Principio attivo:Cefotaxima sodica
Gruppo terapeutico:Altri antibatterici beta-lattamici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • gram–negativi
  • infezioni chirurgiche
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    Posologia

    La dose e la via di somministrazione vanno scelte a seconda del tipo di infezione, della sua gravità, del grado di sensibilità dell’agente patogeno, delle condizioni e del peso corporeo del paziente.

    La durata del trattamento con cefotaxime varia a seconda della risposta terapeutica; la terapia dovrebbe comunque essere continuata almeno fino a 3 giorni dopo lo sfebbramento.

    Nel caso di somministrazione intermittente endovenosa, la soluzione deve essere iniettata in 3–5 minuti. Durante la sorveglianza post–marketing del farmaco, casi di aritmia, che possono potenzialmente mettere a rischio la vita, sono stati riportati in pochi pazienti che avevano ricevuto una somministrazione endovenosa rapida di cefotaxime attraverso un catetere centrale venoso.

    Adulti: la posologia di base è di 2 g al giorno (1 g ogni 12 ore) da somministrare per via intramuscolare o endovenosa. Se necessario, può essere aumentata a 3–4 g e nei casi molto gravi fino a 12 g per via endovenosa, riducendo opportunamente l’intervallo tra le somministrazioni a 8–6 ore.

    Per quanto riguarda la somministrazione per via endovenosa delle dosi più basse, si ricorre all’iniezione diretta da eseguire in 3–5 minuti (nel caso sia già in corso infusione venosa si può pinzettare il tubo circa 10 cm al di sopra dell’ago ed iniettare il cefotaxime nel tubo al di sotto della pinzettatura).

    Alle dosi più elevate il cefotaxime può essere somministrato per infusione endovenosa breve (20 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 40 ml di acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica isotonica o soluzione glucosata, oppure per infusione endovenosa continua (50–60 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 100 ml di solvente, plasma expanders.

    Si raccomanda di non miscelare il cefotaxime con soluzioni di sodio bicarbonato o con aminoglicosidi.

    Allorché si ricorra alla via endovenosa, è comunque consigliabile iniziare la terapia somministrando il cefotaxime direttamente in vena.

    Pazienti particolarmente sensibili possono lamentare dolore dopo iniezione intramuscolare; per il trattamento di questi soggetti si consiglia l’impiego, fino a 2 volte il giorno, di un solvente contenente lidocaina cloridrato soluzione 1% (fatta eccezione per i soggetti ipersensibili alla lidocaina). Questa soluzione va impiegata solo per via intramuscolare e quindi si deve assolutamente evitare la somministrazione endovasale.

    Bambini: al di sotto dei 12 anni si possono somministrare 50–100 mg/kg, da suddividere in 2–4 somministrazioni giornaliere.

    In alcuni casi estremamente gravi ed in pericolo di vita sono state raggiunte anche dosi di 200 mg/kg/die senza segni di intolleranza.

    Nel prematuro la posologia non dovrebbe superare i 50 mg/kg/die dato che la funzionalità renale non è ancora pienamente sviluppata.

    Il solvente contenente lidocaina cloridrato non va impiegato nei bambini al di sotto dei 12 anni, nei quali la somministrazione intramuscolare va effettuata con la soluzione in sola acqua per preparazioni iniettabili.

    Nel caso dei flaconi con il set di trasferimento in plastica non è necessaria alcuna siringa in quanto l’ago di trasferimento è incorporato nel set omonimo. Pertanto, per la preparazione della soluzione sono necessarie poche operazioni. La procedura consueta è la seguente: dopo aver rimosso il cappuccio di sicurezza, il flacone viene connesso direttamente alla sacca in plastica per l’infusione (la parte superiore del set di trasferimento si adatta esattamente all’imboccatura d’immissione della sacca per infusione). Premendo il flacone contro l’imboccatura, si porta l’ago a perforare il tappo di gomma e, premendo sulla sacca per infusione, parte del solvente ivi contenuto sarà trasferito nel flacone. La ricostituzione del liofilizzato ha luogo agitando il flacone. Infine, la soluzione ricostituita viene ritrasferita nella sacca per infusione capovolgendo il flacone e comprimendo più volte la sacca stessa. Potrà a questo punto avere inizio la somministrazione del prodotto al paziente.

    Pazienti con insufficienza renale

    Poiché la diminuzione della funzionalità renale influisce in maniera relativamente modesta sulla farmacocinetica del cefotaxime, la riduzione della dose è necessaria solo in caso di marcata insufficienza renale. Nei pazienti con clearance della creatinina £ 5 ml/min la dose di mantenimento va dimezzata.

    Controindicazioni
  • cefalosporine
  • precedenti di ipersensibilità
  • componenti
  • penicilline
  • lidocaina
  • insufficienza cardiaca
  • neonati
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    Interazioni
  • antibiotici
  • antibiotico
  • agente
  • probenecid
  • aminoglicosidici
  • diuretici
  • cefalosporine
  • nefrotossici
  • aminoglicosidi
  • furosemide
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    Avvertenze

    Come con altri antibiotici, l’uso di cefotaxime, specialmente se prolungato, può dare luogo ad una aumentata crescita dei microorganismi non–sensibili.

    Un attento esame delle condizioni del paziente è fondamentale. Se durante la terapia insorgono superinfezioni devono essere prese misure appropriate.

    Le cefalosporine di III generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro più betalattamine.

    • Reazioni anafilattiche

    Prima di iniziare la terapia con cefotaxime è necessaria un’anamnesi accurata al fine di evidenziare precedenti reazioni di ipersensibilità a cefotaxime, cefalosporine, penicillina o altri farmaci. Prove cliniche e di laboratorio hanno evidenziato parziale allergicità crociata fra penicillina e cefalosporine.

    L’utilizzo del cefotaxime è fortemente controindicato nei soggetti con precedenti di ipersensibilità di tipo immediato alle cefalosporine.

    Alcuni pazienti in trattamento con cefotaxime hanno presentato reazioni gravi incluse reazioni di ipersensibilità con esito fatale (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). Il cefotaxime deve essere, pertanto, somministrato con estrema cautela a quei pazienti che hanno presentato reazioni d’ipersensibilita’ di tipo 1 alla penicillina.

    Ai pazienti che hanno presentato forme di allergia, specie ai farmaci, si devono somministrare con cautela gli antibiotici, compreso il cefotaxime.

    In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire trattamento idoneo (amine vasopressorie, antiistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza.

    • Eruzioni bollose gravi

    Sono stati segnalati, con cefotaxime, casi di eruzioni bollose gravi come sindrome di Stevens–Johnson o necrolisi epidermica tossica (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere informati che se si manifestano reazioni cutanee e/o della mucosa devono contattare immediatamente il medico prima di continuare il trattamento.

    • Patologie associate al Clostridium difficile.

    Una diarrea, particolarmente grave e/o persistente, che si manifesta durante il trattamento o le prime settimane dopo il trattamento, può essere sintomatica di una patologia associata al Clostridium difficile (CDAD). La CDAD può variare come intensità da lieve a rischiosa per la vita; la forma più grave è la colite pseudomembranosa.

    E’ importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante la terapia con cefotaxime. La diagnosi di questa rara ma possibile condizione fatale può essere confermata con l’endoscopia e/o un esame istologico.

    Se si sospetta una diagnosi di colite pseudomembranosa si deve interrompere immediatamente il trattamento con cefotaxime e si deve iniziare subito un’appropriata terapia con un antibiotico specifico. La patologia associata al Clostridium difficile può essere favorita dalla stasi fecale. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi.

    Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi.

    Alcuni studi hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile e’ la causa principale della colite associata alla terapia antibiotica.

    Casi lievi di colite possono regredire con l’interruzione del trattamento. Si consiglia la somministrazione di soluzioni di elettroliti e di proteine quando si manifestano casi di colite di media o grave entità. Se la colite non regredisce con l’interruzione del trattamento o se è grave, bisogna somministrare vancomicina per via orale, che rappresenta l’antibiotico di scelta in caso di colite pseudomembranosa causata dal Clostridium difficile.

    Cefotaxime deve essere prescritto con cautela in individui con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali in particolare la colite.

    • Reazioni ematologiche

    Durante il trattamento con cefotaxime, specialmente quando somministrato per lunghi periodi, possono svilupparsi leucopenia, neutropenia e più raramente agranulocitosi. Per cicli di trattamento superiori ai 7–10 giorni, il numero dei globuli bianchi dovrebbe essere monitorato ed in caso di neutropenia si dovrebbe sospendere il trattamento.

    Sono stati riportati alcuni casi di eosinofilia e trombocitopenia, rapidamente reversibili dopo sospensione del trattamento. Sono stati riportati anche casi di anemia emolitica (vedere paragrafo 4.8).

    • Pazienti con insufficienza renale

    Il dosaggio deve essere modificato sulla base della clearence della creatinina (vedere paragrafo 4.2).

    L’uso contemporaneo di aminoglicosidi, probenecid o altri farmaci nefrotossici deve essere fatto con cautela (vedere paragrafo 4.5). La funzione renale deve essere monitorata in questi pazienti, negli anziani ed in caso di insufficienza renale pre–esistente.

    • Neurotossicità

    Dosi elevate di antibiotici betalattamici, incluso il cefotaxime, specialmente in pazienti con insufficienza renale, può portare ad encefalopatie (ad es. perdita di coscienza, movimenti anomali e convulsioni) (vedere paragrafo 4.8).

    I pazienti devono essere avvisati di contattare il medico immediatamente prima di continuare il trattamento se si manifestano reazioni di questo tipo.

    • Precauzioni per la somministrazione

    Durante la sorveglianza post–marketing del farmaco sono state segnalate, in pochissimi pazienti che avevano ricevuto la somministrazione endovenosa rapida di cefotaxime attraverso un catetere venoso centrale, aritmie che possono mettere il paziente in pericolo di vita. Il tempo consigliato per l’iniezione o l’infusione deve essere seguito (vedere paragrafo 4.2).

    Vedere il paragrafo 4.3 per le controindicazioni relative alle formulazioni che contengono lidocaina.

    L’irritazione dei tessuti nel punto di iniezione e.v. è rara; essa può essere evitata iniettando il farmaco molto lentamente (3–5 minuti).

    • Effetti sui test di laboratorio

    Come con altre cefalosporine, sono state segnalate in alcuni pazienti in corso di trattamento con cefotaxime, false positività dei test di Coombs. Questo fenomeno può interferire con i test di compatibilità del sangue.

    La somministrazione delle cefalosporine può interferire con alcune prove di laboratorio causando false positività della glicosuria con i metodi condotti con agenti riducenti non specifici (quali metodi di Benedict, Fehling, "Clinitest"), ma questo fenomeno non si verifica quando si utilizzano i metodi enzimatici (quale il metodo glucosio–ossidasi specifico).

    • Assunzione di sodio

    La quantità di sodio contenuta nel cefotaxime sodico (48,2 mg/g) deve essere tenuta in considerazione.

    Gravidanza

    Gravidanza:

    Il cefotaxime attraversa la barriera placentare. Studi condotti in varie specie animali non hanno evidenziato effetti teratogeni o embriotossici diretti o indiretti. Tuttavia, la sicurezza di cefotaxime non è stata determinata nella gravidanza umana e pertanto il farmaco non deve essere utilizzato durante la gravidanza a meno che il beneficio previsto non superi i potenziali rischi.

    Allattamento:

    Il cefotaxime passa nel latte materno, pertanto è consigliabile sospendere l’allattamento in caso di somministrazione del farmaco.

    Non possono essere esclusi effetti sulla flora intestinale fisiologica del bambino allattato al seno che portano a diarrea, colonizzazione da parte di funghi lievito simili e sensibilizzazione del bambino.

    Comunque, una decisione di continuare o no la terapia deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio per il bambino dell’allattamento al seno e per la madre della terapia.

    Effetti Collaterali

    Classificazione per sistemi ed organi Molto comune (≥1/10) Comune (da ≥1/100 a <1/10) Non comune (da ≥1/1000 a <1/100) Raro (da ≥1/10000 a <1/1000) Molto raro (<1/10000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)*
    Infezioni ed infestazioni           Superinfezione (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie del sistema emolinfopoietico     Leucopenia, eosinofilia, trombocitopenia     Neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica
    Disturbi del sistema immunitario     Reazione di Jarisch–Herxheimer     Reazioni anafilattiche, angioedema, broncospasmo, shock anafilattico
    Patologie del sistema nervoso     Convulsioni (vedere paragrafo 4.4)     Cefalea, capogiri, encefalopatia (perdita di coscienza, movimenti anomali) (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie cardiache           Aritmia conseguente ad una infusione rapida in bolo attraverso un catetere venoso centrale
    Patologie gastrointestinali     Diarrea     Nausea, vomito, dolore addominale, colite pseudomembranosa (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie epatobiliari     Aumento dei livelli degli enzimi epatici (ALAT, ASAT, LDH, gamma–GT, fosfatasi alcalina) e/o bilirubina     Epatiti* (talvolta con ittero)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Rash, prurito, orticaria     Eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie renali ed urinarie     Diminuzione della funzione renale/aumento della creatinina (specialmente quando prescritto con aminoglicosidi)     Nefrite interstiziale
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore nel sito di iniezione (somministrazione IM)   Febbre, reazioni infiammatorie nel sito di iniezione, incluse flebiti/tromboflebiti     Reazioni sistemiche alla lidocaina (somministrazione IM, poiché il solvente contiene lidocaina)

    * esperienza di post–marketing

    Altre patologie gastrointestinali: anoressia, glossite e pirosi gastrica. Il manifestarsi di diarree gravi e prolungate è stato messo in relazione con l’impiego di diverse classi diantibiotici. In tale evenienza si deve considerare la possibilità di enterocolite che a volte può essere accompagnata da presenza di sangue nelle feci. Una forma particolare di enterocolite che si verifica con l’utilizzo di antibiotici è la colite pseudomembranosa (nella maggior parte dei casi dovuta a Clostridium difficile). Nel caso che l’indagine coloscopica ne confermi la diagnosi, l’antibiotico in uso deve essere sospeso immediatamente e si deve instaurare trattamento con vancomicina per os. I farmaci inibitori della peristalsi sono controindicati.

    Altre reazioni segnalate sono state indurimento e fragilità nella sede d’iniezione, vaginite da Candida, agitazione, confusione, astenia, sudorazione notturna.

    Reazione di Jarisch–Herxheimer

    Durante i primi giorni di trattamento della borreliosi può svilupparsi una reazione di Jarisch–Herxheimer.

    La comparsa di uno o più dei seguenti sintomi è stata riportata dopo alcune settimane di trattamento della borreliosi: rash cutaneo, prurito, febbre, leucopenia, aumento dei livelli degli enzimi epatici, difficoltà di respirazione, sensazione di disagio articolare.

    Patologie epatobiliari

    Sono stati osservati l’aumento dei livelli degli enzimi epatici (ALAT, ASAT, LDH, gamma–GT e/o fosfatasi alcalina) e/o bilirubina. Queste anomalie di laboratorio possono raramente superare anche di due volte il limite superiore dell’intervallo di normalità, compatibile con un modello di danno epatico, di solito colestatico e molto spesso asintomatico.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Fiala solvente per tutte le preparazioni con solvente:

    Acqua per preparazioni iniettabili.

    Fiala solvente per la preparazione Zariviz 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare:

    Acqua per preparazioni iniettabili e lidocaina cloridrato 40 mg (soluzione 1%).

    Conservazione

    Conservare al riparo dalla luce.

    Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.