Ribavirina sandoz (Sandoz spa)

Capsule rigide 140cps 200mg

Principio attivo:Ribavirina
Gruppo terapeutico:Antivirali ad azione diretta
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnrl - limitativa non ripetib.
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • infezione
  • epatite
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    Posologia

    Il trattamento deve essere iniziato e monitorato da un medico esperto nella gestione dell’epatite cronica C. Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide deve essere usato in combinazione con interferone alfa–2b.

    Fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) di interferone alfa–2b per informazioni dettagliate relative alla prescrizione.

    Dose da somministrare

    La dose di Ribavirina Sandoz è basata sul peso corporeo del paziente (Tabella 1). Le capsule di Ribavirina Sandoz devono essere assunte per via orale tutti i giorni suddivise in due dosi (mattino e sera) con del cibo.

    Pazienti adulti

    La dose di Ribavirina Sandoz è basata sul peso corporeo del paziente (Tabella 1).

    Ribavirina Sandoz deve essere usato in combinazione con interferone alfa–2b (3 milioni di unità internazionali [MUI] tre volte alla settimana). Il regime deve essere scelto sulla base dell’efficacia e della sicurezza previste per il trattamento di combinazione per ogni singolo paziente (vedere il paragrafo 5.1).

    Tabella 1 Dose di ribavirina sulla base del peso corporeo
    Peso del paziente (kg) Dose quotidiana di ribavirina Numero di capsule da 200 mg
    <65 800 mg 4a
    65–80 1000 mg 5a
    81–105 1200 mg 6c
    >105 1400 mg 7d

    a: 2 al mattino, 2 alla sera

    b: 2 al mattino, 3 alla sera c: 3 al mattino, 3 alla sera d: 3 al mattino, 4 alla sera

    Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide in combinazione con interferone alfa–2b

    Sulla base dei risultati degli studi clinici, si raccomanda che i pazienti siano trattati per almeno sei mesi. Nel corso di questi studi clinici, in cui i pazienti sono stati trattati per un anno, i pazienti che dopo 6 mesi di trattamento non avevano ottenuto una risposta virologica (HCV–RNA sotto il limite inferiore di rilevabilità) difficilmente hanno ottenuto una risposta virologica sostenuta (HCV–RNA sotto il limite inferiore di rilevabilità sei mesi dopo l’interruzione del trattamento).

    Bambini di 3 anni e oltre e adolescenti

    Nota: per i pazienti con peso corporeo <47 kg o che non sono in grado di deglutire le capsule sono disponibili e, se necessario devono essere usati, altri prodotti medicinali a base di ribavirina sotto forma di soluzione orale.

    Il dosaggio per i bambini e gli adolescenti viene determinato sulla base del peso corporeo per ribavirina e della superficie corporea per interferone alfa–2b.

    Negli studi clinici condotti in questa popolazione ribavirina e interferone alfa–2b sono stati usati rispettivamente alle dosi di 15 mg/kg/die e 3 milioni di unità internazionali (MUI)/m² tre volte la settimana (Tabella 2).

    Tabella 2 Dose di Ribavirina basata sul peso corporeo quando usata in combinazione con interferone alfa–2b nei bambini e negli adolescenti
    Peso del paziente (kg) Dose quotidiana di ribavirina Numero di capsule da 200 mg
    47–49 600 mg 3 capsule a
    50–65 800 mg 4 capsule b
    >65 Fare riferimento al dosaggio per gli adulti (Tabella 1)

    a: 1 al mattino, 2 alla sera

    b: 2 al mattino, 2 alla sera

    Durata del trattamento nei bambini e negli adolescenti

    Genotipo 2 o 3: la durata del trattamento raccomandata è di 24 settimane.

    Aggiustamento posologico per tutti i pazienti

    Se durante la terapia con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e interferone alfa–2b insorgono gravi reazioni avverse o anomalie dei valori di laboratorio, modificare se necessario i dosaggi di ciascun prodotto fino alla risoluzione delle reazioni avverse. Nel corso degli studi clinici sono state sviluppate linee guida per l’aggiustamento posologico (vedere Linee guida per l’aggiustamento posologico, Tabella 3). Poiché l’aderenza al regime terapeutico può essere importante per l’esito della terapia, il dosaggio deve essere mantenuto il più possibile vicino a quello raccomandato. Il potenziale impatto negativo della riduzione della dose di ribavirina sui risultati di efficacia non può essere escluso.

    Tabella 3 Linee guida per l’aggiustamento posologico basate sui parametri di laboratorio
    Valori di laboratorio Ridurre il dosaggio quotidiano di ribavirina (vedere nota 1) solo se: Ridurre il dosaggio di interferone alfa–2b (vedere nota 2) solo se: Interrompere la terapia di combinazione quando si riporta il seguente valore di laboratorio:**
    Emoglobina <8,5 g/dl
    Adulti: emoglobina nei pazienti con anamnesi di malattia cardiaca stabile. Bambini e adolescenti: non pertinente (vedere il paragrafo 4.4) Diminuzione dell’emoglobina ≥ 2 g/dl durante un qualsiasi periodo di 4 settimane di trattamento (riduzione permanente della dose) < 12 g/dl dopo 4 settimane di riduzione del dosaggio
    Globuli bianchi < 1,5 x 109/l < 1,0 x 109/l
    Neutrofili < 0,75 x 109/l < 0,5 x 109/l
    Piastrine < 50 x 109/l (adulti) < 25 x 109/l (adulti)
    < 70 x 109/l (bambini e adolescenti) < 50 x 109/l (bambini e adolescenti)
    Bilirubina diretta 2,5 x ULN*
    Bilirubina indiretta >5 mg/dl >4 mg/dl (adulti)
    >5 mg/dl (per 4 settimane) (bambini e adolescenti)
    Creatinina sierica >2,0 mg/dl
    Clearance della creatinina Sospendere ribavirina se ClCr < 50 ml/min
    Alanina aminotransferasi (ALT) o aspartato aminotransferasi (AST) 2 x valori al basale e > 10 x ULN * o 2 x valori al basale e > 10 x ULN*

    * Limite superiore del valore normale

    ** Fare riferimento all’RCP di interferone alfa–2b per l’aggiustamento della dose e l’interruzione della terapia.

    Nota 1: nei pazienti adulti la prima riduzione della dose di ribavirina si effettua con decrementi di 200 mg/die (eccetto i pazienti che ricevono 1400 mg, per i quali la riduzione della dose deve essere effettuata con decrementi di 400 mg/die). Se necessario, effettuare una seconda riduzione della dose con decrementi di ulteriori 200 mg/die. I pazienti nei quali la dose di ribavirina è ridotta a 600 mg al giorno ricevono una capsula da 200 mg al mattino e 2 capsule da 200 mg alla sera.

    Nei bambini e negli adolescenti trattati con ribavirina più interferone alfa–2b, ridurre la dose di ribavirina a 7,5 mg/kg/die.

    Nota 2:

    Nei pazienti adulti e nei bambini e negli adolescenti trattati con ribavirina più interferone alfa–2b, ridurre la dose di interferone alfa–2b della metà.

    Popolazioni speciali

    Uso nella compromissione renale: la farmacocinetica di ribavirina risulta alterata nei pazienti con disfunzione renale, a causa della riduzione della clearance della creatinina apparente (vedere paragrafo 5.2). Pertanto si raccomanda di valutare la funzionalità renale di tutti i pazienti prima di iniziare la terapia con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide. I pazienti con clearance della creatinina <50 ml/minuto non devono essere trattati con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide (vedere paragrafo 4.3). I soggetti con compromissione della funzionalità renale devono essere monitorati più attentamente per quanto riguarda l’insorgenza di anemia. Se la creatinina sierica aumenta a livelli maggiori di 2mg/dl (Tabella 3), Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e peginterferone alfa–2b/interferone alfa–2b devono essere sospesi.

    Uso nella compromissione epatica: non sembra esserci interazione farmacocinetica tra ribavirina e la funzionalità epatica (vedere il paragrafo 5.2). Pertanto nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica non è richiesto un aggiustamento della dose di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide

    Uso nei pazienti anziani (≥65 anni): non sembra esserci un significativo effetto correlato all’età sulla farmacocinetica di ribavirina. Tuttavia, come nei pazienti più giovani, prima della somministrazione di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide deve essere determinata la funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2).

    Uso nei pazienti di età inferiore ai 18 anni: Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide può essere usato in combinazione con interferone alfa–2b nei bambini di 3 anni o più e negli adolescenti. La scelta della formulazione è basata sulle caratteristiche individuali del paziente. La sicurezza e l’efficacia di ribavirina con altre forme di interferone (cioè non alfa–2b) in questi pazienti non è stata valutata.

    Pazienti co–infettati con HCV/HIV: i pazienti che ricevono una terapia con inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa (NRTI) in combinazione con ribavirina e interferone alfa–2b possono presentare un maggior rischio di tossicità mitocondriale, acidosi lattica e scompenso epatico (vedere il paragrafo 4.4). Fare riferimento anche alle informazioni relative ai prodotti medicinali anti–retrovirali.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • gravidanza
  • malattia cardiaca
  • insufficienza renale
  • grave compromissione epatica
  • cirrosi
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    Interazioni
  • stati effettuati studi di interazione
  • antiacidi
  • state osservate interazioni
  • antiacido
  • magnesio
  • alluminio
  • didanosina
  • abacavir
  • zidovudina
  • nota
  • vite
  • dopo
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    Avvertenze

    Disturbi psichiatrici e a carico del sistema nervoso centrale (SNC)

    Gravi effetti sul SNC, in particolare depressione, ideazione suicidaria e tentato suicidio, sono stati osservati in alcuni pazienti in trattamento con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b, anche dopo l’interruzione del trattamento, soprattutto durante i 6 mesi di follow–up. Tra i bambini e gli adolescenti, trattati con ribavirina in combinazione con interferone alfa–2b, l’ideazione suicidaria o il tentato suicidio sono stati osservati con maggiore frequenza rispetto ai pazienti adulti (2,4% vs. 1%) durante il trattamento e durante i 6 mesi di follow–up. Come nei pazienti adulti, i bambini e gli adolescenti hanno sperimentato altri eventi avversi di tipo psichiatrico (per esempio depressione, labilità emotiva e sonnolenza). Con gli interferoni alfa sono stati osservati altri effetti sul SNC, inclusi comportamento aggressivo (talvolta rivolto verso gli altri come l’ideazione omicida), disturbo bipolare, mania, confusione e alterazioni dello stato mentale. I pazienti devono essere monitorati attentamente per qualsiasi segno o sintomo di disturbi psichiatrici. Se tali sintomi compaiono il medico prescrivente deve prendere in considerazione sia la potenziale gravità di questi effetti indesiderati sia la necessità di un’adeguata gestione terapeutica. Se i sintomi psichiatrici persistono o peggiorano, o se si manifesta ideazione suicidaria, si raccomanda di interrompere il trattamento con Ribavirina Sandoz e peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b e di seguire il paziente, ricorrendo a un trattamento psichiatrico se necessario.

    Pazienti con presenza o anamnesi di gravi disturbi psichiatrici: se il trattamento con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide in combinazione con peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b viene ritenuto necessario nei pazienti adulti con presenza o anamnesi di gravi disturbi psichiatrici, esso deve essere iniziato solo dopo che sia stata effettuata una diagnosi individuale appropriata e una gestione terapeutica del disturbo psichiatrico. L’uso di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e interferone alfa–2b nei bambini e negli adolescenti con presenza o anamnesi di gravi disturbi psichiatrici è controindicato (vedere paragrafo 4.3).

    Crescita e sviluppo (bambini e adolescenti)

    In corso di un trattamento con interferone (standard e pegilato)/ribavirina durato fino a 48 settimane in pazienti di età compresa tra 3 e 17 anni, si sono manifestate comunemente perdita di peso e inibizione della crescita (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). Anche i dati più a lungo termine disponibili nei bambini trattati con la terapia di combinazione con interferone standard e ribavirina sono indicativi di un sostanziale ritardo nella crescita (decremento dell’altezza rispetto al basale >15° percentile) nel 21% dei bambini, nonostante fossero ormai fuori trattamento da oltre 5 anni.

    Valutazione del rischio/beneficio caso per caso nei bambini

    Il beneficio previsto del trattamento deve essere attentamente valutato rispetto ai profili di sicurezza osservati nei bambini e negli adolescenti nel corso degli studi clinici (vedere i paragrafi 4.8 e 5.1).

    – È importante considerare che la terapia di combinazione ha indotto un’inibizione della crescita, la reversibilità della quale è incerta.

    – Questo rischio deve essere valutato rispetto alle caratteristiche della malattia del bambino, come l’evidenza di progressione della malattia (in particolare la fibrosi), le co–morbilità che possono influenzare negativamente la progressione della malattia (come la co–infezione da HIV), così come i fattori prognostici della risposta (genotipo HCV e carico virale).

    Se possibile, il bambino deve essere trattato dopo la crescita puberale, in modo da ridurre il rischio di inibizione della crescita. Non sono disponibili dati sugli effetti a lungo termine sulla maturazione sessuale.

    Sulla base dei risultati degli studi clinici, l’uso di ribavirina in monoterapia non è efficace e Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide non deve essere somministrato da solo. La sicurezza e l’efficacia di questa combinazione è stata stabilita solo utilizzando ribavirina capsule insieme a peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b soluzione iniettabile.

    Tutti i pazienti negli studi sull’epatite cronica C avevano avuto una biopsia epatica prima dell’inclusione, ma in certi casi (per esempio i pazienti con genotipo 2 e 3) il trattamento può essere possibile senza conferma istologica. Devono essere consultate le linee guida di trattamento attuali per valutare se la biopsia epatica sia necessaria prima di iniziare il trattamento.

    Emolisi: negli studi clinici è stato osservato un calo del livello di emoglobina a <10 g/dl in una percentuale fino al 14% dei pazienti adulti e al 7% dei bambini e degli adolescenti in trattamento con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b. Sebbene ribavirina non abbia effetti cardiovascolari diretti, l’anemia associata a ribavirina può provocare un deterioramento della funzionalità cardiaca o l’esacerbazione dei sintomi della malattia coronarica o entrambi. Pertanto Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide deve essere somministrato con cautela nei pazienti con malattia cardiaca pre–esistente (vedere paragrafo 4.3). Le condizioni cardiache devono essere valutate prima dell’inizio della terapia e monitorate clinicamente durante il trattamento; se si verifica un qualsiasi peggioramento, il trattamento deve essere sospeso (vedere paragrafo 4.2).

    Patologie cardiovascolari: i pazienti adulti con anamnesi di insufficienza cardiaca congestizia, infarto miocardico e/o con aritmie pregresse o in atto devono essere attentamente controllati. Nei pazienti con alterazioni cardiache pre–esistenti si raccomanda di eseguire controlli elettrocardiografici prima e in corso di trattamento.

    Le aritmie cardiache (in prevalenza sopraventricolari) in genere rispondono alla terapia convenzionale, ma possono richiedere l’interruzione del trattamento. Non ci sono dati nei bambini o negli adolescenti con anamnesi di malattia cardiaca.

    Ipersensibilità acuta: se si sviluppa una reazione acuta di ipersensibilità (per esempio orticaria, angioedema, broncocostrizione, anafilassi), Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide deve essere sospeso immediatamente e deve essere istituita un’appropriata terapia medica. I rash transitori non richiedono l’interruzione del trattamento.

    Alterazioni oculari: ribavirina viene utilizzata in terapia di combinazione con gli interferoni alfa. In rari casi con la terapia di combinazione con interferoni alfa sono state segnalate retinopatie, inclusi emorragie retiniche, essudati retinici, papilledema, neuropatia ottica e occlusione dell’arteria o della vena retinica, che possono provocare la perdita della vista. Tutti i pazienti devono essere sottoposti a una visita oculistica basale. Ogni paziente che lamenta una diminuzione o una perdita dell’acuità visiva deve sottoporsi a un esame oculistico immediato e completo. I pazienti con disturbi oftalmici pre–esistenti (per esempio retinopatia diabetica o ipertensiva) devono sottoporsi periodicamente a esami oftalmologici durante la terapia di combinazione con gli interferoni alfa. La terapia di combinazione con gli interferoni alfa deve essere interrotta nei pazienti che sviluppano nuovi disturbi oftalmici o un peggioramento degli stessi.

    Funzionalità epatica: i pazienti che durante il trattamento sviluppano alterazioni significative della funzionalità epatica devono essere strettamente monitorati. Nei pazienti che sviluppano un prolungamento dei marker di coagulazione che possono indicare uno scompenso epatico il trattamento deve essere interrotto.

    Monitoraggio supplementare della funzionalità tiroidea specifico per bambini e adolescenti

    Circa il 12–21% dei bambini trattati con ribavirina e interferone alfa–2b (pegilato e non pegilato) hanno sviluppato un aumento dell’ormone stimolante la tiroide (TSH). Un altro 4% circa ha sviluppato un decremento transitorio sotto il limite inferiore del normale. Prima dell’inizio della terapia con interferone alfa–2b, i livelli di TSH devono essere valutati e ogni anomalia tiroidea osservata in quel momento deve essere trattata con una terapia convenzionale. La terapia con interferone alfa–2b (pegilato e non pegilato) può essere iniziata se i livelli di TSH possono essere mantenuti nell’intervallo di normalità con una terapia farmacologica. Durante il trattamento con ribavirina e interferone alfa–2b e durante il trattamento con ribavirina e peginterferone alfa–2b è stata osservata disfunzione tiroidea. In caso vengano rilevate alterazioni della tiroide, lo stato tiroideo del paziente deve essere valutato e trattato in modo clinicamente appropriato. I bambini e gli adolescenti devono essere monitorati ogni 3 mesi per eventuali disfunzioni tiroidee (per esempio TSH).

    Co–infezione da HCV/HIV

    Tossicità mitocondriale e acidosi lattica

    Deve essere posta particolare attenzione nel caso dei soggetti HIV–positivi co–infettati con HCV che ricevono un trattamento con un inibitore nucleosidico della transcriptasi inversa (NRTI – soprattutto ddI e d4T) associato al trattamento con interferone alfa–2b/ribavirina. Nella popolazione HIV positiva che riceve un regime di trattamento con NRTI il medico deve monitorare attentamente i marker di tossicità mitocondriale e di acidosi lattica quando viene somministrata ribavirina. In particolare:

    – la somministrazione concomitante di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e didanosina non è raccomandata, a causa del rischio di tossicità mitocondriale (vedere paragrafo 4.5)

    – la somministrazione concomitante di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e stavudina deve essere evitata, per limitare il rischio di tossicità mitocondriale sovrapposta.

    Scompenso epatico nei pazienti co–infettati con HCV/HIV e con cirrosi in fase avanzata:

    I pazienti co–infettati con cirrosi avanzata sottoposti a terapia anti–retrovirale altamente attiva (HAART) possono presentare un maggior rischio di scompenso epatico e morte.

    L’aggiunta di un trattamento con interferone alfa da solo o in combinazione con ribavirina può aumentare il rischio in questo sottogruppo di pazienti. Altri fattori basali nei pazienti co–infettati che possono essere associati a un più alto rischio di scompenso epatico includono il trattamento con didanosina e concentrazioni sieriche elevate di bilirubina.

    I pazienti co–infettati che ricevono sia il trattamento anti–retrovirale (ARV) sia il trattamento anti–epatite devono essere attentamente monitorati, con valutazione del punteggio di Child–Pugh durante il trattamento. Nei pazienti in progressione verso lo scompenso epatico il trattamento anti–epatite deve essere immediatamente interrotto e il trattamento ARV rivalutato.

    Alterazioni ematologiche nei pazienti co–infettati con HCV/HIV:

    I pazienti co–infettati con HCV/HIV che ricevono il trattamento con peginterferone alfa–2b/ribavirina e HAART possono essere a rischio aumentato di sviluppare alterazioni ematologiche (come neutropenia, trombocitopenia e anemia) rispetto ai pazienti HCV mono–infettati. Anche se la maggior parte di questi può essere gestita da una riduzione della dose, in questa popolazione di pazienti deve essere istituito uno attento monitoraggio dei parametri ematologici (vedere paragrafo 4.2, "Esami di laboratorio", di seguito, e paragrafo 4.8).

    I pazienti trattati con ribavirina e zidovudina presentano un rischio maggiore di sviluppare anemia; pertanto l’uso concomitante di ribavirina e zidovudina non è raccomandato (vedere il paragrafo 4.5).

    Pazienti con bassa conta CD4:

    Nei pazienti co–infettati con HCV/HIV sono disponibili dati limitati sull’efficacia e la sicurezza (n=25) nei soggetti con conta CD4 inferiore a 200 cellule/mcl. Si raccomanda quindi cautela nel trattamento dei pazienti con bassa conta CD4.

    Fare riferimento al relativo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei farmaci anti–retrovirali che devono essere assunti contemporaneamente alla terapia HCV per la conoscenza e la gestione delle tossicità specifiche di ciascun prodotto e per il potenziale di tossicità sovrapposte con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e peginterferone alfa–2b.

    Disturbi dentali e periodontali: nei pazienti che ricevevano una terapia di combinazione con ribavirina e peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b sono stati riportati disturbi dentali e periodontali, che possono causare la perdita dei denti. Inoltre la secchezza delle fauci può avere un effetto dannoso su denti e mucose orali durante il trattamento a lungo termine con la combinazione di ribavirina e peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b.

    I pazienti devono lavarsi a fondo i denti due volte al giorno e sottoporsi a regolari controlli odontoiatrici. Inoltre alcuni pazienti possono sperimentare vomito. Se si verifica questa reazione, i pazienti devono risciacquare a fondo la bocca subito dopo.

    Esami di laboratorio: in tutti i pazienti prima dell’inizio della terapia devono essere effettuati gli esami ematologici ed ematochimici standard (esame emocromocitometrico completo [CBC] e differenziale, conta delle piastrine, elettroliti, creatinina sierica, test di funzionalità epatica, acido urico). I valori basali accettabili che possono essere considerati come una linea guida prima di iniziare il trattamento con ribavirina sono:

    emoglobina adulti ≥12 g/dl (donne); ≥13 g/dl (uomini)

    bambini e adolescenti: ≥11 g/dl (donne); ≥12 g/dl (uomini)

    piastrine ≥100.000/mm³

    conta dei neutrofili ≥1500/mm³

    Le valutazioni di laboratorio devono essere effettuate alle settimane 2 e 4 di trattamento e in seguito periodicamente, se clinicamente indicato. In corso di trattamento. L’HCV–RNA deve essere misurato periodicamente (vedere paragrafo 4.2).

    Pazienti di sesso femminile in età fertile: le pazienti di sesso femminile devono effettuare mensilmente un test di gravidanza di routine, durante il trattamento e nei quattro mesi successivi. Le partner dei pazienti uomini devono effettuare mensilmente un test di gravidanza di routine durante il trattamento e nei sette mesi successivi (vedere paragrafo 4.6).

    Con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide il livello di acido urico può aumentare, a causa dell’emolisi; pertanto nei pazienti predisposti deve essere attentamente valutato il potenziale sviluppo di gotta.

    Gravidanza

    L’uso di Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide è controindicato durante la gravidanza.

    Dati preclinici:

    – Fertilità: negli studi condotti sugli animali, ribavirina ha prodotto effetti reversibili sulla spermatogenesi (vedere paragrafo 5.3).

    – Teratogenicità: In tutte le specie animali in cui sono stati condotti studi adeguati è stato dimostrato un significativo potenziale teratogeno e/o embriocida per ribavirina, a dosi fino a un ventesimo della dose raccomandata nell’uomo (vedere paragrafo 5.3).

    – Genotossicità: ribavirina induce genotossicità (vedere paragrafo 5.3).

    Pazienti di sesso femminile: ribavirina non deve essere utilizzata dalle donne in gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 5.3). Le pazienti di sesso femminile devono porre estrema attenzione nell’evitare la gravidanza (vedere paragrafo 5.3). La terapia con ribavirina non deve essere iniziata fino a che non si sia ottenuto un risultato negativo di un test di gravidanza subito prima dell’inizio della terapia. Sia le donne in età fertile sia i loro partner devono utilizzare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per quattro mesi dopo il termine del trattamento; in questo periodo deve essere effettuato mensilmente un test di gravidanza. Se si verifica una gravidanza durante il trattamento o nei quattro mesi successivi alla sospensione del trattamento, la paziente deve essere avvisata del significativo rischio teratogeno di ribavirina per il feto.

    Pazienti di sesso uominile e loro partner: le partner di uomini in trattamento con ribavirina devono porre estrema attenzione nell’evitare la gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 5.3). Ribavirina si accumula nelle cellule e viene eliminata dall’organismo molto lentamente. Non è noto se la quantità di ribavirina contenuta nello sperma sia in grado di esercitare i suoi potenziali effetti teratogeni o genotossici sull’embrione/feto umano. Sebbene i dati su circa 300 gravidanze seguite prospetticamente con esposizione paterna a ribavirina non abbiano mostrato un rischio aumentato di malformazioni rispetto alla popolazione in generale né alcuno schema specifico di malformazione, si deve consigliare ai pazienti di sesso maschile e alle loro partner in età fertile di ricorrere a un adeguato metodo contraccettivo durante il trattamento con Ribavirina Sandoz 200 mg capsule rigide e per sette mesi dopo la conclusione del trattamento. Agli uomini le cui partner siano in gravidanza deve essere raccomandato l’utilizzo di un preservativo per ridurre al minimo il rischio di trasferimento di ribavirina alla partner.

    Allattamento: non è noto se ribavirina sia escreta o meno nel latte materno. A causa delle potenziali reazioni avverse nei lattanti, l’allattamento deve essere sospeso prima dell’inizio del trattamento.

    Effetti Collaterali

    Pazienti adulti

    La sicurezza di ribavirina capsule è stata valutata in quattro studi clinici condotti in pazienti mai esposti a interferone: ribavirina è stata esaminata in due studi in combinazione con interferone alfa–2b e in due studi in combinazione con peginterferone alfa–2b.

    È probabile che i pazienti che sono stati trattati con interferone alfa–2b e ribavirina in seguito a recidiva da terapia con interferone o che sono stati trattati per un periodo di tempo inferiore manifestino un profilo di sicurezza migliore di quello descritto di seguito.

    Le reazioni avverse elencate nella Tabella 4 sono basate sull’esperienza derivante dagli studi clinici condotti su pazienti adulti mai trattati in precedenza per 1 anno e dall’uso post–marketing. Per riferimento la Tabella 4 elenca anche un certo numero di reazioni avverse, generalmente attribuite alla terapia con interferone, ma che sono state segnalate nel contesto della terapia dell’epatite C (in combinazione con ribavirina). Inoltre, fare riferimento ai RCP di peginterferone alfa–2b e interferone alfa–2b per le reazioni avverse attribuibili alla monoterapia con interferone. Nell’ambito della classificazione per sistemi e organi, le reazioni avverse elencate sono suddivise in base alla frequenza utilizzando le seguenti categorie: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1000 a <1/100); rara (da ≥1/10.000 a <1/1000); molto rara (<1/10.000); sconosciuta (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

    Tabella 4 Reazioni avverse riportate durante gli studi clinici o in seguito all’uso commerciale di ribavirina con interferone alfa–2b pegilato o interferone alfa–2b iniezioni
    Classificazioni per organi Reazioni avverse
    Infezioni ed infestazioni
    Molto comune: infezioni virali, faringite
    Comune: infezioni batteriche (incluse sepsi), infezioni fungine, influenza, infezioni delle vie respiratorie, bronchite, otite media, sinusite, rinite, herpes simplex, infezioni delle vie urinarie
    Non comune: infezioni al sito di iniezione, infezioni delle basse vie respiratorie
    Rara Polmonite*
    Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)
    Comune: neoplasia non specificata
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Molto comune: anemia, neutropenia
    Comune: anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia, linfadenopatia, linfopenia
    Molto rara: anemia aplastica*
    Sconosciuta: aplasia eritroide pura, porpora trombocitopenica idiopatica, porpora trombocitopenica trombotica
    Disturbi del sisitema immunitario
    Non comune: ipersensibilità al farmaco
    Molto rara: sarcoidosi*, artrite reumatoide (nuova o peggiorata)
    Sconosciuta: sindrome di Vogt–Koyanagi–Harada, lupus eritematoso sistemico, vasculite, reazioni acute di ipersensibilità, compresa orticaria, angioedema, broncocostrizione, anafilassi
    Patologie endocrine
    Comune: ipotiroidismo, ipertiroidismo
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Molto comune: anoressia
    Comune: iperglicemia, iperuricemia, ipocalcemia, disidratazione, aumento dell’appetito
    Non comune: diabete mellito, ipertrigliceridemia*
    Disturbi psichiatrici
    Molto comune: depressione, insonnia, ansia, labilità emotiva
    Comune: ideazione suicidaria, psicosi, comportamento aggressivo, confusione, agitazione, rabbia, umore alterato, disturbi del comportamento, nervosismo, disturbi del sonno, sogni anomali, pianto, apatia, diminuzione della libido
    Non comune: tentativi di suicidio, attacchi di panico, allucinazioni
    Rara: disturbi bipolari*
    Molto rara: suicidio*
    Sconosciuta: ideazione omicida*, mania*, alterazione dello stato mentale
    Patologie del sistema nervoso
    Molto comune: cefalea, capogiri, secchezza delle fauci, diminuzione della concentrazione
    Comune: amnesia, diminuzione della memoria, sincope, atassia, tremore, parestesia, disfonia, perdita del gusto, ipoestesia, iperestesia, sonnolenza, emicrania, ipertonia, disguesia, disturbi dell’attenzione
    Non comune: neuropatia, neuropatia periferica
    Rara: crisi epilettiche (convulsioni)*
    Molto rara: emorragia cerebrovascolare*, ischemia cerebrovascolare*, encefalopatia*, polineuropatia*
    Sconosciuta: paralisi faccia, mononeuropatie
    Patologie dell’occhio
    Comune: disturbi visivi, visione offuscata, congiuntivite, irritazione agli occhi, dolore agli occhi, visione anormale, disturbi delle ghiandole lacrimali, secchezza oculare
    Rara: emorragie retiniche*, retinopatie (compreso edema maculare)*, occlusione dell’arteria retinica*, occlusione della vena retinica*, nevrite ottica*, papilledema*, perdita dell’acuità visiva o del campo visivo*, essudati retinici*
    Patologie dell’orecchio e del labirinto
    Comune: vertigini, compromissione/perdita dell’udito, tinnito, dolore alle orecchie
    Patologie cardiache
    Comune Palpitazioni, tachicardia
    Non comune: infarto miocardico
    Rara: cardiomiopatia*, aritmia*
    Molto rara: ischemia cardiaca*
    Sconosciuta: effusione pericardica*, pericardite*
    Patologie vascolari
    Comune: ipotensione, ipertensione, vampate di calore
    Rara: vasculite
    Molto rara: ischemia periferica*
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Molto comune: dispnea, tosse
    Comune: epistassi, disturbi respiratori, congestione del tratto respiratorio, congestione dei seni, congestione nasale, rinorrea, aumento della secrezione delle alte vie respiratorie, dolore faringolaringeo, tosse non produttiva
    Molto rara: infiltrati polmonari*, polmonite*, polmonite interstiziale*
    Patologie gastrointestinali
    Molto comune: diarrea, vomito, nausea, dolore addominale
    Comune: stomatite ulcerativa, ulcerazioni della bocca, stomatite, colite, dolore al quadrante superiore destro, dispepsia, reflusso gastroesofageo*, glossite, cheilite, distensione addominale, gengive sanguinanti, gengivite, feci molli, disturbi dentali, costipazione, flatulenza
    Non comune: pancreatite, dolore del cavo orale
    Rara: colite ischemica
    Molto rara: colite ulcerativa*
    Sconosciuta: disturbi periodontali, disturbi dentali
    Patologie epatobiliari
    Comune: epatomegalia, iettero, iperbilirubinemia*
    Molto rara: epatotossicità (compresi casi fatali)*
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Molto comune: alopecia, prurito, secchezza della pelle, rash
    Comune: psoriasi, peggioramento della psoriasi, eczema, reazione di fotosensibilità, rash maculopapulare, rash eritematoso, sudorazione notturna, iperidrosi, dermatite, acne, foruncoli, eritema, orticaria, disturbi della pelle, ematomi, aumento della sudorazione, alterazioni della consistenza dei capelli, disturbi delle unghie*
    Rara: sarcoidosi cutanea
    Molto rara: sindrome di Stevens–johnson*, necrolisi epidermica tossica*, eritema multiforme*
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Molto comune: artralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico
    Comune: artrite, mal di schiena, spasmi muscolari, dolori alle estremità
    Non comune: dolore osseo, debolezza muscolare
    Rara: rabdomiolisi*, miosite*
    Patologie renali e urinarie
    Comune: minzione frequente, poliuria, anomalie urinarie
    Rara: insufficienza renale*
    Molto rara: sindrome nefrotica*
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
    Comune: Donne: amenorrea, menorragia, disturbi mestruali, dismenorrea, dolore al seno, disturbi ovarici, disturbi vaginali.
    Uomini: impotenza, prostatite, disfunzione erettile.
    Disfunzione sessuale (non specificata)*
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede si somministrazione
    Molto comune: infiammazione al sito di iniezione, reazione al sito di iniezione, affaticamento, rigidità, piressia, malattia simil–influenzale, astenia, irritabilità
    Comune: dolore toracico, fastidio al torace, edema periferico, malessere, dolore al sito di iniezione, sensazione di anormalità, sete
    Non comune: edema facciale
    Rara: necrosi al sito di iniezione
    Esami diagnostici
    Molto comune: diminuzione del peso
    Comune: soffio cardiaco

    * Poiché ribavirina viene sempre prescritta con un interferone alfa e gli eventi avversi elencati, che riflettono l’esperienza post–marketing, non permettono una precisa quantificazione della frequenza, la frequenza riportata sopra deriva dagli studi clinici con ribavirina in combinazione con interferone alfa–2b (pegilato o non pegilato).

    Nel 30% dei pazienti trattati con ribavirina e peginterferone alfa–2b e nel 37% dei pazienti trattati con ribavirina + interferone alfa–2b è stata osservata una riduzione della concentrazione di emoglobina >4 g/dl. I livelli di emoglobina sono scesi sotto i 10 g/dl in una percentuale fino al 14% dei pazienti adulti e al 7% dei bambini e degli adolescenti trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b (solo adulti) o con interferone alfa–2b.

    La maggior parte dei casi di anemia, neutropenia e trombocitopenia è stata di grado lieve (grado 1 o 2 della scala WHO). Si sono verificati alcuni casi di neutropenia di maggiore gravità nei pazienti trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b (grado 3 della scala WHO: 39 su 186 [21%] e grado 4 della scala WHO: 13 su 186 [7%]); nel 7% di questo gruppo di trattamento è stata inoltre riportata leucopenia di grado 3 WHO.

    In alcuni pazienti trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b o interferone alfa–2b negli studi clinici è stato osservato un incremento dei valori di acido urico e di bilirubina indiretta associato a emolisi, ma i valori sono ritornati ai livelli basali entro quattro settimane dopo il termine della terapia. Tra i pazienti con livelli di acido urico elevati, pochissimi di quelli trattati con la combinazione hanno sviluppato gotta clinicamente manifesta, e nessuno di questi ha richiesto la modifica del trattamento o l’esclusione dagli studi clinici.

    Pazienti co–infettati con HCV/HIV

    Nei pazienti co–infettati con HCV/HIV trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa– 2b altri effetti indesiderati (non riportati nei pazienti mono–infetti) riportati negli studi con una frequenza >5% sono stati: candidiasi orale (14%), lipodistrofia acquisita (13%), diminuzione dei linfociti CD4 (8%), diminuzione dell’appetito (8%), aumento della gamma–glutamiltransferasi (9%), dolore alla schiena (5%), aumento dell’amilasi nel sangue (6%), aumento dell’acidosi lattica nel sangue (5%), epatite citolitica (6%), aumento della lipasi (6%) e dolore agli arti (6%).

    Tossicità mitocondriale: nei pazienti HIV positivi che ricevevano un regime di NRTI e ribavirina associata per la co–infezione da HCV sono state segnalate tossicità mitocondriale e acidosi lattica (vedere paragrafo 4.4).

    Valori di laboratorio nei pazienti co–infettati con HCV/HIV: sebbene le tossicità ematologiche come neutropenia, trombocitopenia e anemia si siano verificate più frequentemente nei pazienti co–infettati con HCV/HIV, la maggior parte può essere risolta con una modifica della dose e raramente è stata necessaria una prematura interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4). Le anomalie ematologiche sono state riportate più frequentemente nei pazienti in trattamento con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b rispetto ai pazienti in trattamento con ribavirina in combinazione con interferone alfa–2b. Nello Studio 1 (vedere paragrafo 5.1) è stata osservata una diminuzione dei livelli della conta assoluta dei neutrofili sotto 500 cellule/mm³ nel 4% dei pazienti (8/194) e una diminuzione delle piastrine sotto 50.000/mm³ nel 4% dei pazienti (8/194) trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b. L’anemia (emoglobina <9,4 g/dl) è stata riportata nel 12% dei pazienti (23/194) trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b.

    Diminuzione dei linfociti CD4: il trattamento con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b è stato associato a una diminuzione della conta assoluta delle cellule CD4+ entro le prime 4 settimane senza una riduzione della percentuale delle cellule CD4+. La diminuzione della conta delle cellule CD4+ è stata reversibile in seguito alla riduzione della dose o all’interruzione della terapia. L’uso di ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b non ha avuto un evidente impatto negativo sul controllo della viremia HIV durante la terapia o il follow–up. Sono disponibili limitati dati di sicurezza (n=25) nei pazienti co–infettati con conta delle cellule CD4+ <200/mcl (vedere paragrafo 4.4).

    Fare riferimento al relativo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei farmaci anti–retrovirali che devono essere somministrati in concomitanza alla terapia HCV, per conoscere e trattare la tossicità specifica di ciascun farmaco e il potenziale di tossicità sovrapposta con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa– 2b.

    Bambini e adolescenti

    In combinazione con peginterferone alfa–2b

    In uno studio clinico condotto in 107 bambini e adolescenti (dai 3 ai 17 anni di età) trattati con la terapia di combinazione peginterferone alfa–2b e ribavirina, modifiche del dosaggio sono state necessarie nel 25% dei pazienti, più comunemente a causa di anemia, neutropenia e perdita di peso. In generale il profilo delle reazioni avverse nei bambini e negli adolescenti è stato simile a quello osservato negli adulti, anche se esiste una preoccupazione specifica per i bambini che riguarda l’inibizione della crescita. Durante la terapia di combinazione fino a 48 settimane con interferone alfa–2b pegilato e ribavirina è stata osservata inibizione della crescita, la cui reversibilità è incerta (vedere paragrafo 4.4). La perdita di peso e l’inibizione della crescita sono risultate molto comuni durante il trattamento (alla fine del trattamento il decremento medio rispetto al basale dei percentili di peso e altezza è stato rispettivamente del 15° percentile e dell’8° percentile) e la velocità di crescita è risultata inibita (<3° percentile nel 70% dei pazienti).

    Alla fine della settimana 24 di follow–up post–trattamento, il decremento medio rispetto al basale nei percentili di peso e altezza era ancora rispettivamente pari al 3° percentili e al 7° percentile e il 20% dei bambini ha continuato ad avere inibizione della crescita (velocità di crescita <3° percentile). Sulla base dei dati ad interim relativi al follow–up a lungo termine di questo studio, il 22% (16/74) dei bambini ha avuto una diminuzione della crescita >15° percentile, dei quali 3 bambini (4%) hanno avuto una diminuzione della crescita >30° percentile, nonostante il fatto che fossero senza trattamento da più di un anno. In particolare, la diminuzione nel tasso medio di crescita percentile nel primo anno del periodo di follow–up a lungo termine è stata più consistente nei bambini in età pre–puberale (vedere paragrafo 4.4).

    In questo studio gli effetti indesiderati prevalenti in tutti i soggetti sono stati piressia (80%), mal di testa (62%), neutropenia (33%), affaticamento (30%), anoressia (29%) e eritema al sito di iniezione (29%). Solo 1 soggetto ha interrotto la terapia a seguito di una reazione avversa (trombocitopenia). La maggioranza degli effetti indesiderati riportati nello studio era lieve o moderata. Gli effetti indesiderati gravi sono stati riportati nel 7% (8/107) di tutti i soggetti e includevano dolore al sito di iniezione (1%), dolore alle estremità (1%), mal di testa (1%), neutropenia (1%) e piressia (4%). Le importanti reazioni avverse emergenti dal trattamento verificatesi in questa popolazione di pazienti sono state nervosismo (8%), aggressività (3%), rabbia (2%), umore depresso/depressione (4%) e ipotiroidismo (3%) e 5 soggetti sono stati trattati con levotiroxina per la presenza di ipotiroidismo/TSH elevato.

    In combinazione con interferone alfa–2b

    Nel corso di studi clinici condotti su 118 bambini e adolescenti di età compresa fra 3 e 16 anni il 6% ha interrotto la terapia a causa di eventi avversi. In generale, il profilo degli eventi avversi nella limitata popolazione di bambini e adolescenti studiata è stato simile a quello osservato negli adulti, anche se esiste una specifica preoccupazione di natura pediatrica riguardo l’inibizione della crescita, poiché durante il trattamento è stato osservato un decremento percentile di altezza (decremento medio percentile di velocità di crescita del 9° percentile) e di peso (decremento percentile medio del 13° percentile). Entro i 5 anni di follow–up del periodo post–trattamento i bambini hanno avuto un’altezza media del 44° percentile, che è al di sotto della mediana di una popolazione normale e inferiore rispetto all’altezza media basale (48° percentile).

    Venti (21%) dei 97 bambini hanno avuto una diminuzione della crescita >15° percentile, dei quali 10 hanno avuto una diminuzione della crescita >30° percentile dall’inizio del trattamento alla fine del follow–up a lungo termine (fino a 5 anni). Durante la terapia di combinazione fino a 48 settimane con interferone alfa–2b e ribavirina è stata osservata un’interruzione della crescita, la cui reversibilità è incerta. In particolare il decremento percentile medio di crescita dal basale alla fine del follow–up a lungo termine è stato più importante nei bambini in età pre–puberale (vedere paragrafo 4.4).

    Inoltre, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio sono stati segnalati più frequentemente rispetto ai pazienti adulti (2,4% vs. 1%) durante il trattamento e durante i 6 mesi di follow–up dopo il trattamento. Come nei pazienti adulti, nei bambini e negli adolescenti sono stati segnalati altre reazioni avverse psichiatriche (per esempio depressione, labilità emotiva e sonnolenza – vedere paragrafo 4.4). Inoltre, alterazioni al sito di iniezione, piressia, anoressia, vomito e labilità emotiva si sono verificate più frequentemente nei bambini e negli adolescenti rispetto ai pazienti adulti. Modifiche della dose sono state necessarie nel 30% dei pazienti, più comunemente per anemia e neutropenia.

    Le reazioni avverse riportate, elencate nella Tabella 5, sono basate sull’esperienza nei bambini e negli adolescenti derivante da due studi clinici multicentrici che hanno utilizzato ribavirina con interferone alfa–2b o peginterferone alfa–2b. Nell’ambito della classificazione per sistemi e organi, le reazioni avverse elencate sono suddivise in base alla frequenza utilizzando le seguenti categorie: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10) e non comune (da ≥1/1000 a <1/100). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

    Tabella 5 Reazioni avverse molto comune, comune e non comune riportate nei bambini e negli adolescenti durante gli studi clinici con ribavirina in combinazione con interferone alfa–2b o peginterferone alfa–2b

    Reazioni avverse

    Infezioni e infestazioni

    Molto comune: Infezioni virali, faringite

    Comune: Infezioni fungine, infezioni batteriche, infezioni polmonari, nasofaringite, faringite streptococcica, otite media, sinusite, ascesso dentale, influenza, herpes orale, herpes simplex, infezione del tratto urinario, vaginite, gastroenterite

    Non comune: Polmonite, ascaridiasi, enterobiasi, herpes zoster, cellulite

    Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)

    Comune: Neoplasia non specificata

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Molto comune: Anemia, neutropenia

    Comune: Trombocitopenia, linfoadenopatia

    Patologie endocrine

    Molto comune: Ipotiroidismo

    Comune: Ipertiroidismo, virilismo

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Molto comune: Anoressia, aumento dell’appetito, diminuzione dell’appetito

    Comune: Ipertrigliceridemia, iperuricemia

    Disturbi psichiatrici

    Molto comune: Depressione, insonnia, labilità emotiva

    Comune: Ideazioni suicidarie, aggressione, confusione, labilità affettiva, disturbi del comportamento, agitazione, sonnambulismo, ansia, alterazioni dell’umore, irrequietezza, nervosismo, disturbi del sonno, sogni anormali, apatia

    Non comune: Anomalie del comportamento, umore depresso, disturbi emotivi, paura, incubi

    Patologie del sistema nervoso

    Molto comune: Cefalea, capogiri

    Comune: Ipercinesia, tremore, disfonia, parestesia, ipoestesia, iperestesia, diminuzione della concentrazione, sonnolenza, disturbo dell’attenzione, scarsa qualità del sonno

    Non comune: Nevralgia, letargia, iperattività psicomotoria

    Patologie dell’occhio

    Comune: Congiuntivite, dolore agli occhi, visione anormale, disturbi delle ghiandole lacrimali

    Non comune: Emorragia congiuntivale, prurito oculare, cheratite, visione offuscata, fotofobia

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Comune: Vertigini

    Patologie cardiache

    Comune: Tachicardia, palpitazioni

    Patologie vascolari

    Comune: Pallore, malattia di Raynaud, vampate di calore

    Non comune: Ipertensione

    Patologie respiratorie toraciche e mediastiniche

    Comune: Dispnea, tachipnea, epistassi, tosse, congestione nasale, irritazione nasale, rinorrea, starnuti, dolore faringolaringeo

    Non comune: Sibilo, malessere nasale

    Patologie gastrointestinali

    Molto comune: Dolore addominale, dolore addominale superiore, vomito, diarrea, nausea

    Comune: Ulcerazioni della bocca, stomatite ulcerativa, stomatite, stomatite aftosa, dispepsia, cheilosi, glossite, reflusso gastroesofageo, disturbi rettali, disturbi gastrointestinali, costipazione, feci molli, mal di denti, disturbi dentali, fastidio allo stomaco, dolore orale

    Non comune: Gengivite

    Patologie epatobiliari

    Comune: Funzionalità epatica anomala

    Non comune: Epatomegalia

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Molto comune: Alopecia, rash

    Comune: Prurito, reazioni di fotosensibilità, rash maculopapulare, eczema, iperidrosi, acne, disturbi della pelle, disturbi delle unghie, scolorimento della cute, secchezza cutanea, eritema, ematomi

    Non comune: Disturbo della pigmentazione, dermatite atopica, esfoliazione della pelle

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Molto comune: Artralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico

    Comune: Dolore alle estremità, mal di schiena, contratture muscolari

    Patologie renali e urinarie

    Comune: Enuresi, disturbi della minzione, incontinenza urinaria, proteinuria

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Comune: Donne: amenorrea, menorragia, disturbi mestruali, disturbi vaginali; uomini: dolore ai testicoli

    Non comune: Donne: dismenorrea

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Molto comune: Infiammazione al sito di iniezione, reazione al sito di iniezione, eritema al sito di iniezione, dolore al sito di iniezione, affaticamento, rigidità, piressia, malattia simil–influenzale, astenia, malessere, irritabilità

    Comune: Dolore toracico, edema, dolore, prurito al sito di iniezione, rash al sito di iniezione, secchezza al sito di iniezione, sensazione di freddo

    Non comune: Fastidio al torace, dolore facciale, indurimento al sito di iniezione

    Esami diagnostici

    Molto comune: Decremento del tasso di crescita (calo di altezza e/o peso in rapporto all’età)

    Comune: Aumento dell’ormone stimolante la tiroide nel sangue, aumento della tiroglobulina

    Non comune: Anticorpo anti–tiroide positivo

    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura

    Comune: Lacerazione della cute

    Non comune: Contusioni

    La maggior parte delle variazioni dei valori di laboratorio osservate negli studi clinici con ribavirina/peginterferone alfa–2b è stata lieve o moderata. La diminuzione dei valori di emoglobina, globuli bianchi, piastrine e neutrofili e l’aumento dei valori di bilirubina possono richiedere riduzioni della dose o l’interruzione permanente della terapia (vedere paragrafo 4.2). Se in alcuni pazienti trattati con ribavirina in combinazione con peginterferone alfa–2b nello studio clinico sono stati osservati cambiamenti dei valori di laboratori, entro poche settimane dal termine della terapia detti valori sono ritornati ai livelli basali.

    Eccipienti

    Contenuto della capsula

    Mannitolo

    Ipromellosa 2910

    Povidone Croscarmellosa sodica Magnesio stearato

    Composizione della capsula

    Biossido di titanio E 171

    Gelatina

    Inchiostro blu TekPrint SB–6026 (gommalacca

    glicole propilenico

    biossido di titanio E 171

    lacca di alluminio contenente indaco carminio) Amido di mais

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.