Posologia
La dose raccomandata è una compressa rivestita con film da 150 mg una volta al mese. E’ preferibile assumere la compressa nello stesso giorno di ogni mese.
Le compresse di Acido Ibandronico Bluefish devono essere assunte dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e 1 ora prima dell’assunzione di cibi e bevande (a parte l’acqua) al mattino (vedere paragrafo 4.5) o di qualsiasi altro farmaco o integratore orale (compreso il calcio).
In caso di dimenticanza di una somministrazione, alle pazienti va indicato di prendere una compressa di Acido Ibandronico Bluefish 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si sono ricordate, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata. In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la compressa una volta al mese alla scadenza programmata originariamente.
Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino al giorno della successiva assunzione e quindi continuare ad assumere una compressa una volta al mese come programmato inizialmente.
Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana.
Le pazienti devono ricevere un’integrazione di calcio e/o vitamina D se l’assunzione mediante l’alimentazione è inadeguata (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
La durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi non è stata stabilita. E’ necessario rivalutare periodicamente su base individuale l’utilità della prosecuzione del trattamento, considerando i benefici e i potenziali rischi dell’assunzione di acido ibandronico, specialmente dopo 5 anni o più di utilizzo.
Popolazioni particolari
Pazienti con compromissione renale
Nelle pazienti con compromissione renale lieve o moderata dove la clearance della creatinina è pari o superiore a 30 ml/min non è necessario alcun aggiustamento della dose.
In conseguenza della limitata esperienza clinica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2), il trattamento con Acido Ibandronico Bluefish non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min a causa della limitata esperienza clinica (vedere paragrafo 4.4 e 5.2).
Pazienti con compromissione epatica
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione anziana(>65 anni)
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica
Non vi è un uso rilevante di Acido Ibandronico Bluefish nei bambini sotto i 18 anni, e Acido Ibandronico Bluefish non è stato studiato in questa popolazione pediatrica (vedere paragrafo 5.1 e 5.2).
Modo di somministrazione
Per uso orale.
• Le compresse devono essere ingerite intere con un bicchiere d’acqua (da 180 a 240 ml) con la paziente seduta o in piedi in posizione eretta. Non deve essere utilizzata acqua ad elevata concentrazione di calcio. Se c’è un problema associato a livelli potenzialmente elevati di calcio nell’acqua del rubinetto (acqua dura), si consiglia di utilizzare acqua in bottiglia con un basso contenuto di minerali.
• Le pazienti non devono sdraiarsi per 1 ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico Bluefish.
• L’acqua è l’unica bevanda che deve essere assunta con Acido Ibandronico Bluefish.
• Le pazienti non devono né masticare né succhiare le compresse, a causa di potenziali ulcerazioni orofaringee.
Patologie gastrointestinali
I bifosfonati somministrati oralmente possono causare irritazione locale del tratto superiore della mucosa gastrointestinale. A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, occorre usare cautela quando Acido Ibandronico Bluefish viene somministrato a pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore in corso (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere).
Reazioni avverse quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi gravi e che richiedono l’ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagee o perforazione, sono state riportate in pazienti in trattamento con bifosfonati orali. Il rischio di eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non si sono attenuti alle istruzioni per il dosaggio e/o che continuano ad assumere bifosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. I pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni per il dosaggio (vedere paragrafo 4.2).
I medici devono essere attenti a qualsiasi segno o sintomo che segnala una possibile reazione esofagea e i pazienti devono essere informati di sospendere Acido Ibandronico Bluefish e rivolgersi al medico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi.
Mentre nessun aumento del rischio è stato osservato negli studi clinici controllati, vi sono state segnalazioni post–marketing di ulcere gastriche e duodenali con l’uso orale di bifosfonati, alcune delle quali gravi ed associate a complicanze.
Dato che i medicinali antinfiammatori non steroidei e i bifosfonati sono entrambi associati alla comparsa di irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante la somministrazione contemporanea.
Ipocalcemia
L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con Acido Ibandronico Bluefish. Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. Un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D è importante in tutte le pazienti.
Compromissione renale
A causa della limitata esperienza clinica, Acido Ibandronico Bluefish non è raccomandato in pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min (vedere paragrafo 5.2).
Osteonecrosi della mandibola/mascella
L’osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa l’osteomielite), è stata segnalata in pazienti con cancro trattati principalmente con bifosfonati somministrati per via endovenosa. La maggior parte di questi pazienti era anche in trattamento con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola/mascella è stata riportata anche in pazienti con osteoporosi trattati con bifosfonati orali.
Si deve considerare una visita odontoiatrica con un’appropriata profilassi dentale prima del trattamento con bifosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (ad esempio cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale).
Durante il trattamento, questi pazienti devono evitare, ove possibile, procedure odontoiatriche invasive. Nei pazienti che sviluppano l’osteonecrosi della mandibola/mascella durante il trattamento con bifosfonati, la chirurgia dentale può peggiorare la condizione. Per i pazienti che necessitano di cure dentistiche, non vi sono dati disponibili che suggeriscono che la sospensione del trattamento con bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinico del medico curante deve essere alla base della gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Fratture atipiche del femore
Durante la terapia con bifosfonati sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in trattamento a lungo termine per osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte possono verificarsi in qualsiasi parte del femore, a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo, e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi della frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio–rischio individuale.
Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine, e qualsiasi paziente manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.
Intolleranza al galattosio
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
Acido Ibandronico è destinato a uso esclusivo delle donne in post–menopausa e non deve essere somministrato a donne in età fertile.
Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso dell’acido ibandronico nelle donne in gravidanza. Studi condotti nei ratti hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Acido Ibandronico Bluefish non deve essere utilizzato durante la gravidanza.
Allattamento
Non è noto se l’acido ibandronico sia escreto nel latte materno umano. Studi condotti su ratti durante l’allattamento hanno mostrato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa.
Acido Ibandronico Bluefish non deve essere usato durante l’allattamento con latte materno.
Fertilità
Non vi sono dati sugli effetti dell’acido ibandronico nell’uomo. Negli studi di riproduzione condotti nel ratto somministrato per via orale, l’acido ibandronico ha diminuito la fertilità. Negli studi condotti nel ratto utilizzando la somministrazione endovenosa, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilità a dosi giornaliere elevate (vedere paragrafo 5.3).
Riassunto del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse più gravi segnalate sono reazione/shock anafilattico, fratture atipiche del femore, osteonecrosi della mandibola/mascella, irritazione gastrointestinale, infiammazione oculare (vedere paragrafo "Descrizione di reazioni avverse selezionate" e paragrafo 4.4).
Le reazioni avverse più frequentemente segnalate sono artralgia e sintomi simili a quelli dell’influenza. Questi sintomi si presentano di solito in concomitanza con la prima dose, sono generalmente di breve durata, di intensità lieve o moderata e di solito si risolvono proseguendo il trattamento senza bisogno di misure correttive (vedere paragrafo "Malattia simil influenzale").
Elenco tabulato delle reazioni avverse
Nella tabella 1 è presentato un elenco completo delle reazioni avverse. La sicurezza del trattamento orale con acido ibandronico 2,5 mg una volta al giorno è stata valutata su 1521 pazienti trattati in 4 studi clinici controllati verso placebo, di cui la maggior parte dei pazienti proveniva dallo studio principale sulle fratture della durata di tre anni (MF4411).
Nello studio principale della durata di due anni su donne in post–menopausa affette da osteoporosi (BM 16549), la sicurezza complessiva di 150 mg di Acido Ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. La percentuale complessiva delle pazienti che hanno riportato una reazione avversa è stata del 22,7 % e 25,0 % con la somministrazione di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese, rispettivamente dopo uno e due anni. Nella maggioranza dei casi non hanno comportato l’interruzione del trattamento.
Le reazioni avverse sono elencate in accordo alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e alla categoria di frequenza. Le categorie di frequenza sono definite usando le seguenti convenzioni: molto comune (≥1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base di dati disponibili). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1: reazioni avverse verificatesi in donne in post–menopausa in trattamento con acido ibandronico 150 mg una volta al mese o con acido ibandronico 2,5 mg al giorno negli studi di fase III BM16549 e MF4411 e nell’esperienza post commercializzazione.
Classificazione per Sistemi e Organi | Frequenza | Reazioni avverse |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | Esacerbazione dell’asma |
Raro | Reazioni di ipersensibilità | |
Molto raro | Reazione anafilattica/shock *† | |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Cefalea |
Non comune | Capogiri | |
Patologie gastrointestinali* | Comune | Esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo, dispepsia, diarrea, dolore addominale, nausea |
Non comune | Esofagite incluse ulcerazioni esofagee o stenosi e disfagia, vomito, flatulenza. | |
Raro | Duodenite | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Eruzione cutanea |
Raro | Angioedema, edema del volto, orticaria | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Comune | Artralgia, Mialgia, dolore muscoloscheletrico, crampi muscolari, rigidità muscoloscheletrica |
Non comune | Dolore dorsale | |
Raro | Fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore† | |
Molto raro | Osteonecrosi della mandibola/mascella*† | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Malattia simil– influenzale* |
Non comune | Affaticamento | |
Patologie dell’occhio | Raro | Infiammazione oculare*† |
*Vedere ulteriori informazioni sotto
†Identificati durante l’esperienza successiva alla commercializzazione.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate
Malattia simil–influenzale
La malattia simil–influenzale comprende eventi segnalati come reazioni di fase acuta o sintomi quali mialgia, artralgia, febbre, brividi, affaticamento, nausea, perdita dell’appetito o dolore alle ossa.
Eventi avversi gastrointestinali
Nello studio sul trattamento mensile sono state incluse pazienti con anamnesi di patologie gastrointestinali, comprese le pazienti affette da ulcera peptica, in assenza di sanguinamento recente o ricovero ospedaliero, e le pazienti affette da dispepsia o reflusso sotto controllo farmacologico. Per queste pazienti non sono emerse differenze nell’incidenza degli eventi avversi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale tra il regime terapeutico di 150 mg una volta al mese e quello di 2,5 mg al giorno.
Osteonecrosi della mandibola/mascella
L’osteonecrosi della mandibola/mascella è stata segnalata in pazienti in trattamento con bifosfonati. La maggior parte dei casi si riferisce a pazienti con cancro, ma alcuni casi si sono manifestati anche in pazienti trattati per l’osteoporosi. L’osteonecrosi della mandibola/mascella è generalmente associata a estrazioni dentarie e/o infezioni locali (compresa l’osteomielite). Anche la diagnosi di cancro, la chemioterapia, la radioterapia, i corticosteroidi e la scarsa igiene orale sono ritenuti fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4).
Infiammazione oculare
Con l’utilizzo dell’acido ibandronico, sono stati riportati eventi infiammatori oculari come uveiti, episcleriti e scleriti. In alcuni casi, questi eventi non si sono risolti fino alla sospensione della terapia con acido ibandronico.
Reazione anafilattica/shock
Casi di reazione anafilattica/shock, inclusi eventi fatali, si sono manifestati in pazienti trattati con acido ibandronico per via endovenosa.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Nucleo della compressa:
Povidone
Cellulosa microcristallina
Amido pregelatinizzato (mais)
Crospovidone
Silice colloidale anidra
Glicerolo dibeenato
Rivestimento della compressa:
Opadry OY–LS–28908 (bianco II) composto da:
Ipromellosa (E464)
Lattosio monoidrato
Titanio diossido (E171)
Macrogol.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.