Celecoxib teva (Teva italia srl)

Capsule rigide 20cps 200mg

da7.00 €
Principio attivo:Celecoxib
Gruppo terapeutico:Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoartrosi
  • artrite reumatoide
  • spondilite anchilosante
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    Posologia

    Poiché i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con la dose e con la durata dell’esposizione, la durata del trattamento deve essere la più breve possibile e deve essere utilizzata la dose giornaliera minima efficace. La necessità di trattamento per il sollievo sintomatico del paziente e la risposta alla terapia devono essere rivalutate periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.8 e 5.1).

    Osteoartrosi

    La dose abituale giornaliera raccomandata è di 200 mg una volta al giorno o in due dosi divise. In alcuni pazienti, in cui il sollievo dei sintomi non si è dimostrato sufficiente, una dose maggiore da 200 mg due volte al giorno può aumentare l’efficacia. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiore beneficio terapeutico, si devono valutare altre alternative terapeutiche.

    Artrite reumatoide

    La dose iniziale giornaliera raccomandata è di 200 mg in due dosi divise. Se necessario, la dose può essere successivamente incrementata fino a 200 mg due volte al giorno. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiore beneficio terapeutico, si devono valutare altre alternative terapeutiche.

    Spondilite Anchilosante

    La dose giornaliera raccomandata è di 200 mg una volta al giorno o in due dosi divise. In alcuni pazienti, in cui il sollievo dei sintomi non si è dimostrato sufficiente, una dose maggiore da 400 mg una volta al giorno o in due dosi divise può aumentare l’efficacia. Dopo due settimane di trattamento, in assenza di un maggiore beneficio terapeutico, si devono valutare altre alternative terapeutiche.

    La dose massima giornaliera raccomandata è pari a 400 mg per tutte le indicazioni.

    Anziani (>65 anni)

    Come negli adulti più giovani, inizialmente si devono utilizzare 200 mg al giorno. Se necessario, la dose può essere successivamente incrementata a 200 mg due volte al giorno. Si richiede particolare attenzione nei pazienti anziani con peso corporeo inferiore ai 50 kg (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

    Compromissione della funzionalità epatica

    In pazienti con moderata compromissione della funzionalità epatica accertata, con albumina sierica compresa tra 25 e 35 g/l, il trattamento deve essere iniziato con una dose pari alla metà di quella raccomandata. L’esperienza in questo gruppo è limitata ai pazienti con cirrosi epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).

    Compromissione della funzionalità renale

    L’esperienza in pazienti con compromissione lieve o moderata della funzionalità renale è limitata; pertanto si consiglia di trattare con cautela questa categoria di pazienti. (vedere paragrafi 4.3, 4.4, e 5.2).

    Riduzione dell’attività metabolica del CYP2C9

    Ai pazienti che presentano una riduzione accertata o sospetta dell’attività metabolica del CYP2C9 sulla base del genotipo o di anamnesi/esperienze precedenti con altri substrati del CYP2C9, bisogna somministrare celecoxib con cautela, poiché il rischio di effetti indesiderati dose dipendenti aumenta in questi pazienti. In questi casi si deve considerare di dimezzare la dose minima raccomandata (vedere paragrafo 5.2).

    Bambini

    L’uso di celecoxib non è indicato nei bambini.

    Modo di somministrazione

    Celecoxib può essere assunto con o senza cibo.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • asma
  • rinite
  • orticaria
  • altre
  • dopo
  • acido acetilsalicilico
  • farmaci antinfiammatori non steroidei
  • donne
  • gravidanza
  • disfunzione epatica
  • vasculopatia cerebrale
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    Interazioni
  • anticoagulante
  • celecoxib
  • warfarin
  • anticoagulanti orali
  • stati segnalati
  • diuretici
  • antipertensivi
  • dopo
  • ciclosporina
  • tacrolimus
  • nefrotossico
  • acido acetilsalicilico
  • evidenziato
  • altri medicinali
  • antidepressivi (triciclici
  • neurolettici
  • antiaritmici
  • nota
  • citalopram
  • imipramina
  • interazione
  • contraccettivi orali
  • etinilestradiolo
  • tolbutamide
  • metotrexato
  • litio
  • fluconazolo
  • rifampicina
  • carbamazepina
  • barbiturici
  • ketoconazolo
  • antiacidi
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    Avvertenze

    Complicanze a carico del tratto gastrointestinale superiore (perforazioni, ulcere o sanguinamenti (SUP)), alcune delle quali fatali, sono state riscontrate in pazienti trattati con celecoxib. Si consiglia cautela nel trattamento di pazienti che presentano un rischio maggiore di complicanze gastrointestinali associate all’impiego di FANS; gli anziani, i pazienti che assumono contemporaneamente qualsiasi altro FANS o acido acetilsalicilico o i pazienti con anamnesi di malattie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale.

    Quando celecoxib viene assunto insieme all’acido acetilsalicilico (anche a basse dosi), si osserva un ulteriore aumento del rischio di eventi avversi gastrointestinali (ulcerazione gastrointestinale o altre complicanze gastrointestinali). Negli studi clinici a lungo termine non è stata dimostrata una differenza significativa nella sicurezza gastrointestinale tra gli inibitori selettivi della COX–2 + acido acetilsalicilico e FANS + acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 5.1).

    L’uso concomitante di celecoxib e FANS diversi dall’ acido acetilsalicilico deve essere evitato.

    In uno studio clinico a lungo termine controllato verso placebo in pazienti con poliposi adenomatosa sporadica trattati con celecoxib alle dosi di 200 mg due volte al giorno e 400 mg due volte al giorno rispetto al placebo è stato osservato un aumento del numero degli eventi cardiovascolari gravi, principalmente infarto del miocardio (vedere paragrafo 5.1).

    Poiché i rischi cardiovascolari di celecoxib possono aumentare con la dose e con la durata dell’esposizione, la durata del trattamento deve essere la più breve possibile e deve essere utilizzata la dose giornaliera minima efficace. La necessità di trattamento del paziente per il sollievo sintomatico e la risposta alla terapia devono essere rivalutate periodicamente, specialmente nei pazienti con osteoartrosi (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.8 e 5.1).

    I pazienti con fattori di rischio significativi per eventi cardiovascolari (p.es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo) devono essere trattati con celecoxib solo dopo attenta valutazione (vedere paragrafo 5.1). Gli inibitori selettivi della COX–2 non sono un sostituto dell’acido acetilsalicilico per la profilassi delle malattie tromboemboliche di origine cardiovascolare perché non hanno effetti antipiastrinici. Pertanto, la terapia antipiastrinica non deve essere interrotta (vedere paragrafo 5.1).

    Analogamente a quanto riscontrato con altri farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine, in pazienti trattati con celecoxib sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edemi. Pertanto, celecoxib deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi di insufficienza cardiaca, disfunzione ventricolare sinistra o ipertensione e nei pazienti con edema preesistente di altra natura, poiché l’inibizione delle prostaglandine può causare un peggioramento della funzionalità renale e ritenzione di liquidi. È inoltre richiesta cautela nei pazienti che assumono diuretici o che sono a rischio di ipovolemia.

    Analogamente agli altri FANS, celecoxib può portare alla comparsa di ipertensione o al peggioramento dell’ipertensione pre–esistente, che possono entrambe contribuire all’aumento dell’incidenza degli eventi cardiovascolari. La pressione arteriosa deve quindi essere monitorata attentamente all’inizio della terapia con celecoxib e durante tutto il corso del trattamento.

    Una compromissione della funzionalità renale o epatica e specialmente una disfunzione cardiaca sono più facilmente riscontrabili nei pazienti anziani e pertanto questi pazienti devono essere tenuti sotto appropriato controllo medico.

    I FANS, incluso celecoxib, possono causare tossicità renale. Studi clinici condotti con celecoxib hanno dimostrato effetti a carico della funzionalità renale simili a quelli osservati con i FANS di confronto. I pazienti con rischio più elevato di tossicità renale sono quelli con funzionalità renale alterata, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica e gli anziani. Tali pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento con celecoxib.

    Gravi reazioni epatiche, tra cui epatite fulminante (talvolta con esito fatale), necrosi epatica e insufficienza epatica (talvolta con esito fatale o che ha richiesto trapianto del fegato) sono state segnalate in alcuni casi in associazione all’uso di celecoxib. Tra i casi che hanno riportato il tempo di insorgenza, la maggior parte degli eventi avversi epatici gravi si è sviluppata entro il primo mese di trattamento con celecoxib (vedere paragrafo 4.8).

    Se nel corso del trattamento si verifica un deterioramento delle condizioni cliniche del paziente di uno qualsiasi dei sistemi d’organo descritti sopra, devono essere adottate misure appropriate e deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con celecoxib.

    Celecoxib inibisce il citocromo CYP2D6. Sebbene non sia un forte inibitore di questo enzima, un aggiustamento della dose, su base individuale, può rendersi necessaria per i farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2D6 (vedere paragrafo 4.5).

    I pazienti che hanno un’attività metabolica ridotta per il CYP2C9 devono essere trattati con cautela (vedere paragrafo 5.2).

    Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, tra cui dermatiti esfoliative, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica sono state segnalate molto raramente in associazione all’uso di celecoxib (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere maggiormente a rischio per queste reazioni avverse nelle fasi iniziali del trattamento: nella maggior parte dei casi l’insorgenza dei sintomi si verifica entro il primo mese di trattamento. In pazienti in trattamento con celecoxib sono state segnalate gravi reazioni di ipersensibilità (anafilassi e angioedema) (vedere paragrafo 4.8). I pazienti con anamnesi di allergia alle sulfonamidi o altre allergie da farmaci possono presentare un rischio maggiore di reazioni cutanee gravi o reazioni di ipersensibilità (vedere paragrafo 4.3). Il trattamento con celecoxib deve essere interrotto alla comparsa dei primi segni di esantema della cute, lesioni a livello delle mucose o di qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

    Celecoxib può mascherare gli stati febbrili e altri segni di infiammazione.

    In pazienti in concomitante trattamento con warfarin si sono verificati gravi episodi di sanguinamento.

    Si raccomanda cautela in caso di somministrazione contemporanea di celecoxib con warfarin ed altri anticoagulanti orali (vedere paragrafo 4.5).

    Gravidanza

    Non sono disponibili dati clinici relativi all’impiego di celecoxib in gravidanza. Studi negli animali (ratto e coniglio) hanno evidenziato una tossicità riproduttiva, incluse malformazioni (vedere paragrafi 4.3 e 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo derivante dalla somministrazione durante la gravidanza è sconosciuto, ma non può essere escluso. Analogamente ad altri farmaci inibitori della sintesi delle prostaglandine, celecoxib può causare inerzia uterina e chiusura prematura del dotto arterioso durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Celecoxib è controindicato in gravidanza e in donne che possono iniziare una gravidanza (vedere paragrafo 4.3). In caso di gravidanza nel corso del trattamento, celecoxib deve essere sospeso.

    Celecoxib viene escreto nel latte di ratto in fase di allattamento in concentrazioni simili a quelle riscontrabili nel plasma. La somministrazione di celecoxib a un numero ristretto di donne in allattamento ha dimostrato un’escrezione molto bassa di celecoxib nel latte materno. Le donne in trattamento con celecoxib non devono allattare.

    Effetti Collaterali

    Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e suddivise per frequenza nella Tabella 1, in base ai dati emersi dalle fonti seguenti :

    • Reazioni avverse segnalate in pazienti affetti da osteoartrosi e artrite reumatoide, con tassi di incidenza maggiori di 0,01% e maggiori di quelli segnalati per il placebo, nel corso di 12 studi clinici controllati vs placebo e/o farmaci attivi della durata massima di 12 settimane, con dosi giornaliere di celecoxib che variavano da 100 mg a 800 mg. In altri studi condotti con FANS non selettivi come farmaci di confronto, circa 7.400 pazienti affetti da artrite sono stati trattati con dosi giornaliere di celecoxib fino a un massimo di 800 mg, compresi i circa 2.300 pazienti in trattamento per un anno o più. Le reazioni avverse riscontrate con celecoxib in questi ulteriori studi sono risultate in linea con quelle segnalate nei pazienti affetti da osteoartrosi o artrite reumatoide elencate nella Tabella 1 .

    • Reazioni avverse segnalate con incidenze maggiori rispetto al placebo per soggetti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib negli studi a lungo termine della durata massima di 3 anni sulla prevenzione della poliposi (studi APC e PreSAP; vedere paragrafo 5.1, Proprietà farmacodinamiche: Sicurezza cardiovascolare âE.“ Studi a lungo termine su pazienti con polipi adenomatosi sporadici).

    • Reazioni avverse risultanti dalla farmacovigilanza post–marketing segnalate spontaneamente in un arco di tempo in cui si stima siano stati trattati con celecoxib (con diverse dosi, durate e indicazioni) oltre 70 milioni di pazienti. Poiché non tutte le reazioni avverse da farmaco vengono segnalate al Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio e incluse nel database di farmacovigilanza, non è possibile determinare con attendibilità le frequenze di queste reazioni.

    Tabella 1: Reazioni avverse negli Studi clinici con Celecoxib e nella Farmacovigilanza post–marketing (Terminologia MedDRA)1,2
    Frequenza delle reazioni avverse al farmaco
    Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Esperienza post–marketing)³
    Infezioni ed infestazioni
      Sinusite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie      
    Patologie del sistema emolinfopoietico
        Anemia Leucopenia, trombocitopenia Pancitopenia
    Disturbi del sistema immunitario
      Peggioramento delle allergie     Reazioni allergiche gravi, shock anafilattico, anafilassi
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
        Iperkaliemia    
    Disturbi psichiatrici
      Insonnia Ansia, depressione, stanchezza Confusione Allucinazioni
    Patologie del sistema nervoso
      Capogiri, ipertonia Parestesia, sonnolenza, infarto cerebrale¹ Atassia, alterazioni del gusto Cefalea, epilessia aggravata, meningite asettica, ageusia, anosmia, emorragia intracranica fatale
    Patologie dell’occhio
        Vista offuscata   Congiuntivite, emorragia oculare, occlusione delle arterie o delle vene della retina
    Disturbi dell’orecchio e del labirinto
        Tinnito, ipoacusia¹    
    Patologie cardiache
      Infarto del miocardio¹ Insufficienza cardiaca, palpitazioni, tachicardia   Aritmia
    Patologie vascolari
    Ipertensione¹   Ipertensione aggravata   Vampate, vasculite, embolia polmonare
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
      Faringite, rinite, tosse, dispnea¹     Broncospasmo
    Patologie gastrointestinali
      Dolore addominale, diarrea, dispepsia, flatulenza, vomito¹, disfagia¹ Stipsi, eruttazione, gastrite, stomatite, peggioramento dell’ infiammazione gastrointestinale Ulcerazioni duodenali, gastriche, esofagee, intestinali e del colon; perforazione intestinale; esofagite, melena, pancreatite Nausea, emorragia gastrointestinale, colite/colite aggravata
    Patologie epatobiliari
        Alterata funzionalità epatica, aumento di SGOT e SGPT Aumento degli enzimi epatici Insufficienza epatica (talvolta con esito fatale o che ha richiesto trapianto del fegato), epatite fulminante (talvolta con esito fatale), necrosi epatica, epatite, ittero
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
      Eruzione cutanea, prurito Orticaria Alopecia, fotosensibilità Ecchimosi, eruzioni bollose, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica, angioedema, pustolosi esantematosa generalizzata acuta
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
        Crampi agli arti inferiori   Artralgia, miosite
    Patologie renali e urinarie
        Aumento della creatinina, aumento dell’azotemia (BUN)   Insufficienza renale acuta, nefrite interstiziale, iponatriemia
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
            Disturbi mestruali (non altrimenti specificati)
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
      Sintomi simil–influenzali, edema periferico/ ritenzione di liquidi     Dolore al torace
    ¹ Reazioni avverse al farmaco che si sono verificate negli studi sulla prevenzione della poliposi, con soggetti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib in 2 studi clinici della durata massima di 3 anni (studi APC e PreSAP). Le reazioni avverse al farmaco sopra elencate per gli studi sulla prevenzione della poliposi sono soltanto quelle che erano state precedentemente identificate nella farmacovigilanza post–marketing o che si sono verificate con maggior frequenza rispetto agli studi sull’artrite.
    ² Inoltre, le seguenti reazioni avverse precedentemente non note si sono verificate negli studi sulla prevenzione della poliposi in soggetti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib in 2 studi clinici della durata massima di 3 anni (studi APC e PreSAP). Comuni:angina pectoris, sindrome dell’intestino irritabile, nefrolitiasi, aumento della creatininemia, iperplasia prostatica benigna, incremento ponderale. Non comuni: infezione da helicobacter, herpes zoster, erisipela, broncopolmonite, labirintite, infezione gengivale, lipoma, mosche volanti, emorragia congiuntivale, trombosi venosa profonda, disfonia, emorragia emorroidale, movimenti intestinali frequenti, ulcere della bocca, dermatite allergica, ganglio, nocturia, emorragia vaginale, dolorabilità al seno, frattura degli arti inferiori, incremento del sodio ematico.
    ³ Reazioni avverse al farmaco segnalate spontaneamente al database di farmacovigilanza in un arco di tempo in cui si stima siano stati trattati con celecoxib (con diverse dosi, durate e indicazioni) oltre 70 milioni di pazienti. Pertanto le frequenze di queste reazioni avverse al farmaco non possono essere determinate con attendibilità. Le reazioni avverse al farmaco elencate per la popolazione post–marketing sono soltanto quelle che non sono già elencate per gli studi sull’artrite o sulla prevenzione della poliposi.

    Nei dati finali (aggiudicati) risultanti dagli studi APC e PreSAP nei pazienti trattati con dosi giornaliere di 400 mg di celecoxib per un periodo massimo di 3 anni (dati combinati di entrambi gli studi, vedere paragrafo 5.1 per i risultati dei singoli studi), l’incidenza maggiore dell’infarto miocardico rispetto al placebo era pari a 7,6 eventi per 1.000 pazienti (non comune), e non è stata riscontrata un’incidenza maggiore rispetto al placebo per quanto riguarda l’ictus (tipologie non differenziate).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/ rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Contenuto delle capsule

    Calcio idrogeno fosfato diidrato

    Sodio laurilsolfato

    Crospovidone (tipo B)

    Povidone (K30)

    Povidone (K90)

    Magnesio stearato

    Involucro della capsula

    Gelatina

    Acqua depurata

    Titanio diossido (E171)

    Inchiostro di stampa

    Gomma lacca

    Glicole propilenico

    Celecoxib Teva 100 mg capsule rigide:

    Carminio indaco lacca di alluminio (E132)

    Celecoxib Teva 200 mg capsule rigide:

    Ferro ossido giallo (E172)

    Conservazione

    Blister in alluminio/alluminio

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

    Blister in PVC/PVDC/alluminio

    Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

    Contenitore per compresse

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.