ZITROMAX Avium (azitromicina) deve essere somministrato in un’unica dose giornaliera. Le compresse possono essere assunte indifferentemente a stomaco vuoto o dopo i pasti. L’assunzione di cibo prima dell’ingestione della compressa può attenuare gli eventuali effetti indesiderati di tipo gastrointestinale causati dall’azitromicina.
Adulti
Per la profilassi delle infezioni da MAC nei pazienti portatori del virus HIV, il dosaggio raccomandato è di 1200 mg (2 compresse da 600 mg) in monosomministrazione giornaliera una volta alla settimana.
Per il trattamento delle infezioni da MAC disseminate in pazienti affetti dal virus HIV in stadio avanzato, la dose raccomandata è di 600 mg una volta al giorno. L’azitromicina deve essere somministrata in associazione ad altri antimicobatterici che hanno mostrato un’attività in vitro contro la MAC, compreso l’etambutolo somministrato alle dosi raccomandate.
Anziani
Il medesimo schema posologico può essere applicato al paziente anziano.
Poiché i pazienti anziani sono dei soggetti maggiormente predisposti all’insorgenza di aritmie cardiache, si raccomanda particolare cautela per il rischio di sviluppare aritmia cardiaca e torsioni di punta (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica
L’efficacia e la tollerabilità dell’azitromicina nella prevenzione delle infezioni da MAC nei bambini non sono state stabilite. I dati di farmacocinetica hanno evidenziato che con una dose di 20 mg/kg somministrata ai pazienti pediatrici si ottiene un’esposizione al farmaco simile a quella ottenuta nell’adulto con una dose di 1200 mg, seppure con una Cmax maggiore.
Le compresse di ZITROMAX Avium (azitromicina) devono essere ingoiate intere oppure divise qualora i pazienti avessero difficoltà nella deglutizione.
Alterata funzionalità renale
Non è richiesto un aggiustamento posologico nei pazienti con alterazione della funzionalità renale da lieve a moderata (GFR 10 – 80 ml/min) mentre bisogna avere cautela in quelli con grave compromissione (GFR < 10 ml/min) (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Alterata funzionalità epatica
Nei pazienti con alterazione della funzionalità epatica da lieve a moderata può essere usato lo stesso dosaggio dei pazienti con funzionalità epatica normale (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Ipersensibilità
Come con l’eritromicina e altri macrolidi sono state raramente riportate reazioni allergiche gravi, incluse angioedema e anafilassi (raramente fatale), reazioni dermatologiche tra cui la sindrome di Stevens Johnson (SJS), la necrolisi epidermica tossica (TEN) (raramente fatale) e l’eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS). Alcune di queste reazioni associate alla somministrazione di azitromicina hanno comportato recidive e richiedono quindi un periodo prolungato di osservazione e trattamento.
In caso di reazione allergica, il farmaco deve essere sospeso e deve essere istituita una terapia appropriata. I medici devono essere consapevoli che si potrebbe verificare la ricomparsa dei sintomi allergici una volta interrotta la terapia sintomatica.
Epatotossicità
Poiché il fegato è la principale via di eliminazione dell’azitromicina, il suo impiego nei pazienti con patologie epatiche importanti deve essere intrapreso con cautela. Con azitromicina sono stati segnalati casi di alterata funzionalità epatica, epatite, ittero colestatico, necrosi epatica ed epatite fulminante, potenzialmente causa di insufficienza epatica, alcuni dei quali sono risultati fatali (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti potrebbero aver avuto malattie epatiche pregresse o potrebbero aver assunto altre specialità medicinali epatotossiche. Nei casi in cui si sviluppano segni e sintomi di disfunzione epatica, quali astenia a comparsa rapida associata ad ittero, urine scure, tendenza al sanguinamento o encefalopatia epatica, si devono eseguire immediatamente analisi/esami diagnostici per la funzionalità epatica.
Interrompere immediatamente il trattamento con azitromicina se si verificano segni di disfunzione epatica.
Derivati dell’ergotamina
In pazienti in trattamento con derivati dell’ergotamina la co–somministrazione di antibiotici macrolidi ha precipitato crisi di ergotismo. Attualmente non vi sono dati a disposizione sulla possibilità di un’interazione tra ergotamina e azitromicina. Tuttavia, a causa della possibilità teorica di ergotismo, azitromicina ed ergotamina non devono essere somministrate contemporaneamente.
Così come con ogni altra preparazione antibiotica, è raccomandata una particolare osservazione per l’eventuale insorgenza di superinfezioni con microrganismi non sensibili inclusi i funghi.
Diarrea associata a Clostridium difficile
Con l’uso di quasi tutti gli antibiotici, tra cui l’azitromicina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di C. difficile.
Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea. I ceppi di C. difficile che producono tossine in eccesso causano un aumento dei tassi di morbilità e mortalità, poiché queste infezioni sono in genere refrattarie alla terapia antibatterica e richiedono spesso una colectomia. Bisogna considerare la possibilità di diarrea associata a C. difficile in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito di trattamento antibiotico. È inoltre necessaria un’attenta anamnesi poiché i casi di diarrea associata a C. difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici.
Nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (GFR < 10 ml/min), è stato osservato un aumento del 33% dell’esposizione sistemica all’azitromicina (vedere paragrafo 5.2).
Prolungamento dell’intervallo QT
Nel trattamento con i macrolidi, inclusa azitromicina, è stato riscontrato all’ECG un prolungamento della ripolarizzazione cardiaca e dell’intervallo QT, determinando il rischio di sviluppo di aritmia cardiaca e torsione di punta (vedere paragrafo 4.8). Pertanto, dato che le seguenti situazioni possono determinare un aumento del rischio di aritmie ventricolari (compresa la torsione di punta), che può portare a un arresto cardiaco, l’azitromicina deve essere somministrata con cautela nei pazienti che presentano concomitanti condizioni di proaritmia (soprattutto in donne e pazienti anziani).
I medici prescrittori devono tenere in considerazione il rischio del prolungamento dell’intervallo QT, che può essere fatale, nel valutare i rischi–benefici di azitromicina in gruppi di pazienti a rischio, come:
• Pazienti con prolungamento congenito o documentato dell’intervallo QT;
• Pazienti in trattamento con altri principi attivi che prolungano l’intervallo QT, quali antiaritmici della Classe IA (chinidina e procainamide) e della Classe III (dofetilide, amiodarone e sotalolo), cisapride e terfenadina, farmaci antipsicotici come pimozide, antidepressivi come citalopram, fluorochinoloni come moxifloxacina, levofloxacina e cloroquina.
• Pazienti con alterazioni degli elettroliti, specialmente nei casi di ipopotassiemia e ipomagnesiemia;
• Pazienti con bradicardia clinicamente rilevante, aritmia cardiaca o grave insufficienza cardiaca;
• Donne ed anziani che potrebbero mostrare maggiore sensibilità agli effetti (correlati al farmaco) dell’alterazione dell’intervallo QT.
Nei pazienti in terapia con azitromicina sono stati riportate esacerbazione dei sintomi della miastenia gravis e comparsa iniziale di sindrome miastenica (vedere paragrafo 4.8).
La sicurezza e l’efficacia nella prevenzione o nel trattamento delle infezioni da Mycobacterium avium complex (MAC) nei bambini non sono state accertate.
Il medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Non ci sono dati adeguati sull’utilizzo di azitromicina nelle donne durante la gravidanza. La sicurezza dell’azitromicina durante la gravidanza non è stata verificata. Pertanto l’azitromicina deve essere utilizzata in gravidanza soltanto se il beneficio supera il rischio.
Fertilità
In studi sulla fertilità condotti sui ratti è stata notata una riduzione del tasso di fertilità in seguito alla somministrazione di azitromicina. La rilevanza di questi risultati nell’uomo non è nota.
Gravidanza
Sono stati condotti studi di riproduzione animale con l’utilizzo di dosi scalari fino al raggiungimento di concentrazioni materne moderatamente tossiche. Da questi studi non è emersa alcuna evidenza di pericoli per il feto dovuti ad azitromicina. Negli studi di tossicologia riproduttiva negli animali azitromicina ha dimostrato di passare la placenta, ma non sono stati osservati effetti teratogeni. Non sono tuttavia disponibili studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. Poiché gli studi di riproduzione animale non sono sempre predittivi della risposta umana, azitromicina durante la gravidanza deve essere usata soltanto se strettamente necessario.
Allattamento
È stato riportato che l’azitromicina è secreta nel latte materno, ma non ci sono studi adeguati e ben controllati in donne in allattamento che possano descrivere la farmacocinetica dell’escrezione di azitromicina nel latte materno umano. Pertanto, l’azitromicina deve essere usata nelle donne che allattano solo nei casi in cui, a giudizio del medico, i benefici potenziali giustificano il potenziale rischio per il bambino.
Nella tabella sottostante sono elencate le reazioni avverse identificate durante la conduzione degli studi clinici e nel corso della sorveglianza post–marketing, suddivise in base alla classificazione sistemico–organica e alla frequenza. Le reazioni avverse identificate nel corso della sorveglianza post–marketing sono riportate in corsivo. La frequenza viene definita utilizzando i seguenti parametri: molto comune (≥1/10); comune (≥ 1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥ 1/10.000, <1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.
Reazioni avverse con correlazione possibile o probabile all’azitromicina sulla base dei risultati degli studi clinici e della sorveglianza post–marketing.
Classificazione sistemico– organica | Reazione avversa | Frequenza |
Infezioni e infestazioni | Candidiasi, infezione vaginale, polmonite, infezione fungina, infezione batterica, faringite, gastroenterite, disturbi respiratori, rinite, candidiasi orale | Non comune |
Colite pseudomembranosa (vedere par. 4.4) | Non nota | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Leucopenia, neutropenia, eosinofilia | Non comune |
Trombocitopenia, anemia emolitica | Non nota | |
Disturbi del sistema immunitario | Angioedema, ipersensibilità | Non comune |
Reazione anafilattica (vedere par. 4.4) | Non nota | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia | Non comune |
Disturbi psichiatrici | Nervosismo, insonnia | Non comune |
Agitazione | Raro | |
Aggressività, ansia, delirio, allucinazioni | Non nota | |
Disturbi del sistema nervoso | Cefalea | Comune |
Capogiri, sonnolenza, disgeusia, parestesia | Non comune | |
Sincope, convulsioni, ipoestesia, iperattività psicomotoria, anosmia, ageusia, parosmia, Miastenia gravis (vedere par. 4.4) | Non nota | |
Patologie dell’occhio | Compromissione della vista | Non comune |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Disturbi dell’orecchio, vertigini | Non comune |
Compromissione dell’udito inclusa sordità e/o tinnito | Non nota | |
Patologie cardiache | Palpitazioni | Non comune |
Torsioni di punta (vedere par. 4.4), aritmia (vedere par. 4.4) compresa tachicardia ventricolare, prolungamento dell’intervallo QT all’elettrocardiogrammma (vedere par. 4.4) | Non nota | |
Patologie vascolari | Vampate di calore | Non comune |
Ipotensione | Non nota | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Dispnea, epistassi | Non comune |
Patologie gastrointestinali | Diarrea | Molto comune |
Vomito, dolore addominale, nausea | Comune | |
Stipsi, flatulenza, dispepsia, gastrite, disfagia, distensione addominale, secchezza del cavo orale, eruttazione, ulcerazioni della bocca, ipersecrezione salivare | Non comune | |
Pancreatite, alterazione del colore della lingua | Non nota | |
Patologie epatobiliari | Alterazione della funzionalità epatica, ittero colestatico | Raro |
Insufficienza epatica (raramente fatale) (vedere par. 4.4), epatite fulminante, necrosi epatica | Non nota | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Rash, prurito, orticaria, dermatite, pelle secca, iperidrosi | Non comune |
Reazione di fotosensibilità, eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) | Raro | |
Sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme | Non nota | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Osteoartosi, mialgia, mal di schiena, dolore al collo | Non comune |
Artralgia | Non nota | |
Patologie renali e urinarie | Disuria, dolore al rene | Non comune |
Insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale | Non nota | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Metrorragia, disturbi testicolari | Non comune |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Edema, astenia, malessere, fatica, edema facciale, dolore toracico, piressia, dolore, edema periferico | Non comune |
Dolore in sede di iniezione*, infiammazione in sede di iniezione* | Comune | |
Esami diagnostici | Diminuzione della conta linfocitaria, aumento della conta degli eosinofili, diminuzione del bicarbonato ematico, aumento dei basofili, aumento dei monociti, aumento dei neutrofili | Comune |
Aumento della aspartato aminotransferasi (AST), aumento della alanina aminotransferasi (ALT), aumento della bilirubina ematica, aumento dell’urea ematica, aumento della creatinina ematica, alterazioni del potassio ematico, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento dei livelli di cloruro, aumento del glucosio, aumento delle piastrine, diminuzione dell’ematocrito, aumento del bicarbonato ematico, alterazioni dei livelli di sodio | Non comune | |
Traumi e avvelenamenti | Complicazioni post procedurali | Non comune |
* soltanto per la polvere per soluzione per infusione
Reazioni avverse possibilmente o probabilmente correlate alla profilassi e trattamento del Mycobacterium avium Complex sulla base dell’esperienza derivante dagli studi clinici e dalla sorveglianza post–marketing. Queste reazioni avverse differiscono da quelle riportate con le formulazioni a rilascio immediato o a rilascio prolungato, nel tipo o nella frequenza:
Molto comune (≥ 1/10) | Comune (≥ 1/100, <1/10) | Non comune (≥ 1/1.000, <1/100) | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia | ||
Patologie del sistema nervoso | Capogiri, Emicrania, Parestesia, Disgeusia | Ipoestesia | |
Patologie dell’occhio | Compromissione della visione | ||
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Sordità | Udito compromesso, Tinnito | |
Patologie cardiache | Palpitazioni | ||
Patologie gastrointestinali | Diarrea, Dolore addominale, Nausea, Flatulenza, Disturbi addominali, Perdita di feci | ||
Patologie epatobiliari | Epatite | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea, Prurito | Sindrome di Stevens– Johnson, Reazione di fotosensibilità | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Artralgia | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Stanchezza | Astenia, Malessere |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Amido pregelatinizzato, calcio fosfato acido anidro, sodio carmellosa, magnesio stearato, sodio laurilsolfato.
Il rivestimento contiene: titanio diossido, lattosio, ipromellosa, triacetina.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.