzione a qualsiasi segno o sintomo che segnala una possibile reazione esofagea e le pazienti devono essere informate di sospendere l’acido ibandronico e rivolgersi al medico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale o insorgenza o peggioramento di pirosi.

    Mentre nessun aumento del rischio è stato osservato negli studi clinici controllati, vi sono state segnalazioni post-marketing di ulcere gastriche e duodenali con l’uso orale di bisfosfonati, alcune delle quali gravi ed associate a complicanze.

    Dato che i Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei e i bisfosfonati sono entrambi associati alla comparsa di irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante la somministrazione contemporanea.

    Osteonecrosi della mandibola

    L’osteonecrosi della mandibola, generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa l’osteomielite), è stata segnalata in pazienti con cancro trattate principalmente con bisfosfonati somministrati per via endovenosa. La maggior parte di queste pazienti era anche in trattamento con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola è stata riportata anche in pazienti con osteoporosi trattati con bisfosfonati orali.

    Si deve considerare una visita odontoiatrica con un’appropriata profilassi dentale prima del trattamento con bisfosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (ad esempio cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale).

    Durante il trattamento, queste pazienti devono evitare, ove possibile, procedure odontoiatriche invasive. Nelle pazienti che sviluppano l’osteonecrosi della mandibola durante il trattamento con bisfosfonati, la chirurgia dentale può peggiorare la condizione. Per le pazienti che necessitano di cure dentistiche, non vi sono dati disponibili che indichino se la sospensione del trattamento con bisfosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinico del medico curante deve essere alla base della gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.

    Compromissione renale

    A causa della limitata esperienza clinica, l’acido ibandronico non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min (vedere paragrafo 5.2).

    Il medicinale contiene lattosio. Le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso di acido ibandronico in donne in gravidanza. Gli studi condotti sui ratti hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.

    L’acido ibandronico non deve essere usato durante la gravidanza.

    Allattamento

    Non è noto se l’acido ibandronico sia escreto nel latte materno umano. Studi condotti su ratti femmine durante l’allattamento hanno evidenziato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa.

    L’acido ibandronico non deve essere usato durante l’allattamento.

    Effetti Collaterali

    La sicurezza del trattamento orale con 2,5 mg al giorno di acido ibandronico è stata valutata su 1.251 pazienti trattate nel corso di 4 studi clinici controllati verso placebo, con la grande maggioranza delle pazienti che proveniva dallo studio principale sulle fratture della durata di tre anni (MF 4411). Il profilo complessivo di sicurezza di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno in tutti questi studi è risultato simile a quello del placebo.

    In uno studio della durata di due anni su donne in post-menopausa affette da osteoporosi (BM 16549), la sicurezza complessiva di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. La percentuale complessiva delle pazienti che hanno riportato una reazione avversa è stata del 22,7% e 25,0% con la somministrazione di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese, rispettivamente dopo uno e due anni. Le reazioni avverse sono risultate in gran parte di intensità da lieve a moderata. Nella maggioranza dei casi non hanno comportato l’interruzione del trattamento.

    La reazione avversa più comunemente riportata è stata l’artralgia.

    Le reazioni avverse considerate dagli sperimentatori correlate all’acido ibandronico sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi.

    Le frequenze sono definite come comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100) e raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.

    Tabella 1: reazioni avverse verificatesi in donne in post-menopausa in trattamento con acido ibandronico 150 mg una volta al mese o con acido ibandronico 2,5 mg al giorno negli studi di fase III BM16549 e MF4411 e nell’esperienza post-marketing.

    Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
    Disturbi del sistema immunitario Raro Reazioni di ipersensibilità
    Patologie del sistema nervoso Comune Cefalea
    Non comune Capogiri
    Patologie dell’occhio Raro Infiammazione oculare*†
    Patologie gastrointestinali Comune Esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo, dispepsia, diarrea, dolore addominale, nausea
    Non comune Esofagite incluse ulcerazioni esofagee o stenosi e disfagia, vomito, flatulenza
    Raro Duodenite
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Eruzione cutanea
    Raro Angioedema, edema del volto, orticaria
    Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa Comune Artralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico, crampi muscolari, rigidità muscoloscheletrica
    Non comune Dolore dorsale
    Molto raro Osteonecrosi della mandibola*†
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Malattia simil–influenzale *
    Non comune Affaticamento

    * Per ulteriori informazioni si veda sotto.

    † identificate durante l’esperienza successiva alla commercializzazione.

    Eventi avversi gastrointestinali

    Nello studio sul trattamento mensile sono state incluse pazienti con anamnesi di patologie gastrointestinali, comprese le pazienti affette da ulcera peptica, in assenza di sanguinamento o ricovero ospedaliero recenti, e le pazienti affette da dispepsia o reflusso sotto controllo farmacologico. Per queste pazienti non sono emerse differenze nell’incidenza degli eventi avversi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale con il regime terapeutico di 150 mg una volta al mese rispetto a quello di 2,5 mg al giorno.

    Malattia simil-influenzale

    Sintomi transitori simil-influenzali sono stati segnalati con 150 mg di acido ibandronico una volta al mese, tipicamente in concomitanza con la prima somministrazione. Questi sintomi sono stati in genere di breve durata, di intensità lieve o moderata, e si sono risolti proseguendo il trattamento senza bisogno di ricorrere a misure terapeutiche. La malattia simil-influenzale comprende eventi segnalati come reazione di fase acuta o sintomi quali mialgia, artralgia, febbre, brividi, affaticamento, nausea, perdita dell’appetito o dolore alle ossa.

    Osteonecrosi della mandibola

    L’osteonecrosi della mandibola è stata segnalata in pazienti trattati con bisfosfonati. La maggior parte dei casi si riferisce a pazienti con cancro, ma alcuni casi manifestati sono stati segnalati anche in pazienti trattate per l’osteoporosi. L’osteonecrosi della mandibola è generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa l’osteomielite). Anche la diagnosi di cancro, la chemioterapia, la radioterapia, i corticosteroidi e la scarsa igiene orale sono ritenuti fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4).

    Infiammazione oculare

    Con l’utilizzo dell’acido ibandronico, sono stati riportati eventi infiammatori oculari come uveiti, episcleriti e scleriti. In alcuni casi, questi eventi non si sono risolti fino alla sospensione della terapia con acido ibandronico.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Ludipress (Lattosio, Povidone 40, Crospovidone)

    Magnesio stearato

    Rivestimento della compressa

    Opadry II 85F18422 Bianco:

    Polietilenglicole

    Titanio diossido

    Talco

    Polivinil Alcool

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.